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Title Mind The Gap
Course Filosofia morale
Institution Università di Pisa
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Mind The Gap: L’etica oltre il divario tra teorie e pratiche (Scarafile)

Prologo Kieerkegard racconta della vicenda del Clown nel teatro che prende fuoco: il clown sta a rappresentare colui che ha visto qualcosa di grosso, che coinvolge tutti, e per questo si espone. All’annuncio del clown, la platea, credendo si trattasse di uno scherzo, inizia ad applaudire. Il testo finisce così, immaginiamo cinque uditori diversi: 1- Credono che sia una trovata del regista, applaudono e restano seduti. Restano ancorati alle loro certezze e non hanno alcun dubbio che la cosa possa essere diversa da come la concepiscono. 2- Un gruppo di persone parla tra di loro, ricordano l’etimologia delle parole usate dal clown, ricordano alcuni autori da citare. 3- Un altro gruppo discute delle condizioni di verità del discorso del clown. 4- Chi si fa beffa dei presenti, rivendicando la propria indipendenza. 5- Comprendono di dover modificare la loro postura, che vale la pena rischiare di perdere l’incipit della rappresentazione, piuttosto che rischiare di essere realmente coinvolti in un incendio. Da fuori, sotto la pioggia, osservano il teatro che brucia. Partiamo quindi dal punto in cui gli spettatori superstiti cercano di capire cosa sia successo. Il filosofo è colui che deve farsi carico di chiarire il senso delle emergenze nel tentativo di porvi rimedio. Capitolo 1: Il punto flesso dell’etica Per un’etica del quotidiano Bisogna ascoltare il non-detto. Caso della chiamata con il centralino che viene registrata: il pensiero può innervosirmi, può non piacermi che i miei problemi diventino sensibili, oppure può rassicurarmi da comportamenti non professionali. Non vengo però messo al corrente che l’operatore può utilizzare una IA, per capire quale sia il nostro umore e dirigire la comunicazione a suo favore. Caso Starbucks: Filadelfia, due persone di colore sono sedute al tavolino. Lo store manager chiede cosa vogliono ordinare, loro preferiscono aspettare. Lui riferisce che per stare seduti li devono ordinare: la situazione si accende, viene chiamata la polizia e si conclude con l’arresto dei due uomini. Il Ceo reagisce licenziando il manager e indicendo una chiusura straordinaria di tutti gli store per rieducare il personale qualsiasi persona che entri negli spazi è considerata cliente, a prescindere che acquisti o meno. Caso studio di Berkley: uomo affetto da schizofrenia entra in un pub, dove inizia a sparare e ferisce molte persone, uccidendone una. L’uomo prende in ostaggio i clienti del pub e per rilasciarli fa due richieste: il capo della polizia di San Francisco deve apparire nudo in televisione, oppure devono dargli 16 miliardi di dollari. Ci sono delle trattative per tenerlo occupato. Dopo 7 ore la polizia chiama i rinforzi che lo uccidono. Il tutto viene trasmesso in diretta televisiva. Giorni dopo, molti ostaggi se la prendono con i giornalisti, dicendo che sarebbe stato preferibile un black out informativo. Caso di Sara: viene promossa nel settore risorse umane, parlando con i dipendenti vede che nessuno si lamenta, ma il generale benessere la insospettisce: scopre che molti lavorano ben oltre l’orario previsto, motivo per cui decide di chiedere spiegazioni. Le viene risposto che l’azienda riesce a soddisfare gli obiettivi di produzione grazie al lavoro extra

dei loro operai, che non vengono retribuiti. Loro non dicono niente per non perdere il lavoro. Spesso quando si parla di etica dello sport, i discorsi sul fairplay sono solo di apparenza. Succede, delle volte che l’obiettivo finale, tende ad oscurare l’onestà e le scelte etiche. Caso dei medici: spesso i medici ricevono campioni gratuiti di alcuni farmaci, ma anche regali e onorari per delle conferenze. Quindi, possono essere oggettivi sul farmaco stesso? L’etica riguarda tutti noi. Ogni giorno. Teoria del punto flesso: il punto flesso è il luogo in cui si manifesta un cambiamento della curvatura, una curva convessa, a partire dal punto flesso, diviene concava o viceversa. La sua trasformazione diviene manifesta più avanti, mano a mano che la curva seguirà il suo sviluppo. Sembra quasi che in corrispondenza del punto flesso non ci sia reale cambiamento. Quando si tratta di casi estremi ci sentiamo lontani dall’etica, che in realtà ci riguarda, come se fosse qualcosa degli specialisti. Il divario: è quando il filosofo perde di vista la propria cassetta degli attrezzi, il proprio armamentario concettuale, che rischia di dimenticare di essere filosofo, iniziando a trascurare di avere cura del legame tra teorie e pratiche. Capitolo 2: Password, mediane e amabili becchini L’etica non può rinunciare allo specialismo degli esperti, ma è anche consapevole che quello stesso specialismo non può autorizzare alcun congedo rispetto al compito di una implicazione personale. Ci sono le teorie e le pratiche, ma tra di esse spesso c’è un divario. Password Il lavoro del filosofo di oggi si basa sul nesso digitalizzazione e conoscenza. La digitalizzazione ci riguarda nel quotidiano e da vicino. Il caso più importante è la creazione di un catalogo digitale, OPAC, delle biblioteche, che togliesse la necessità di recarvisi fisicamente per fare delle ricerche bibliografiche. La digitalizzazione oggi è in grado di anticipare il mio futuro, i miei interessi, incrociando le mie vecchie ricerche (Spotify, Netflix). La disponibilità della copia digitalizzata è quasi totale. Il potere di ricerca aumenta. L’organizzazione del sapere non è un affare di poco conto. Rilevante il caso di Ninne Koch, che deve dedicare 15 minuti al giorno a catalogare libri dedicati alle questioni femministe il suo metodo si fa carico delle esigenze dei ricercatori specializzati nel campo dei gender studies aggiungendo, per ciascun item, delle key word che aumentano la rintracciabilità dei singoli volumi. Contesti diversi richiedono diversi sistemi di organizzazione Gamification la padronanza consentita dal digitale si compie attraverso i due fattori di gioco e tempo. Stiamo parlando della ludicizzazione, ovvero il ricorso ad elementi mutuati dai giorni in contesti non ludici (2010, Jesse Shell). Sembra che abbiamo creato una vera e propria copia digitale di ogni cosa, ogni cosa. Il digitale è con noi, siamo noi, ha inciso sul nostro modo di essere e ha trasformato lo stesso paradigma dell’esperienza. Mediane Un altro fenomeno è quello della valutazione delle attività didattiche e di ricerca dei filosofi di professione. È una delle pratiche cardine del processo di riforma delle amminisrazioni pubbliche. Il processo di bologna del 2000 fissa l’area di educazione, serve quindi per

assicurare degli standard comuni, risponde alle esigenze delle performanca e attraverso il rankig può assolvere diverse funzioni: può indirizzare la scelta dei migliori atenei, può proporre partner di ricerca ad aziende e aiutare gli atenei nella scelta di partner istituzionali. Dinamiche della valutazione 4 ottobre 1957, lancio del primo satelli della storia. segue poi il cane Laika e Gagarin sulla luna. Sono eventi scientifici ma indicano una superiorità tecnica degli stati sovietici rispetto agli Stati Uniti, il che implica delle scelte politiche diverse in relazione allo sviluppo della scienza. Alla base dei processi di valutazione vi sono fenomeni e spinte di ampio raggio dalla cui confluenza nasceranno le diverse agenzie di valutazione. Siamo davanti ad una progressiva mercificazione della cultura e ad una aziendallizzazione dell’università. Docenti e ricercatori hanno sempre più richieste di produrre ricerche, imponendogli dei tempi davvero ristretti che sembrano non contemplare il periodo di silenzio, quello per assimilare i dati e rielaborarli. La valutazione, per quanto critica, ha in sé la capacità di far uscire dall’autoreferenzialità. Una valutazione effettiva ed obiettiva deve essere in grado di tenere conto della specificità dei saperi che significa saper riconoscere il valore della creatività, attenzione al particolare. Amabili becchini I totipotenti, coloro che possono diventare ogni cosa, ritengono che il sapere sia a disposizione di tutti. Un allargato accesso alla conoscenza è una sua democratizzazione, ma può anche tradursi in un utilizzo improprio del dato sapere. Ciò che viene inteso come democratizzazione del sapere, si converte in un depotenziamento di quello stesso sapere. Aristotele, nell’incipit della metafisica, spiega il funzionamento del rapporto uomo-mondo, indicando un percorso ascendente in cui l’avvento della scienza era basato su una considerazione delle esperienze e della memoria ad esse connessa. Un sapere implica una esperienza, che lo ha lentamente forgiato e una tradizione che lo ha trasmesso. Oggi abbiamo un eccesso di dati e non sempre, chi li ottiene, non può fare ricorso alla sapienza d’uso che deriva dalla saggezza. Il sapere, da gerarchico, diviene eterarchico. Con l’avvento del digitale la password è diventata una costante che ci accompagna quotidianamente in tutte le nostre azioni; costituisce una sorta di gate superato il quale facciamo il nostro ingresso nel digitale. Le mediane rappresentano gli indicatori dell’attività di ricerca, dato che oggi il lavoro del filosofo è molto monitorato; i maestri, o amabili becchini, sono le guide che incontriamo nella nostra strada, possono sia incoraggiare che affossare. Capitolo 3: Mind the Gap Un egoista è capace di amare? Egoista è chi antepone a tutto i suoi interessi. In una relazione si dovrebbe volere il bene dell’altro, provare sincera benevolenza, ma per amare davvero l’egoista dovrebbe rinunciare a se stesso. se rimane se stesso non può amare, se ama non è più sé stesso. Teorie etiche schizofreniche: tengono conto delle ragioni e non dei motivi o limiti del nostro agire. Mancano i metodi per passare dalle teorie alle pratiche, ma mancano anche le soluzioni. Quali sono le urgenze con cui oggi l’etica deve confrontarsi? Che il sapere sia distinto in branche specializzate risponde ad una esigenza storicamente determinata. Il filosofo, come

lo snorkeler, deve visionare l’esistente, e quando colto da un particolare, immergersi per studiarlo meglio, poi raccontare ciò che ha visto. Un primo modello da tenere di conto è quello dell’equilibrio riflessivo, un processo di giustificazione di giudizi e principi in cui, come primo passaggio, si individuano un gruppo di giudizi ritenuti corretti intuitivamente e, come secondo passaggio, si prova a risalire a dei principi che giustifichino quei giudizi. Questo equilibrio riflessivo, raggiunto accordando giudizi e principi, può essere modificato se dovessero emergere elementi che richiedono un nuovo bilanciamento. Rawls sottolinea che può essere rovesciato da un successivo esame delle condizioni che occorre imporre alla situazione contrattuale, e da casi particolari che ci possono spingere a rivedere i nostri giudizi. Ci porta fuori dal teoreticismo. L’etica applicata è il ponte tra moralità e contesti MacIntyre: etica applicata deriva le sue conclusioni da una serie di premesse in cui le conclusioni tratte dall’etica si uniscono alle constatazioni fattuali su alcuni specifici ambiti sociali ed intellettuali. Il gap tra teorie e pratiche deve essere continuamente colmato. Le regole morali devono abitare la terra di mezzo, deve essere sua caratteristica passare da regola ad una serie di esempi della sua applicazione e da queste alla regola. Va pensato più come un processo circolare. Distinzione tra descrizioni, superficiale (thin: descrive ciò che appare), densa (thick) ciò che succede realmente. Il filosofo morale deve essere in grado di fare descrizioni dense. Levis straus: entrare in contatto con un'altra cultura: 1234-

Allontanarsi dal consueto avvertendone l’insufficienza Immergersi in una società straniera Allontanamento 2, tornare a casa, che ora è diversa. Avvicinamento 2, ora si può studiare ciascuna cultura senza ridurla alle categorie della propria cultura di origine.

Grande importanza per l’ascolto, che nelle teorie della comunicazione di oggi sembra sempre venire meno davanti al dire. Se voglio parlarti veramente, allora non ho niente da dirti. Sono il manifesto di un comunicare altro, basato sul primato dell’ascolto, dell’udire sul dire. Capitolo 4. Dai segni del cambiamento al cambiamento dei segni: ripensare la comunicazione in una fase di trasformazione Appare più etica quella comunicazione si pone in condizione di ascolto dell’altro, che prevede anche inclusione e partecipazione. [rivedere approccio Top-down] I social network sono una modalità comunicativa contemporanea, il fatto di essere sui social ci indica come persone al passo coi tempo. Ma per comunicare sui social, come in ogni altro contesto, vi è un codice, il quale implica, quindi, che vi sia un comunicare bene ed efficentemente. Servono però specialisti che indichino i codici del linguaggio da utilizzare. Comunicare in tempo risponde alle attese dei contesti e alle esigenze degli interlocutori. I modi di comunicare sono trasformati, dobbiamo rendercene conto. La teoria veicolare: pregi e difetti La teoria veicolare è quella matematica di Shannon e Wiever, degli anni 50. Con questa formula si parla di comunicazione come di trasmissione di un messaggio da un emittente ad un destinatario, attraverso uno strumento e dei codici simili per decifrare il messaggio. La teoria ebbe grande successo, ma in virtù di questo non mancano tante critiche. In

questa teoria, infatti, si tende a dare al destinatario un ruolo passivo, viene reificato e si perde l’alterità: l’altro non va inteso come chi sia disponibile a modellarsi alle nostre previsioni, anzi, l’alterità è quella caratteristica dell’altro in base alla quale egli è sempre oltre ogni tentativo di prensione da parte nostra. La comunicazione deve anche essere efficace per essere tale, il messaggio deve essere trasmesso efficacemente. Tale efficacia, infatti, ha bisogno dell’alterità, si raggiunge solo nel momento in cui siamo in grado di guardar l’altro negli occhi, riconoscerlo nella sua soggettività, al di là di ogni reificazione. Lipari: l’ascolto è messa in scena di responsabilità, richiede la postura di ricettività, una passività nell’accogliere l’altro in se stessi, senza assimilazione o appropriazione. Prima di ogni dire c’è un udire. Dobbiamo tenere di conto dell’interazione tra teorie e pratiche, infatti l’integrazione della teoria comunicativa con la pratica deve fronteggiare sia chi vuole preservare la filosofia da ciò che viene considerato una contaminazione della fatticità delle concrezioni umane e la tendenza funzionalistica di quanti ritengono che la comunicazione abbia a che vedere con l’acquisizione di tecniche. Per Humboldt la comunicazione è bellezza, bellezza che ci convoca in ciò che è bello, di fronte al quale l’uomo è disarmato. La comunicazione, quando autentica, agisce come la bellezza, è esperienza dell’incontro con l’altro. È un evento che giunge a modificare il mio orientamento sulle cose. Si tende ad associare l’efficacia al criterio dell’utile, per quanto non errato è un ragionamento rischioso, poiché l’efficacia viene ricondotta ad altro. Il passaggio dall’antico al moderno è l’opera monumentale di Linneo, la quale divide la natura in regno animale, vegetale e minerale. Linneo deve confrontarsi con una quantità tale di dati che ha bisogno di un metodo per poterli catalogare. Adesso gli articoli sono sempre più specializzati, rivolti alla nicchia di studiosi colleghi. L’esempio di Linneo serve a capire il concetto di radicamento disciplinare, ovvero l’organizzazione di un sapere all’interno di precisi confini in modo che esso sia distinto dagli altri saperi. Due controindicazioni: possiamo essere molto esperti di una branca del sapere ma conoscere ben poco delle sue ramificazioni, il nostro argomentare deve essere in grado di conformarsi ai problemi che intende risolvere, non cogliere le ramificazioni allontana l’individuazione delle soluzioni; la compartimentazione del sapere porta una rarefazione dei linguaggi con cui il sapere è veicolato. Per superare questo genere di problemi si fa ricorso all’interdisciplinarità, la cui prima tassonomia risale al 1972, in Francia. -multidisciplinarità: approccio di affiancamento delle discipline, condividendone informazioni e metodi. Le discipline restano separate e la conformazione del sapere non è posta in discussione. -interdisciplinarità: integrazione tra saperi,partendo dal prestito di un metodo o un conetto da una disciplina, fino a giungere alla definizione comune di frameworks concettuali, per l’analisi di particolari problemi -transdisciplinarità: comune sistema di assiomi che trascendono le definizioni disciplinari mediante una sintesi in grado di tenere insieme più aspetti. Le forme del sapere non sono statiche. Anche le forme di comunicazione devono trasformarsi. Gross analizza degli articoli scientifici dal 1600 al 1900 e individua tre elementi caratteristici: 1- Lo stile: ogni caratteristica di un testo il cui focus sia formato dalla sintassi delle frasi e dalla scelta delle parole 2- La presentazione: indica i modi in cui il testo è organizzato e i dati sono mostrati

3- L’argomentazione: affermazioni.

indica

l’insieme dei mezzi impiegati per supportare le

Nel corso dei secoli lo stile si adatta per consentire alla mente del lettore di concentrarsi sulle cose, la presentazione si trasforma per far fronte alla complessità crescente e le rappresentazioni visive sono sempre più integrate con quelle linguistiche. Anche le forme della comunicazione scientifica vanno incontro a delle trasformazioni, per rispondere alle esigenze dei contesti. La copertura scientifica diviene più pluralizzata, è più egualitaria ed inclusiva. Le parole degli scienziati possono essere anche messe in discussione. Nela digitalizzazione convergono due fenomeni: quello stesso di digitalizzazione che comporta la trasformazione di un elemento in un codice binario costituito da una combinazione di zero e uno; e la possibilità di archiviazione pressocché infinita mole di combinazioni nella rete internet. La conoscenza appare mediata, ovvero resa possibile dall’interazione con i contenuti digitali. Le caratteristiche comunicative dovrebbero variare in base alle circostanze in cui sono inserite. Capitolo 5. Implicanze antropo-etiche e socio-politiche degli scenari tecnocratici. Quale futuro per le relazioni partecipative e democratiche Le forme della politica sono in continua mutazione scontri di Seattle, 30 novembre 1999, considerati come l’atto di nascita di un nuovo modo di praticare e intendere la politica. Venne impedito ai delegati della WTO di prendere parte alla conferenze di Washington e contemporaneamente delle organizzazioni non governative, in 87 paesi, sollecitarono una riforma globale dell’organizzazione mondiale del commercio. La conoscenza si sviluppa in luoghi specifici. È un modello disciplinare, omogeneo, gerarchico. In questo sistema tradizionale, il rapporto tra norme e contesto di applicazione è unidirezionale. Le norme, cioè vengono messe a punto in luoghi specifici e questi luoghi di produzione delle norme sono ovviamente differenti dai contesti dove saranno applicati. L’interdisciplinarità è una specifica esigenza che andrebbe adottata proprio nel tentativo di trovare una risposta più efficace ai problemi cui dobbiamo interfacciarci. Aprirsi ad essa richiede un certo mindset da parte del filosofo. Per il filosofo c’è la tentazione di tornare alla tematizzazione a prescindere, a partire dalla quale parte la sua ricerca, dando voce a sé stesso e ai suoi interessi. Dobbiamo prepararci alla trasformazione, che non ci aspetta. Questo adeguamento è però difficile, quello che viene da fare istintivamente è accogliarla in dosi omeopatiche (????), mossa comprensibile ma non tale da collocarci al livello della sfida che abbiamo di fronte. Capitolo sesto. Una ordinaria rarefazione. Brevi cenni sul nesso tra tecnologia e natura umana nell’orizzonte del transumanesimo Al cuore del progetto transumanista vi è l’attenzione per il valore e l’inaggirabilità dell’esperienza, che impone una prospettiva dinamica. Per il transumanista la libertà individuale ha una vitale importanza, e riguarda le scelte in merito al proprio corpo, la propria salute in relazione ad ogni possibile sviluppo. Occorre avere la consapevolezza che le potenzialità dell’umanità non sono ancora ...


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