Hitler Storia PDF

Title Hitler Storia
Course Storia
Institution Liceo (Italia)
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STORIA: LA LUCIDA FOLLIA DI HITLER In ambito storico il tema della follia è stato accostato alla figura di Adolf Hitler.

Adolf Hitler, figlio di un padre autoritario e repressivo, nasce in una piccola cittadina austriaca nel 1889. La precoce morte della madre (a cui era estremamente legato) lascia profonde ferite nel suo animo. Fu un politico austriaco naturalizzato in Germania, dove nel 1933 divenne capo di stato e dittatore, con il titolo di Furher, dal 1934 al 1945. Hitler conquistò il potere in Germania sfruttando il periodo di crisi della repubblica di Weimar e sfruttando il malcontento del popolo, che vede nel partito nazionalsocialista di Hitler un’ ultima speranza. Hitler offriva ai tedeschi una promessa di salvezza dalla crisi e dalla disoccupazione, inoltre offriva loro la possibilità di guadagnare la sicurezza che avevano perso ed ideologicamente lo fa parlando di una lotta per la civiltà : prometteva la vittoria di una razza, la razza superiore, definita razza ariana (da “aryo” che in antico indiano significa nobile) sulla razza peggiore: la razza ebraica. Nel 1933, il partito di Hitler vinse le elezioni, ed egli iniziò la costruzione del regime nazista. Per capire il motivo per il quale i tedeschi hanno accolto la proposta di Hitler, molti storici delineano una propria teoria, in particolare lo psicoterapeuta e sociologo Erich Fromm, nell’opera:”fuga della libertà” , spiega “come si diventa nazisti”.

Secondo l’autore, bisogna, in primo luogo, comprendere la situazione presente in Germania in quegli anni; la Germania è stata messa in ginocchio dalla crisi, c’è un tasso di disoccupazione molto alto, e l’uomo tedesco si sente impotente di fronte a forze gigantesche incontrollabili. Grazie alle liturgie di massa, raduni in cui Hitler parlava al popolo, l’uomo tedesco si sente parte di una comunità,e nasce in questo modo la speranza in un futuro migliore (speranza definita Reich che significa speranza in un regno millenario,questo, perché il leader prometteva una salvezza terrena della durata di mille anni, una sorta di paradiso terrestre). Inoltre l’individuo guadagna anche la possibilità di individuare i responsabili di tutte le disgrazie del paese: gli ebrei, come capo espiatorio. Il programma politico del nazismo era già stato delineato nell’opera Mein Kampf (la mia lotta) , scritta prima della salita al potere di Hitler, durante il suo periodo di reclusione nel 1925. L’opera conteneva i pilastri fondamentali dell’ideologia nazista: Hitler costituisce una scala gerarchica razziale in cui identifica una razza inferiore: la razza ebraica, che dev’essere annientata, e viene considerata come un’infezione che uccide l’organismo e per questo dev’essere debellata; Inoltre Hitler afferma lo spazio vitale definito “Lebensraum” che definisce la necessità ed il diritto di espandersi della razza ariana. Lo “spazio vitale” da conquistare coincideva essenzialmente con l’Europa orientale, l’obbiettivo era l’asservimento della razza slava e la distruzione dell’URSS comunista. Gli storici,inizialmente, rintracciano la follia di Hitler nei suoi discorsi contrassegnati da estrema decisione, punti di vista privi di sfumature e da un'esaltazione della violenza come soluzione per i problemi che affliggono la società. In particolare, contesta ferocemente le teorie marxiste e bolsceviche, soprattutto per il loro rifiuto dei valori borghesi e capitalistici. Il solo sentir parlare di comunismo gli provoca crisi isteriche. Nel suo delirio, comincia ad addossare agli ebrei le colpe più assurde. Di essere internazionalisti e materialisti (quindi contro la supremazia dello stato nazionale), di arricchirsi a scapito dei cittadini di altre religioni, di minare la supremazia della razza tedesca nell'Impero.

Lo sterminio degli ebrei avvenne per motivi esclusivamente ideologici. La persecuzione antisemita si è svolta in tre fasi: la prima fase è definita “definizione” e si è svolta dal 1934 al 1939. Nel 1935 furono emanate le leggi di Norimberga, che vietavano agli ebrei le cariche pubbliche, le scuole, attività commerciali e il matrimonio con cittadini tedeschi. Il risvolto economico fu l’arianizzazione dell’economia: un vantaggio economico per la razza ariana. La seconda fase viene definita “concentramento” (1939-1940), Hitler crea i campi di concentramento, nei quali, gli ebrei erano impiegati a lavorare gratuitamente al posto dei tedeschi che erano in guerra. Nei campi di concentramento gli ebrei erano schiavizzati, e resi a condizioni disumane. Il risvolto economico coincide con lo sfruttamento della manodopera. La terza ed ultima fase è definita “annientamento o soluzione finale” (1941-1945), gli ebrei venivano portati nei campi di sterminio, e venivano uccisi nelle camere a gas. L’unico vantaggio economico per la Germania fu il riciclaggio di effetti personali degli ebrei. Il campo di sterminio nazista era definito Lager, ed aveva un ruolo strategico all’interno dello stato nazista; aveva la funzione di annientare il nemico, ma soprattutto era un meccanismo di riproduzione del terrore. E’ proprio in questo progetto di annientamento che consiste la lucida follia di Hitler, un uomo sadico e cosciente di ciò che stava facendo. Per quanto tutti possiamo immaginare che dietro le terribili atrocità compiute da Adolf Hitler, si celi una personalità seriamente disturbata, forse nessuno sa che esiste una documentazione a riguardo, misteriosamente eclissatasi durante la II guerra Mondiale. Le informazioni sono tratte da un frammento proveniente dagli Archivi Europei di Psichiatria e Neuroscienze cliniche e riguardano il periodo della sua ammissione all’ospedale dopo gli infortuni subiti durante la prima guerra mondiale. La diagnosi che Hitler ricevette durante quel ricovero fu di cecità isterica, quello che oggi il DSM (manuale diagnostico e statistico dei

disturbi mentali) definirebbe come disturbo dissociativo o da conversione. Durante la seconda Guerra Mondiale, i servizi segreti americani commissionarono ben due analisi psicodinamiche della personalità di Hitler, la prima allo psicologo Henry Murray e la seconda allo psicoanalista Walter Langer. Nonostante l’importanza degli esperti scelti, non è semplice condurre una seria analisi personologica su un paziente che non si è mai incontrato, sebbene tanto noto, ragion per cui non si tratta di documenti del tutto affidabili. In ogni caso, Murray e Langer definirono Hitler uno psicopatico, affetto verosimilmente da schizofrenia paranoide, probabilmente impotente, e con tendenze suicide (diventate poi realistiche). Sin dal secondo dopo guerra , fra gli studiosi e gli storici è sorta un’accesa diatriba sul significato da attribuire alla follia di Hitler. Per alcuni, è profondamente errato, se non pericoloso riferirsi alla vicenda hitleriana nei termini di una folle esperienza: ciò offrirebbe il destro ad una sorta di giustificazione o di alibi alla vicenda. Per altri invece, senza il riferimento alla follia, resta incomprensibile la tragedia del nazismo....


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