Laudi d\'annunzio PDF

Title Laudi d\'annunzio
Author Paolo Quadri
Course Italiano Quinto Liceo Scientifico
Institution Liceo (Italia)
Pages 3
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Summary

LE LAUDI ...


Description

LE LAUDI Nel 1899, D’Annunzio pensò ad un progetto di 7 libri, dedicati ciascuno ad una stella della costellazione delle Pleiadi. Il progetto, intitolato “Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi” rimase incompiuto. Nel 1903 D’Annunzio portò a termine solo tre libri dal titolo Maia, Elettra e Alcyone. Il titolo dell'intera opera “Le Laudi” richiama il medievale “Cantico delle Creature” di Francesco d'Assisi. Dall'opera di San Francesco, D’Annunzio riprende i concetti della lode alla vita e della comunione con le forze della natura che avviene, secondo D’Annunzio, con la fusione tra natura e uomo (naturalizzazione e umanizzazione), cioè con il panismo. La differenza con l'opera di San Francesco sta nel fatto che la gioia di vivere e la religiosità sono, in D’Annunzio, di tipo pagano, non hanno niente a che vedere con la religione cristiana. La gioia di vivere è il piacere dei sensi, l’ebbrezza, lo spirito di conquista, la forte sensualità. La religiosità, di tipo pagano, si rifà ai riti dionisiaci, che consistevano in espressioni di piacere sessuale, ubriacature, ebbrezza dei sensi, godimento. ALCYONE Il libro capolavoro delle Laudi è Alcyone. La sua stesura va dal giugno 1899 fino al novembre 1903. In quest'opera è evidente l'influenza di Nietzsche, con il concetto del superuomo in versione dannunziana, e della musica di Wagner che esprime una potente vitalità, intesa come vita piena e goduta. L'opera si presenta come un diario, in poesia, di una vacanza estiva del poeta. Va dalla fine della primavera fino ai primi segni dell'autunno. Durante questo periodo D’Annunzio soggiornava in una villa in Versilia, in cerca di una pausa dalla vita politica, dal superomismo, ed era alla ricerca di una fusione sensuale con la natura. L’io poetico, attraverso i sensi, coglie il mistero della natura, la esalta quando si fa divina, sempre in un'ottica pagana. È un approccio sensuale, cioè dei sensi che porta alla fusione tra l'uomo e la natura, in entrambe le direzioni, naturalizzazione in alcune poesie e umanizzazione in altre. Si tratta del PANISMO DANNUNZIANO. Solo il poeta superuomo sa cogliere la realtà e riesce a fondersi con la natura. Un'altra differenza con San Francesco è che le lodi, nel Cantico delle Creature, erano rivolte a Dio (creatore), mentre le lodi di D’Annunzio sono rivolte alle creature, cioè alla natura e al superuomo.

La raccolta Alcyone contiene 88 componimenti. L'obiettivo di D’Annunzio era reinventare il mito dell'uomo che si fonde con la natura, privilegio unico del poeta che, grazie a questa fusione, attinge a una vita superiore. Purtroppo, nel momento in cui il poeta entra in contatto con la natura, emerge anche l'illusione e poi il fallimento della ricerca del proprio mondo interiore. D’Annunzio si rende conto che non è in grado di trovare il proprio mondo interiore nel momento in cui avviene il passaggio dall'estate all'autunno, un momento carico di malinconia e di consapevolezza dei primi segni della morte che si verificherà con l'inverno. La morte rappresenta la perdita del sogno sovrumano di trovare il proprio mondo interiore. Il poeta riesce a fondersi con la natura, ma non riesce ad annullarsi e ad identificarsi pienamente in essa. LA POETICA: nell’Alcyone D’Annunzio esprime una concezione aristocratica dell'arte, un'arte che deve soddisfare tutte le possibilità dell’espressione poetica. La vera poesia deve essere in grado di esprimere la molteplicità della natura e tutte le sue suggestioni. Aristocratica significa che in pochi sono in grado di farla e di capirla. La poesia, cioè l'arte, è musicalità quindi D’Annunzio ricerca la musicalità attraverso il suono delle parole. Le parole vengono scelte per il loro valore fonico ed evocativo, non per il loro significato, ma per l'immagine che il suono crea. Nella poesia di D’Annunzio non troviamo un contenuto, ma troviamo la musicalità, la sensualità, la fusione (panismo), perché solo con la sensualità si arriva alla realtà. Tutta la poesia di D’Annunzio si riduce alla parola evocativa, musicale, che rimanda ai segreti della natura. Le parole scelte esprimono i suoni e le corrispondenze misteriose della natura. Il poeta ascolta estasiato i suoni della natura. La poesia poi esprimerà questo dialogo dei suoni della natura.

I fenomeni naturali formano una sorta di concerto. Nella poesia “La pioggia nel pineto” la pioggia che cade è piacevole, non violenta, e cadendo sulle diverse parti delle piante crea un concerto di suoni. Ecco perché si dice che la parola di D’Annunzio è IMAGINIFICA (= parola che crea immagini). Queste parole si caricano di forza panica e spingono alla fusione tra uomo e natura, di conseguenza il lessico è estremamente vario. D’Annunzio usa il lessico letterario, il lessico specialistico (nomi propri di piante), il lessico arcaico (antico, che non si usa più) con parole come aulente=profumato, ignudo=nudo. Usa rime e consonanze per dare musicalità alla poesia. Usa analogie e similitudini per rievocare le corrispondenze tra oggetti e sensazioni o stato d'animo. La sintassi è libera, cioè non c'è lo schema classico che si ripete. Ci sono pochi verbi che reggono la frase.

D’Annunzio rompe con la metrica tradizionale perché vuole soddisfare le esigenze della musicalità. Il poeta utilizza tra le varie poesie anche alcuni metri tradizionali come le canzoni e sonetti, ma sono utilizzati in una prospettiva nuova per ottenere effetti musicali....


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