CAP. 9 (libro 3)- PS. Risorse PDF

Title CAP. 9 (libro 3)- PS. Risorse
Author Alexandra Lauretti
Course Psicologia del lavoro e delle organizzazioni
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
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riassunto del libro dettagliato...


Description

EMPOWERMENT INDIVID INDIVIDUALE UALE E ORGANIZZATIVO CAP. 9 L’empowerment è un concetto multidimensionale “multilivello” che indica tanto un’esperienza soggettiva e psicologica delle persone quanto le condizioni oggettive sociopolitiche entro le quali i soggetti sviluppano le loro esperienze. Zimmermann — individua tre concetti fondamentali attraverso i quali definire i diversi livelli di empowerment: il controllo, la consapevolezza e la partecipazione. - Il controllo si riferisce alla capacità, percepita o attuale, di influenzare le decisioni. - La consapevolezza critica consiste nella comprensione del funzionamento delle strutture di potere e dei processi decisionali, di come i fattori in gioco vengono influenzati e le risorse mobilitate. - La partecipazione rimanda all’operare per ottenere risultati desiderati. Le origini del costrutto costrutto:: Il costrutto dell’empowerment si sviluppa tra gli anni ’50 e ’60 negli Stati Uniti, all’interno degli studi politici e del linguaggio dei movimenti emancipatori e di lotta per i diritti civili delle donne e delle minoranze, accomunati dal motto di “dare voce e potere a chi non ne ha”. In questo ambito il concetto richiama la possibilità, da parte di chi è socialmente e politicamente emarginato, di emanciparsi da situazioni di opportunità limitate, e di passare da una condizione di passività e dipendenza a una condizione di attività e protagonismo nel proprio contesto sociale e politico. Negli anni ’70 il concetto di empowerment appare nella letteratura medica e psicoterapeutica, dove viene affrontato soprattutto nella sua componente individuale, in relazione al processo di riduzione della dipendenza del paziente dalla figura del medico o del terapeuta. Nello stesso periodo anche nell’ambito della pedagogia degli adulti cresce l’interesse per l’empowerment: in un’ottica simile a quella della relazione medico-paziente, qui il concetto si trova alla base del processo di autonomizzazione che libera il discente dalla dipendenza del docente, e richiama inoltre, sia la possibilità di crescita e di apprendimento durante tutto il ciclo di vita sia l’importanza per l’adulto di partecipare alla progettazione e all’attuazione di un percorso formativo. Negli anni ’80 viene recuperato l’accento sul significato sociale dell’empowerment che Rappaport Rappaport, uno dei primi psicologi a sistematizzare la teoria sull’empowerment, definisce come “un processo intenzionale permanente, centrato sulla comunità locale, che implica il rispetto reciproco, l’elaborazione critica, il prendersi cura di e la partecipazione al gruppo. Attraverso il gruppo le persone che mancano di risorse, ugualmente condivise, acquisiscono un accesso e un controllo maggiore rispetto a queste stesso risorse. L’empowerment acquisisce rilievo, in un’ottica simile e negli stessi anni, anche negli studi organizzativi e manageriali, dove viene analizzato in associazione “all’esercizio della leadership, all’attivazione di metodologie di lavoro di gruppo e allo sviluppo organizzativo”.

Empowe Empowerment rment e potere: Kanter (1977) definisce le persone disempowered come prive di potere. In questa prospettiva empowerment significherebbe la ridistribuzione di un potere reificato: - chi ne possiede troppo deve cederlo a che ne ha meno, o chi ne ha meno deve toglierlo a che ne possiede troppo, incontrando presumibilmente delle resistenze. Accanto alla concezione reificate del potere si trovano quelle che ne sottolineano la sua componente sociale e di interdipendenza: - “il potere non esiste in sé, ma risiede nelle relazioni tra le persone”. Questa posizione si incontra già in Webe Weberr che definisce il potere come “possibilità di far valere, entro una relazione sociale, anche di fronte a una opposizione, la propria volontà quale che sia la base di questa possibilità”. Potere, qui, è l’influenza di una persona su un’altra. Le due concezioni di potere discusse fin qui rimandano a una prospettiva ancorata all’idea di un potere su piuttosto che di un potere con. La prospettiva dell’empowerment, invece, ci aiuta a pensare al potere anche in termini positivi e processuali. La parola “potere”, in quanto verbi, richiama la dimensione dell’opportunità e della possibilità del “poter fare”. Secondo questa concezione, avere potere, essere empowered, significa non tanto detenerlo, quanto avere la potenzialità e la capacità di agire. In termini relazionali, questo significa coniugare l’interdipendenza con la condivisione, la reciprocità, la mutualità e la solidarietà, e rimanda alla dimensione partecipativa dell’empowerment, all’essere rafforzati dall’agire insieme con e non sugli altri. Il rischio di questa prospettiva risiede nell’esaltazione del lato luminoso del potere, tralasciando al contempo quello oscuro. Chiudere gli occhi di fronte al lato oscuro del potere significa ignorare i meccanismi di sottomissione, esclusione ed emarginazione presenti nelle nostra società. Il processo d dii empowerment individuale e psicolo psicologico gico gico:: A livello psicologico, l’empowerment empowerment può essere inteso sia come prodotto sia come processo, o meglio come processo psicosociale che può portare al risultato di empowerment percepito. L’empowerment non rappresenta mai uno stato dato, assoluto e oggettivo, ma rimane sempre oggettivamente e situazionalmente relativo.I soggetti disempowered si sentono psicologicamente impotenti e dipendenti, passivi, pessimisti e rassegnati. Attraversare un processo di empowerment significa riacquistare autoefficacia e un senso di locus of control interno. L’empowerment individuale riguarda soprattutto i concetti di con controllo trollo e di consapevolezza critica e avvia cambiamenti a tre livelli, cioè secondo tre stili interpretativi e costruttivi della realtà: 1. Il processo di attribuzione — fa riferimento al modo in cui tentiamo di spiegare i nostri insuccessi o successi attribuendone le cause a fattori interno o esterni. 2. Il processo di valutazione — riguarda invece le nostre credenze rispetto agli standard con i quali valutiamo le nostre prestazioni che, se troppo irrealistici, ‘portano a circoli viziosi di insuccessi percepiti e conseguentemente frustrazione.

3. Il processo di prefigurazione — rappresenta il modo in cui immaginiamo, anticipiamo, visualizziamo il nostro futuro. Questo processo oscilla tra una posizione di realismo pessimista e deprimente e un atteggiamento di ottimismo illusorio che però sembra avere un ruolo adattativo significativo. Divenire più consapevoli dei nostri schemi interpretativi della realtà e cercare di trovare una modalità per ridefinire il nostro grado di controllo su di essa, significa acquisire un buon grado di autoefficacia autoefficacia, intesa come possibilità di controllo sulla nostra vita senza essere né onnipotenti né impotenti. Per realizzare il circolo vizioso dell’empowerment, ai vissuti di autoefficacia, alla presa di iniziativa e all’assunzione di responsabilità, come esiti concreti di un processo di empowerment individuale, devono corrispondere il coinvolgimento nei processi collettivi, progettuali e decisionali e la delega e la condivisione di responsabilità all’interno di relazioni di fiducia e di sostegno reciproco. Empowe Empowerment rment e organi organizzazione: zzazione: Zimmermann parlando di empowerment organizzativo distingue tra “organizzazioni empower empowered ed” e “organizzazioni organizzazioni empowering empowering”. Empowered - (Empowered) Con il primo termine si riferisce a quelle organizzazioni che prendono o influenzano con successo decisioni politiche o che sviluppano reali alternative nell’offerta di servizi, cioè che compongono, insieme a singoli cittadini e istituzioni pubbliche, il livello comunitario. Sono organizzazioni empowered, per esempio, le organizzazioni che si impegnano attivamente nel contesto politico e sociale come le ONG o le organizzazioni non profit. - (Empowering )Le organizzazioni empowering invece sono quelle che forniscono ai propri membri strumenti per ottenere un controllo sulla propria vita e sviluppare competenze, cioè organizzazioni che permettono e favoriscono processi interni di empowerment. Generalmente si tratta di organizzazioni basate su una struttura democratica, all’interno delle quali viene permessa e promossa la partecipazione dei membri sia ai risultati e alla proprietà, sia al controllo e al governo, attraverso processi decisionali partecipativi e investimenti sull’autogestione, sulla comunicazione e sulla formazione. Emerge qui la necessità di uno sguardo multidisciplinare in relazione al concetto di empowerment. In questo senso, da un punto di vista psicologico, i contributi per studiare e promuovere le organizzazioni empowering si possono distinguere in due approcci: a. L’app app approccio roccio psico-socio-politico — il destinatario dell’intervento volto all’empowerment è rappresentato ancora dall’individuo e dalla sua emancipazione da una situazione powerless verso una condizione di empowerment. L’empowerment come sentimento di autoefficacia e possibilità di autodeterminazione rappresenta in questa concezione il più alto grado di investimento motivazionale nell’organizzazione e di “cittadinanza organizzativa”. b. L’app app approccio roccio socio-organizzativo — si distingue dal primo soprattutto per il fatto che analisi e intervento non partono da una presunta condizione di disempowerment dell’organizzazione e delle persone che la compongono, ma da situazioni organizzative per lo meno potenzialmente empowered ed empowering. I riferimenti teorici e metodologici di questo approccio sono da ricercare sia nella prospettiva socio tecnica del Tavistock Institute di Londra sia nella scuola statunitense dell’OD.

L’integrazione dei due approcci suddetti crea un terzo approccio, quello et etnoclinico noclinico noclinico, che integra analisi ed intervento vedendo un’attiva partecipazione degli attori organizzativi. Il futuro dell’empowerme dell’empowerment nt tra psicologia organizzativ organizzativaa e di comunità: l’ipotesi del doppio empowerment empowerment:: Mentre un’organizzazione empowering non deve per forza essere empowered (può non avere molta influenza politica ma offrire ai propri membri l’occasione di sviluppare competenze e senso di controllo), essere empowering per un’organizzazione empowered sembra sia fondamentale. Per favorire processi di empowerment di “terzi”, le persone che lavorano in organizzazioni empowered necessitano di opportunità empowering tanto individuali quanto organizzative. Crediamo che questa esigenza valga particolarmente per le organizzazioni di servizio alla persona o per le ONP. È in questo ambito organizzativo che è stata sviluppata l’ipotesi del doppio empowerment da parte di soggetti reciprocamente coinvolti in un processo di sviluppo individuale, organizzativo e comunitario, cioè l’ipotesi che l’empowerment individuale dei soggetti disempowered possa realizzarsi solo in concomitanza con la costruzione di un funzionamento organizzativo che consenta l’empowerment dei membri normodotati impegnati nel sostenere, accompagnare, facilitare, creare le premesse organizzative per l’empowerment dei soggetti cui ci si rivolge e con cui si coopera e che sono, contemporaneamente, destinatariecostruttorideiloroservizi. Questa visione è auspicabile in tutte quelle organizzazioni che prevedono una relazionalità reciproca e funzionale al raggiungimento del cambiamento....


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