Problem-solving PDF

Title Problem-solving
Course Psicologia
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
Pages 2
File Size 61.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 83
Total Views 176

Summary

Il problem-solving in Psicologia: definizione, principali modelli teorici e autori di riferimento. A concludere, una panoramica sui risvolti applicativi e gli strumenti d'indagine. ...


Description

Problem-Solving L'espressione Problem-solving, letteralmente soluzione di problemi, indica il processo cognitivo messo in atto nel contesto di una situazione problematica, in conformità ad una varietà di dati e richieste, al fine di giungere ad una soluzione.

Teorie e autori di riferimento Lo studio della soluzione di problemi è un campo di ricerca originariamente creato dalla psicologia del pensiero, una branca della psicologia sperimentale, che si occupa dello studio fenomenologico delle diverse modalità ideative, al fine di rintracciare i fattori psicologici che le determinano. I primi associazionisti e comportamentisti descrissero il problem-solving come un comportamento che si basa su tentativi ed errori o sulla semplice ripetizione di risposte già apprese. In seguito, la ricerca sul problem-solving di tipo gestalista postulava l'esistenza di altri processi oltre alle strategie per prove ed errori, ossia l'atto di insight. Newell e Simon condussero delle ricerche importanti sul problem-solving, delineando la teoria dello spazio del problema, che costituì le fondamenta della teoria dell'elaborazione delle informazioni. Essi sostenevano che la struttura oggettiva di un problema poteva essere descritta astrattamente come un insieme di stati: per la risoluzione del problema si parte dallo stato iniziale e si passa ai successivi attraverso l'applicazione di operatori mentali che selezionano le strategie migliori per arrivare allo stato finale.

Teoria approfondita Uno dei fondatori della scuola della Gestalt, Kohler, si dedicò particolarmente alla ricerca e allo studio del processo di problem-solving nelle scimmie. Egli sosteneva, in contrasto con le teorie dei primi associazionisti e comportamentisti che descrissero il problem-solving come un comportamento che si basa su tentativi ed errori o sulla semplice ripetizione di risposte già apprese, che in tale processo entrassero in gioco altri processi altrettanto rilevanti. Kohler, infatti, intendeva mettere in risalto il ruolo degli aspetti creativi e innovativi con i quali è possibile cogliere i nessi chiave di una situazione e, dunque, giungere a soluzioni. Per fare questo è necessaria un’attività di ristrutturazione funzionale della situazione problematica, accompagnata dalla capacità di comprendere che i dati a disposizione possono essere utilizzati in modo diverso e riorganizzati in un nuovo insieme che porta alla soluzione del problema. Egli racchiuse questi concetti nel termine insight, con il quale si vuole intendere un’intuizione improvvisa che consente di arrivare a cogliere nuovi nessi tra le parti che conducono alla soluzione, attraverso, appunto, la ristrutturazione del campo percettivo-cognitivo. Nel noto esperimento di Kohler, le scimmie dovevano riuscire a raggiungere delle banane poste all'esterno delle loro gabbie, avendo a disposizione solo dei bastoni. Kohler ebbe modo di osservare come le scimmie, dopo un breve momento di nervosismo, utilizzarono due bastoni, li unirono ed ottennero un bastone più lungo con il quale riuscirono ad afferrare le banane. Il punto cruciale sottolineato da Kohler, era che l'animale aveva agito in modo diretto ad uno scopo, e non per tentativi ed errori: egli considerò, dunque, questo comportamento come un esempio di insight.

Strumenti - Problem Solving Inventory di Heppner - un questionario autovalutativo composto da 35 item e strutturato in 3 scale derivate dall'analisi fattoriale. L'obiettivo di questo test è quello di valutare la percezione che le persone hanno dei loro comportamenti e atteggiamenti rispetto al problem-solving.

- Matrici di Raven - costituite da schede a difficoltà crescente, in cui il soggetto deve individuare il pezzo mancante delle figure geometriche illustrate e completarle. - Il test Torre di Londra (TOL) - ambito infantile, valuta le abilità di decisione strategica e di problem solving in bambini dai 4 ai 13 anni. - WAIS - presenta items utili nella valutazione delle funzioni esecutive e delle modalità di ragionamento e problem-solving.

Ambiti applicativi SCOLASTICO - Le ricerche sul “problem solving” possono avere molteplici risvolti sul piano dell’attività didattica, giacché la creatività e la “curiosità cognitiva” sono tratti presenti, sebbene in misura diversa, in ogni bambino, ed è educabile. Pur essendo generalmente associato allo sviluppo delle abilità logicomatematiche di risoluzione di problemi, non si rivela l'unica area didattica interessata, nella misura in cui, in un’ottica interdisciplinare, può stimolare un uso corretto dell'abilità di classificazione di situazioni problematiche siano esse pertinenti all'area logico-matematica o meno. Il metodo della didattica per problemi consente agli allievi di imparare a risolvere, con gradualità, problemi sempre più complessi che gli permettono di acquisire abilità cognitive di livello elevato, nonché di sviluppare e fortificare alcuni aspetti fondamentali della personalità quali capacità decisionali, autonomia, fiducia in sé, responsabilità, cooperazione con gli altri. NEUROPSICOLOGIA - Vengono pianificati specifici training di riabilitazione, basati proprio sulla stimolazione di funzioni legate al ragionamento e alla risoluzione di problemi, in soggetti con lesioni cerebrali, i quali presentano ampie difficoltà in questi processi cognitivi. LAVORO - viene richiesta sempre più la capacità di problem-solving, ad esempio nell'ottimizzazione dei processi produttivi e delle performances, ma anche per quanto riguarda la comunicazione strategica.

Teoria (2) Lo studio del processo di problem-solving fu condotto in ambito comportamentista da Thorndike, il quale condusse degli esperimenti con gli animali. Egli sosteneva che la soluzione ad una situazione problematica nuova veniva ottenuta attraverso un processo graduale costituito da una serie di prove ed errori. Man mano che la stessa situazione viene riproposta dall'ambiente, il numero degli errori diminuisce, secondo la legge dell'effetto, per la quale un comportamento che genera un esito positivo tende a ripetersi, mentre un comportamento che determina una conseguenza negativa inibisce la ripetizione della stessa. In un suo esperimento, Thorndike pose dei gatti affamati in una gabbia chiusa dalla quale essi potevano vedere una ciotola di cibo collocata all'esterno. La porta della gabbia poteva essere aperta nel momento in cui veniva abbassata una leva posizionata all'interno della gabbia. Thorndike osservò che, inizialmente, gli animali si slanciavano contro le sbarre della gabbia, mordendole; solo successivamente questi colpivano la leva e riuscivano ad aprire lo sportello. In seguito a ripetute sedute sperimentali, quando il gatto veniva di nuovo collocato nella gabbia, al principio questo si comportava ancora in maniera agitata, tuttavia, gradualmente, sembrava imparare che, colpendo la leva, la gabbia si apriva. Così, nelle ultime ripetizioni del medesimo esperimento, il gatto si dirigeva direttamente verso la leva, la abbassava e usciva dalla gabbia. Alla luce di tali osservazioni, Thorndike concluse che i nuovi problemi vengono affrontati all'inizio con una strategia di prove ed errori e, successivamente, le soluzioni corrette prodotte per caso vengono ripetute, immagazzinate ed apprese....


Similar Free PDFs