Poemi Conviviali PDF

Title Poemi Conviviali
Author Alessia Cammilleri
Course Lingue e culture dell'Asia e dell'Africa
Institution Università degli Studi di Torino
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Poemi Conviviali Grande opera di Giovanni Pascoli, dedicata all’amico Adolfo de Bois nonché redattore della rivista IL CONVITO (un’elegante rivista romana che costituiva il punto di riferimento dell’estetismo decadente italiano) su cui viene pubblicata l’opera per la prima volta nel 1895. La parola Convito ci rimanda al banchetto antico greco conosciuto anche con il nome di simposio in cui si interpretavano poesie accompagnate dalla musica. L’eleganza formale e i temi attinti dal classicismo sono infatti utilizzati dal poeta come strumenti per un’accorata presa di posizione pessimistica contro i vizi dominanti nella civiltà contemporanea: la volgarità, l’ingiustizia, la disumanità, il caos. Comprende all’incirca 20 poemetti che si rifanno al mondo classico infatti le due figure più emblematiche sono quelle più antiche e mitiche, ovvero:  

Ulisse, che nel L’ultimo viaggio, malgrado sia già vecchio, riparte per rivedere i luoghi delle sue avventure; ma i suoi ricordi non corrispondono più alla realtà; Omero, che nel Il cieco di Chio (1897) accetta volentieri il male della cecità, in cambio dell’amore e della seconda vista, quella dell’anima.

Pascoli rivisita il mondo greco con il suo animo incerto e decadente, infatti molti personaggi perdono la loro vera tradizione per assumere un carattere decadente e incerto; l’esempio più emblematico è quello di Ulisse che perduta tutta la sua forza diventa un uomo dubbioso. Altro esempio lo riscontriamo nell’Ultimo Viaggio che in 24 parti ripercorre l’Odissea che con spirito decadente termina con una frase che è latta dagli studiosi come un rifiuto della vita poiché secondo il poeta LA MORTE E’ PIU’ DOLOROSA CHE NON NASCERE.

PREFAZIONE: In questa prima parte introduttiva Pascoli si rivolge a De Bois e lo cita. L’autore si sente come un ortolano del dolore nonché Giardiniere della morte (intesa come tragedia),si palesa un ortolano poiché coltiva la tristezza e il suo dolore vuole essere utile (come si afferma in Myricae e i Canti di Castelvecchio). Il poeta insegna l’etica dell’accontentarsi, facendo riferimento alla Ginestra di Leopardi, simbolo di solidarietà umana: la ginestra china il capo quando il vulcano erutta la lava, ma continua a ricrescere quindi CHINARSI=CONTENTARSI. In oltre la poesia è un duro lavoro secondo Pascoli ma sarà utile perché sarà:   

Conforto Esaltazione Serenità

Ringrazia D’Annunzio per essere stato il primo ad aver lodato la sua poesia, Pascoli conclude la sua lettera con la ripresa del tema più noto nell’opera cioè quello della vecchiaia e della mancata paternità (come nel vecchio di Ceo).

Solon: lirica arcaica scritta in endecasillabi sciolti, introduce lo scenario del convito aristocratico ,due voci principali SAFFO (poetessa di lesbia) e SOLONE( poeta e legislatore ateniese).riflette sull’evoluzione delle forme letterarie greche , dall’elegia alla lirica(rappresentata appunto da

Solone Saffo). Lo spunto diretto è dato da Eliano il quale narra che Solone chiese di imparare un canto di Saffo, sentito durante un banchetto cantato da un cugino. Il motivo per il quale avrebbe voluto impararlo era per poter morire dopo averlo imparato= PER SENTIRSI APPAGATO E COMPLETARE LA PROPRIA ESISTENZA. Pascoli immagina che il poeta ormai vecchio sia ospite del banchetto presso la casa dell’amico Foco; all’inizio della scena il soggetto (l’io narrante) è SOLONE che pronuncia un elogio del canto conviviale. Pascoli parte da una reinterpretazione della leggenda di Saffo. Formato dalla prima parte in cui vi è la rappresentazione del banchetto con alcune riflessioni sul piacere del Convito che Pascoli imita dall’Odissea, afferma che qui si realizzano gioie e felicità, si prova il piacere della musica del canto e della poesia. Continua con due ODI SAFFICHE:  

1 ode saffica (AMORE) la cantautrice entra in una sala oscura e canta. Il primo tema è appunto quello dell’amore. 2 ode saffica (MORTE) Saffo afferma che l’amore è un vento che sconvolge a causa della lontananza perché l’amore è separazione, l’amore invece è morte che a sua volta è eternità.

Solone vuole imparare i canti proprio per essere riscattato dalla morte. Quindi amore è realizzare la morte.

IL CIECO DI CHIO: basato su due passi omerici in cui si descrive l’aedo (poeta e veggente). Seguito da un inno ad Apollo. Personaggi principali complementari un vecchio e una fanciulla Delias (si rifà a Delo dove sorge il tempio di Apollo e Artemide che qui nacquero). Un ceco aedo si rivolge ad una fanciulla di Delo chiedendole di contraccambiare il dono della bellezza da lei fatto , il male comporta però il bene; afferma di essere stato privato della vista perché ha osato gareggiare con la dea canora. LA CECITA’ è considerata capace di far esplorare una dimensione diversa dalle cose. La natura nasconde in sé la poesia e l’uomo può guardare più affondo quindi la poesia è vista come rivelazione e conoscenza ed è un dono divino. L’incontro fra i due soggetti avrebbe dovuto rappresentare un momento di felicità, ma al poeta da una percezione dolorosa a causa della cecità, perciò all’ambivalenza male/bene che è in collegamento con veggente/vista e bellezza/sofferenza che conclude il poema.

LA CETRA DI ACHILLE: Pascoli riscrive i miti, si pone sul piano di Omero e ricostruisce la storia di Achille identificato come EROE DEL DOVERE poiché consapevole del suo destino continua il suo corso. Personaggi principali sono UN GIOVANE ACHILLE E UN VECCHIO AEDO, introdotto dal sonno dei guerrieri davanti Troia nella notte che precede la morte di Achille, ciò che rovina il sonno degli eroi è un sogno che gli accomuna cioè quello della morte di Achille, quest’ultimo è all’oscuro di tutto in quanto è distratto dalla poesia e dalla cetra. In un secondo momento vediamo l’entrata dell’aedo che ritira la cetra all’eroe per fargli capire che deve accettare il suo destino e andare avanti, in questo momento si odono le Nereidi piangere e le profezie del cavallo Xanto. Il vecchio aedo abbandona il campo e lascia Achille nelle mani di Briseide (figura consolatrice) mentre l’eroe aspetta la sua fine (l’alba). Questo poemetto è strettamente legato con quello successivo “LE MEMNOIDI” in quanto La cetra termina con “..aspettando l’aurora” e le Memnonidi con “..ecco apparire l’aurora”

LE MEMNONIDI: fonte principale LE METAMORFOSI di Ovidio, sul piano temporale rappresenta la continuazione del poema precedente, le memnonidi raffigurano degli uccelli che ogni anno lottano sulla tomba di Memnone. Il tema centrale è l’uccisione di Memnone da parte di Achille per vendicare Antiloco; il mito di Memnone racconta che era figlio dell’Aurora ucciso da Achille durante un duello, quindi Aurora chiede a Zeus una consolazione: le ceneri dovevano diventare uccelli=Memnoidi (Pascoli immagina delle gru che lottano). Termina con un urlo di guerra che lo porterà a ributtarsi in battaglia.

ANTICLO: mediana fra i 5 poemi omerici e quelli dedicati ad Achille. Riprende il canto IV dell’Odissea, Menelao narra che i guerrieri, chiusi nel cavallo, erano ormai pronti concludere la guerra, intorno alla struttura si aggira Elena che imita le voci delle mogli dei greci per poterli smascherare, ma tutti trattenuti da odisseo resistono, anche Anticlo a cui è stato costretto a chiudere la bocca con le sue stesse mani. Pascoli rielabora questo passo: Troia è in fiamme e Antiloco è ferito mentre chiede ad Elena di imitare le voci della moglie ancora una volta; ma egli stesso chiede a quest’ultima di tacere poiché vorrebbe avere un’ immagine pure e reale della moglie.

IL SONNO DI ODISSEO: rielabora la situazione descritta nell’ Odissea nel canto intitolato “Sonno in tal punto”. I greci ormai riescono a vedere Itaca e spinti dal vento Zefiro, donatogli da Eolo per garantirgli un sereno ritorno. Ulisse stanco del viaggio si addormenta e i suoi compagni spinti dalla curiosità aprono la borsa dei venti causando un nubifragio facendo svegliare Ulisse; questo passo Omerico dovrebbe rappresentare il tema della felicità inseguita e perduta alla fine

L’ULTIMO VIAGGIO: le fonti principali a cui attinge Pascoli sono l’Odissea, Opere e giorni di Esiodo e Dante con il canto XXVI dell’Inferno. E’ il poema cardine dei Conviviali e si propone come continuazione dell’’Odissea, organizzata in 24 canti primi 12 sono dedicati alla narrazione dell’eroe sulla terra e gli altri 12 raccontano il viaggio; Odisseo giunto verso la fine della sua vita, decide di imbarcarsi in un’impresa per mare, il suo però non è un viaggio verso l’ignoto (come in Dante e Tennyson) bensì un ritorno nel già noto, vuole ripercorrere a ritroso l’antico itinerario alla ricerca di luoghi e figure del passato per interrogarsi sul senso della propria esperienza, per accertarsi della sua stessa consistenza dopo essere tornato ad Itaca e aver vissuto per nove anni nella sua isola sognando continuamente il mare, decide di abbandonare la sua terra e sua moglie per riprendere il viaggio questo però avviene con un perfetto capovolgimento della struttura dell’intreccio. Il viaggio di Ulisse avviene attraverso la DISILLUSIONE cioè ripercorre mete già battute infatti si afferma che l’eroe pascoliano non ha per meta il PASSATO e non il FUTURO. Le Sirene, al contrario di quanto è avvenuto nel passato, non intonano più i loro canti, ma restano immobili e mute: non solo non risponderanno agli interrogativi esistenziali di Odisseo, che ha smarrito il senso del suo cammino e ha perduto la sua identità; ma contro di loro, trasformate in scogli, si infrangerà la sua nave. (simbolo di disillusione). Nell’ultimo verso il corpo di Odisseo ormai morto sarà trasportato dalle onde nell’ISOLA DI CALIPSO (infatti incontra solo la dea calipso, gli altri personaggi che Odisseo vedrà saranno solo una sua illusione) e si concluderà con una riflessione che condensa l’angoscia pascoliana che recupera la massima del pessimismo radicale nel Leopardi del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia. L’Odisseo di Pascoli aspira ad una verità che dia senso alla vita e proprio in questo suo desiderio di totalità assoluta si annida il germe dell’annientamento senza remissione.

IL POETA DEGLI ILOTI: Lo spunto è preso da I GIORNI E LE OPERE di Esiodo, da ciò gli antichi svilupparono un breve testo che riporta le vite di Esiodo e di Omero in occasione dell’agone con la vittoria di Esiodo

SILENO: il poeta rielabora una notizia di Plinio il Vecchio. Centrale è il tema della poesia contenuta nelle cose e fatta scaturire dal poeta che la scopre. Il soggetto del poema è un fanciullo di nome Scopas che in un blocco di marmo rivede Sileno, figlio di Pan,

ALEXANDROS: possiamo dividere il poema in 5 strofe:     

1=discorso rivolto ai suoi uomini, pensando di essere arrivato alla fine 2=Antitesi fra il movimento continuo del fiume e l’immobilità delle foreste 3= Ricordo del viaggio affrontato 4=rievoca il padre, Filippo di Macedonia 5=Accostamento fra la madre di Alessandro e Alessandro

In essa Alessandro Magno è il protagonista, avido di conoscenza (rispecchia una visione prettamente medievale). Egli dopo aver conquistato svariati territori fino ad arrivare all’India trova innanzi a se il limite dell’oceano. A questo punto Alessandro si interroga sul senso della vita e prova sconforto quando paragona la propria esistenza come uomo davanti all’infinito, si rammarica inoltre di non poter proseguire il suo viaggio e quindi di non aver più aspettative. La figura di Alessandro richiama quella di Odisseo ed è segnata dalla stessa disillusione, che in Ulisse si rivede nel momento in cui non rivive il già vissuto e in Alessandro diviene brama vana della volontà di cui il limite posto all’uomo segna il fallimento

Gog e Magog: Pascoli ripropone il mito di Gog e Magog, di cui si hanno tracce confuse nella Bibbia, nel Corano e nell'Apocalisse. A seconda delle fonti, Gog e Magog vengono identificati con popolazioni selvagge dell'Asia centrale, con esseri soprannaturali (giganti o demoni), con uomini che hanno dato origine a intere nazioni; nelle leggende del tardo medioevo sono due giganti nipoti dell'imperatore Diocleziano che vivono in Britannia. con esseri soprannaturali (giganti o demoni), con uomini che hanno dato origine a intere nazioni; nelle leggende del tardo medioevo sono due giganti nipoti dell'imperatore Diocleziano che vivono in Britannia. La storia di Gog e Magog si intreccia anche con una delle tante leggende nate intorno alle imprese di Alessandro Magno, un altro personaggio raccontato nei Poemi: per sbarrare il passo alle feroci popolazioni di Gog e Magog che si nutrivano di carne umana, il re macedone avrebbe fatto costruire una porta di bronzo destinata a rimanere in piedi fino alla fine del mondo. Secondo un'altra versione, Alessandro aveva chiuso fra le montagne di Gog e Magog (dette monti di Belgen) una tribù ebraica molto violenta e aveva trovato il modo di far uscire dalla terra un suono che riproduceva le trombe dell'esercito: la tribù, credendo che i soldati di Alessandro fossero nelle vicinanze, non avevano mai tentato la fuga. Nel XII secolo, all'epoca delle invasioni dei Mongoli, questi popoli dell'Asia vengono identificati (anche per una certa assonanza nel nome) con le orde sanguinarie di Gog e Magog, sfuggite alle barriere poste da Alessandro e venute a distruggere l'intera umanità. Pascoli attinge da tutte queste leggende e compone un poemetto dalle tinte fosche e apocalittiche, nel quale, fra le steppe che il sole al tramonto tinge di rosso, echeggiano grida di uomini, ululati del vento, scalpitare di zoccoli, lugubri canti di uccelli. Gog e Magog hanno scoperto l'inganno: è il vento a far suonare le trombe, l'esercito macedone non esiste! Così, senza più barriere, un'orda selvaggia si lancia alla conquista di nuove e fertili terre; i nomi dei popoli che la compongono sono sinistri e inquietanti come formule di una nefasta magia. I barbari stanno arrivando, la fine del nostro mondo è vicina.

SILENO: la classicità è ritratta in una sorta di iniziazione all'arte dello scultore greco Scopa, sullo sfondo di suoni sacri, cembali, timpani, sistri, da cui emerge la natura, incontaminata materia dell'arte dello scultore...


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