Analisi dei personaggi del ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha. PDF

Title Analisi dei personaggi del ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha.
Course Letteratura spagnola II
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

Analisi dettagliata di tutti i personaggi
che compaiono ne 'el Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha'. ...


Description

Analisi dei personaggi del Ingenioso Hidalgo don Quijote de la Mancha. Don Quijote è uno dei personaggi più famosi dell’intera letteratura spagnola, in realtà è anche uno dei personaggi più famosi della letteratura mondiale; è un personaggio particolare, degno di essere precisamente analizzato, così come tutte le varietà umane che si rintracciano nel romanzo, che, infatti, costituiscono la cosiddetta ‘novela mundo’. I personaggi del romanzo sono coloro che fanno di questo, un romanzo moderno, ancora tutt’oggi imitato, in quanto riproducono fedelmente le tipologie umane del tempo dello scrittore, infatti, questo, è pur sempre un romanzo realistico. Cervantes incluse qualsiasi genere di classe sociale, a partire dalle classi più elevate fino alle classi più basse, inclusi i galeotti, i mussulmani etc. El Quijote è un uomo che appartiene alla classe della hidalguia (classe bassa della cavalleria), ormai anziano, che ha circa cinquant’anni, non sposato, dunque casto, dalla corporatura robusta e forte, ma ciò nonostante è comunque magro e tutto ciò rispecchia un tipo umano che si figura nell’opera di Juan Huarte, ‘examen de los ingenios’, e corrisponde ad un uomo dal temperamento caldo e secco, cioè creativo, con un’indole che tende alla originalità, ma spesso anche alla follia e alla pazzia. Inoltre già dalle prime pagine del romanzo ci viene fornita qualche informazione dettagliata sulla sua estrazione sociale: mangiava carne di vacca piuttosto che di montone, visto che era più economica, il venerdì non mangiava la carne e la domenica celebrava la festività mangiando la colomba; quotidianamente veste in modo molto semplice, ma la domenica e nei festivi i suoi vestiti erano più eleganti. Viveva con una sua nipote, molto giovane, una governante ed un garzone. Lui era un appassionato di caccia, ma a causa della lettura ossessionata e compulsiva dei libri di cavalleria lascia tale passione, venderà tutto il suo patrimonio pur di costruire la biblioteca che è arrivato a ottenere, questa era imponente e contava molti volumi. Inoltre lui era un autodidatta, ma ciò nonostante era un uomo molto colto, conoscitore fine ed estremo della letteratura e proprio per questo più e più volte correggerà le persone che lo circondano, producendo anche un motivo di risa nei confronti dei lettori del suo tempo, cosa che resta invariata anche nei lettori attuali. Dunque, così, a causa della lettura smoderata, impazzisce, commette due errori: immagina che la fantasia sia realtà e pensa di essere in grado di ristabilire l’ordine della cavalleria errante, facendosi nominare, appunto ‘caballero errante’. Per perseguire ciò aveva bisogno di armi (che troverà presso la sua stessa casa, ma erano antiche, appartenevano ai suoi antenati), di un cavallo (ma aveva solo un ronzino, ma lo adeguerà all’esigenza, lo rinomina ‘Roncinante’, ovvero letteralmente ‘il ronzino che è avanti), infine però gli servirà una donna e sceglie Dulcinea del Toboso, cioè Aldonza  Lorenzo, donna che in questo momento afferma di conoscere, anzi, di aver conosciuto in gioventù ma successivamente, invece, dirà di non averla mai conosciuta, affermerà di essersene innamorato per sentito dire. Comunque viene così soprannominata perché Aldonza era un nome basso e volgare, quindi lo nobilita e lo eleva scegliendo un nome idilliaco e pastorale e ‘del Toboso’ perché viveva dal Toboso. Dulcinea svolge solo un ruolo strumentale e funzionale, al Quijote serviva una donna da amare, quindi qui notiamo un amore assolutamente ideale. Inoltre, notiamo che caratteristica principale del Quijote è nobilitare ed elevare la realtà che lo circonda affinché sia all’altezza della sua fantasia, quindi altro non fa che attuare una distorsione della realtà attraverso delle allucinazioni. Nella prima parte del primo romanzo è fitta la presenza di allucinazioni, così come il disturbo della personalità, questo secondo tratto però si annullerà con l’arrivo di Sancho Panza, suo scudiero, compagno d’avventure.

In molte situazioni notiamo che el Quijote è intrappolato in un mondo parallelo rispetto a quello in cui vive realmente, ovvero è intrappolato nella sua fantasia, dominata dal mondo cavalleresco. Ad esempio, nel capitolo 8, uno dei capitoli più importanti dell’intero romanzo, notiamo una particolare avventura in cui egli attua una distorsione della realtà in cui vive realmente, ma notiamo una cosa ancora più importante: el Quijote non conosceva i mulini a vento perché non viveva per davvero in quell’epoca, non li aveva mai visti (a causa della lettura eccessiva dei libri cavallereschi) e non sapeva che si sfruttava l’azione del vento nella Mancha; quindi li confonde, facendo aderire ciò che vede alla sua fantasia. Inoltre egli mai ammetterà di aver sbagliato, piuttosto egli afferma che un incantatore geloso di lui, Freston (vedi cap.7) lo aveva ingannato (doppia metamorfosi della realtà). Comunque, el Quijote non sempre appare folle ed inconsapevole della realtà in cui è immerso, vi è un particolare momento del romanzo in cui lui non è pazzo, o almeno parzialmente, in cui sembra aver chiara la realtà che affronta, ci riferiamo alla prima novela intercalada, in cui entra in contatto con il mondo pastorale e riconosce la realtà ed i personaggi che incontra per ciò che sono. Altra caratteristica del Quijote è che ad un certo punto, a causa del fatto delle donne di una osteria si prenderanno cura di lui, avrà istinti erotici, una sorta di impulso molto forte, che lo induce a stringere a se la serva della locanda, pensando invece che fosse la figlia del castellano. A tal proposito vediamo un Quijote che lui stesso afferma di essere un uomo casto, ma è casto a causa del fatto che fosse non sposato e ormai vecchio, quindi in un certo senso anche represso. Altro carattere da evidenziare è l’interesse del Quijote, c’è un episodio in cui tra i beni materiali e quelli spirituali, lui sceglie quelli spirituali, precisamente ci riferiamo al ritrovamento della valigia di Cardenio, lui fin da subito altro non voleva che ottenere il libricino di memorie che vi era contenuto li dentro. Come già visto, uno dei tratti principali del Quijote è la pazzia, dovuta, come si sa, alla lettura smoderata dei libri di cavalleria, ma ad un certo punto si instaura nel Quijote stesso un secondo livello di pazzia: fingerà di impazzire per amore, per emulare una tradizione letteraria molto importante, quella della penitenza. Solitamente questa avveniva in seguito ad eventi sconvolgenti, quali come un tradimento da parte dell’amata, che in questo caso non figura. Quindi el Quijote dirà che non importa perché lo fa, lo fa per mostrare che lui ne è capace e quindi sale il grado di adorazione nei confronti di Dulcinea. Quindi impazzisce per motivi squisitamente artistici e letterari, mostrando la sua forte volontà artistica (lo sforzo del cavaliere nel seguire le norme artistiche; l’operato, inoltre è arbitrario, dunque è importante la sincerità delle azioni: lui agisce onestamente). Ciò mostra un certo parallelismo con la letteratura passata, così Cervantes attua, tra l’altro, anche la tecnica dello sdoppiamento. Proprio in seguito a questo evento (capitolo 25) notiamo el Quijote autore: si fa autore di una delle lettere più belle dell’intera letteratura spagnola. Nel Quijote già si è visto questo personaggio calato nel mondo della stesura letteraria; cioè nei primi capitoli immaginava come i libri futuri avrebbero potuto parlare delle sue gesta eroiche, ma quella rimase solo immaginazione; ora el Quijote mette su carta la propria retorica, la propria capacità, facendosi autore per davvero. Infine, nella quarta parte del romanzo el Quijote, involontariamente, crea delle fatidiche coincidenze, la sua azione viene considerata risolutrice. In modo inconsapevole troverà delle soluzioni ai problemi dei personaggi; ma intanto subisce anche una eclissi, ovvero sarà molto assente e quando sarà presente, spesso, è in silenzio. Sancho Panza compare nella prima parte del romanzo e precisamente nel capitolo 8. Lui era sposato, aveva moglie e figli, anche se non si curava molto dell’amore di cui era circondato e diventerà scudiero, ingannato da una promessa di ricchezza. Lui era un contadino ed era un custode di maiali, quindi incarico basso. Inoltre notiamo che lui era un

uomo vero e proprio del suo tempo, conoscitore del suo mondo, non come el Quijote. Inoltre era un uomo materiale (di pancia) sarà lui più e più volte a riportare alla realtà il suo signore. Il fatto che è materiale lo rintracciamo anche nel capitolo 23°, ritrovata e aperta una valigia di Cardenio, e dopo aver notato che al suo interno vi era del danaro, egli subito si accaparra i soldi e pensa di aver trovato un bottino. Inoltre, Sancho, a causa del fatto che avesse vissuto tutta la sua vita con gli animali, identifica loro al pari delle persone, in certi momenti sembra che lui non distingua precisamente il genere umano dal genere animale. Ciò accade nel capitolo 15, all’interno dello stesso capitolo (alla fine, precisamente) el Quijote racconterà al suo scudiero alcuni passi dell’Amadis de Gaula, proprio per istruirlo, prepararlo, per far si che lui sia capace, in futuro, di dialogare con altre persone e di presentarlo in modo dignitoso ed onorevole, inoltre, cerca di istruirlo anche attraverso le numerose correzioni. Ad ogni modo, notiamo che Cervantes lo descrive come uno scudiero sempre fedele al suo padrone, che non prova mai a tradirlo, anzi, cercherà sempre, in un modo o nell’altro ad aiutarlo; ma v’è una particolare occasione in cui Sancho inganna il suo padrone. In questo caso, questo aveva molta paura a causa di un suono metallico che proveniva dal luogo verso cui el Quijote voleva andare, quindi fa si che Roncinante non potesse muoversi e dunque, di conseguenza, che il suo padrone non possa andar via e affrontare quella nuova avventura. Di Sancho è importantissimo evidenziare che ad un certo punto del romanzo, una volta incontrati il prete ed il barbiere, si fa artefice del ritorno a casa del Quijote, perché i due faranno in modo che lui dica dove il suo padrone è nascosto e dunque diviene in un certo senso loro complice. Inoltre in questa parte del romanzo assistiamo ad una trasformazione del rapporto tra el Quijote e Sancho: diventano più intimi, personali, il loro rapporto muta, spesso Sancho forzerà il proprio padrone e gli mancherà anche di rispetto. Infine, in questa parte, è opportuno sottolineare che Sancho avrà una posizione marginale, comparirà molto meno. Roncinante è il ronzino del hidalgo, questo non è un puledro di razza, piuttosto è un ronzino vecchio, magro e malandato, ma all’occorrenza, agli occhi del Quijote, va più che bene. Sarà protagonista di una avventura: nel capitolo 15 lui si avvicinerà a delle giumente, perché preso dall’euforia, dalla passione, quindi notiamo anche la descrizione, in un certo senso, dell’eros animalesco. Importanti sono Pero Perez, il curato, e Nicolas,  il barbiere. Aldilà della personalità del prete, capitolo 6 e 7, si cela lo stesso Cervantes, che attua una vera e propria critica letteraria e si scaglia ferocemente contro il genere cavalleresco. Il prete si mostra molto colto, conoscitore della letteratura e con il barbiere procede con una cernita dei libri cavallereschi. Ad un certo punto del romanzo, precisamente a partire dal capitolo 26, questi personaggi entrano all’interno della narrazione e non scompariranno più, anzi, saranno gli artefici del ritorno a casa del Quijote. Questi escogiteranno un modo per portare a casa el Quijote senza che egli opponga resistenza, infatti notiamo che el Quijote trascina con sé l’intera società, loro metteranno su una scena, secondo cui il prete si sarebbe vestito da fanciulla bisognosa che avrebbe chiesto aiuto al Quijote, affinché l’oltraggio commesso nei suoi confronti venga punito, dunque, notiamo che costoro cercando di entrare nella mente del pazzo, creeranno un atto teatrale (tra il comico ed il drammatico). Infatti, fino alla fine, ideeranno progetti pur di far ritornare il cavaliere errante a casa, dunque ciò mostra che el Quijote trascina profondamente con sé tutta la società (anche nel capitolo 46, dunque agli sgoccioli del romanzo ormai).

All’interno del romanzo non figurano solo questi personaggi, che sono presenti in tante scene della narrazione, ma vi sono tanti altri personaggi che compaiono, alcuni per singole scene, altri che ritorneranno ancora, ma tutti questi personaggi mostrano la Castiglia del tempo, mostrano la diversità dell’epoca e sono portatori della rappresentazione della realtà sociale del XVI-XVII secolo, descrivendo così diverse situazioni, mestieri, condizioni. Quindi questi personaggi provenienti dalle più disparate situazioni, ci rivelano molto sulla società e sulle varietà linguistiche di quel preciso periodo storico. Personaggi che incontra nella sua prima avventura, cioè presso l’osteria: l’oste, che el Quijote confonde con un castellano, Donna Tolosa e Donna Molina, prostitute che eleva a dame. Qui viene nominato cavaliere e le scene sono assolutamente parodiche e comiche, anche grazie all’oste che era conoscitore di letteratura sebbene fosse un malfattore. Personaggi che incontra nella sua seconda avventura: Andres che viene punito dell’agricoltore. In realtà Agustin Redondo individua nel nome di Andres un atteggiamento vivace e comportamenti riprovevoli; altri studiosi, invece, figurano tra questi due personaggi un rapporto padre-figlio, caratterizzato da violenza. All’interno dello stesso capitolo (4) vi è un’altra avventura, incontra dei mercanti, ma la situazione finisce male per el Quijote, perché costoro sono uomini di mondo, che si burlano di lui e che lo pesteranno gravemente. Successivamente incontra un suo compaesano che lo aiuterà e sarà visto come il buon samaritano, proprio perché lo riaccompagnerà a casa, cercando di mantenere intatto il suo onore. Con il gesto che compie questo personaggio si può fare un parallelismo con un evento che accade nell’ultimo capitolo del romanzo. Costui teneva all’onore del Quijote, invece, nel secondo ritorno a casa, il barbiere ed il prete non si cureranno di preservare la figura ed il rispetto del Quijote, addirittura lo faranno entrare al paese di giorno e di domenica addirittura. In seguito all’uscita con Sancho (cap 8), vi è una avventura molto importante, cui protagonista è un vizcaino, che non sapeva parlare il castigliano, perché era basco e proprio per questo el Quijote se ne burlerà e inizierà una lotta tra i due, che vincerà el Quijote, che si risolve solo nel capitolo 9, dopo una interruzione (fine della narrazione dal manoscritto da cui Cervantes, che è il secondo autore, copia). ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Primera novela intercalada del Ingenioso Hidalgo don Quijote de la Mancha. Siamo ora immersi in un nuovo mondo, nel mondo pastorale, abbandoniamo per un po’, quindi, il mondo cavalleresco. Questo mondo è connotato da una maggiore bassezza, nel senso di ‘mondo primordiale’, ad esempio costoro sembrano apprezzare maggiormente una letteratura più colloquiale e popolare, infatti apprezzano molto il romance del pastore Antonio. Qui vi sono dei pastori che vivono completamente immersi nella natura, tra le montagne e questo gruppo di pastori è tale, non per una scelta di natura filosofica o morale, piuttosto vivono così per lavoro. Questo è un mondo idilliaco e puro, proprio per questo vi sono dei pastori che si calano nelle vesti di pastori pur di fuggire dal mondo urbano, caotico, veloce, chiassoso, questo è il caso di Marcela, donna di cui si innamora Grisostomo,  che arriverà addirittura a uccidersi per lei e questa vicenda è impiantata grazie all’azione del pastore Pedro, infatti questa notizia arriva dall’esterno. Pedro successivamente narrerà questa storia come da fine oratore, sebbene il suo linguaggio fosse poco limpido ed esatto, mentre la sua narrazione (contenuto) era esatta.

All’inizio viene descritto Grisostomo: giovane ricco, che aveva studiato presso l’Università di Salamanca, dove aveva studiato l’astrologia e l’astronomia, con cui aiutava un su cugino nella coltivazione della terra, sfruttando al meglio il proprio terreno a seconda delle condizioni meteorologiche. Quindi è un uomo buono, generoso, intelligente, studioso, puro. Ma costui morirà per Marcela. Durante il pellegrinaggio verso il luogo di sepoltura del giovane incontriamo nuovi personaggi, tra cui proprio Vivaldo, uomo colto probabilmente ricco, che conosceva il mondo e che comprende la follia del Quijote, ma mai se ne burlerà, porterà rispetto. Marcela, come già detto, incarna la posizione di pastora per allontanarsi dalla caoticità del mondo urbano. La sua bellezza era tale da far innamorare chiunque, sebbene quello non fosse il suo obiettivo principale poiché non desiderava far innamorare nessuno. Lei era una donna che voleva essere libera e proprio per questo compie un tale gesto di allontanamento. Inoltre questo suo gesto viene favorito dalla sua condizione di ricchezza e dal fatto che era orfana. Comunque verrà da tutti considerata quasi come la peste. Comunque nel 14° capitolo Marcela parlerà e si difenderà dai cattivi giudizi della gente, dalle accuse di Ambrosio, amico di Grisostomo e smentirà quanto si crede di lei. In un primo momento lei appare molto lucida, fredda, dura, distaccata, lei attua un discorso sulla libertà, lei vuole essere libera di scegliere, è lei la padrona della sua stessa vita, ovviamente ciò è favorito dalla sua condizione di orfana e dalla sua ricchezza. Inoltre lei sebbene diventi una pastora contraddice alcuni precetti pastorali: lei diviene una pastora per fuggire dal mondo urbano, che è vano ed inconsistente, quindi attua quasi una fuga, una evasione da esso; contraddice i precetti pastorali proprio perché nega il vincolo tra la bellezza ed il matrimonio. Quindi, in questo modo, Cervantes attua un inno alla libertà. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Continuando l’analisi dei personaggi, successivamente, nel capitolo 15, ritroviamo nuovi personaggi, vale a dire, los yangueses, che vengono così soprannominati solo due volte, le altre volte Cervantes li menziona come ‘gallegos’, quindi, ci mostra una nuova classe sociale, proveniente da un nuovo luogo. Successivamente incontriamo una locanda a gestione familiare: vi è un uomo, Palomeque el Zurdo, con sua moglie, sua figlia  e una serva, Maritornes. Maritornes è descritta come l’anti-bellezza, Cervantes capovolge i canoni poetici petrarchisti della bellezza, lei è: brutta, grassa, bassa, con il viso schiacciato, gli occhi storti e il collo corto. Maritornes aveva un incontro amoroso con un mulattiere, che pernottava lì, e vedendo che el Quijote aveva afferrato e tirato a se la donna, interviene, perché preso dalla rabbia, gelosia, invidia e soprattutto frustrazione. Inoltre, successivamente ritroviamo ancora questa locanda, infatti bisogna specificare che il mondo delle locande all’epoca era molto importante, era un luogo di riparo, una sorta di rifugio, e la Mancha, visto che era un luogo di transizione, di passaggio, possedeva una cospicua quantità di locande. Comunque, successivamente, la figlia di Palomeque e Maritornes si burleranno del Quijote, la figlia del locandiere si mostrerà innamorata di lui e il cavaliere per molto tempo resterà con il braccio appeso a questa fessura, pur di comunicare lei il fatto che ciò è impossibile. In una delle avventure successive incontriamo dei personaggi che causeranno il cambiamento di direzione dell’intero Quijote: i galeotti. Questi ci permettono di entrare in contatto con un nuovo strato sociale, quello dei delinquenti, a sua volta ci permette di entrare all’interno di esso, grazie al fatto che Cervantes riporta il gergo da loro utilizzato,

vale a dire la lingua lampa. Ancora poi tra questi personaggi risalta un uomo dal fare superiore e superbo, Gines de Pasamonte, che si dice che avesse commesso più mali di tutti gli altri galeotti messi insieme. Questo prende spunto da un personaggio realmente esistito, Jeronimo de Pasamonte, uomo che Cervantes conosceva bene, per cui non nutriva un vero affetto e dunque lo inserisce proprio secondo l’aspetto di un delinquente. ------...


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