Uno psicologo nei lager PDF

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Uno psicologo nei lager Viktor Frankl Dall'esperienza personale come prigioniero numero 119.104, Viktor Frankl scrisse uno dei suoi maggiori capolavori. Come molti critici hanno saputo leggere, tale scritto non è soltanto la testimonianza storica del suo internato nei campi di concentramento nazista, ma anche un vero e proprio manifesto del suo pensiero filosofico sulla vita e sui modi di affrontarla. Ecco quindi che in quest'opera sono già presenti tutti i contenuti che sfoceranno poi nella logoterapia che lo renderà famoso nel mondo. Durante questa straziante prigionia infatti, gli fu strappata via ogni cosa tranne che la sua nuda esistenza. Gli tolsero ogni avere, subì l'attesa di sapere se la sua famiglia, e in particolar modo la moglie, fossero ancora vivi o fossero stati mandati nelle camere a gas. In questo volume sono evocati con precisione sconvolgente tutti gli stati d'animo che egli ebbe e che probabilmente assieme a lui dovettero avere tutti gli ebrei,tutti i deportati nel corso di una vera e propria discesa all'inferno ( come la definisce in un saggio a proposito Gabriel Marcel). La fame, l'umiliazione, la paura e la rabbia profonda per le ingiustizie subite divengono sopportabili grazie alla contemplazione della persona amata, grazie alla religione per alcuni, a un certo seppur macabro umorismo,e grazie ai fuggevoli sguardi che i prigionieri possono lanciare alle rappacificanti bellezze della natura, come un albero o un tramonto. Tuttavia questi pochi attimi di conforto non infondono la volontà di vivere, di lottare: se vivere è sofferenza, sopravvivere, per Frankl, significa trovare un senso a tale dolore. Ognuno deve scoprirlo da solo e come l'autore spesso cita " Chi ha un perché per vivere, può sopportare quasi ogni come". Il logoterapeuta inoltre afferma: " Si doveva dunque, quando si presentava una buona occasione, qualche volta, qua e là, chiarire agli internati il perché della loro vita per far sì che fossero interiormente all'altezza del terribile come del loro presente, degli spaventi di una vita nel lager, affinché potessero affrontare tutto con coraggio. E viceversa: guai a chi non trovava più uno scopo di vita, non aveva un contenuto di vita, non scorgeva alcuno scopo nella sua esistenza; svaniva il significato del suo essere, perdeva ogni senso anche la resistenza". Frankl vuole dimostrare come ad ogni condizione e ad ogni situazione la vita abbia un senso. La logoterapia, di cui egli è il padre, insegna infatti che persino gli aspetti tragici e negativi dell'esistenza umana possono essere trasformati in prestazione, in quanto l'uomo di fronte ad essi riesce a prendere il giusto atteggiamento. Frankl viene considerato come il "terapeuta del male di vivere del XX secolo, come lo strenuo difensore della libertà umana contro ogni cieco determinismo scientificonaturale , come splendido fenomenologo dell'amore,come ottimo scopritore dell'essere umano aperto alla Trascendenza" (dalla prefazione di Giambattista Torellò). Logoterapia infatti letteralmente vuol dire terapia del significato della vita (logos = senso,significato). Frankl trova questo senso, come egli stesso dice, nella fede, nell'amore e nell'arte. Queste per lui sono le tre forme più sublimi atte alla sua salvezza. Egli infatti, appena introdotto nel lager, cerca una soluzione per poter conservare il suo manoscritto scientifico, "il lavoro di tutta una vita", quello scritto che avrebbe avvalorato il senso di tanti anni di intenso studio. "L'amore è in un certo senso il punto finale, il più alto, al quale l'essere umano possa innalzarsi". Dalla contemplazione della natura, di un tramonto e di un cielo dove "impallidiscono le stelle", dal pensiero della donna amata, egli scopre la Verità. " Comprendo ora il senso del segreto più sublime che la poesia, il pensiero umano e la fede possono offrire: la salvezza delle creature attraverso l'amore e nell'amore"....