Gli-ittiti-riassunto PDF

Title Gli-ittiti-riassunto
Course Ittitology
Institution Sapienza - Università di Roma
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Riassunto "Gli Ittiti", De Martino...


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1. UN SECOLO DI STUDI DI ITTITOLOGIA 1.1 Storia delle scoperte e degli studi La civiltà degli Ittiti, fiorita in Turchia nel II millennio a.C., è nota agli studiosi di filologia, archeologia e storia del Vicino Oriente preclassico da appena un secolo (diversamente da egiziani, babilonesi o assiri, 19º secolo). In realtà, in nome degli ittiti era già noto da altre fonti del V.O. prima ancora della scoperta di documenti ittiti veri e propri, senza però che si potessero localizzare queste genti in un'area precisa del V.O., identificando le testimonianze archeologiche. Infatti, la decifrazione dell'egiziano geroglifico e la lettura delle fonti egiziane avevano fatto conoscere l'esistenza di un popolo di un paese che aveva interagito con l'Egitto, in particolare del tempo di Ramses II, e che veniva indicato con Ht (Hatti, il regno degli ittiti, che i primi studiosi collocavano in Siria, invece che in Anatolia), e alcuni passi della Bibbia menzionano questo popolo (in realtà si trattava dei regni neoittiti, stati ittito-aramaici, sviluppatisi in Anatolia e Siria dopo la caduta dell'impero ittita). Le menzioni degli Ittiti nelle fonti egiziane non erano, però, state messe rapporto con le tracce archeologiche, là dove era sorta la capitale del regno ittita, l'antica città di Hattusha, a nord-est della moderna città di Ankara, presso l'attuale villaggio di Boğazköy. Le rovine di questo sito furono visitate nel 1834 dal francese Charles Texier, che successivamente pubblicò le sue osservazioni e alcuni disegni tra i quali anche quelli dei rilievi del tempio rupestre di Yazilikaya, sito nei pressi della capitale. Gli studiosi del tempo, avanzarono ipotesi diverse su quale fosse il popolo cui tale rovine dovevano essere attribuite e si fecero i nomi dei Frigi e dei Lidi. Negli anni successivi, furono portati in Europa anche frammenti di tavolette d'argilla scritti in caratteri cuneiformi. Nel 1893-94, Chantre rinvenne numerosi frammenti di tavolette cuneiformi, che saranno messe in relazione con tavolette di Tell el-Amarna (Arzawa). Nonostante l'ittita non fosse stato ancora interpretato, fu tuttavia possibile comprendere che le tavolette provenienti da due siti erano scritte nella stessa lingua (Knudzon, editore del corpus testuale di Tell el-Amarna, sostenne che si trattasse in una lingua indoeuropea). Nel 1905 una prima breve spedizione a Boğazköy fu condotta da Ugo Winckler, assiriologo dell'Università di Berlino, e fin dai primi giorni di lavoro furono recuperate tavolette cuneiformi alcune delle quali lingua accadica. Gli scavi degli anni 1906-12 portarono alla luce circa 2000 tavolette cuneiformi. Questo ricco materiale documentario offriva agli studiosi la possibilità di studiare la lingua nella quale i testi erano scritti, lingua che poteva essere letta, conoscendo la scrittura cuneiforme, ma non compresa. Nel 1915, Hronzy interpretò l’ittita tramite la comparazione con altri termini di lingue indoeuropee e quindi si trattava di una lingua indoeuropea. La nostra conoscenza della civiltà ittita non è limitati ai risultati degli scavi di Boğazköy, ma sono stati indagati anche altri siti dell'Anatolia e della Siria, come Karkemish, Emar, Ugarit. 1.2. Gli strumenti di lavoro Le tavolette cuneiformi non conservano soltanto testi in accadico e in ittita, ma anche in altre lingue, relative alle diverse componenti etniche, linguistiche e culturali dell’Anatolia del II millennio a.C. (luvio, palaico, hurrico, hattico). Tra questi, luvio e palaico sono lingue indoeuropee, mentre hurrico e hattico lingue non indoeuropee, in quanto agglutinanti. Nell’Anatolia ittita era usata anche una scrittura non cuneiforme, oggi definita “luvio geroglifico”. 2. LE FONTI PER LO STUDIO DELLA CIVILTÀ ITTITA 2.1. I supporti scrittori e i sistemi grafici Il supporto scrittorio più comune in tutto il Vicino Oriente antico è costituito dalle tavolette di argilla, di forma rettangolare, di varie dimensioni, cotte in forno oppure lasciate semplicemente essiccare al sole. Sulle tavolette di argilla, la scrittura è in caratteri cuneiformi; il sistema grafico cuneiforme nasce e si sviluppa nella Mesopotamia meridionale per la lingua sumerica, viene in seguito adottato dagli Accadi e poi si diffonde in

tutta l'area vicino-orientale antica, venendo utilizzato anche per altre lingue, come l'elamico, l'ittita, il hurrico, l’ugaritico, l’urarteo. Il sistema grafico cuneiforme adottato dagli scribi del tempo di Khattushili I, il primo sovrano che ci abbia lasciato una documentazione scritta in lingua ittita, non è quello di tipo paleo-assiro già in uso a Kültepe, ma il cuneiforme mesopotamico paleo-babilonese, che era tipico dell'area siriana. Il sistema grafico cuneiforme fu utilizzato dagli hittiti per scrivere testi non solo nella loro lingua e in accadico, lingua di comunicazione internazionale nel Vicino Oriente, ma anche per redigere testi nelle altre lingue che erano parlate in Anatolia o che appartenevano alla tradizione culturale anatolica: palaico, luvio, hattico e hurrico. Oltre al cuneiforme, gli hittiti ci hanno lasciato testimonianze di una scrittura geroglifica, che sembra essere una creazione anatolica e venne impiegata per scrivere la lingua luvia, usata nei sigilli e nelle iscrizioni su pietra. In età imperiale, il geroglifico era impiegato per iscrizioni rupestri, oppure incise su lastre di pietra. Il sistema grafico geroglifico, diversamente da quanto accaduto per il cuneiforme ittita, che scompare con la caduta dell'impero, rimase in uso nella Anatolia sud orientale e in Siria, nei cosiddetti Stati neo-ittiti, fino all'VIII secolo a.C. Un terzo supporto scrittorio sono le tavolette cerate di legno e avorio. Sembra verosimile ritenere che il cuneiforme fosse il sistema grafico più diffuso anche sulle tavolette lignee cerate, supponendo che questo supporto scrittorio dovesse essere stato utilizzato per la stesura di atti di carattere amministrativo o per minute di testi che sarebbero stati copiati poi sull'argilla. Infine, documenti che per importanza erano destinati ad esseri imperituri venivano scritti su tavole di metallo: la corrispondenza scambiata tra la corte egiziana e quelle ittita in relazione alla stesura del trattato di pace successivo alla battaglia di Qadesh, stipulato tra Khattushili III e Ramses II, testimonia che questo trattato era stato inciso su tavole d'argento, in accadico. 2.2. La tipologia dei testi I testi hittiti che ci sono giunti sono molto vari dal punto di vista del contenuto e della tipologia; si deve tenere presente che i lotti di documenti rinvenuti provengono da edifici palatini o templari e, dunque, siamo di fronte a una documentazione esclusivamente di carattere ufficiale. I testi legati alla gestione dello Stato che hanno carattere politico-amministrativo sono questi: 1) Editti regi: atti ufficiali che contengono una o più delibere emanate dal re di Hatti. Molto spesso la delibera è preceduta da un'introduzione nella quale sono esposte le circostanze che hanno portato sovrano stabilire quella norma e in certi casi viene presentata una panoramica degli eventi principali del regno del sovrano che emana l'atto. 2) Testi di istruzione per i funzionari e i dignitari dello Stato: testi emanati dalla cancelleria con i quali i sovrani vogliono assicurarsi l'ubbidienza dei funzionari statali e fissare con precisione i loro compiti. 3) Atti: presentavano il sigillo regio ed erano spesso scritti su tavolette di legno cerate. 4) Trattati internazionali: definivano i rapporti che intercorrevano tra lo Stato ittita i paesi subordinati, oppure tra questo e gli altri grandi regni del V.O.A., e stabilivano diritti e doveri dei due paesi contraenti, nonché un giuramento fatto di fronte agli dei. 5) Corrispondenza: lettere scambiate tra il re e i membri della famiglia reale o i funzionari dello Stato. 6) Testi di carattere giuridico: pervenuti nella raccolta delle leggi scritte. 7) Contenuto storiografico: annali o res gestae. Questo genere letterario vede la sua fase di maggiore fioritura con Murshili II, autore delle “Res gestae” del padre Shuppiluliuma I e di due narrazioni, relative al proprio regno, gli “annali decennali” e gli “annali completi”. Nella tarda età imperiale, i sovrani iniziano a celebrare il loro operato anche in iscrizioni monumentali su pietra scritte in caratteri geroglifici in lingua ludica. 8) Testi di carattere letterario: ad esempio i mitologici, sia quelli anatolici di tradizione attica (mitologia anatolica in prosa), sia quelli di origine straniera (mitologia di origine straniera in poesia). Le opere a carattere mitologico si suddividono in mugawar (“invocazione”, miti del dio scomparso), uddar (“racconto”, mito di Illuyanka per celebrazione festa del purulli), SìR (“canto”, teogonia e Canto di Ullikummi , Gilgamesh ). 9) Testi scolastici: vocabolari bilingui o plurilingui (sumerico, accadico, ittita).

10) Testi religiosi: divisi in tre settori, i testi di feste, cioè i resoconti estremamente dettagliati di tutte le azioni che venivano compiute dal re, dalla regina, dai sacerdoti in occasione delle feste religiose, i rituali magici e i testi oracolari. 11) Inventari degli arredi di culto: tavolette legate alla gestione dei templi compilati in occasione di controlli compiuti nei magazzini dei vari templi del regno ittita. 2.3 Luoghi di rinvenimento delle tavolette Il sito di gran lunga più produttivo è Boğazköy/Khattusha, la capitale del regno ittita. Al di fuori dell'Anatolia, ad esempio in Egitto a Tell el-Abarna sono state trovate 2 lettere in ittita, parte del carteggio scambiato tra la corte faraonica e quella dello stato anatolico di Taruntashsha, e 4 in accadico, inviate dalla corte ittita. Per quanto riguarda invece le iscrizioni in luvio geroglifico, vi sono quelle provenienti dalla capitale ittita, (sperone roccioso di Nisantepe, blocchi di roccia “camera 2” bacino idrico, tempio rupestre di Yazilikaia ). Molti documenti provengono dall'Acropoli di Hattusha, dall’edificio A, (400-600 unità, forse una biblioteca?), dall’edificio K (sempre connesso a biblioteca), dall’edificio residenziale E (archivio personale della famiglia reale contenente documenti internazionali), dal “tempio I” (biblioteca), da diversi templi, dall’edificio posto sul picco di Nisantepe (2300 bulle sigillate e alcuni atti di donazione su tavolette d'argilla). Gli scribi per facilitare la consultazione dei testi depositati negli archivi delle biblioteche apponevano alla fine della tavoletta un colofone che dava alcune informazioni, come il titolo dell'opera, eccetera. 2.4. Datazione delle tavolette su base paleografica La datazione delle tavolette ittite non è sempre facile, infatti molti testi non conservano il nome del re che ne è l'estensore e, inoltre, dobbiamo tenere presente che nell'arco di vita del regno di Hatti i re ittiti hanno adottato spesso stessi nomi dinastici. La filologia ittita, però, utilizza oggi allo scopo di fornire la datazione del testo, anche criteri di tipo paleografico e grammaticale. Parallelamente all'analisi paleografica, vi è anche un esame linguistico del testo che può contribuire a determinare il momento in cui esso è stato scritto (ortografia, grammatica, lessico). Lo studio di tutto il materiale epigrafico ittita ha permesso di individuare tre fasi linguistiche, quella Antico Ittita, Medio ittita e Ittita Imperiale. È anche possibile che si verifichi il caso in cui un testo composto nell'Antico Regno sia stato copiato nel Medio Regno: in questo caso il ductus, cioè il tratto, apparterrà all'età del Medio Regno, ma la grammatica farà risalire il testo all'Antico Regno. 3. STORIA POLITICA DEL REGNO DI HATTI 3.1. Premessa: quale cronologia? La definizione delle cronologie assolute di tutto il mondo preclassico, soprattutto per il III e II millennio, è dibattuta: per questo si preferiscono datazioni più approssimative, indicando il secolo o il decennio. Per quanto riguarda il Vicino Oriente antico, la ricostruzione cronologica procede per via testuale, utilizzando ad esempio quelle tavolette che fanno riferimento ad eventi astronomici riconducibili ad una precisa dimensione temporale (anche se questo fatto dà origine a sistemi cronologici paralleli, come avviene per il V.O.A. per il quale si utilizzano una cronologia corta e una media differenti per 60 anni) e per via archeologica, le cui datazioni assolute si riferiscono alle analisi archeometriche (C14 e dendrocronologia). Inoltre, la cronologia del V.O.A. risulta da un esame incrociato di fatti storici e rinvenimenti archeologici, e la ricostruzione di una singola area geografica spesso trae sostegno dalle ipotesi fatte per una contigua. Cronologia del Regno di Hatti: Spedizione Murshili I a Babilonia Battaglia di Qadesh (Murshili II VS Ramses II) Eclisse solare nel 10° anno di Murshili II

Cronologia corta 1531 1275

Cronologia media 1595 1285

1311

1334/1339

3.2. L’Anatolia nei primi secoli del II millennio a.C. Le prime notizie che possediamo sulla presenza di genti ittite in Anatolia provengono dalle tavolette paleoassire di Kültepe (Kanish): 20.000 tavolette cuneiformi provenienti dagli archivi dei mercanti assiri che operavano sull’emporio commerciale (lettere e documenti commerciali). Uno dei problemi più noti e tutt’oggi oggetto di discussione è se gli hittiti fossero autoctoni in Anatolia; questo fatto è legato alla questione sull’origine degli indoeuropei: - Elemento indoeuropeo intrusivo in Anatolia (+ degli studiosi), da est (Caucaso) o da ovest (Tracia); - Anatolia sede originaria degli indoeuropei (Renfrew, 1987). Secondo i testi di Kültepe, l’Anatolia dei primi secoli dei II millennio a.C. era frazionata in una serie di potenze locali (Kanish, Hattusha, Zalpa, Purushanda, Kushshara, ecc.), governate da un principe. Questi principati intrattenevano relazioni commerciali con l’Assiria, scambiando argento per stagno soprattutto: queste intromissioni commerciali dei mercanti assiri portavano vantaggi economici ai re anatolici, che riscuotevano tributi sulle merci. L’Anatolia di questo periodo è una realtà multietnica e multilinguistica: - Anatolia centro-settentrionale -> popolazioni hattiche, cultura avanzata, lavorazione dei metalli; - Anatolia sud-orientale -> genti hurrite; - Anatolia meridionale e occidentale (Arzawa) -> Luvi (indoeuropei), con lingua affine all’hittita; - Nesha/Kanish -> epicentro presenza hittita. Un testo conservato negli archivi hittiti ci dà testimonianza della fase pre-dinastica: Pithana conduce alcune campagne militari e conquista Nesha; suo figlio Anitta, partendo da Nesha, conquista e distrugge Hattusha (e scaglia una maledizione) e Zalpa, sul Mar Nero, (probabilmente alleate contro Nesha); in seguito, compie opere edilizie a Nesha e si spinge fino a Purushanda, sottomettendone il re. Assume quindi il titolo di “Gran Re”. Pithana -> Nesha

Anitta -> Zalpa, Hattusha, Purushanda 3.3. L’Antico Regno 3.3.1. La fase formativa Hattushili I è il primo sovrano ittita che ci abbia lasciato una documentazione relativa al suo regno e alle sue imprese (il primo re Labarna fu probabilmente un’invenzione posteriore di Telipinu); di lui sappiamo che sposta la capitale ad Hattusha (in un’area produttiva, su un picco roccioso, di tradizione hattica). Possediamo su di lui due fonti, il “Testamento ” e gli “Annali”, entrambi in ittita e accadico: - Testamento: problemi di ordine interno -> editto regio che nomina suo successore al trono suo nipote Murshili. - Annali: campagne militari del sovrano di 6 anni di regno, in ordine cronologico (forse riproduzione di un’iscrizione celebrativa posta sul basamento di una statua nel tempio della dea Sole di Arinna) -> dichiara di essere figlio del fratello della tawannanna (regina). Campagne militari: 1) Shanahuitta (Anatolia centro-settentrionale), Zalpa (costa Mar Nero), Alalah (tra Anatolia e Siria), Urshu (Anatolia sud-orientale); 2) Regione di Arzawa (Anatolia occidentale), riappacifica territorio di Hatti dopo l’invasione hurrita e la ribellione di Shanahuitta, Hashshu e Hahhu (tra Anatolia e Siria) e attraversamento Eufrate (celebrazione sovrano, come Sargon di Akkad), distruzione di Ebla (forse, o forse Murshili).

Con l’arrivo in Siria, gli hittiti vengono a conoscenza della tradizione letteraria e scribale siriana -> prima documentazione scritta. 3.3.2. Espansione e contrazione dello Stato ittita Murshili I succede a Khattushili e continua la politica d’espansione in area siriana con la conquista di Aleppo, capitale del regno di Yamhad; si spinge poi forse fino a Babilonia, affermando il ruolo politico di Hatti, dopo aver combattuto re hurriti lungo il cammino. Il suo regno si conclude tragicamente, poiché il sovrano sarà ucciso dal cognato Khantili/Hantili, cui succederanno Zidanza I, Ammuna, Huzziya I e Telipinu. Sul regno di Murshili I, possediamo la testimonianza dell’Editto di Telipinu, scritto in ittita e in accadico e contenente norme di carattere giuridico, politico e amministrativo. Si tratta della fonte più importante per l’Antico Regno. L’Editto di Telipinu si articola così: - Narrazione dei re passati, enfatizzando la debolezza e l’instabilità originaria, dovuta ai delitti all’interno della famiglia reale, per ostentarsi come garante dell’ordine (si inventa il personaggio di Labarna); - Narrazione della sua ascesa al trono: Huzziya, il predecessore, aveva probabilmente fatto uccidere i suoi figli e i figli di Ammuna, il precedente re, da Tahurwahili e Taruhshu (non li punisce), per salire al trono. Telipinu aveva sposato la sorella di Huzziya e aveva fatto esiliare il cognato (che sarà poi ucciso assieme ai 5 fratelli da un certo Tanuwa) per legittima difesa, diventando re. Egli poi si estrania dai delitti e punisce Tanuwa, Tahurwahili e Taruhshu, ma non li condanna a morte (avevano favorito la sua ascesa politica). Telipinu, quindi, vuole mostrarsi come restauratore dell’ordine e della giustizia, sovrano clemente e legittimo ->normalizza la successione al trono (figlio del re avuto da consorte ufficiale, o concubina, o sposo della figlia). 3.4. Il Medio Regno 3.4.1. La riconquista dei territori perduti Il periodo dopo Telipinu non è ben attestato: si succedono una serie di re, tra i quali Tuthaliya I, ricordato per la vittoria su Aleppo, e Tuthaliya II, autore di campagne in Anatolia -> probabilmente si tratta di un unico sovrano Tuthaliya I/II che ebbe in moglie una donna dal nome hurrita, fatto che testimonia un’influenza a partire da questo periodo di tali tradizioni, a seguito dell’assorbimento politico della regione di Kizzuwatna, con la stipulazione del trattato tra Tuthaliya e Shunashsura, che apre inoltre le principali vie di comunicazione tra Anatolia e Siria. Tra le campagne in Anatolia si ricorda lo scontro con la “Confederazione di Ashshuwa” (fonti: Annali e iscrizione in accadico), della quale faceva parte Wilushiya/Troia, e le battaglie in Anatolia orientale contro le tribù montanare dei Kashka; si ricorda anche un primissimo trattato con l’Egitto, il “trattato di Kurushtama”, che prevede l’invio in Egitto di sudditi ittiti. Tuthaliya riconquista i territori dei predecessori. 3.4.2. La fase finale del Medio Regno A Tuthaliya I/II succede Arnuwanda I, dopo una parentesi di regno in comune, secondo una prassi egiziana estranea agli hittiti. Probabilmente Arnuwanda fu figlio adottivo, in quanto aveva sposato Ashmunikal, una principessa della casa reale, tramite la cerimonia detta antiyant-, e venne associato al trono pur avendo Tuthaliya altri figli (indizio volontà designazione). Arnuwanda deve affrontare problemi di natura politica e militare: tra i testi che possediamo vi è l’ “Atto di accusa a Madduwatta”, che tratta di eventi accaduti durante il regno di Tuthaliya I/II; questo aveva chiesto aiuto al sovrano perché attaccato da un “uomo di Ahhiya”, ma poi ne aveva approfittato per espandersi. Secondo alcune teorie, gli Ahhiya(wa) erano i Micenei che si erano insediati sulla costa turca, in una condizione di aggressività nei confronti degli ittiti. Da ciò deduciamo che all’inizio del XIV secolo genti micenee arrivarono in Anatolia e con la loro presenza e la loro attività mercantile destabilizzarono l’equilibrio politico ittita. Altri eventi: perdita di Nerik per mano dei Kashka e di Aleppo in Siria.

A Arnuwanda segue Tuthaliya III, sovrano responsabile dell’apice della diffus...


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