Tesina-Michele-Scoto PDF

Title Tesina-Michele-Scoto
Course estetica
Institution Accademia di Belle Arti di Lecce
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tesina sul filosofo michele- Scoto...


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Michele Scoto Vita e Opere

MICHELE SCOTO

VITA Michele Scoto è stato un filosofo, enciclopedista, astrologo, scienziato, medico, alchimista, traduttore e un personaggio storico di grande rilievo nella prima metà del Duecento1. Le sue origini sono tuttora incerte e oscure difatti la maggior parte delle notizie pervenuteci riguardo la sua persona sono frutto di leggende che contribuiscono a rendere la sua figura difficile da discernere. Il suo cognome,"Scoto", ci porterebbe a supporre natali scozzesi, difatti si pensa possa provenire dalla zona al confine tra l'Inghilterra settentrionale e la Scozia meridionale. Tuttavia si dubitò delle sue origini irlandesi quando, nel 1224, Scoto declinò la posizione di arcivescovo di Cashel2, arrecando come motivazione la sua ignoranza del gaelico, lingua parlata dai fedeli. Tuttavia in molti pensano che Scoto abbia usato questa affermazione come una scusa per rifiutare la posizione che gli era stata offerta e l’ipotesi di tale scusa e consolidata dal fatto che Scoto in quanto studioso e traduttore aveva già infranto la barriera di più lingue senza alcuna difficoltà. In maniera diametralmente opposta alcuni studiosi pensano che Scoto abbia origini italiane e che sia nato a Sorrento mentre altri pensano abbia origini Spagnole e che sia nato a Toledo. Per quanto riguarda la sua educazione, si è generalmente concordi sul fatto che Scoto abbia studiato prima alla scuola cattedrale di Durham3, in Inghilterra, e poi presso le Università di Oxford e Parigi, dato che in Scozia si dovrà attendere il XV secolo per le prime università. 1 Michele Scoto, in Wikipedia - enciclopedia libera, 10 gennaio 2018, https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Scoto , accesso:13 gennaio2018. 2 Wolfgang Stürner, Federico II, E l’apogeo dell’impero, Roma, Salerno editrice, 2009, pp 804. 3 Graziosi Barbara, Gli dei dell’olimpo. Storia di una sopravvivenza, UTET, 2015, https://books.google.it/books? id=NG6HCgAAQBAJ&pg=PT216&lpg=PT216&dq=michele+scoto+cattedrale+di+Durham&source=bl &ots=_UebUU607j&sig=SMCKn8F60Z1rjcoTlpMQJFTVIpg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi4rqz0y9_Y AhVCC-wKHcdSBaMQ6AEIRTAI#v=onepage&q=michele%20scoto%20cattedrale%20di %20Durham&f=false, accesso: 3 gennaio 2018.

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Intorno al 1210, Scoto si trasferisce a Toledo dove si dedica alla traduzione dall’arabo al latino di vari testi scientifici e astrologici. Per questo motivo egli è annoverato tra quei traduttori di testi arabi che hanno esercitato la loro massima influenza durante il medioevo, tuttavia la portata delle sue opere non è stata ancora del tutto definita. Nel 1215 segue l’arcivescovo di Toledo, Rodrigo, a Roma ad assistere al IV Concilio Lateranense convocato da papa Innocenzo III4. Questo episodio ci da la prima testimonianza datata della vita di Michele Scoto. Nel 18 agosto 1217 tornato a Toledo, completa la traduzione dall’arabo al latino dell’opera di astronomia “De sphaera”( Libro dell'astronomia) di Alpetragio con l’aiuto dell’ebreo Abuteus. Quest’opera presentava un sistema planetario conforme ai puri principi Aristotelici, tale concezione del sistema si discostava notevolmente da quella prevalente in quel periodo storico, ovvero quella Tolemaica. Tra le opere tradotte da Scoto durante il suo soggiorno a Toledo si possono annoverare diverse opere quali il “De animalibus”, il “De coelo et mundo” e il “De anima” di Aristotele con il commento di Averroè e probabilmente anche la sua “Fisica” e “Metafisica”. Intorno al 1220 Michele Scoto lascio Toledo per trasferirsi a Bologna 5 dove compilò diagnosi ginecologiche e dove si presume che il filosofo abbia incontrato per la prima volta Federico II ed al quale rimase profondamente legato divenendo uno degli scienziati all’entourage dell’Imperatore Svevo. Dal 1224 al 1227 Michele Scoto rimase al servizio della curia pontificia. Nel 1224 papa Onorio III6 richiese all’arcivescovo di Canterbury7, di beneficiare Michele Scoto nominandolo Arcivescovo di Cashel, ma come è stato precedentemente detto egli rifiuto. Nel 1225 gli furono elargite ulteriori rendite ecclesiastiche in Inghilterra e in Scozia e ciò fece presumere che Scoto appartenesse al clero. Tale ipotesi è avvalorata

4 Fu il tutore di Federico II di Svevia nei suoi primi anni di vita, dopo la morte della madre Costanza d’Altavilla, cfr. Innocenzo III, Stupormundi.it, http://www.stupormundi.it/it/innocenzo-iii, accesso: 20 Dicembre 2017. 5 “Tale notizia ci è pervenuta da una nota che Scoto scrisse nel testo della traduzione Aristotelica nell’ottobre del 1220”. Wolfgang Stürner, Federico II, E l’apogeo dell’impero, Roma, Salerno editrice, 2009, pp.802. 6 Onorio III in Stupormundi.it, http://www.stupormundi.it/it/onorio-iii, accesso: 20 Dicembre 2017. 7 Stefano Langton è stato arcivescovo di Canterbury dal 1207 fino alla sua morte, cfr. Stephen Langton, Wikipedia, Enciclopedia libera, 17 settembre 2016, https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Langton , 20 Dicembre 2017.

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dalla lettera in cui il successore di Onorio III, papa Gregorio IX8, chiedeva alla diocesi di Canterbury di riservare un beneficio a Scoto che egli riteneva fosse ugualmente dotto nella lingua latina, in quella ebraica e in quella greca9. Dopo il 1227 il suo nome non fu più presente nei registri papali e si presume che ciò sia collegato all’arrivo di Scoto presso la corte di Federico II in quanto l’imperatore nel settembre di quell’anno aveva ricevuto la scomunica da parte di papa Gregorio IX e ciò comporto inevitabilmente la rottura dei rapporti tra il papato e l’erudita Scoto; era difatti impensabile che colui che era al servizio dell’imperatore scomunicato potesse ancora rimanere in contatto con la chiesa. Michele Scoto fu al servizio dell’imperatore come consigliere di Astrologia e medicina. Per quanto riguarda le sue doti mediche si narra che Federico II fu colto da un malessere non definito e che Scoto gli consiglio di risolvere il problema con dei bagni nelle terme di Pozzuoli. Questo consiglio fu un esito ed esalto ulteriormente la figura di Scoto agli occhi dell’imperatore. La funzione svolta da Michele Scoto come astrologo alla corte dell’imperatore, invece, non è nota. Tuttavia Salimbene Da Parma riporta un aneddoto in cui Federico II chiese a Michele Scoto di calcolare la distanza tra il cielo e la punta di un campanile. L’astrologo, effettuato il conteggio diede il risultato all’imperatore. In seguito Federico II chiese in segreto di abbassare la torre della larghezza di una mano e ordinò nuovamente a Scoto, facendo finta di avere dimenticato i risultati che quest’ultimo gli aveva fornito precedentemente, di calcolarne la distanza. Non ottenendo lo stesso risultato Michele Scoto giunse alla conclusione che o il cielo si era alzato della larghezza di una mano o che la chiesa si era ridotta di tanto. L’imperatore colpito da tale conclusione abbracciò il suo astrologo per l’esattezza del calcolo. Supponendo che questa storia sia vera, Michele Scoto deve essere stato un genio e per questo motivo Federico II lo volle come il suo principale consigliere.10 Ciò che sappiamo per certo è che Scoto ha lavorato presso l’imperatore come traduttore. Su richiesta di Federico II Scoto tradusse “l’Animalibus Abbrevatio” di Avicenna, un 8 Gregorio IX, in Stupormundi.it, http://www.stupormundi.it/it/gregorio-ix, accesso: 20 Dicembre 2017. 9 Vasoli Cesare, Michele Scoto in Treccani.it-Enciclopedia Dantesca, 1970, http://www.treccani.it/enciclopedia/michele-scotto_%28Enciclopedia-Dantesca%29/, accesso: 2 gennaio 2018. 10 Guyotjeannin OOlivier, Salimbene De Adam, in treccani.it, Federiciana, 2005, http://www.treccani.it/enciclopedia/salimbene-de-adam_%28Federiciana%29/, 3 Gennaio 2018.

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trattato zoologico che l’imperatore utilizzo successivamente per i suoi studi e per la stesura del suo libro sulla falconeria, dal titolo “De arte venandi cum avibus”. Come si è già accennato in questo lavoro, il personaggio di Michele Scoto era circondato da leggende riguardanti soprattutto le sue abilità di mago e di profeta. Secondo la leggenda Scoto predisse la morte di Federico II in una località con il nome di un fiore e, addirittura, l’arrivo dell’anticristo. È questo il motivo per cui Dante, nella sua Divina Commedia, lo cita nel XX canto dell’Inferno, collocandolo nel girone dei maghi e degli indovini, nonostante, come si può evincere dal verso: “de le magiche frode, seppe 'l gioco”, Dante consideri Scoto più un ciarlatano che un indovino. Ad ogni modo non vi è alcun dubbio sul fatto che Michele Scoto, a quei tempi, era ritenuto un rinomato indovino e profeta e ciò lo si può rilevare in uno scritto dove Giovanni Villani narra di come Federico II rifiutasse di entrare a Firenze pensando che lì, cosi come il mago aveva predetto, avrebbe trovato la morte. Possiamo, inoltre rivedere la figura di Scoto come mago sia nel Decameron di Boccaccio che lo ritrae come un maestro della negromanzia, che nelle opere di Fazio degli Uberti e Teofilo Folengo11. Michele Scoto morì probabilmente intorno al 1235, quando era, presumibilmente, ancora al servizio dell’imperatore Federico II. Ciò può essere riscontrato nel poema che, nel 1235 o 1236, Enrico di Avranches12 dedico all’imperatore Svevo. In questo poema si parla di Michele Scoto in quanto astrologo ufficiale di corte e nel ricordare le predizioni fatte sull’imperatore parla di Scoto come di una persona già defunta, sia pure da non molto tempo. Tutto ciò fa supporre che Scoto si trovasse alla corte di Federico II quando lo colse la morte.

OPERE Come si è già ampliamente detto nei vari passi di questo lavoro non si sa molto sul numero delle opere tradotto o scritte da Scoto. Per quanto riguarda la cronologia dei suoi lavori risulta al quanto difficile stabilirne le date esatte in quanto le date riportate 11 Morpurgo Piero, Michele Scoto in Treccani.it – Enciclopedia Federiciana, 2005, http://www.treccani.it/enciclopedia/michele-scoto_(Federiciana)/, accesso: 20 Dicembre 2017. 12 Vasoli Cesare, Michele Scoto in Treccani.it-Enciclopedia Dantesca, 1970, http://www.treccani.it/enciclopedia/michele-scotto_%28Enciclopedia-Dantesca%29/, accesso: 2 gennaio 2018.

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sugli scritti corrispondono per lo più o al tempo della prefazione o a quello della dedicatoria oppure sono manoscritti che non riportano nessuna data. Michele Scoto è considerato uno dei primi esponenti dell'Averroismo in Occidente ciò nonostante nelle sue opere non vi è nessun riferimento alla filosofia di Averroè. Per quanto concerne il suo lavoro di traduttore sappiamo che, nel 1210, quando arrivò a Toledo, contribuì alla traduzione dall’arabo al latino di vari testi scientifici e astrologici. Nel 1217 completo la traduzione del “De Sphera” di Alpetragio e in seguito tradusse per Federico II “l'Abbreviatio Avicenne de animalibus” (è una sintesi degli scritti Aristotelici compilato da Avicenna)13. A Scoto si ricollega la versione greco - latina “dell'Ethica Nicomache”, la traduzione del “De animalibus” di Aristotele in 19 libri, la traduzione del commentario di Averroè sulle opere “De anima”, “De sensu et sensato”, e si ritiene possa essere attribuita Scoto anche la traduzione dell’opere “Fisica” e “Metafisica” di Aristotele con i relativi commenti di Averroè che Scoto ebbe il merito di far conoscere in occidente. Tra le sue opere di astronomia, la principale è il “Liber introductorius”14, la cui stesura risale, con ogni probabilità al 1228-1229. L’opera si divide in tre sezioni: “Liber quatuor distinctionem”, “Liber particularis” e “Liber de physiognomia”, quest’ultimo dedicato

all’imperatore.

Per

quanto

riguarda

il

“Liber

particularis”,

e il

“Physionomia” come si può evincere dalla loro struttura sono entrambi rimasti incompleti. Alcuni studiosi pensano che questi scritti siano stati elaborati durante il suo soggiorno alla corte italiana di Federico II, versione poi smentita da un codice autorevole, Oxford Bodleian 26615, che dichiara che l’opera fu scritta su richiesta di Federico II, ma in realtà era stata composta durante il pontificato di Innocenzo III. “De Physiognomia” fu un’opera di larga diffusione soprattutto per gli argomenti trattati come le relazioni sessuali, la gravidanza, l’embriologia e la fisionomia.

13 Wolfgang Stürner, Federico II, E l’apogeo dell’impero, Roma, Salerno editrice, 2009, pp 806. 14 Ivi. pp 814. 15 Vasoli Cesare, Michele Scoto in Treccani.it-Enciclopedia Dantesca, 1970, http://www.treccani.it/enciclopedia/michele-scotto_%28Enciclopedia-Dantesca%29/, accesso: 2 gennaio 2018.

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In altre sue opere come il Vaticinium16, Scoto enuncia delle profezie riguardanti le città italiane, come ad esempio il crollo di Roma. Inoltre Scoto è autore di testi più brevi che trattano alchimia e medicina. Come si è ampiamente detto in questo lavoro, la vita e le opere di cui Michele Scoto è autore o collaboratore non sono ancora oggi del tutto note, l’unico punto certo è che fu uno dei personaggi chiave della seconda meta del XII secolo.

16 Gian Luca Potestà - Federiciana, Profetismo in treccani.it, Federiciana, 2005, http://www.treccani.it/enciclopedia/profetismo_%28Federiciana%29/ , accesso: 2 gennaio 2018.

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BIBLIOGRAFIA:

Toubert Pierre, Bagliani Paravicini Agostino, Federico II e le scienze, Lecce, Sellerio editore 1995. Vasoli Cesare, Michele Scoto in Treccani.it - Enciclopedia Dantesca, 1970. Wolfgang Stürner, Federico II. E l’apogeo dell’impero, Roma, Salerno editrice, 2009.

FONTI INTERNET:

Graziosi Barbara, Gli dei dell’olimpo. Storia di una sopravvivenza, UTET, 2015, https://books.google.it/books? id=NG6HCgAAQBAJ&pg=PT216&lpg=PT216&dq=michele+scoto+catte drale+di+Durham&source=bl&ots=_UebUU607j&sig=SMCKn8F60Z1rjc oTlpMQJFTVIpg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi4rqz0y9_YAhVCCwKHcdSBaMQ6AEIRTAI#v=onepage&q=michele%20scoto%20cattedrale %20di%20Durham&f=false.

Gian Luca Potestà - Federiciana, Profetismo in treccani.it, Federiciana, 2005, http://www.treccani.it/enciclopedia/profetismo_%28Federiciana %29/. Gregorio IX, in Stupormundi.it, http://www.stupormundi.it/it/gregorio-ix.

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Guyotjeannin OOlivier, Salimbene De Adam, in treccani.it, Federiciana, 2005, http://www.treccani.it/enciclopedia/salimbene-de-adam_ %28Federiciana%29/. Innocenzo III, Stupormundi.it, http://www.stupormundi.it/it/innocenzo-iii. Michele Scoto, in Wikipedia - enciclopedia libera, 10 gennaio 2018, https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Scoto. Morpurgo Piero, Michele Scoto in Treccani.it – Enciclopedia Federiciana, 2005, http://www.treccani.it/enciclopedia/michele-scoto_(Federiciana)/.

Onorio III in Stupormundi.it, http://www.stupormundi.it/it/onorio-iii. Stephen Langton, Wikipedia, Enciclopedia libera, 17 settembre 2016, https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Langton. Vasoli Cesare, Michele Scoto in Treccani.it-Enciclopedia Dantesca, 1970, http://www.treccani.it/enciclopedia/michele-scotto_%28EnciclopediaDantesca%29/.

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