Comunicare-interagendo-riassunto PDF

Title Comunicare-interagendo-riassunto
Course Sociologia
Institution Università degli Studi di Padova
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riassunto dettagliato del libro...


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COMUNICARE INTERAGENDO – I RITUALI DELLA VITA QUOTIDIANA: UN COMPENDIO INTRODUZIONE: Debolezza dei confini disciplinari. Gesti co-verbali=ciò ce riguarda il corpo. Valorizzare punti di vista differenti=dare un visione più ampia dei fenomeni sociali un altro modo di vedere rispetto a quello consueto costruire una mappa della prospettiva proposta. Cercando di toccare non solo la parte intellettuale, ma anche la pancia, il cuore e le emozioni=sollecitare le emozioni dei lettori e fare in modo che i contenuti presentati diventino parte della conoscenza a lungo termine di ciascuno. Usare uno stile che favorisce l’apprendimento facendo divertire il lettore. L’innovazione del compendio sta nei modi di “dare forma” agli argomenti e nelle modalità di presentare i contenuti. Parliamo di comunicazione, di interazione comunicazione=azione inter, tra. 3 tipi di interazione: relazione faccia a faccia, quasi-interazione mediata, interazione mediata. Comunicazione dialogica=vien utilizzata una pluralità di indizi simbolici che provengono essenzialmente dal CORPO degli interlocutori. Si studia il processo di sociazione, si mette al centro dell’osservazione la relazione sociale. Prima sezione: Prospettiva teoriche= attenzione ai macro-rituali (dare forma all’energia) e attenzione ai micro-rituali d’interazione (le forme dei cristalli) Cap 1=interazioni, rituali, visione generale di cosa si intende x macro-rituali Cap 2=dinamiche di interazione guardate attraverso la prospettiva dell’interazionismo simbolico; Cap 3= approccio della fenomenologia sociale=esseri umani in grado di assumere prospettive diverse e plurime x costruire la realtà. In questo capitolo sono presenti anche concettualizzazioni dell’etnometodologia; Cap 4=prospettiva sistemica olistica=guarda simultaneamente al tutto e alle parti costitutive= logica differente da quella utilizzata frequentemente: sensibilità che comprende e/e= sia in tutti che le parti. Cap 5= riprende i temi del primo e guarda più da vicino le interazioni tra poche persone x metterne in luce i piccoli particolari degli incontri sociali che il più delle volte rimangono nascosti alla vista. Concetto di rituale concentrandosi sulle micro-interazioni. Seconda sezione: I fili rossi tematici e concettuali= cerca di avvicinare le teorie a esempi vicini all’esperienza di chi legge. Capire la cura e la sensibilità x la comprensione dei fenomeni sociali. È una visione più puntuale e focalizzata rispetto alla prima, la quale fornisce una visione d’insieme. Terza sezione: occasioni sociali, situazioni, incontri= ambiti sociali di interazioni che consentono di mettere in azione gli strumenti elaborati con le precedenti due sezioni. Osservare con delle nuove lenti una società = “cosa avviene qui?”. Mettere in azione quanto esplorato. Capitolo conclusivo= riflessioni su quanto è emerso nell’intero percorso= dare rilievo a una visione di insieme.

CAP 1= DARE FORMA ALL’ENERGIA Ogni relazione ha una sua unicità in quanto alimentata da una serie infinita di elementi che, interagendo tra loro, la rendono diversa da tutte le altre. Eppure per poter parlare di essa e per rappresentarla, dobbiamo classificarla, definirla e darle un nome. Esempio: matrimonio è un prodotto culturale che definisce la struttura interna e la fa apparire stabile e ordinata =classificare è necessario x mettere in ordine. 1.1 La vita e le forme: l’analisi dei macro-rituali: SIMMEL “sociologia delle forme” tutti gli elementi che compongono la realtà sono in costante relazione gli uni con gli altri, e si influenzano vicendevolmente e mettere in dubbio la stessa esistenza di elementi e considerare il mondo come costituito da movimenti e relazioni. Stesso periodo della teoria della relatività di Einstein. L’energia vitale si manifesta attraverso le forme di vita Simmel: la vita è un fluire incessante, che si cristallizza in forme, le quali hanno durata relativa, in quanto il fluire stesso della vita preme per spazzarle via. Società=vicendevoli interazioni tra gli esseri umani sociologia= studiare le forme via via assunte da queste relazioni reciproche tra le persone.

Processo di sociazione=forma di azioni reciproche si consolida nel tempo. Tali forme di reciprocità tra individui danno vita a gruppi e società=azioni rituali che esprimono la realtà sociale e tendono a cristallizzarla in rappresentazioni simboliche. Questa tensione tra il fluire della vita e la rigidità delle forme entro cui viene ingabbiata dalla cultura oggettiva =è sia l’aspetto tragico dell’esistenza e al tempo stesso permette il mutamento culturale e il dinamismo sociale. Il flusso vitale si alimenta di processi che si contrappongono continuamente: identificazione-differenziazione, aggregazione-separazione, entrata-uscita. Identità deve fare i conti due problemi: -Sincronico=gestire la tensione costante tra separazione e aggregazione= come aprirsi alla relazione e mescolarsi con altre forme di vita e al tempo stesso mantenere una propria coesione interna e dei propri confini. -Diacronico=tensione tra persistenza e mutamento com’è possibile mantenere coesione interna e continuità nel tempo nonostante i cambiamenti e le crisi causate dal fluire caotico della vita? Esempio del pensionato. Coesione interna e continuità delle forme sociali di vita vengono mantenute attraverso azioni di tipo rituale, che permettono di conservare o modificare la struttura interna e i confini del sé e del noi. 1.2 Il rituale come batteria sociale: DURKHEIM= rituale sociale è una sorta di batteria sociale, un meccanismo che produce energia necessaria a tener vivi i legami collettivi e le relazioni sociali. Pone attenzione ai rituali religiosi, i quali stanno alla base del legame sociale. Aborigeni: si riuniscono attorno a un totem, con una carica emozionale, in maniera coordinata e sincronizzata, devono essere regolati da prescrizioni raggruppamento: sensazione di essere a contatto con qualcosa di sacro, si sentono una comunità morale. Quindi: venerando i simboli del gruppo i partecipanti celebrano il legame che li unisce =in questo modo celebrano sé stessi e rinnovano la fiducia. [COLLINS elementi del rituale: riunione fisica, condivisione dello stesso focus di attenzione, tonalità emozionale comune, oggetti sacri sono i simboli che rappresentano l’appartenenza al gruppo, essi aumentano la fiducia e l’energia emozionale, giusta rabbia e punizione nei confronti di chi non rispetta gli oggetti sacri.] Oggetti sacri: sono diversi da religione a religione essi non sono sacri di per sé, ma a renderli sacri è il modo in cui il gruppo si comporta nei loro confronti=sincronizzare e coordinare i gesti.  Questo modello del rituale può essere usato x interpretare molte pratiche sociali sia di macro-rituali che a livello micro nei rituali interpersonali (Goffman=identità individuale non esiste, ma è qualcosa che la società ci impone di creare e di esibire). Effervescenza collettiva: i riti creano questo tipo di effervescenza, che ravviva il legame tra gli individui riuniti, caricandoli di energia. Essa è creata dal rituale e “scalda” i partecipanti, rendendoli parte di un’identità collettiva=essi diventano fusi insieme in un’unica collettività. Attraverso i rituali il mondo è diviso in due sfere separate: sacro e profano. Gli individui sono riuniti e compiono determinate azioni che rendono gli oggetti come dei simboli del gruppo riuniti=assumono il carattere della sacralità. Sacro=nel legame sociale, in ciò che unisce gli individui e permette la coesione del gruppo, e al tempo stesso nel delimita i confini e lo separa dall’esterno= netta separazione tra ciò che è noi (sacro) e ciò che è non-noi (profano). Nell’azione collettiva=le persone creano il sacro e entrano in contatto con esso e ne fanno esperienza il rituale può essere considerato come una batteria sociale, in quanto produce energia che alimenta, e rafforza il legame sociale, e quindi crea il sacro. Rapporto con il sacro=ambivalente il sacro è qualcosa che ci trascende più grande di noi e al tempo stesso è anche dentro di noi. Collins: fa notare che questo è esattamente il rapporto tra individui e società=dipendiamo da essa, ma essa ha bisogno della nostra adesione. -Ma se il rituale produce energia, da dove nasce questa energia? Il rito quindi non è un luogo di creazione di energia, ma un momento di aggregazione e potenziamento di energie. La sacralità va cercata sì nelle relazioni sociali, ma anche in tutte quelle relazioni che intercorrono tra gli infiniti elementi i quali alimentano e muovono ogni forma di vita. 1.3 I riti di passaggio Arnold Van Gennep pubblica “I riti di passaggio” nel 1909. Uno sviluppo alle sue teorie è fornito 50 anni dopo da Victor Turner insieme alle teorie Durkheimiane ci permettono di comprendere il modo in cui operano i rituali.

Victor Turner= modo in cui i rituali ci permettono di rapportarci al mutamento=tema della tensione tra vita e forme a volte il fluire della vita assume delle forme che dopo un certo tempo mutano; altre volte la realtà appare come un divenire caotico e noi abbiamo bisogno di creare delle forme x catturare il flusso  necessario passare ad un’altra forma. Ogni cambiamento di forma viene sociologicamente gestito attraverso i RITI DI PASSAGGIO. Van Gennep= due tipologie di riti: quelli che segnano gli individui nel passaggio da uno status ad un altro (riti di crisi del corso di vita), e quelli con cui l’intera collettività celebra i passaggi attraverso le diverse fasi del ciclo naturale (riti stagionali e o periodici eseguiti in momento ben precisi del ciclo produttivo annuale). Ogni rito è composto da 3 fasi del cambiamento di forma e attraversamento della soglia (limen) Van Gennep si concentra sulla sequenza temporale comune a tutti i riti e Turner maggiore attenzione ai cambiamenti di struttura: -Pre-liminare=prima rottura o separazione. Esempio: rottura rispetto alla forma di single. Due individui indipendenti e separati. -Fase liminale=durante sospensione o margine. Esempio: fidanzamento è la fase intermedia= i due non sono né single né accoppiati= né divisi né uniti e al tempo stesso sia divisi che uniti, ossia assumono i caratteri di entrambe le polarità=sospesi tra il prima e il dopo. Periodo di collaudo. E’ qui che gli individui iniziano la trasformazione. Le identità iniziali vengono de-formate e tornano ad uno stato primigenio di caos e di indefinitezza. E’ una condizione ambigua e mettono in discussione le categorie su cui si basa l’ordine sociale. Durante l’addio al celibato=situazione di ambiguità, a contatto con la tentazione e la contaminazione sarà poi il giorno del matrimonio a ristabilire l’ordine attraverso azioni rituali. Non esiste un confine preciso tra il prima e il dopo, perciò tale confine deve essere creato attraverso il rituale=ritualizzazione con cui si enfatizza quel momento. Goffman: la società ha creato delle strutture apposite in cui confinare i devianti (malati psichiatrici, delinquenti…) in attesa che concludano la fase liminale. In questi luoghi gli individui vengono spersonalizzati =tolgono i segni e gli strumenti necessari a mostrare un’identità. -Post-liminare=dopo ri-aggregazione o re-integrazione. Due individui sono una coppia sposata. Viene celebrata la trasformazione e il definitivo compimento. Forma nuova: ciascuna identità individuale si riaggrega e di ridefinisce in maniera diversa rispetto a prima=i neo sposi vengono re-integrati nella società con le loro nuove identità di individui e di coppia. SOCIETA’=mette in ordine, fa chiarezza, definisce i confini delle categorie, stabilisce chi è dentro e chi è fuori.  I riti di passaggio non sono scomparsi nelle società moderne, ma il modo in cui oggi diamo forma al mutamento è diversa rispetto al passato. La fase liminale ossia la situazione di margine, di sospensione e di in-definitezza è diventata una condizione esistenziale =difficoltà di gestire tale condizione, di accettare cioè la tensione tra la libertà individuale e la pressione alla conformità sociale. Essa costituisce la condizione di normalità. Rituali collettivi con frequenza ciclica annuale come il capodanno, e passaggi con periodicità diverse come elezioni politiche, amministrative, presidenziali. Capodanno: attività ordinarie interrotte, momento ambiguo e paradossale che sta a metà tra le due polarità, non è nessuna delle due al tempo stesso contiene qualcosa di entrambe; c’è sovvertimento dell’ordine sociale, confusione, mescolamento=fare qualcosa di diverso dal solito. Poi nell’ultima fase: collettività torna alla routine quotidiana in maniera non traumatica e viene ristabilito progressivamente l’ordine sociale.  Riti di passaggio: attraverso questi il cambiamento viene riconosciuto dall’individuo e dalla collettività come dotato di senso= sia che si tratti di mutamenti naturali che il rito riporta entro l’ordine sociale, sia che si tratti di cambiamenti socialmente costruiti proprio tramite il rito. Passaggio da una condizione di stabilità e ordina ad un’altra (diversa) condizione di stabilità e ordine. Non tutti i riti coinvolgono la società nella sua totalità=molti riguardano gruppi particolari all’interno di essa. [Essi ribadiscono i confini che caratterizzano la propria struttura interna e così la riconfermano= recite, cene di classe, consegne diplomi]

1.4 Conservazione o mutamento? Rituali e complessità sociale Prospettiva durkheimiana il rito consiste nel passare dalla forma individuale a quella collettiva, x poi tornare alla prevalenza della forma individuale. Nel rito le energie individuali si de-strutturano e si fondono assieme intersezione tra essi: le forme destrutturandosi tornano allo stato primigenio di caos, che poi si cristallizza in nuove forme, entro le quali vivrà fino alla successiva tras-formazione rappresenta lo stadio intermedio, liminale di Van Gennep. Attraverso l’effervescenza collettiva dell’azine rituale gli individui compiono un vero e proprio “salto” dal mondo del profano a quello del sacro. Durkheim: capire come fosse possibile mantenere la coesione sociale e la condivisione di credenze e valori, evitando così la dis-gregazione e l’anomia. Il rituale viene collegato all’idea di armonia e coesione sociale  obbligo morale (partecipare e rispettare la liturgia) e costrizione tipici del rituale= individui sono obbligati a partecipare e secondo modalità prestabilite, con atteggiamenti adeguati. Società di oggi sono complesse e differenziate= processo di differenziazione sociale =ogni individuo appartiene contemporaneamente a più gruppi e cerchie socialiappartenenze plurime e nessuna di esse è totalizzante. Simmel=atteggiamento blasé= limita l’intensità con cui ci lasciamo coinvolgere emotivamente nell’interazione con il mondo=aspetti che diminuiscono il grado di coercitività dei rituali odierni. L’unica coercitività che sembra continuare ad essere presente è quella relativa all’obbligo morale di rispettare la liturgia e i simboli sacri. -Nelle differenziazione nascono anche gerarchie interne ai gruppi =rilevanti le dimensioni del POTERE E STRATIFICAZIONE. Già Van Gennep aveva evidenziato il passaggio ad un nuovo status e quindi ad una nuova identità sociale (riti di iniziazione) poi: Bourdieu= evidenzia come i riti istitutivi creano le disuguaglianze sociali e ne sanciscono la legittimità = differenze di potere tra gruppi all’interno della società. Quindi esistono dei rituali che non servono a unire la comunità, ma a rafforzare i gruppi dominanti al suo interno tenere presente dei vari livelli di significato simbolico e delle varie differenze di interpretazione che dipendono dalla posizione sociale.  Diversi effetti del ritualedividiamoli in due categorie: -Riti (come il massaggio e la sauna=sentirsi meglio di prima) non alterano la struttura sociale, ma hanno un effetto ri-generante e tonificante x essa= x confermarla e rafforzarla. -Riti (come l’intervento chirurgico=tras-formazione profonda e radicale) che determinano un vero e proprio cambiamento nella struttura interna, nei confini e nella forma esterna della società = dal mutamento alla trasformazione radicale. 1.5 Donare e legare. Riti, reti e vincoli. Questione dell’integrazione. Scambio di doni costituisce un importante esempio di interazione individuale si conferma reciprocamente il proprio coinvolgimento nel rapporto e in questo modo rigenerano e rafforzano il legame che li unisce Dono=oggetto sacro che simboleggia la comunione tra gli attori riuniti, i quali attraverso tale oggetto celebrano se stessi e la loro relazione. Per questo motivo il dono può anche essere qualcosa di superfluo e inutile dal punto di vista strumentale, ma necessario dal punto di vista simbolico =nel dono c’è la relazione, il sociale, il “noi” (Durkheim): nel donare ciascuno da all’altro una parte del sé, della propria individualità, del proprio essere (Simmel). Dono= fornisce fiducia, sicurezza, sostegno, aiuto. Rovescio della medaglio = Donoimplica vincolo, costrizione, dipendenza. Mette alla prova l’altro: lo chiama a confermare la propria adesione alla relazione grazie a un contro-dono. chi fa il dono esercita un potere nei confronti di chi riceve, in quanto lo obbliga nei suoi confronti, anche involontariamente e in misura diversa =è il potere che lega. E’ l’obbligo di contraccambiare l’altra faccia dell’integrazione. Caso estremo è il potlatch=dimostrare la propria superiorità umiliando l’altro attraverso doni via via più grandi= dono che stabilisce una gerarchia. Malinowski=tribù =Anello di Kula catena di scambi rituali con funzione di assicurare la solidarietà precontrattuale = confermare la propria affidabilità e la propria disponibilità e capacità di stare alle regole del gioco.  Due forme di rituali esemplificano i due aspetti opposti e complementari dello scambio simbolico = quello armonico-paritario (anello di Kula) e quello conflittuale-gerarchico (potlatch). due forme che non eiscludono a vicenda ma che convivono e si intrecciano.

Strauss=Stesso tipi di scambi di confermare la solidarietà pre-contrattuale creata con i matrimoni e lo scambio di donne alleanza tra famiglie. -A livello macro dei rapporti internazionali=capi di Stato hanno la funzione di mantenere in vita un sistema di alleanze e di relazione. fare visita= si offre all’altro la propria attenzione e il proprio tempo; allo stesso modo l’accoglienza e l’ospitalità costituiscono il contro-dono, il modo x ricambiare e esprimere riconoscenza. In questi casi il dono può contribuire a creare o perpetuare situazione di dipendenza, vincoli futuri.  Integrazione sociale e legami sociali si estendono IN ORIZZONTALE nella dimensione di rete. 1.6 Strutture, gerarchia, potere Integrazione sociali non significa necessariamente equità, giustizia e armonia, ma può avvenire anche in presenta di stratificazione, tensione e conflitto. Quindi c’è sempre in gioco il potere=la conservazione e la riproduzione di esso, oppure la sua conquista. Ciò in seguito alla nascita dello Stato moderno (Weber)  cambiamento radicale nelle modalità con cui si realizza l’integrazione di grandi collettività e il controllo di vasti territori. Processo di parlamentarizzazione=potere delle borghesia in crescita che intende porre dei limiti al potere assoluto dei monarchi (contrapposizione)=passaggio verso un competizione politica regolamentata, in cui la sconfitta non comporta l’eliminazione anche gli sport moderni costituiscono un’evidente manifestazione di questo processo (Elias)=competizione regolamentata che bandisce e sanziona l’uso della violenza. Competizione elettorale=occasione x celebrare il rituale e le regole del gioco=adesione morale alla forma di riproduzione del potere nella società. Esercizio del voto è anche un dovere civico=costrizione dell’obbligo morale che continua a realizzarsi. -Sviluppo dell’individualismo Durkheim lo guarda con preoccupazione, invece Simmel lo considera come un aumento di libertà e di possibilità derivante dall’allentamento dei vincoli macro-sociali sull’individuo. In ogni caso il processo di individualizzazione ha comportato molti cambiamenti nel modo di integrazione delle società. Le forme di controllo sociale si sono progressivamente trasferite dalla collettività ai singoli individui. Elias=valore delle buone maniere, assumono sacralità attraverso delle pratiche che ormai sono diventate rituali e quotidiane, assicurando così il funzionamento delle interazioni e la v...


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