Appunti dall\'abc a harry potter PDF

Title Appunti dall\'abc a harry potter
Course Letteratura Inglese 1 Classe 1
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Appunti da “dall’abc a harry potter” Molti dei classici e dei bestsellers fanno parte di canoni transnazionali e il contributo anglosassone negli ultimi due secoli è esorbitante. Studiare la children’s literature, dal punto di vista del critico letterario, è impossibile senza tenere in considerazione il concetto, STORICAMENTE DETERMINATO, di infanzia o i mutamenti di istituzioni sociali come la famiglia. Gli studiosi di libri per l’infanzia si distinguono in due categorie: 1)i book people (cioè le persone interessate a ciò che vediamo nel libro, ne analizzano perciò la storia, il contesto, aspetto esteriore, connessioni con la cultura nazionale, per studiarlo, analizzarlo dal punto di vista letterale, storico sociologico, ecc.) poi ci sono i 1) Child people (cioè coloro che sono interessati a come il libro incide sui lettori, per esempio, dal punto di vista socio pedagogico, psicologico, ecc.). Inoltre bisogna tenere in considerazione che il termine ombrello children’s literature comprende testi sia per bambini, che per ragazzi e anche adulti. L’età, infatti, quella riportata sulle copertine come gender, è un’esigenza puramente commerciale e di marketing. In realtà infatti, molti libri sono dei crossover , in quanto si rivolgono a diverse categorie di età di lettori ed hanno quindi una doble audience, poiché regala piaceri estetici che possono interessare a tutti e su molti piani diversi. Questo non è un fenomeno esclusivamente contemporaneo, basti pensare a Robinson Crosue, Invanhoe e Gulliver’s travels. Perché studiare la letteratura per l’infanzia? Molti libri per ragazzi fanno parte ormai di una cultura sopranazionale e tutti gli conoscono ed importante essere coscienti che anche la letteratura per l’infanzia, come tutti i libri, influenza il pensiero dei bambini, pensiero che poi li accompagnerà per tutta la vita, influenzando così anche la loro vita da adulti. Infatti, i libri per ragazzi non sono slegati da ideologie, storia o politica, anzi, sono come dei calderoni di elementi culturali che collegano il mondo dei bambini con quello degli adulti (per questo si dicono storicamente determinati) .Prova ne è il fatto che ogni libro per bambini è comunque scritto da un adulto, ognuno dei quali ha le sue idee, anche in merito al concetto di infanzia e l’effetto che vogliono produrre con le loro opere. E alla fine, la letteratura per ragazzi, quindi, risulta essere lo specchio di come la società vorrebbe essere, o vorrebbe essere vista o delle preoccupazioni dell’autore in merito all’infanzia. Infatti molte volte, sono gli autori, guardando nostalgicamente al mondo dorato del passato, che hanno paura del futuro, e non i bambini, ai quali il futuro appartiene. Tutti questi motivi rendono importante e appassionante lo studio dei libri per bambini, come strumento di analisi interdisciplinare. Riflessioni sulla letteratura per l’infanzia La letteratura per ragazzi,come la fantasy o la fiaba è spesso erroneamente associata come un genere letterale meno rispettabile, genere,secondo alcuni, per menti inesperti e immature, e un adulto che legge un libro per bambini sente perciò, la necessità di giustificarsi davanti a questa scelta. Una risposta accettabile è, a parte l’importanza commerciale, che i libri per bambini sono una componente essenziale della moderna cultura occidentale(sono documenti, strumenti importanti nell’educazione, alfabetizzazione, psicologia, sviluppo della persona, contribuiscono alla storia della cultura, sul solidificarsi dell’identità nazionale, ecc.). Ora, più che in passato, quando la letteratura per l’infanzia non apparteneva al canone letterario delle opere considerate serie, i libri per bambini si studiano in tutto il mondo ed è diventato prestigioso a livello internazionale, poiché è MULTICULTURALE, INTERNAZIONALE E INTERDISCIPLINARE.

Le differenze della letteratura per l’infanzia I testi per bambini sono più complicati da studiare rispetto agli altri testi, poiché in ognuno è racchiusa un’idea specifica di bambino e di infanzia, che può essere basata su una teoria o esperienza personale nel contatto con i bambini o quello che gli editori pensano sia o dovrebbe essere l’infanzia. Questa idea inoltre cambia rapidamente nel tempo, a seconda dei luoghi di riferimento , così come cambia quello che crediamo debba essere la relazione ideale tra adulti e bambini. Per esempio, fino a poco tempo fa c’era in Gran Bretagna una legge non scritta che decretava l’obbligo degli happy ending. Altri autori si sono messi dalla parte dei bambini, incoraggiando un atteggiamento sovversivo, considerando i libri come mezzo per dare loro libertà; è il caso di Alice o dei libri di Roald Dahl, dove i bambini trionfano su adulti stupidi, disgustosi e sadici. A volte, gli scrittori usano i libri per bambini come terapia per risolvere o sublimare i loro problemi della loro infanzia o i rapporti con l’infanzia altrui. Inoltre, uno scrittore esperto può manipolare un lettore inesperto e malleabile come un bambino e quindi lo stesso atto di scrivere per i bambini è inevitabilmente un atto di violenza verso l’infanzia. Delle volte però il “lettore empirico” è impermeabile e può fraintendere o ignorare deliberatamente l’intento manipolatorio. Sorge spontanea la questione di come noi adulti leggiamo i libri per bambini; prima di tutto per diletto, poi per studiarlo ed analizzarlo, contestualizzarlo e giudicarlo per poterne poi parlare. Quando leggiamo un libro per ragazzi per diletto, possiamo leggerlo in due modi diversi: da adulti, cioè non ignorando il lettore IMPLICITO ma no ci identifichiamo in lui, e in secondo luogo da bambini, accettando il ruoto del lettore implicito e mettendoci nei suoi panni, adattandoci al testo e cercando di ricordare come fosse da piccoli leggere un libro per l’infanzia. Un altro modo di leggere un libro per ragazzi è leggerlo A un bambino, PER CONTO di un bambino e in questo caso siamo noi a giudicare e decidere cosa ai bambini non sarà permesso di leggere, cosa apparentemente ovvia, ma per giudicare gli effetti che potrebbe avere un libro, bisogna comprendere come i lettori singolarmente o individualmente comprendono il significato del libro, il che non è semplice. In molti casi sembra che i censori proteggino dai libri se stessi invece che i bambini. Definire la letteratura per l’infanzia Per distinguere i tipi di letteratura per l’infanzia, è l’idea di bambino contenuta nel libro che fa la differenza. Distinzioni sul piano del formato o del contenuto sono inutili. In certi casi sono addirittura gli autori a non essere sicuri della categoria nella quale stanno scrivendo e a volte cambiano categoria come “The Wind in the Willows” di Kenneth Grahame, inizialmente scritto per un pubblico adulto e ora commercializzato per bambini. Viceversa la fantasy, prima prevalentemente rivolta ai bambini, ora si rivolge massicciamente anche agli adulti. Molte volte però ci troviamo di fronte a della ambiguità poiché vengono commercializzati per i bambini delle storie contenenti elementi sessuali e di violenza: casi di ambiguità sono molto frequenti fra i classici di Walt Disney che di fatto si occupano di questioni adulte o tardo adolescenziali. Quindi, il critico adulto deve identificare le tipologie di infanzia a cui si rivolge, insieme alle tipologie di infanzia che incontreranno il libro. Il primo libro specifico per bambini, anche per gender, fu commercializzato nel Regno Unito a partire dagli anni 40 del 18° secolo quando John Newbery pubblicò nel 1744 “A little Pretty Pocket Book” venduto con in allegato un regalino. Successivamente, nell’800, si verificò il crossover, ovvero che i libri per ragazzi iniziarono a esser letti assiduamente da uomini. Solo nel 20° secolo, si ritornò ad una divisione rigida, poiché nacque il concetto di infanzia come periodo sperato, spazio distinto.

Ora, invece, al giorno d’oggi, la separazione tra gioventù ed età adulta si sta riavvicinando anche perché la fantasy e il realismo magico sono sempre più di moda tra gli adulti. Quindi per dedurre se un libro sia effettivamente per bambini, si può dedurre cercando di immaginare il lettore implicito, oppure dal punto di vista narrativo o dal tono che viene adottato. Come si è detto, è il concetto di infanzia che condiziona i libri per bambini. Questo significa che mentre l’ infanzia cambia, modelli fissi e solidi su carta rimangono immutati, per cui si distinguono libri che SONO per bambini e libri che lo ERANO. Questi ultimi interessano solo alla categoria dei book people- studiosi di letteratura e storici. Come avvicinarsi ai libri per bambini Gli approcci sono molto diversi nella letteratura per l’infanzia; dal punto di vista dello scrittore, c’è l’idea del cross-writing: la scrittura per bambini presuppone che gli autori debbano stabilire un dialogo tra il loro io presente e quello del passato. Poi c’è il concetto di chidness, che cerca di colmare il divario che esiste tra adulto e bambino, un punto d’incontro e ciò che il bambino offre al testo è quello che l’autore inserisce nel testo. Dal punto di vista del lettore, bisogna sempre tenere il considerazione che i bambini leggono in modo diverso dagli adulti e perciò giudizi di valore convenzionale sono inapplicabili, perciò la frase fatta “ai bambini piace” è valida solo se si basa su osservazioni empiriche. L’approccio critico prima dell’800, quando nacque la letteratura per l’infanzia, si concentrava sulla religione e sui concetti di infanzia e istruzione, sulla ricerca storica della prima editoria e sulle tecniche di stampa. La letteratura per l’infanzia, infatti, nacque dalla tradizione dei chapbooks, una forma di editoria non ufficiale contemporaneamente ai trattati puritani, cioè una combinazione tra “istruzione e divertimento” che molto spesso entravano in conflitto. Nell’800 poi invece si inasprì la tensione tra istruzione e divertimento, inizialmente tramite storie di ragazze con forti discriminazioni sociali, poi sostituite da una forma di fantasy non religiosa che derivava dalle fiabe popolari e letterarie; libri chiave sono Alice’s Adventures in Wonderland e Tresure Island. Carroll con Alice attraversò nel testo le sue ansie personali come forma di terapia. LA CRITICA DUNQUE Può ORIENTARSI IN VARIE DIREZIONI, DALL’ANALISI STRUTTURALE DELLE FIABE POPOLARI ALLE POLITICHE DEL COLONIALISMO, ALL’ANALISI PSICOLOGICA DEL PROCESSO DELLA SCRITTURA PER BAMBINI. Poi la critica letteraria è entrata pure a far parte della SOCIOLOGIA quando il concetto di infanzia separata come spazio sicuro per giocare (concetto del 20°secolo) fu attaccato dallo sfaldamento della famiglia tradizionale e da una figura del capofamiglia da pura e potente a violenta e in seguito alla mercificazione dell’infanzia che portò i libri per bambini a diventare poco più che prodotti da vendere. Oggi invece la critica letteraria si sta imbattendo il un nuovo fronte, ovvero quello della multimedialità, in quanto i vecchi libri sono ormai anche videogiochi, film, ecc. LE ORIGINI DELLA LETTERATURA PER L’INFANZIA Nel Medioevo, precisamente nel 1744, con la pubblicazione di John Newbery, viene indicata tradizionalmente come il momento in cui gli scrittori e l’editoria iniziano a pensare all’infanzia come un potenziale pubblico di lettori che vuole essere divertito ed istruito.

Tuttavia, in un contesto non commerciale, la letteratura per l’infanzia è sempre esistita, magari anche solo come semplici filastrocche della tradizione orale. Nel Medioevo il bambino era concepito in termini negativi: colui che non era ancora cresciuto e per cui incompleto e si vedeva nell’infanzia di Cristo, un modello che doveva essere applicato ad ogni bambino. Vi fu un forte culto di Gesù bambino, della sua famiglia terrena e dei santi bambini, e dell’innocenza martirizzata. Quindi erano testi per lo più di natura religiosa. L’immagine dei bambini era inoltre associata a quella delle CORTI (in questo periodo molti bambini salirono al trono come Enrico VI che aveva pochi mesi), che erano popolate da paggi bambini, giovani dell’aristocrazia mandati a corte per completare la loro educazione. Si avvertì per cui la necessità di una letteratura didattica rivolto a questo gruppo sociale, con intento pedagogico. Mentre i libri dedicati all’educazione (textbooks) appaiono già a partire dal settimo secolo, nell’Inghilterra dell’ undicesimo secolo sorgono le cosiddette Songs and Grammar Schools, finalizzate all’educazione e formazione di un bambino obbediente e pio;gli utenti erano i figli della nobiltà e piccoli proprietari terrieri. I babees books sono infine i testi per l’infanzia dell’aristocrazia più alta, che aveva un’educazione privata e domestica. I primi generi letterari per l’infanzia Ci sono dei testi che venivano identificati primariamente per l’infanzia e testi che si rivolgevano invece ad un pubblico più ampio. Questo è il caso dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer, dove eliminando le parti più licenziose e immorali, veniva proposto anche ad un pubblico più giovane. Altri racconti che si prestavano a essere lette o ascoltate dai giovani sono le favole di Esopo(corpus di brevi racconti con protagonisti animali che rappresentavano i vizi e le virtù degli esseri umani), che godettero di grande diffusione nel Medioevo. Il genere della favola nel Medioevo veniva letto a tutte le età, ma rimane una forma che definisce la letteratura per l’infanzia, per la loro funzione moralista. Uno dei testi più famosi fino al 700, è la collezione “Acts of Romans”, che racconta dalle vite dei santi alle fiabe orientali, che venivano letti come fonte di allegoria, di insegnamento morale o di semplice divertimento. Allo stesso modo di successo furono i racconti epico -cavallereschi, i “romances” che nella tradizione tardo medievale mescolavano materia arturiana, stilemi cortesi e spesso un gusto particolare per il comico e il fantastico, che affondavano le loro origini nella storia, mitologia e folklore. Spesso venivano adattati anche’essi ad un pubblico infantile e la loro lettura offriva semplice divertimento e per questo furono molto condannati come incentivo all’ozio. Solo dopo la fine del 17° secolo avvenne un riconoscimento ufficiale dell’intrattenimento come elemento essenziale per l’educazione del bambino (vedi Some Thoughts Concerning Education di John Locke del 1693). Se negli esempi usati fin ora possiamo parlare di letteratura “mista”, ci sono anche da considerare generi più specificamente rivolti ai bambini : dalla ninna nanna (lullaby) al primer ; il primer era un libro di preghiere ad uso dei laici che includeva una alfabetizzazione di base. Uno sviluppo dei primers sono gli abbecedari che contenevano poemetti alfabetici di ispirazione religiosa. Per bambini fu scritto perfino un manuale di istruzione scientifica (The Treatise of the Astrolabe di Geoffrey Chaucer) in cui l’attenzione è rivolta alle potenzialità del bambino e il tono è affettuoso e attento, nonostante l’argomento difficile. I babees books (books of table manners) Manuali pratici di buone maniere molto diffusi nel Medioevo. Data la bassa percentuale di alfabetizzazione è logico pensare che i lettori di riferimento fossero quelli appartenenti alla nobiltà ma soprattutto i giovani destinati alla carriera ecclesiastica. Per lo più erano destinati a lettori maschi ma qualche volta anche a lettrici come nel caso di “ How the good

wife taught her daughter. Lo stile è semplice (uso imperativo, frasi brevi, vocabolario limitato e stesura in versi o strofe e con uno schema di rime. Spesso venivano imparati a memoria e recitati; coniugavano l’insegnamento linguistico con quello morale. Possiamo indicare alcune linee comuni riguardo ai contenuti: il comportamento in pubblico è il tema principale, ovvero i momenti d’incontro con il proprio signore e i pasti, i quali erano la funzione sociale più importantw; i babees book insistono sugli aspetti meno eleganti a pasto. Ma ci sono anche precetti che sottolineano l’importanza della condivisione del cibo, della pulizia, dell’igiene personale e al rispetto che è dovuto ai superiori. Insegnamenti quindi di cortesia e di carità. Ma non si tratta di un libro solo sulle buone maniere, ma insiste sul concetto che l’educazione è un elemento naturale alla classe nobile, che si acquisisce con lo studio. Mancano però le sezioni dedicate all’educazione spirituale del bambino, per il loro scopo eminentemente pratico di questi manuali, se non con quale preghiera all’inizio e alla fine del libro e ringraziamenti a Gesù per i pasti. Tutti i manuali sembrano dipendere più o meno dalla stessa fonte “De disciplina scholarium” di Severino Boezio, uno dei massimi filosofi del Medioevo. Ma che rapporto avevano i babees books con i generi letterari per bambini(le favole esopiche e i romance)? Di fanno non se ne occupavano mai: non vi è alcuna esortazione nemmeno a leggera la Bibbia o altri testi religiosi, ma nemmeno di pratiche di ricreazione intellettuale come la musica o la danza. Solo uno tra i babees books rivolge la propria attenzione a questi argomenti: The Book of Curtesye (1477) unico esempio che propone un modello educativo più evoluto e articolato. Dopo la prima sezione dedicata alla giornata del bambino, dove non vengono trascurati i giochi, la conversazione e il sevizio a Messa, si raccomanda di studiare musica, canto e danza. Nella parte finale, invece, lo scrittore cita i libri più adatti ai bambini. Questo elenco è molto sorprendente perché elenca scrittori in lingua inglese, considerati modelli nella lingua tradizionale; si vede in ciò lo sforzo di formare un giovane ben educato ma anche un cittadino. Inoltre, abbiamo qui un primo canone di letteratura per l’infanzia. L’istruzione proposta da questo manuale, di stampo più ideologico che religioso, getta nuova luce sull’importanza che veniva data all’educazione in Inghilterra alle soglie dell’età moderna. La prima età moderna Con il regno di Elisabetta I, i babees books persero la popolarità, in quanto si facevano avanti testi scolastici dovuta all’arrivo della sistematica istituzione di scuole in Inghilterra. Arrivano i primi libri STAMPATI e nascono testi specificatamente pedagogici destinati agli educatori. I testi per i bambini invece sono gli hornbook, i chapbooks e battledores. Hornbook:fogli stampati , incollati sul legno e ricoperti da un sottile e trasparente strato di corno protettivo e il legno che fa da supporto ha anche un manico che lo rende facile da maneggiare. Includevano elementi di educazione elementare: l’alfabeto, i numeri assieme al Padre Nostro e alle preghiere (stessa funzione dei primers). Battledore: mini libro di cartoncino che includeva incisioni o illustrazioni Chapbooks: erano forme di editoria pirata, opuscoli generalmente composti da 70 pag ripiegate e legate, venduti da ambulanti, e contenevano testi di letteratura popolare:dai romances alle ballate,alle filastrocche a racconti in versi di recenti episodi di cronaca. Furono il primo tentativo di individuare nei bambini un mercato di lettori specifico. Furono molto utili per diffondere le fiabe. Tra i più interessanti testi scolastici ad uso specifico , troviamo i poemetti didattici, che insistono sugli

aspetti punitivi della disciplina scolastica e costituiscono un continuo ammonimento. Nelle grammar schools ,dove si studiavano autori latini e greci in lingua originale, si facevano uso di testi specificatamente pensati per l’attività scolastica, che discutono in forma più amplia della formazione del bambino, ma a differenza dei babees books medievali, hanno un tono nettamente più moraleggiante, soprattutto quelli rivolti alla middle class, in cui si sottolinea l’importanza della buona condotta e della virtù. Esempio: De civili tate morum puerilium di Erasmo da Rotterdam. In alcuni vi si trovano suggerimenti a letture classiche, elemento che va di pari passo con un rifiuto dell’eredità letteraria medievale, considerata infantile e futile, che trova origine nello scisma religioso di Enrico VIII (1534): la letteratura medievale inglese rappresenta “l’errore” cattolico e perciò rifiutata. Nella prima età moderna quindi non troviamo ancora letteratura per ragazzi come forma di intrattenimento. I babees books gradualmente si trasformano in syllabus, vale a dire un’articolazione professionale di ciò che veniva richiesto nelle scuole, un programma di formazione sistematica delle giovani generazioni, dove la lettur...


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