Panismo PDF

Title Panismo
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Il panismo spiegato brevemente...


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PANISMO; SUPEROMISMO D’ANNUNZIO

Il Panismo (detto anche sentimento panico della natura) è una percezione molto profonda del mondo esterno (soprattutto paesaggi naturali) che crea una fusione tra l'elemento naturale e quello più specificatamente umano. E' la tensione a identificarsi con le forze naturali e a fondersi con esse istintivamente. Quello di D'Annunzio consiste nel considerare la natura come un'entità viva e in movimento continuo. Con questa entità l'uomo deve fondersi e stabilire un contatto intenso, fino ad immergersi nel suo ritmo vitale; uomo e mondo si uniscono e entrano direttamente in contatto. Egli cerca una fusione dei sensi e dell'animo con le forze della vita, accogliendo in sé e rivivendo l'esistenza molteplice della natura, con piena adesione fisica, prima ancora che spirituale. E' questo il "panismo dannunziano", quel sentimento di unione con il tutto, che ritroviamo in tutte le poesie più belle di D'Annunzio, in cui riesce ad aderire con tutti i sensi e con tutta la sua vitalità alla natura, s'immerge in essa e si confonde con questa stessa. Esempio classico di metamorfosi panica: "la pioggia nel pineto" in cui si compie la completa fusione della donna (Ermione) con la natura.

Poetica del superuomo: in D’Annunzio si può riconoscere la percezione acuta della crisi di una nozione di uomo, dovuta alle grandi trasformazioni in atto nella società e nell’economia europee che sgretolano l’immagine tradizionale dell’individuo nella sfera pubblica e privata.D’Annunzio coglie questo fenomeno rappresentandolo criticamente nei suoi primi romanzi attraverso figure di inetti a vivere, deboli, incerti e tormentati. L’autore tenta di reagire alla crisi trasformando l’impotenza in un sogno di onnipotenza, elaborando la figura del superuomo che sa imporre il suo potere al mondo. Ma, al di là di ogni volontà di impotenza dello scrittore, si riconosce la percezione della “malattia” che corrode la civiltà moderna, nell’attrazione per ciò che è malato, estenuato, corrotto. Sebbene D’Annunzio si ispiri alla teoria del superuomo del filosofo NIETZSCHE, se ne discosta in diversi aspetti. A tale proposito, occorre precisare che Nietzsche non auspicava l'avvento di un uomo superiore agli altri al quale fosse tutto permesso, ma l'avvento di una umanità rinnovata, che per poter sviluppare le sue potenzialità, doveva liberarsi da ogni soggezione alla trascendenza e alla morale tradizionale fatta di ipocrisie e finzioni, mentre per D'Annunzio, il superuomo è da intendersi come il giusto trionfatore su una massa di deboli o schiavi....


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