Cicerone/vita/e/opere PDF

Title Cicerone/vita/e/opere
Author j'adore Chanel
Course Letteratura latina
Institution Università della Calabria
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Summary

Riassunto Di Cicerone Vita e Opere...


Description

Cicerone Marco Tullio Cicerone nacque ad Arpino nel 106 a.C. da una famiglia di ceto equestre. Il padre gli assicurò una formazione presso i migliori maestri di Roma. Il foro era una sorta di scuola a cielo aperto e Cicerone inizia a frequentarlo distinguendosi subito per la sua immensa dote. De versi composti nell’adolescenza conosciamo il De Inventione, due libri contenenti la dottrina dell’oratoria già conosciuta in Grecia e lui fu il primo a farne un riassunto in latino. INVENTIO, DISPOSITIO, ELUCUTIO, MEMORIA E ACTIO. Nell’81 a.c. esordì come avvocato e pronunciò la Pro Quintio e la Pro Roscio Amerino, in cui Roscio Amerino era stato accusato di parricidio e Cicerone riesce a sprigionarlo. Essendo nel periodo sillano, tra il 79 e 77 a.C., compie n viaggio in Asia Minore dove apprende i fondamenti dello stile rodiese e amplia la sua cultura. Torna a Roma, sposa Terenzia e nasce Tullia. Viene aletto questore per l’anno 75 e viene inviato a Lilibeo, attuale Marsala, distinguendosi per scrupolo e correttezza. I siciliani gli affidano una causa contro Gaio Verre, governatore romano accusato di concussione e mal governo. Nel 70 tenne il processo e aveva scritto quattro Verrine ma ne pronunciò solo due poiché l’imputato preferì recarsi da solo in esilio. Nel 69 a.C. viene eletto edile; poi pretore nel 66 e console nel 63. A 43 anni aveva già raggiunto il vertice della carriera politica. Cicerone si schierò apertamente con Gneo Pompeo e nel 66 pronunciò l’orazione DE lege Manilia per sostenere il conferimento a Pompeo del comando unico della guerra contro il re del Ponto Mitridate e lo ottenne. Tra i competitori di Pompeo c’era Lucio Sergio Catilina che aveva ordito una congiura contro di lui, ma la notizia trapelò e Cicerone lo affrontò nel 62 scrivendo le quattro Catilinarie. Scrisse, ancora, la Pro Murena, in cui si difendeva dall’accusa di brogli elettorali. Compose una breve orazione, la Pro Archia, pronunciata nel 62 in difesa del poeta greco Archia che era stato accusato i aver usurpato della cittadinanza romana. L’orazione diventa un’appassionata esaltazione della cultura e della poesia come elementi irrinunciabili di una formazione pienamente umana.

Nel 60 si creò il primo triunvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso. La proposta di entrare nel triumvirato venne proposta anche a Cicerone che rifiutò e così venne emarginato dal grande gioco politico. Venne eletto nel 58 tribuno della plebe Publio Clodio che fece una legge ad personam per chiunque avesse ordinato l’uccisione di un cittadino romano senza processo: era ciò che aveva fatto Cicerone nel 63, giustiziando i catilinari senza concedere loro la possibilità di appellarsi al popolo. Venne esiliato in Grecia per diciassette mesi, i più terribili della sua vita. Al ritorno in Italia scrisse i ringraziamenti al popolo e al Senato. Scrive la Pro Sestio, nel 56 e poi la Pro Caelio, in cui difendeva un giovane aristocratico accusato di aver cercato di uccidere una sua ex amante, Clodia, sorella del tribuno che nel 58 aveva fatto condannare Cicerone, Cicerone non recuperò la sua posizione di preminenza all’interno del Senato e dal Cinquanta la situazione politica inizia a degenerare. Nel 57, un gruppo guidato da Milone, tribuno della plebe che si era battuto per il suo ritorno dall’esilio, uccise Clodio e Cicerone preparò un bellissimo discorso, Pro Milone, ma riuscì a pronunciare poche parole e così Milone venne condannato. L’enorme produzione intellettuale di Cicerone si concentra tra: l’ultimo scorcio degli anni cinquanta e la dittatura di Cesare. Al primo di questi momenti risale l’opera più impegnativa di Cicerone, i sei libri del De Republica composti tra 54 e 51. Ci è giunto integralmente solo il SOGNO DI SCIPIONE. Nell’opera è messo in scena un dialogo che si immagina avvenuto tra Scipione Emiliano e Numanzia; il dibattito è circa la migliore forma di costituzione politica. Cicerone, quindi, espone la concezione della costituzione mista nella quale le tre forme, monarchia, aristocrazia e democrazia, sono mescolate. Un esempio è proprio nel sistema istituzionale romano. Nel secondo libro Cicerone si produce una sorta di storia politica della città a partire dalla sua formazione, mostrando il progressivo costituirsi dello Stato ottimale. Nei libri successivi traccia il profilo del politico ideale, nel quale convergono capacità di governo e di mediazione, elevata statura morale, senso dello stato, solida formazione culturale e moderazione. Utilizzerà il termine princeps che è un cittadino eminente che agisce sempre all’interno di un sistema di tipo repubblicano e il potere resta nelle mani dello stato. Sarà usato da Augusto per indicare la figura dell’imperatore.

Il de Oratore : in tre libri, viene composto nel 55 ma è ambientato nel 91. Ne sono protagonisti i due massimi oratori, Marco Antonio e Marco Licinio Crasso. Di lì a poco a Roma sarebbe scoppiata la guerra civile, in cui lo stesso Crasso trovò la morte. E’ come se volesse richiamare momenti e personaggi antecedenti alla grave crisi politica e civile, quasi per evocare un’epoca forse finita per sempre ma che ancora aveva da dire alle generazioni future. C’è la definizione del profilo ideale dell’oratore non solo come specialista della parola ma come intellettuale completo.

DALLA GUERRA CIVILE ALLA MORTE.

Guerra civile tra 51 e 50: venne inviato a governare la Cicilia, Asia Minore. Si distinse per scrupolo e onestò e ottenne un discreto successo militare. Quando la guerra iniziò nel 49, mentre il generale e un parte del Senato fuggiva per la Grecia, lui restò in Italia, solo tardi raggiunse i pompeiani. Dopo la sconfitta di Pompeo a Farsalo, nel 48, si trovò dalla parte dei vinti. Tornò in Italia e rimase per mesi a Brindisi nell’attesa di incontrare Cesare. Fu umiliato ma perdonato da Cesare che lo rese ancora utile per il nuovo governo di Roma. Nacquero così le orazioni cesariane: Pro Marcello, Pro Lagario e la Pro Rege Deiotaro. Il 15 marzo del 44 Cesare venne ucciso. Subito si manifestano aspiranti dell’eredità politica del defunto dittatore: Marco Antonio e Ottaviano, nipote della sorella di Cesare. Contro Antonio scagliò quattordici Filippiche. Nell’agosto del 43, Ottaviano si fece eleggere console e invece di scontrarsi con Antonio, come Cicerone auspicava, il figlio di Cesare cercò la sua alleanza, insieme a Marco Emilio Lepido. Nacque il secondo triumvirato. In testa alla lista di Antonio compariva Cicerone che dopo essersi nascosto per qualche tempo, tentò la fuga a Gaeta, ma i sicari lo raggiunsero e lui stesso ordinò ai suoi schiavi di offrie la testa al suo carnefice. Era il 7 dicembre del 43. SCRITTI FILOSOFICI, RETORICI E POLITICI (46-44)

L’orator riprende alcuni temi già trattati nel De oratore: ma ora c’è più attenzione agli aspetti formali e stilistici e all’idea che l’oratore dovrebbe essere in gradi di

padroneggiare i diversi registri linguistici adattandoli all’occasione e al contenuto del suoi discorsi. Il Brutus, prende il nome dal dedicatario dell’opera: si tratta di una sorta di storia dell’oratoria romana. Una vera e propria enciclopedia filosofica la compie negli ultimi anni della sua vita attraverso numerosi scritto , tra cui il De Divinatione: far comprendere che cosa ciascun filosofo sostenesse e che cosa gli obiettassero i suoi avversari. Individua anche il pubblico che ha in mente: la gioventù romana, nella speranza che si formi una nuova leva di giovani che creeranno una classe dirigente di una repubblica rinnovata. Quella del Divinatione è una pagina importante per capire il lavoro dell’Ultimo Cicerone. Egli non era un pensatore originale, ma il suo obiettivo era quello di offrire al lettore un panorama completo della filosofia greca. Per raggiungere la massima efficacia didattica usa il dialogo, in sui le diverse posizioni si confrontano. Nelle Discussioni Tuscolane, ha esposto ciò che è necessario a raggiungere la felicità. Sulla natura degli Dei , tre libri in cui è discusso questo(cioè la natura degli dei) problema da ogni punto di vista. Tratta anche tesi epicuree. Ci sono il De Officiis e il De Amici, vivace riflessione sulla natura di questo legame. La dedica a suo figlio Marco. Officium=dovere: sono doveri quei comportamenti che il sapiente adotta non perché giovino ma perché li ritiene eticamente preferibili ai comportamenti contrari. Discute il concetto di onesto e di utile. E’ stata l’opera filosofica più fortunata di Cicerone in cui l’onesto si ripartisce in giustizia, fortezza, sapienza e temperanza ed è stato ripreso dall’etica cristiana. Cicerone, in genere, è seguace del probatismo, dottrina elaborata dalla scuola platonica nel II sec.: la verità assoluta è inaccessibile alla ricerca umana, occorrerà di volta in volta scegliere l’opinione più probabile.

CICERONE EPISTOLOGRAFICO.

Tra il consolato 63 a.C. e la morte 43 a.C., compone un monumentale epistolario Ciceroniano: una raccolta di circa novecento lettere indirizzate ad amici e familiari.

C’è di grande aiuto per dei retroscena di alcune vicende, per seguire casi giorno per giorno e vedere le situazioni in primo piano. L’epistolario non era destinato alla pubblicazione e quindi vi solo lettere autentiche. Per questo Cicerone si rivela realmente per quello che è con le sue paure, vanità, debolezze. La lingua, sebbene la sua non sia mai sciatta, è più vicina alla conversazione quotidiana tra persone colte.

LO STILE

La sua è considerata la lingua di un’intera civiltà letteraria. E’ diventato maestro di prosa oratoria e modello normativo. Cicerone presenta una capacità di variare registro e stile: dal tono solenne all’ironia, dallo scherzo all’aggressione, dal linguaggio raffinato della poesia a quello colloquiale delle lettere. Ma inventa anche dei neologismi e attribuisce a parole latine altre sfumature di significato. Questo lo fa anche con intenti patriottici: vuole dimostrare che il latino è in gradi di confrontarsi al pari con la lingua greca, e la povertà lessicale lamentata da Lucrezio, non esiste. Creò un periodo complesso e armonioso portando all’eliminazione delle incoerenze nella costruzione della frase. Ciò portò anche all’organizzazione di frasi ampie e l’ipotassi. Concinnitas cioè cura per la simmetria e le corrispondenze tra una sezione e l’altra della frase....


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