Riassunto-Musti PDF

Title Riassunto-Musti
Author Riccardo Strappa
Course Storia Greca
Institution Università di Bologna
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Summary

Storia Greca (Domenico Musti) Linee di sviluppo micenea romana Introduzione Binomio costituisce binario lungo cui procede tutta greca di nozione di sviluppo organico alla storia dei Greci Parabola greca rivela in ogni suo momento nesso stretto tra politica e cultura (cogliere cultura di capire intim...


Description

Storia Greca (Domenico Musti) Linee di sviluppo dall'età micenea all'età romana

Introduzione – – –

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Binomio privato-pubblico costituisce binario lungo cui procede tutta l'esperienza politica/culturale greca Applicabilità di nozione di sviluppo organico alla storia dei Greci Parabola greca rivela in ogni suo momento nesso stretto tra politica e cultura (cogliere cultura di un'epoca è capire intimo linguaggio di una società; linguaggio eventi è linguaggio di grandi attitudini/trasformaz. culturali, la politica esprime una cultura) La storia dei Greci si caratterizza per il fatto che la natura si fa cultura, senza mai smettere di essere natura, la paradigmaticità di tale storia consiste in straordinaria congiunzione di realismo e idealismo Il miracolo greco è capacità di trasferire tutto sul terreno dell'idealità, dell'astrazione, dell'ethos, ribaltando però una base di partenza che è realistica, naturalistica, utilitaristica, passionale, sensuale, ecc.; capacità di creare mondo di valori ideali in piena/lucida coscienza degli impulsi/bisogni naturali/materiali dell'uomo; duplicità di fronte all'esistenza che Burckhardt definiva come pessimismo della visione del mondo congiunto all'ottimismo del temperamento L'attitudine dei Greci di fronte a possesso materiale e a denaro è quella di chi ne sente tutto il terribile bisogno; percez. dell'utile, specificatam. dell'economico, è carattere originario, primordiale: su tale percez. utilitaristica di base s'imposta codice di valori ispirati a misura/equità che delinea registro ideologie, che hanno centro di gravità nella pólis ->atteggiam. culturale di fondo costituisce raccordo tra esperienza economica ed esperienza politica La grecità è coscienza stessa del reale, come si è espressa per la prima volta (la parola ha espresso le manifestazioni) in altissimo grado nella storia della cultura europea e di ascendenza europea. Storicamente tale coscienza specificatam. applicata a costruz. della società cittadina, che sembra poter costituire l'orizzonte in cui impulsi/bisogni primordiali, senza rinnegarsi, si limitano, misurano e compongono: armonia greca percorsa da intensa tensione; cultura in cui elementi/caratteristiche della crisi già contenuti in embrione nell'esperienza che la precede e che sembra totalm. dominata dalla nota armonica Aspetto fondamentale esperienza interstatale dei Greci è autonomía (eleuthería kaì autonomía, «libertà e autonomia») Per Greci unità era culturale, cioè di lingua, di alcune istituzioni comuni, di culti, rapporto entro cui circolava idea di synghéneia, «consanguineità»; se si parlava di unità politica s'intendeva unità nella diversità, rapporto autonomistico in cui ciascuna città (o popolo) conservasse propria identità, costruita 'a misura d'uomo', perciò limitata nel numero dei soggetti implicati come titolari di pieni diritti e nello spazio dominato Consapevolezza che poiché ciascuno deve essere se stesso e libero ( autónomos ed eleútheros), e nel contempo estensione 'diritto all'identità' è straordinariam. ampia, riguardando soggetti maggiori e minori, l'autonomía, per non essere pura/semplice frammentazione, deve conciliarsi con la heghemonía, cioè «funzione guida» di entità più autorevole, a cui preminenza tocchi in forza di consenso di molti, che restando autonomi accettano di farsi guidare->binomio egemonia/autonomia non è antitesi, ma funzionale polarità, che si accresce con lo sviluppo della cultura cittadina In natura vi sono più esseri, ciascuno ha un proprio sviluppo organico, non illimitato, in virtù del quale ciascuno ha/conserva (e ne ha il diritto) sua identità, in cui limite segnato da legge ferrea del tempo: pessimismo di fondo di tale concezione naturalistica s'intreccia indissolubilm. con un senso finale, paradossalm. rasserenante, di equilibrio universale, che

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concede a ciascuno pur sempre spazio temporale e di possibilità reali, entro cui esprimersi: chi si pone contro tale concez. è colpevole di hýbris, peccato capitale per Greci, che è prevaricazione, disprezzo o rifiuto della misura, la prepotenza che vuole mettere in forse eterne regole del gioco e sfidare equilibri naturali Storia greca come parabola che ha culmine nel V sec. avanzato, per poi declinare Esperienza multilaterale dei Greci in età alto-arcaica ha forte omogeneità in costituz. di comunità aristocratiche, che attraversano crisi analoghe, per imboccare poi vie democratiche, in parte consolidare antichi tratti aristocratici, e quindi approdare a scontro finale in guerra del Peloponneso: in tale processo infittirsi progressivo esperienze/elaborazioni che, se pur culminano in guerra civile, costituiscono patrimonio straordinario, un capitale “investito” in riflessioni/sistemazioni che sono caratteristica di fondo della grecità del IV sec. e dei sec. successivi, una grecità assimilabile a cultura romana medio e tardo repubblicana, e d'età imperiale, e a diventare grecità delle esperienze umanistiche Intrinseca capacità cultura greca a porsi come paradigma; cultura greca come 'inventario di archetipi' e laboratorio storico, in connessione con il grado di coscienza che essa esprime

1. Preistoria e protostoria greca. Civiltà micenea. Alto arcaismo 1. Neolitico; età del Bronzo Memoria storica greci non si spinge molto oltre metà del II millennio a.C: si datano in quest'epoca le unioni degli dèi con gli esseri umani: inizio età eroi, che si protrae fino all'invasione dorica. Ci sono due date: 1500 a.C. e 1100 a.C. C'è una Grecia prima dei Greci. Popoli non ancora indoeuropei (quindi non ancora greci), in penisola greca, cominciano a darsi forme organizzate della vita sociale (archeologicam. documentabili): Neolitico, che in Grecia comincia nel VII millennio a.C; l'età del Bronzo sussiste dal 2800 al 1100 a.C. Soglia storica è il passaggio dall'Antico al Medio Elladico, intorno al 20001800 a.C., a cui corrisponde la diffusione della ceramica Gray Minyan Ware, con la cui espansione dalla Tessaglia alla Focide alla Beozia all'Argolide potrebbe coincidere l'avanzata di genti indoeuropei (indicati come Achei) costituenti il nucleo della popolaz. ellenica in età pienam. storica. 2. La civiltà minoica Il Minoico Antico a Creta è fase vitale e critica: uso metallo influisce su organizzazione sociale, si complicano/arricchiscono le forme ceramiche, la gioielleria è raffinatissima. Medio Minoico I: civiltà palaziale, in seguito creaz. di solchi più profondi nel tessuto sociale e nascita formae immagine diversa del potere, in cui la raffinatezza del gusto e delle potenzialità artistiche va di pari passo con lo sviluppo del potere, che si organizza sempre più complessamente. 3. La civiltà micenea e la sua espansione nel Mediterraneo. I Fenici Età micenea, dal 1600 al 1100 a.C: le trasformazioni che in Creta minoica si presentano, le abbiamo in Età micenea nel continente, sia per sviluppi interni sia per influenze cretesi (soprattutto nella scrittura i micenei sono debitori dei minoici): è la seconda fase della presenza greca nella penisola greca e nelle isole. 1450: insediamento di domino miceneo a Cnosso e a Chanià (Creta occidentale). Eredità minoica sopravvive forse ad una catastrofe naturale e certo ad una sovrapposiz. di dominio da parte dei Micenei, ma sopravvive come patrimonio gestito dai Micenei. Nel quadro di economia a fondamento agrario, la strutt. politica/sociale è fortem. centralizzata, sottoposta a dominio di signore (wánax, a capo di una strutt. palaziale; a cui è sottoposta 'aristrocrazia' di capi militari, ma forse anche di detentori di ampie porzioni di terra), affiancato da comandante militare; base produttiva composta da strati di dipendenza, che contengono la possibilità dello sbocco ultimo in forme di schiavitù; esistono strutture di villaggio, inserite in economia verticistica, palaziale;

artigianato ha funzione notevole, e forte è il controllo del palazzo sull'industria tessile; vi sono proprietà coltivate o piuttosto 'private' (probabilmente subordinate all'autorità del wánax) e proprietà 'lasciate' in concessione (proprietà comunali); presenza fascia sociale intermedia, titolare di benefici, costituente l'embrionale 'aristocrazia'; organizzazione in unità territoriali a vocazione agricola (dâmoi); vi sono espressione di economia premonetale, come i lingotti di rame, che sembrano assolvere funzione di tesaurizzazione come anche quale misura di valore); scambi importanti con altre civiltà mediterranee (in tal senso Creta minoica può avere avuto funzione di mediazione tra la Grecia e le regioni del Vicino Oriente, dall'Egitto alla Siria), con l'Occidente e anche tramite i Fenici e i Ciprioti (popoli mercanti). Durante/dopo dominio miceneo a Cnosso (finito forse nel 1370) si colloca periodo di massima espansione micenea; rafforzamento processi d'espansione commerciale dopo la crisi del potere politico a Creta. Per riassumere, in epoca micenea (prima fase storia greca): 1) Dopo invasione del continente e l'assestamento, si raggiungono assetti e nuove forme di organizzazione sociale/economica/politica; 2) A metà del XV tale assestamento ha portato all'espansione anche nell'Egeo (insediamento principato miceneo a Cnosso e forse anche a Rodi); 3) Poderoso fenomeno d'espansione commerciale determinato da crescita di popolaz. greca che perfeziona la grecizzazione dell'isola fino a delineare i contorni di quell'immensa diaspora greca che chiamiamo 'grecità' (capacità di portare proprie conoscenze tecniche ed espressioni artistiche, di contrarre relazioni di ogni tipo, straordinaria capacità di spostarsi, adattarsi a situaz. nuove). 4. La fine della civiltà micenea e la tradizione sulle migrazioni doriche Dalla fine del XIII fino alla metà del XII il mondo miceneo ha segni di declino. A una prima crisi interna (conflitto tra strati sociali, tra il sovrano e un'embrionale aristrocrazia, succede progressiva trasformaz., in alcune aree vitali del mondo greco, della condiz. del popolamento; il territorio diventa proprietà di tribù d'invasori (Dori), e i nuovi centri politici sono più immediatamente correlati ai territori coltivabili; vi sono novità di ordine sociale/politico (diffusione di valori collettivi, di espressioni di massa, di tendenze ugualitarie che sono riflesso del crollo di precedenti forme di potere, più accentrato, di tipo monarchico/palaziale), connesse con le istituzioni che i Dori portarono, o si diedero, e anche novità nella tecnica metallurgica, nell'organizzazione militare, nelle espressioni artistiche (di cui Dori non furono necessariam. né gli inventori né i soli fruitori). 5. Le origini delle «póleis» Fine dei palazzi micenei e delle società/culture palaziali, e la nascita di qualcosa di nuovo nei secoli bui, la pólis (in cui il vecchio/declinante miceneo si mescola col nuovo, in cui l'apporto dorico è componente importante: punto d'intersezione storico tra la società/cultura palaziale e le società e le culture di tipo tribale, quanto a organizzazione, e territoriale, quanto a dimensione e forma dell'insediamento), cioè la realtà sociale/istituzionale intorno a cui ruota tutta la storia della Grecia classica. La società micenea trasmette al futuro dell'esperienza politica greca il ruolo centrale di un'acropoli, l'idea stessa di un centro ch'è centro del potere, che in età arcaica e nella società cittadina sarà centro latamente simbolico del potere (latamente diffuso fra i molteplici detentori, non più centro del potere del sovrano, del wánax), centro sacrale/politico. Attorno all'acropoli si colloca l'ásty (città bassa), e intorno ad essa la chóra (campagna, proprietà dei detentori del potere): la pólis vive dello scambio/equilibrio tra ásty e chóra. La struttura interna/esterna della pólis è circolare, organizzata secondo fasce concentriche. Stretta interrelazione, forte omologia tra struttura politica e possesso/gestione del territorio. Le città storiche si costituirono talora intorno alle rovine dei vecchi palazzi, talora si dettero centri distanti dai precedenti; dominio territoriale, una volta accentrato nelle mani del signore del palazzo, è trasferito all'insieme dei nuovi dominatori. Accentramento del dominio territoriale e distribuzione del potere politico caratteristiche delle póleis doriche, e in senso lato delle póleis in genere. Si deve parlare di origini delle póleis, che si formano nei secoli immediatamente posteriori all'età micenea (XI-IX) da diverse situazioni, con diversi precedenti e differenti caratteristiche: nel VIII non nasce la pólis, ma la forma comune delle póleis: diversi rivoli di esperienze cittadine confluiscono nella pólis tipica, cioè la città aristocratica (le diversità

permangono internamente a un quadro comune, quello dell'aristocrazia oplitico-contadina): dall'atomismo delle singole póleis si passa alla koiné della civiltà della pólis (successivamente, nel VII-VI, v'è regionalizzazione che si lega a creazione di leghe, che tra VI-V si legano ad alleanze con città egemoni, Sparta e Atene). 6. Colonizzazione dell'Asia Minore. Le città ioniche ed eoliche V'è presenza di resti micenei nella zona grecizzata dell'Asia Minore occidentale (in parte riflette naturale circolazione di uomini, merci che nell'Egeo c'è sempre stata). A tali presenze sporadiche succede l'impianto di póleis, espressione di una precisa collocazione delle comunità di partenza rispetto ai problemi del bisogno/opportunità d'una migrazione. La colonizzazione ionica è esempio dello sviluppo, in nuove condizioni, dei movimenti/migrazioni di epoca micenea (con l'intento di appoggiarsi a realtà politiche/economiche esistenti, esterne al mondo greco), come anche prefigurazione di motivazioni e processi coloniali d'epoca arcaica. Espansione greca nel Mediterraneo è fenomeno complesso, per la sua estensione in spazio geografico molto ampio e soprattutto per la sua gradualità e il suo scandirsi in fasi diverse. Tra periodo miceneo e quello ellenistico si succedono almeno 4 fasi: 1. Frequentazioni micenee in aree diverse dalla penisola greca, a cui seguono significativi fenomeni di migrazione, esito del dissolvimento della civiltà palaziale 2. Colonizzazione d'epoca arcaica (tra VIII e VII/VI), con fondaz. di città-figlie in tutto il Mediterraneo, particolarmente occidentale 3. Espansione greca di carattere egemonico (o imperialistico), visibile particolarm. nel IV 4. Espansione/colonizzazione greca nell'Oriente persiano, a seguito della conquista di Alessandro Magno 7. Le regalità omeriche Passaggio da monarchia ad aristocrazia, a cui si collega il termine basileús (capo), che non va letto in termini semplicistici e generalizzanti, e che trova spazio nell' Iliade e nell'Odissea: v'è un'aristocrazia di tipo iliadico (piccoli capi attorno al grande capo) e una di tipo odissiaco (aristocrazia come gruppo sociale, ma anche come consesso, che esprime, circonda, controlla costantemente il primus inter pares). 8. Regalità di città greche arcaiche In età classica troviamo basileîai cittadine vitalizie/ereditarie (identifica regime monarchico) a Sparta, ad Argo, in Messenia, a Cirene: città doriche del Peloponneso e una città di Libia (Cirene, che attraverso la madrepatria Tera è imparentata con Sparta). In una parte cospicua del mondo delle póleis l'istituto basilico è ben radicato, ed è pure possibile che la forma centralizzata di potere d'epoca micenea esercitò influsso. Il basileús nei contesti dorici è ben inserito in una struttura aristocratica, con forti connotazioni ugualitarie. La natura della comunità politica greca, come emersa nell'alto arcaismo, è fondamentalmente aristocratica. La pólis nasce già aristocratica, benché all'origine si tratti di un'aristocrazia organizzata intorno a una leadership, che si fa valere per origini divine, e che ottiene prerogative (ghéra) riconosciute, in fatto di proprietà terriera, dell'esercizio di funzioni sacrali/militari, di rappresentatività della comunità politica, in un quadro sociale di forte omogeneità; progressiva. aristocrazia si libera da tale bisogno di leadership, e ciò avviene quando la società è più stratificata e l'intero strato aristocratico vuole esercitare il pot. politico. V'è persistenza coerente di regalità, fino al VII, in tutto il Peloponneso dorico, e fino al V nella parte ad esso indipendente: come i Dori hanno contribuito alla nascita della nuova forma istituzionale greca (pólis), essi hanno anche a lungo conservato le forme politiche che all'origine erano un apporto nuovo, ma che col tempo diventano conservazione. 9. «Ghéne», fratrie, tribù Stretto nesso tra tribù (phylaí) e pólis. La comunità politica si ripartisce mediante tribù (phylaí), fratrie e ghéne. La fràtria, cellula vitale di un tessuto più vasto, non si lascia agevolm. concepire

come entità autonoma: idea di fratellanza (artificiale) che contiene serve a creare nessi più stretti fra i suoi membri, come articolazione di un corpo più vasto. Forse solo la tribù può esser vista come entità che abbia avuto una vita autonoma prima della nascita della pólis. Per tribù s'intende la ripartiz. aritmeticam. definita della comunità (non all'idea di tribù, che precede qualunque forma di organizzazione cittadina, e costituisce il nucleo dell'idea di popolo). I tipi fondamentali di tribù sono quello dorico (Illei, Dimani, Pànfili) e quello attico o ionico (Opleti, Argadei, Egircorei, Geleonti), ed appartengono all'epoca post-micenea: divengono parte essenziale dell'organizzazione cittadina: lo sviluppo delle pólis potenzia le tribù, come suddivisione della comunità. La tribù, nelle zone doriche, mostra vitalità e chiarezza/specificità di funzioni che non ha altrove. Tra tribù genetiche doriche e ioniche c'è chiara differenza: le prime sono ricordate con molta frequenza nei testi, le seconde hanno ruolo molto minore. Inoltre, in ambito indoeuropeo, la tribù rappresenta in generale la frazione di un terzo e in àmbito dorico, solo per effetto di sviluppi politici (ampliam. corpo civico e inclusione nel sist. tribale di elem. nuovi), v'è introduz. di una 'quarta' o anche di un'ulteriore tribù: si può forse affermare che il rapporto tribù-città doriche è più stretto che altrove, e forse qui è originario, e altrove riflesso, nel processo di riorganizzazione della vita politica greca seguente a crisi regni micenei, e in cui l'apporto dei Dori è vitale. Fràtrie sono originaria ripartiz. delle phylaí, in àmbito dorico (in ambito attico, ove altra è la funzione delle tribù, diversa è anche la funzione della fràtria). Come ripartiz. del corpo civico, costituito su base aristocratica, la fràtria, per struttura, carattere, culti, appare come cellula vitale del tessuto della società e della cultura aristocratica; tuttavia poco chiari sono i rapporti con le eteríe, come con i ghéne (grandi famiglie o consorterie nobiliari), che ebbero carattere artificioso e secondario in quanto attribuivano a se stessi capostipiti eroici comuni (che può significare sforzo di appropriarsi del passato miceneo, già preistorico per i Greci d'età arcaica, facendone mitica premessa, vestendosi di titolo di nobiltà: consente ampia diffusione struttura del ghénos) e vantavano un patrimonio di memorie che li distingueva dalla gente qualunque; e fra loro stessi appaiono come esito storico della stratificaz. sociale presto impiantatasi nelle póleis, ma che in parte avrà riprodotto/sviluppato premesse ancora tenui d'età micenea . Gli elem. di una società aristocratica, nella società palaziale presenti/compressi in forma larvale, trovano sviluppo nelle nuove condizioni, integrandosi con altri elem. Lo sviluppo dei ghéne non è uniforme, e soprattutto è diverso il rapporto con le tribù: dove questa è più vitale/determinante le tradiz. gentilizie si sviluppano all'interno di quelle filetiche, cioè i ghéne sono parti (eminenti) delle tribù; dove le tribù hanno carattere più artificiale, e una minore vitalità, la realtà dei ghéne attraversa quasi con indifferenza quella delle tribù. 10. Altre realtà regionali dell'alto e medio arcaismo In Tessaglia crescono d'importanza i centri più interni. Storicamente è divisa in 4 grandi regioni: Istieotide, Tessaliotide, Pelasgiotide, Ftiotide. Nell'alto arcaismo v'è processo di organizzazione del territorio che comporta sviluppo di grande proprietà terriera (anche signori della guerra), e quindi la formaz...


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