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Title 5 DSA
Author Graziana D'Agostino
Course Didattica dell'inclusione
Institution Università Telematica Pegaso
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“DSA: DISTURBI SPE CIFICI D EL L’ APP REN DIMENT O” ER OSA MANZ O ROF .SSA G E NE PR

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DSA: disturbi specifici dell’apprendimento

Indice 1

L’INTERESSE AI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO ------------------------------------------ 3

2

COSA SONO I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO? --------------------------------------------- 5

3

DISLESSIA, DISGRAFIA, DISCALCULIA E DISORTOGRAFIA------------------------------------------------- 9 3.1 3.2 3.3 3.4

4

DISLESSIA -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 9 DISORTOGRAFIA------------------------------------------------------------------------------------------------------------------13 DISGRAFIA ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------13 DISCALCULIA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------14

I DSA: COSA PUÒ E DEVE FARE LA SCUOLA --------------------------------------------------------------------- 17

BIBLIOGRAFIA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------19

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

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1 L’interesse ai disturbi specifici dell’apprendimento Le difficoltà di apprendimento costituiscono un problema rilevante per la loro incidenza nella popolazione scolastica, e qualora vengano individuate in ritardo, comportano condizioni di insuccesso nella scuola dell’obbligo che spesso finiscono per compromettere non solo la carriera scolastica, ma anche lo sviluppo della personalità e l’adattamento sociale del soggetto. La tempestività è una della variabili più importanti per l’efficacia di un intervento di recupero: le difficoltà tendono, infatti ad accentuarsi con il passare del tempo, se non vengono messi in atto interventi precoci. Ciò si verifica sia perché alcuni apprendimenti dipendono da altri precedenti, sia per gli effetti negativi reciproci che si creano tra gli insuccessi e le difficoltà nell’apprendimento da un lato e la motivazione allo studio, l’autostima dell’alunno e le aspettative dei genitori e degli insegnati dall’altro. Quindi, benché la diagnosi delle difficoltà di apprendimenti venga posta generalmente nel corso degli anni successivi, già nella scuola dell’infanzia si possono manifestare dei segnali di rischio che gli insegnanti dovrebbero essere in grado di capire ed, eventualmente, interpretare come indicatori di difficoltà. Negli ultimi anni si è assistito in Italia ad un aumento di interesse per i disturbi specifici dell’apprendimento, che costituiscono un fenomeno molto complesso, tale interesse si è focalizzato soprattutto sulla dislessia evolutiva1. Tale attenzione si è accentuata con la recente approvazione della Legge 170/2010 intitolata “ Nuove norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento in ambito scolastico” che ha rappresentato il punto di arrivo di un lungo percorso per il pieno riconoscimento dei DSA nel nostro Paese e per consentire la migliore realizzazione delle potenzialità delle persone che ne sono affette. In via generale la Legge 170 ha lo scopo di definire dei principi al fine di consentire un corretto approccio a questi disturbi sia in ambito scolastico sia sanitario. L’approccio didattico è stato particolarmente approfondito nel primo decreto attuativo del MIUR, accompagnato da linee guida. Tale decreto stabilisce una serie di interventi deputati a

1

Franceschi S., Savelli E. e Stella G., Identificazione precoce dei soggetti a rischio DSA ed efficacia di un intervento abilitativo meta fonologico, “Dislessia”, vol.8, n.3, pp.247-266. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

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garantire la realizzazione di una didattica personalizzata ed individualizzata ai particolari bisogni degli alunni con DSA ( come la realizzazione del Piano Didattico Personalizzato). Bisogna però, sottolineare che l’approvazione di una legge da sola non può risolvere tutti i problemi, dato che la efficacia è intrinsecamente connessa alla sua corretta applicazione. Attualmente

sono stati oggetto di osservazione alcuni nodi interni alla legge 170, in

particolare si è aperta una questione sull’articolo 3 comma 1 per il riconoscimento del disturbo e la conseguente applicazione delle misure connesse. Si discuteva sulla validità delle diagnosi e se avessero validità solo le diagnosi rilasciate dal SSN o anche quelle effettuate da specialisti e strutture accreditate. Tale questione è stata affrontata nel documento Accordo Stato-Regioni su “ Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei disturbi specifici dell’apprendimento “ che ha demandato alle Regioni la possibilità “ nel caso in cui i servizi pubblici o accreditati da Servizio sanitario nazionale non siano in grado di garantire il rilascio delle certificazioni in tempi utili per l’attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste e, comunque , quando il tempo richiesto per il completamento dell’iter diagnostico super i i sei mesi …”di “ prevedere percorsi specifici per l’accreditamento di ulteriori soggetti privati che devono dimostrare il possesso di alcuni specifici requisiti. La legge è stata ben accetta e sostenuta sia dalle famiglie che dalle associazioni che si interessano di tutelare i diritti degli studenti con DSA.

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

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Cosa sono i disturbi specifici dell’apprendimento?

I DSA (Disturbi Specifici Dell’apprendimento) sono disabilità che compromettono significativamente l’acquisizione delle abilità strumentali di lettura, scrittura e del numero-calcolo che si manifestano in presenza di adeguate capacità cognitive. In questo caso il temine “Specifici” si riferisce alla condizione che questi disturbi si manifestano in soggetti indenni dal punto di vista intellettivo-cogntivo e in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma nonostante ciò possono costituire una vera e propria limitazione per alcune attività quotidiane. Questi disturbi sono stati classificati all’interno della Legge 170/2010 e tale classificazione riprende la distinzione operata in ambito clinico nella Consennsus Conference del 2009 che differenzia nella categoria dei DSA

quattro quadri clinici distinti : Dislessia, disortografia,

disgrafia e la discalculia.



La dislessia è un disturbo specifico che si manifesta

con una difficoltà

nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura; 

La disortografia è un disturbo specifico che si manifesta in difficoltà nei

processi linguistici di transcodifica; 

La

disgrafia è un disturbo specifico della scrittura che si manifesta in

difficoltà nella realizzazione grafica. 

La discalculia è un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà

negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri. I DSA possono manifestarsi separatamente o assieme, a tal proposito va sottolineata che la comorbilità nei Disturbi Specifici dell’ Apprendimento e l’associazione tra loro e altri disturbi è la regola piuttosto che l’eccezione. La base neurobiologica dei DSA

è oggi ampiamente compresa e riconosciuta dalla

comunità scientifica internazionale e recentemente anche dalla comunità scientifica italiana; infatti grazie all’impiego delle metodologie di indagine come le neuro immagini tipo la PET ( tomografia

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ad emissione di positroni) o la RMF ( risonanza magnetica funzionale), è stato possibile rilevare un disfunzionamento di alcune aree della corteccia del cervello delle persone con dislessia. L’accordo sulla natura neurobiologica del disturbo e sulla modalità di trasmissione genetica non è tutt’oggi estendibile alla localizzazione precisa delle sedi e delle funzioni responsabili del deficit. L’ampio consenso delle basi neurobiologiche dei DSA ovviamente non esclude il possibile ruolo che possono avere i fattori ambientali nel modulare l’espressione del disturbo nel corso degli anni; ruolo che è stato riconosciuto nella Consensus Conference sui DSA. Un criterio utile per la definizione di DSA è: “il carattere neurobiologico delle anomalie processuali che caratterizzano i DSA. È altrettanto importante sottolineare che i fattori biologici interagiscono attivamente nella determinazione della comparsa del disturbo, con i fattori ambientali” (Consensus Conference 2009) I DSA hanno un carattere evolutivo e si manifestano già nelle prime fasi di apprendimento, quando il bambino viene a contato con il codice scritto. Generalmente il bambino compie errori caratteristici nella lettura e nella scrittura come la sostituzione di lettere (m/n; V/f; b/d; a/e) oppure l’inversione di lettere e numeri (ad esempio 21/12), ha difficoltà ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come i giorni della settimana; i mesi dell’anno; può fare confusione nei rapporti temporali e spaziali. In certi casi sono riscontrabili anche difficoltà in abilità fino-motorie, nel calcolo, nella capacità di attenzione e concentrazione. La questione della comorbilità nei e tra i DSA soleva importanti interrogativi sia a livello clinico, per quanto concerne l’inquadramento diagnostico e la progettazione dell’intervento riabilitativo, che a livello teorico, in relazione allo statuto epistemologico del temine “specifico” e al modello di architettura cognitiva “modulare” che esso sottende2. Il disturbo della lettura è frequentemente associato ad altre condizioni disfunzionali più o meno evidentemente connesse con l'apprendimento. Da numerose osservazioni si rileva come la dislessia sia, molto più frequentemente associata ad altri disturbi piuttosto che presentarsi isolatamente. Una elevata

comorbilità è da evidenziare con gli altri disturbi specifici

2

Rice M. e Brooks G., Developmental dyslexia in adults: A research review , NRDC, Institute of Education, London, 2004. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

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dell'apprendimento quali la disortografia la disgrafia e la discalculia. Tuttavia oltre alla frequente comorbilità tra i vari DSA, il disturbo di lettura ad esempio, può presentarsi associato ad altre condizioni disfunzionali sia di tipo neuropsicologico come deficit della percezione visiva, disturbi dell'attenzione, iperattività, deficit memoria, disturbi del linguaggio, ,disturbi di coordinazione motoria e problematiche legate alle prassie, sia di tipo psicopatologico come disturbi d’ansia, disturbi da separazione e la fobia scolare. La comorbilità può essere presente anche con disturbi dell’umore e del comportamento. È importante adottare azioni rivolte all’identificazione precoce dei DSA, e tale aspetto è stato ampiamente sottolineato all’interno della Legge 170/2010. Essa suggerisce che apposite iniziative di screening debbano essere attuate già a partire dalla scuola dell’infanzia. Tali condizioni di screening devono essere messe a punto dal SSN secondo dei protocolli condivisi. La legge sottolinea come l’attuazione di queste iniziative, volte ad identificare una condizione di rischio non costituisca l’emissione di una Diagnosi di DSA. Art.3 comma 3:

“Compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia ,attivare previa apposita comunicazione alle famiglie interessate ,interventi idonei ad individuare I casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base protocolli regionali di cui l'articolo 7 comma 1.L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA”. Art. 7 comma 1 “ Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le provincie autonome di Trento e di Bolzano, si provvede, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, a emendare linee guida per la predisposizione di protocolli regionali da stipulare entro i successivi sei mesi, per le attività di identificazione precoce di cui all’articolo 3, comma 3.” Il principale obiettivo di un azione di screening è quello di E quello di identificare soggetti, appartenenti a una popolazione generale, che presentino un elevato rischio per un particolare disturbo e quindi di prevedere e/o anticipare un certo corso di eventi, nel caso specifico l’insorgere di un DSA, al fine di prevenirlo o ridurne gli effetti intervenendo in maniera tempestiva ed efficace, Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

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dato che la tempestività sembra essere una delle variabili più rilevanti per determinare l’efficacia di un intervento di recupero. Nel nostro Paese nonostante siano proliferate iniziative del genere, non esiste una metodologia di interventi universalmente riconosciuta e adottata , né strumenti ben validati rispetto alle caratteristiche di sensibilità e specificità nella loro capacità predittiva. Infatti, ultimamente, in Italia numerosi studi ritengono che anticipare l’identificazione del rischio all’ultimo anno della scuola dell’infanzia è una possibilità concreta e rilevante, da cui potrebbero scaturire numerosi vantaggi, primo tra tutti quello di modulare le strategie di insegnamento sulle specifiche necessità di questi alunni3. Per l’ultimo anno di scuola dell’infanzia sono stati costruiti degli strumenti di valutazione diretta e questionari osservativi finalizzati all’individuazione precoce del rischio di sviluppare DSA4. Gli unici strumenti presenti nel panorama nazionale per l’identificazione precoce delle difficoltà di calcolo sono: per la scuola dell’infanzia, la batteria BIN 4-6, che fornisce un quadro dei primi apprendimenti matematici in bambini a sviluppo tipico, relativamente alla fascia di età 4-6 anni; per la scuola primaria, l’AC-MT 6-10; per la scuola secondaria di primo grado , l’ AC-MT 1114. Va comunque sottolineato che se da un lato gli screening possono rappresentare importanti mezzi di prevenzione e conoscenza che consentono un certo grado di affidabilità di anticipare un decorso di sviluppo e ridurre la sequela di effetti negativi conseguente ad un marcato riconoscimento precoce delle difficoltà, è altrettanto vero che sono strumenti molto delicati che devono essere maneggiati da soggetti esperti.

3

Fioravanti B., Franceschi S. e Savelli E., La conoscenza delle lettere nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia come indice predittivo dell’apprendimento della letto-scrittura, “Dislessia”, vol.9, n.2, pp. 223-245. 2012 4 Marotta L., Trasciani M. e Vicari S., Test CMF- valutazione delle competenze meta fonologiche , Erickson, Trento 2008.

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3 Dislessia, disgrafia, discalculia e disortografia 3.1

Dislessia Esistono numerose definizioni di dislessia evolutiva, ma quella che meglio riassume le

caratteristiche e le più aggiornate conoscenze sul problema è quella fornita dall’ International Dyslexia Association (IDA), un autorevole organo che raggruppa le associazioni nazionali sulla dislessia. Tale definizione descrive la dislessia come:

“ una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e delle conoscenze generali5”. Per comprendere cosa sia la dislessia bisogna prima chiarire bene il termine lettura, che non è semplice decodificazione di segni grafici, bensì è soprattutto la comprensione di un testo scritto secondo un codice programmato diffuso in una parte del mondo in un dato momento. La lettura viene acquisita in due fasi successive: Nella prima il bambino si impadronisce del codice di una lingua, nella seconda il codice di base serve al bambino per comprendere un testo scritto. Naturalmente per impadronirsi di questo meccanismo il bambino deve possedere dei requisiti essenziali e cioè deve avere un adeguato sviluppo intellettivo, una conoscenza buona della lingua parlata, la possibilità di comprendere e cogliere dei segni nello spazio in successione logico-

5

Lyon G.R., Shaywitz S.E., e Shaywitz B.A., Defining Dyslexia, Comorbidity; Teachers’ knowledge of Language and Reading: A definition of Dyslexia, “Annals of Dyslexia”, vol. 53, pp. 1-14, trad.it. in “Dislessia”, n.3, vol.1, pp. 265275, 2003. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633)

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spaziotemporale, una situazione ambientale favorevole e infine uno sviluppo emotivo sociale adeguato all’epoca di crescita in cui il bambino comincia a leggere 6. Date queste premesse è naturale che l’età per l’apprendimento della lettura sia molto variabile, le scuole pedagogiche stabiliscono un’età cro...


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