Lana rigenerata PDF

Title Lana rigenerata
Author Marta Cellini
Course Storia della moda
Institution Sapienza - Università di Roma
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Lavorazione della lana rigenerata...


Description

Prof. Marta Cellini

LANA RIGENERATA

SOMMARIO

Introduzione .................................................................................. Errore. Il segnalibro non è definito. Fasi di lavorazione................................................................................................................................. 4 Sostenibilità .......................................................................................................................................... 5 Processo produttivo di rigenerazione ................................................................................................... 6 I cicli di lavorazione della lana rigenerata ............................................................................................. 7 Attività e macchine utilizzate ................................................................................................................ 8 Passaggi ................................................................................................................................................ 9 Conclusione ........................................................................................................................................ 12

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INTRODUZIONE Un modo per contribuire l’abbassamento dell’impatto ambientale provocato dalle fibre sintetiche è quello del ricicl iciclo, o, o ri rige ge gener ner nerazio azio azione ne ne. Il riciclo delle fibre tessili è una pratica che risale alla prima metà del XIX secolo quando l’inglese Bebjamin Law iniziò la produzione di lana rigenerata a Batley, nello Yorkshire. Rige Rigener ner neraare sign signiific ficaa ri rip port ortaare all allo o st staato fibr fibroso oso oso,, attr traver aver averso so l’l’azion azion azione e mecc eccani ani anica ca dell ellaa str stracci acci acciaatur ura, a, te tess ss ssuti uti pro provvenien nienti ti d dagli agli sc scar ar arti ti di con confe fe fezio zio zion ne in indu du dustri stri striaale, d dai ai fi fine ne pe pezz zz zzaa, o d daa cap capii d’ d’abb abb abbig ig iglililiam am amen en ento to arr rriiva vati ti all allaa fi fine ne del lo loro ro cicl ciclo o vit itale. ale. Più curata è la sezione cer cernit nit nitaa dei tessuti da rigenerare, migliore sarà la qualità dei tessuti rigenerati. Oggi la rigenerazione, di cui il distretto pratese ne è stato e rimane il centro più importante e all’avanguardia, viene effettuata con tessuti in fibra in lana, ma anche in fibre nobili come la seta ed il cachemire.

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FASI DI LAVORAZIONE La prima fase per ottenere la lana rigenerata è quella della rac raccol col coltta deg deglili str tracci acci e dei vecchi abiti. Quelli ancora utilizzabili vengono rivenduti o donati alle associazioni umanitarie mentre gli altri iniziano il loro processo per diventare tessuti rigenerati. Una volta individuati gli stracci da rigenerare, questi vengono sudd suddiivisi si siaa p per er ti tipol pol polog og ogiia di tessuto sia per co color lor lore e. Vengono poi pr priv iv ivati ati di tutti i complementi, come i bot bottton oni, le ce cern rn rniiere lampo, le foder fodere e te e le etiche tichettte.

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SOSTENIBILITÀ Pensa che per la produzione di un maglioncino di cashmere “nuovo” si immettono in atmosfera fino a 6.50 6.500 0 kg di CO CO2 2, a differenza di un maglioncino in cashmere rigenerato che arriva appena a 100 grammi. Anche il consumo d’acqua è notevolmente ridotto: la produ produzio zio zione ne di lan lanaa ri rige ge gener ner neraata riduce infatti il consumo di acqua del 90%. Non solo CO2 e acqua: i risparmi della produzione di lana rigenerata riguardano anche l’utilizzo di energia, prodotti chimici e coloranti. Rispetto alla produzione di maglioncino di cashmere con fibre vergini, un maglioncino in cashmere rigenerato riduce notevolmente l’impatto ambientale, risparmiando: -77% di energia -90% di acqua -90% di prodotti chimici -95% di Co2 -100% di coloranti chimici

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IL PROCESSO PRODUTTIVO DI RIGENERAZIONE La produzione del tessuto cardato rigenerato si realizza con una filiera che coinvolge più aziende perché, raramente, essa è svolta con cicli industriali integrati: - commercianti di sottoprodotti tessili e stracci in lana o altre fibre; - lavorazioni che trasformano la materia prima rigenerata in materie fibrose; - produttori di filato cardato; - produttori di tessuto; - finissaggi. A prima vista si potrebbe pensare che, una volta prodotte le fibre rigenerate, le altre lavorazioni fossero generiche e non strettamente legate a questo particolare materiale. In realtà, invece, le fibre rigenerate sono molto corte e, solo con una grande esperienza in filatura, si possono realizzare complesse miste per riuscire ad ottenere titoli fini, regolarità e costo contenuto. Le materie prime rigenerate, sapientemente miscelate tra di loro e con l’aggiunta eventuale di fibre vergini o rigenerate sia di tipo naturale, sintetico e artificiale, sono filate con il ciclo cardato laniero per produrre filati di titolo generalmente inferiore ad Nm 28. In filatura, inoltre, si realizzano i colori uniti o melange e la capacità di ottenere vaste cartelle colori riducendo al minimo le tinture nonché l’abilità di riprodurre gli stessi colori uniti o melange partendo da fibre di colore diverso, costituiscono un fattore determinante per il successo del ciclo produttivo. Anche i produttori di tessuto devono essere specializzati per valorizzare i colori uniti o melange anche con fantasie che si rifanno alla tradizione del cardato Shetland e per saper sfruttare i filati cardati in strutture complesse anche insieme a fili pettinati e sintetici. I finissaggi, infine, devono essere in grado di migliorare l’aspetto dei tessuti con infeltrimento controllato e sapienti operazioni di garzatura e cimatura perché la lana meccanica è difficile da lavorare a causa della sua limitata lunghezza ed operazioni troppo drastiche possono pregiudicare la resistenza meccanica del tessuto. 6

I CICLI DI LAVORAZIONE DELLA LANA RIGENERATA I cicli di lavorazione presentano molti possibili passaggi poiché il sottoprodotto deve tornare come era all'origine, ovvero una massa fibrosa. Esistono più cicli di lavorazione della lana rigenerata che sono leggermente diversi tra loro in base al tipo di materiale trattato e che si moltiplicano poiché l’eventuale operazione di tintura può essere effettuata in più punti del ciclo. L’unica operazione che accomuna tutti i cicli e che li rende possibili è quella di “cernita” con la quale si trasforma il sottoprodotto in materia prima rigenerabile. È impossibile formulare un unico ciclo di lavorazione che unifichi tutti i prodotti e, solo a titolo di esempio, di seguito, sono riportati due cicli classici di lavorazione per materiali rigenerati:

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DESCRIZIONE SINTETICA DELLE PRINCIPALI ATTIVITÀ E MACCHINE UTILIZZATE NEL CICLO DEL RIGENERATO La classificazione o cernita Il primo passaggio è la cosiddetta cernita ovvero un controllo, principalmente visivo, per determinare se il materiale sia da considerare un rifiuto o un sottoprodotto. L’operazione di cernita avviene sia su: • materiale “pre-consumo” che nasce come residuo delle lavorazioni dei cicli per la produzione di prodotti tessili (pettinature, filature in genere, confezioni, tessiture ecc.) • indumenti usati “post-consumo” che, una volta raccolti, sono immagazzinati in appositi impianti, muniti delle autorizzazioni richieste, i quali effettuano l’operazione di cernita selezionandoli per: o “riuso” ovvero commercializzazione come indumenti usati; o “riciclo” come sottoprodotto tessile; o “smaltimento” presso impianti di termovalorizzatori o discariche perché non idonei né al riuso, né al riciclo.

Dopo aver determinato, tramite la cernita, che il materiale è un sottoprodotto, su di esso può essere effettuata la fase successiva ovvero la selezione o classificazione che lo suddivide per tipologia, colore, qualità di fibra, finezza e qualità di tessuto. Non è infrequente che le fasi di cernita e di classificazione siano svolte in due diverse aziende. Non sempre la classificazione è complessa; dipende infatti dalla qualità del sottoprodotto e quando si ha a che fare con un sottoprodotto omogeneo il passaggio risulta semplice ma, in generale, l’attività è onerosa e richiedere personale specializzato. L’operazione di classificazione, seguendo un’antica tradizione, è totalmente manuale: un selezionatore specializzato, una volta aperta la balla contenente i vari sottoprodotti, stracci o ritagli, divide le parti per colorazione omogenea, separa i prodotti in base alla composizione fibrosa e raggruppa tutto in “monti” di diverso colore (es.: bianchi, blu, marroni, rossi ecc.) ed alla fine, ciascun “monte”, è imballato e stoccato separatamente.

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PASSAGGI Battitoio

Taglierina

Carbonizzazione

Le materie prime che sono costituite da fibre libere (senza intreccio né torsioni) non richiedono un’azione molto energica ed è sufficiente un passaggio al battitoio (o battitora). Il battitoio inizia l’apertura delle fibre e le depolverizza sbattendole con forza contro grate forate. Il battitoio è costituito da aspi battenti con punte in acciaio che progressivamente provocano la salita del materiale mentre esso viene sbattuto contro griglie forate e sistemi di ventilazione recuperano i cascami. Le griglie possono essere costituite da profilati triangolari registrabili per regolare la quantità di scarto.

Quando il materiale da sfilacciare ha una lunghezza eccessiva si utilizzano taglierine che ne riducono le dimensioni.

La carbonizzazione è l’operazione mediante la quale, grazie all’azione di vapori di acido cloridrico, si “carbonizzano” ovvero si riducono a residui carboniosi, tutte le parti del tessuto di origine cellulosica (principalmente cotone e fibre artificiali di origine cellulosica come la viscosa). La carbonizzazione avviene mediante una macchina, che lavora “in continuo”, e che è costituita da un cilindro “essiccatore”, nel quale avviene l’essicazione completa del materiale seguito da un cilindro “carbonizzatore” nel quale avviene la fase di vera e propria carbonizzazione ovvero nel quale le porzioni di tessuto, precedentemente essiccate, sono investite da una corrente di vapori di acido cloridrico che riduce le parti di origine cellulosica in residui carboniosi.

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Sfilacciatrice

Lavastraccia

Cardalupo

La sfilacciatura è necessaria quando la materia prima presenta torsioni o intreccio e deve essere compiuto uno sforzo meccanico per disgregare la struttura tessile ed ottenere nuovamente la fibra libera. Ovviamente, nel corso della sfilacciatura, occorrono numerose rotture di fibre e la lunghezza del materiale rigenerato dipende dall’aggressività dell’operazione. L’operazione avviene per effetto delle punte metalliche (guarnizioni) che ricoprono la superficie del tamburo sfilacciatore le quali agiscono sul materiale mentre quest’ultimo è trattenuto da una coppia di cilindri alimentatori. La velocità periferica del tamburo è molto più elevata di quella dei cilindri alimentatori cosicché, mentre il materiale avanza lentamente, numerose punte del tamburo lo sottopongono ad un’azione meccanica molto intensa che causa la sfilacciatura.

La lavastraccia è la macchina che discende, direttamente dalla macchina “Olandese” (utilizzata nel ciclo di produzione della carta da stracci di cotone) ed è utilizzata per lavorare materiali con intreccio serrato ed infeltriti. La lavastraccia esegue, contemporaneamente, le operazioni di lavaggio e di sfilacciatura ed è costituita da un canale a ciclo chiuso dove circolano stracci immersi nell’acqua che li porta verso le teste di lavoro. Ogni testa di lavoro è composta da tamburo di sfilacciatura e da un sottostante cilindro rivestito da guarnizioni a dente di sega. L’azione di sfilacciatura avviene per la differenza di velocità periferica dei due tamburi, che sono continuamente alimentati da forche. L’acqua facilita lo scorrimento delle fibre e rende possibile ottenere lunghezze di materiale rigenerato più elevate rispetto a quelle che si otterrebbero con la sfilacciatura a secco.

Per effettuare un’azione di strappo meno energica rispetto alla sfilacciatrice, può essere impiegata la “carda lupo”, macchina che è anche utilizzata nella preparazione delle lane lunghe da pettine. La macchina, rappresentata nella figura precedente, è composta da una tavola di alimentazione, una coppia di cilindri di entrata, un tamburo con il quale interagiscono tre coppie di cilindri lavoratori e pulitori e, infine, un cilindro scaricatore che invia le fibre all’uscita.

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Macchina Garnett La macchina Garnett ha l’obiettivo di lavorare con dolcezza il materiale grazie a più cilindri che interagiscono con il tamburo principale. Per l’apertura di filandre e ritagli di maglieria di lana possono essere necessari uno o due cilindri mentre per ritagli più resistenti possono essere necessari tre o quattro cilindri (come nello schema della figura seguente). Produce fibre sfilacciate molto voluminose e di buon pregio denominate “garnettati”.

Schema della macchina Garnett

Tintura La tintura è l’operazione chiave che consente, quando evitata, di economizzare e di diminuire l’impatto ecologico del processo. L’obiettivo è dunque quello di evitare la tintura ed ottenere, in virtù di un accurato processo di selezione per colore, fibre rigenerate già colorate che possano essere impiegate direttamente per la produzione di filati cardati melangiati (“melange”). In molti casi, tuttavia, è necessario tingere e l’operazione può essere compiuta o su tessuto o su lana meccanica, in vari punti del ciclo produttivo.

Passatura Dopo l’operazione di tintura il materiale può subire un altro controllo denominato passatura che è eseguita, manualmente, da personale specializzato, ed ha lo scopo di eliminare i pezzi di tessuto che non hanno assimilato la tinta a causa delle diverse composizioni e mischia delle fibre rispetto alla classe di colorante utilizzata.

Estrattore L’estrattore è, in pratica una centrifuga che consente di eliminare, con basso consumo energetico, circa il 65% di umidità dal materiale bagnato.

Essiccatore Esistono varie metodologie per completare l’essiccazione del materiale; principalmente sono basate sull’utilizzazione di aria calda (con elevato consumo energetico) ma esistono anche applicazioni della radiofrequenza.

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CONCLUSIONE

Visitate i seguenti siti:    

http://www.cardato.it/ https://www.rifo-lab.com/ https://www.corahappywear.com/it/chi-siamo/ https://www.bigagli.it/sustainability

Idee per il futuro:  https://www.youtube.com/watch?v=Jb3MbyjTFTI&feature=emb_logo  https://www.youtube.com/watch?v=6oVK2pgR-G0

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