Apofonia PDF

Title Apofonia
Author serena pessina
Course Linguistica generale
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
Pages 9
File Size 558.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 85
Total Views 155

Summary

descrizione apofonia germanica...


Description

Filologia germanica

a.a. 2008-2009

APOFONIA 1. Definizione L’apofonia o gradazione vocalica è un fenomeno di origine indoeuropea che comporta la variazione della parte vocalica all’interno di radici, suffissi e desinenze. Dunque una stessa radice o uno stesso suffisso, nelle varie forme in cui si presentavano nella flessione nominale o verbale potevano avere una vocale di volta in volta diversa e per quantità e per qualità. Il fenomeno viene così definito: «L’apofonia è la variazione, soggetta a determinate regole, nella qualità e nella quantità delle vocali all’interno di parole etimologicamente affini o di loro parti.» Jacob Grimm diede al fenomeno il nome di Ablaut. Più semplicemente, anche se in maniera non del tutto corretta, l’apofonia potrebbe essere così spiegata: «Con apofonia si intende l’alternanza vocalica, cioè la variazione della vocale radicale con valore morfologico. Anche i suffissi tematici e le desinenze possono essere interessati da queste variazioni vocaliche, sempre con funzione distintiva.»1 Si tratta di un fenomeno inerente sia la fonetica che la morfologia e che si riscontra sia in greco che in latino, ed anche in diverse lingue moderne. Se osserviamo infatti alcune parole etimologicamente affini, ci accorgiamo che in esse cambia la parte vocalica, mentre la parte consonantica resta immutata. Si vedano ad esempio le seguenti parole del greco antico: γεν-ος «stirpe» γον-εύς «genitore» γί-γν-ομαι «io nasco» (presente con raddoppiamento)2

All’interno della radice comune a queste parole si verifica un’alternanza vocalica (γεν-/γον-/ γν-) che identifica termini aventi funzioni diverse: i primi due sono infatti nomi, mentre il terzo è un verbo; dal punto di vista semantico è evidente però l’affinità di fondo di questi tre termini che fanno parimenti riferimento all’idea di “nascere”, “generare”. E’ interessante notare che a questo stesso concetto si richiamano diverse parole italiane e latine che presentano il medesimo elemento radicale con diversa vocalizzazione: genus theogonia gignere 1 2

“stirpe” “generazione degli dei” “generare”

Cfr. M. G. Saibene, Le lingue germaniche antiche. Origine e sviluppo , Milano 2000, p. 231. Per gli esempi dal greco cfr. M. R. Calabrese De Feo, La lingua dei Greci, Firenze 2003, p. 48-50.

1 L’apofonia in indoeuropeo e in germanico

Lezioni prof.ssa C. Sipione

Filologia germanica

generare genitore genealogia cosmogonia

a.a. 2008-2009

“dare la vita” “colui che dà la vita” “scienza che studia la discendenza familiare” “insieme delle teorie sull’origine dell’universo”

Altri esempi di apofonia dal latino e da alcune lingue moderne: Latino: tego “copro”/ toga “abito”, capio “io prendo”, cepi “presi”; Italiano: io faccio /io feci /panificio; io stavo/ stetti; Inglese: I write /I wrote /written; I drink /I drank /drunken; Tedesco: ich finde /ich fand /gefunden; ich dringe /ich drang /gedrungen. Come si è detto, il fenomeno dell’apofonia gode di un doppio statuto, in quanto interessa sia la fonetica che la morfologia: ha una valenza fonetica in quanto comporta una variazione della vocale, cioè la modificazione del suo timbro o della quantità; esso rientra contemporaneamente nella sfera della morfologia perché, mediante l’alternanza vocalica, le lingue interessate dal fenomeno esprimono parole funzionalmente diverse, cioè categorie grammaticali differenti - nomi, aggettivi, verbi - e, al loro interno, forme differenti della loro flessione. Il sistema di alternanze vocaliche non è ugualmente testimoniato in tutte le lingue ie.; in alcune di esse è importantissimo e assai sviluppato, così in sanscrito, gotico, greco, in altre, invece, appena accennato o limitato ad alcune serie: sarebbe dunque audace voler ritenere che esso sia appartenuto a tutto il territorio ie., e che sia andato perduto o mutilato nelle singole lingue; altrettanto probabile è che da una parlata all’altra l’apofonia si sia diffusa o in singoli vocaboli o come caratteristica di certi elementi morfologici: essa è infatti, come si è detto, un elemento vitale per la morfologia, non meno dei suffissi e dell’accento. Nel germanico il fenomeno è stato ereditato dall’ie. e sopravvive, come si è visto dagli esempi precedenti, anche nelle lingue moderne, soprattutto evidente ancora nel paradigma dei verbi forti del tedesco e degli irregular verbs dell’inglese , oltre che in numerose forme corradicali.

2 L’apofonia in indoeuropeo e in germanico

Lezioni prof.ssa C. Sipione

Filologia germanica

a.a. 2008-2009

2. Apofonia qualitativa e quantitativa Si distinguono due tipi di apofonia. Vediamo le seguenti serie di parole: ESEMPI DI ALTERNANZA VOCALICA IN SILLABA RADICALE gr. lšgo “parlo” - lÒgoj “discorso, parola” lat. tegere “coprire” - toga - tēctum - tēgula lat. vocāre - vōx gr. λείπω “lascio” - λέ-λοιπ-α “lasciai” (perfetto) - έ-λιπ-ον “lasciai” (aoristo) ted. binde - band - gebunden ESEMPI DI ALTERNANZA VOCALICA IN SILLABA SUFFISSALE πατήρ “padre” (nom. sg.) - πατέρ-α (acc. sg.) - πατρ-ός (gen. sg.), πατρά-σι (dat. pl.) εὐπάτωρ (nom. sg.) “(figlio) di buon padre” - εὐπάτορ-α (acc. sg.)

L’apofonia qualitativa (Abtönung), quale si ricava dall’alternarsi negli esempi riportati rispettivamente di lat. /e/~/o/, gr. /ε/~/o/, /η/~/ω/, e ted. /i/~/a/, comporta il cambiamento di timbro della vocale in questione; tali alternanze risalgono ad una serie apofonica ie. /e/~/o/, in cui /e/ viene chiamato grado normale e /o/ grado forte. Meno frequente, accanto all’alternanza /e/~/o/ al grado normale è quella di ie. /a/~/o/. L’apofonia quantitativa (Abstufung), quale ricorre in lat. tra /e/~/ē/ (tegere-tēctum), in gr. tra /ε/~/η/, /ο/~/ω/, e i rispettivi grado zero (come: λείπω - έ-λιπ-ον, πατήρ - παηέρ-α -παηρός, παηράζι), come anche in ted. tra binde (>grado normale /e/)e gebunden (grado Ø), comporta invece un mutamento della quantità della vocale, che può essere lunga, breve oppure non essere presente del tutto (grado Ø). Dal punto di vista quantitativo distinguiamo perciò un grado normale dove è presente la vocale breve, /e/ oppure /o/ (cioè lšgo, tegere, λείπω, παηέρ-α, con le variazioni lÒgoj, toga, λέ-λοιπ-α, εὐπάτορ-α) un grado allungato in cui compare la vocale lunga /e:/ oppure /o:/ (come in gr. παηήρ, tēctum, vōx) e un grado zero (έ-λιπ-ον, παηρός, παηράζι).

3 L’apofonia in indoeuropeo e in germanico

Lezioni prof.ssa C. Sipione

Filologia germanica

a.a. 2008-2009



grado zero (Null- bzw. Schwundstufe): caratterizzato dall’assenza di vocale;



grado normale (Voll- bzw. Normalstufe): caratterizzato da vocale breve;



grado allungato (Dehnstufe): caratterizzato da vocale lunga.

Inoltre, una serie apofonica invece che tre gradi (normale, allungato e zero) può presentare solo due gradi, con un’alternanza tra vocale lunga, ad es. /o:/ al grado normale, e una vocale breve /a/ al grado zero (definito più propriamente ridotto). In tale serie la vocale lunga potrebbe essersi originata dalla contrazione rispettivamente di /o/, /e/, /a/ + /ǝ/, mentre il grado /a/, cioè il grado ridotto, si sarebbe originato da /ǝ/. Tale serie apofonica, in cui il grado normale è rappresentato da una vocale lunga viene definita serie pesante, mentre la serie in cui alternano i tre gradi (normale, allungato e zero) viene definita serie leggera. Si veda ad esempio la radice ie. STĀ - “stare” che si continua in germ. nel verbo forte di VI classe ags. standan - stōd ecc. (cfr. sotto cap. 5). Dunque nell’apofonia qualitativa si verifica un’alternanza di vocali diverse, mentre nell’apofonia quantitativa ad alternare non sono vocali diverse, ma la stessa vocale con quantità diversa; distinguiamo schematicamente in questo modo i diversi gradi e tipi di apofonia:

Grado normale

Grado allungato

Grado zero o ridotto

Serie leggera

/e/ /o/ - /a/ /o/

/e:/ /o:/ - /a:/ /o:/

-

Serie pesante

/a:/ /o:/ - /e:/ /o:/

/ǝ/

/a:/ /e:/

4 L’apofonia in indoeuropeo e in germanico

Lezioni prof.ssa C. Sipione

Filologia germanica

a.a. 2008-2009

3. Sull’origine dell’apofonia Entrambi i tipi di apofonia, la qualitativa e la quantitativa sono in rapporto con l’accento di parola. Dubbie sono le origini dell’apofonia. Si è pensato che il grado Ø sia causato dall’accento della sillaba seguente: ma si può con ragione pensare che lo spostamento dell’accento sia conseguenza e non causa dell’apofonia, oppure che ambedue i fenomeni, accento e apofonia, dipendano dal maggiore o minore rilievo che si voleva dare ad una sillaba della parola. E’ evidente che la natura dell’accento al quale è da imputare l’apofonia quantitativa (Abstufung), deve essere stata profondamente diversa da quella dell’accento che ha determinato l’apofonia qualitativa (Abtönung). Mentre il tipo di accento a cui è da imputare l’apofonia qualitativa deve essere stato di tipo prevalentemente musicale, l’apofonia quantitativa deve essersi originata in un tipo di accento prevalentemente dinamico. Tutti e due i tipi di accento devono essere stati noti, in tempi diversi, all’ie. L’origine del grado zero, ad esempio, appartiene cronologicamente ad un periodo differente da quello in cui ha origine l’apofonia qualitativa3.

4. Serie apofoniche a vocalismo breve Alternanza e/o Solitamente i due tipi di apofonia sono presenti nella stessa radice o serie di parole etimologicamente affini. L’alternanza vocalica più frequente in ie. è quella tra /e/ ed /o/ al grado normale, come nel seguente schema4: grado normale e–o ie. * PED- “piede” lat. pĕdis, gr. eol. πεδ -ά “dietro” gr. ποδός, πόδ-α, scr. pād-am (ā>o)

grado zero -------scr. upa-bd-á-s “scalpiccío” gr. ἐπί-βδ-αι “il giorno dopo la festa ”

grado allungato ē-ō lat. pēs, gr. dor. πώς, scr. pāt

Queste vocali possono anche apparire accompagnate da liquide ¢, ¥, nasali £, ¤ e semivocali , . Al grado zero resta, in tal caso, rispettivamente la liquida, la nasale o la semivocale (spesso in funzione di sonante). Al grado normale, nel caso di vocali seguite dalle semivocali ,  si avrà la formazione di dittonghi. Si danno di seguito alcuni esempi, riferiti particolarmente alle lingue germaniche. Si 3

Cfr. H. Krahe, Linguistica germanica I. Introduzione e fonologia. Messina 1976, p. 61. Per gli esempi da scr. (sanscrito) e gr. (greco), cfr. Pisani, Glottologia indoeuropea, Torino 19892, pp. 28- 30 e H. Krahe, Linguistica germanica I, pp. 58-60.

4

5 L’apofonia in indoeuropeo e in germanico

Lezioni prof.ssa C. Sipione

Filologia germanica

a.a. 2008-2009

noti che non sempre, all’interno di una medesima radice, o di una serie di forme corradicali, è possibile trovare tutti i vari gradi apofonici. grado normale ei – oi ie. LEI-/LOI- “afferrare” got. lajsian “insegnare”, aat. lēren

grado zero i

grado allungato

got. lists “inganno, scaltrezza”

ie. STEIGH-/STOIGHie. STIGHgr. ste…cw “andare”, sto‹coj “serie, lat. vestigium, ordine” gr. st…coj “rigo, verso” got. steigan “salire”, got. staiga “via, got. stigum “salirono” sentiero”, staig “salì”, aat. stīgan

grado normale grado zero eu – ou u ie. LEUBH- “desiderare” got. -luƀo, ags. lufu “amore”, got. liufs, ags. lēof, aat. liof “caro” got. galaubjan, ags. geliefan, aat. aat. lob “lode” gilouben “credere”

grado normale grado zero er – or r risp. ie. *BHER- “portare” scr. bh¥tás part. pass. di *bh¥ “ferre” gr. υέρω, υορέω = lat. ferō = scr. bhárāmi scr. bh¥tís “il portare” = lat. fors got. baíran “portare”, got. barn got. gabaúrþs “nascita” “bambino”

grado zero l risp.

grado allungato

grado allungato ēr – ōr gr. θώρ “ladro”= lat. fūr got. bērusjōs “genitori” got. bārum “portammo”

grado normale el – ol ie. *STEL- “porre” gr. στέλλω “mando”, στόλος

grado allungato ēl – ōl

gr. ἒσταλμαι (perf.)

ie. *KEL-“nascondere”, “proteggere” air. celim “nascondo” ags. helpan, healp “aiutare”, “aiutai”

lat. clam “segreto” (agg.), lat. cēlāre got. huljan “coprire, nascondere” ags. hulpon, holpen “aiutarono”, “aiutato”

6 L’apofonia in indoeuropeo e in germanico

Lezioni prof.ssa C. Sipione

Filologia germanica

grado normale en– on ie. *ĜEN- “ginocchio”, “angolo” gr. γόνσ, lat. genu

a.a. 2008-2009

grado zero n risp. 

grado allungato ēn– ōn gr. γωνία “angolo”

got. kniu

ie. BHENDHgot. bindan “legare”, band “legame”

got. bundum “legammo”

ie. SENGṶH-, SONGṶHgot. siggwan, saggws “canto” ags. singan, sang, song an. syngva, sǫngr () scr. sthitáḥ gr. stŸtÒj lat. stătus ags. standan, standen “stare”, “stato” (part. pass.) ie. DHƏ-

ie. STĀscr. sthā- “stare ritto” gr. †stšmi “pongo” lat. stāre “stare (ritto)” ags. stōd, stōdom “stetti”, “stettero” ie. DHĀ-/DHŌ- “porre, fare” lat. fēci got. dōms “giudizio” ie. PŌR got. fōr, fōrum

ie. POR/PƏR (?) got. faran, farans

6. L’apofonia nel germanico Il germanico conserva il fenomeno apofonico ereditato dall’ie., sfruttando l’alternanza di determinate vocali nell’ambito della formazione delle parole, per esprimere in modo più chiaro significati diversi. Ciò vale soprattutto per la formazione dei temi del cosiddetto verbo forte. In tal modo il senso della diversità di significato delle forme è collegata all’alternarsi delle vocali nei vari temi del paradigma verbale, come ad es. in got. niman - nam - nēmum - numans. Così, in base a tale alternanza vocalica si distinguono quattro temi fondamentali: presente, preterito singolare, preterito plurale, participio passato. In tal modo si è arrivati a fissare nella grammatica del germ. sei (sette) di queste serie apofoniche secondo le possibilità che ricorrono nella formazione dei tempi del verbo forte.

5

Nella grammatica del sanscrito di Pānini la serie a vocalismo lungo viene indicata con il termine seṭ, che significa “con iṭ”, dove iṭ è il nome tecnico della /i/ che si introduce tra radice e suffisso e risale ad /ә/ dell’ie.; la serie leggera, che presenta radici prive di questo elemento, viene indicata invece con il termine aniṭ, cioè “senza iṭ”; cfr. V. Pisani, Glottologia indoeuropea, p. 31.

8 L’apofonia in indoeuropeo e in germanico

Lezioni prof.ssa C. Sipione

Filologia germanica

a.a. 2008-2009

7. Apofonia suffissale Fenomeni apofonici analoghi a quelli delle sillabe radicali sono esistiti fino dal periodo ie. nelle sillabe derivative e, precisamente, tanto in elementi di formazione della parola che in quelli della formazione tematica e nelle stesse desinenze flessive. Il germanico ha mantenuto questo stato di cose e lo ha persino ulteriormente sviluppato. Si riportano qui per completezza alcuni esempi di apofonia suffissale inerenti il gotico e altri dialetti germanici. ie. E/O > germ. e(i)/o got. wulfis (gen. sg.) - wulfam (dat. pl.) da got. wulfs “lupo” ie. EI/OI/I > germ. ī /ai/i got. ansteis (nom. pl.) - anstais (gen. sg.) - anstim (dat. pl.) da got. ansts “grazia” ie. EU/OU/U > germ. iu/au/u got. sunjus (nom. pl.) - sunaus (gen. sg.) - sunum (dat. pl.) da got. sunus “figlio” ie. -EŊKO-/-ŊKO- > germ. -inga-/-unga as. cuning, aat. chuning, an. konungr mat. nīdinc, nīdunc “invidioso” ie. -ENO-/-ONO- > germ. -ena- (-ina-)/-anagot. maúrgins, aat. as. morgan ie. -ELO-/-OLO- > germ. -ela-/-olocfr. got. ubils, aat. ubil “cattivo”; got. mikils, aat. mihhil “grande” con aat. stumbal “mutilato”, aat. wādal “povero”

9 L’apofonia in indoeuropeo e in germanico

Lezioni prof.ssa C. Sipione...


Similar Free PDFs
Apofonia
  • 9 Pages