Cap 9 PDF

Title Cap 9
Author Valeria Italia
Course Sociologia
Institution Università degli Studi di Enna Kore
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Cap 9 Disuguaglianza L’analisi sociologica della stratificazione sociale ha come oggetto lo studio sistematico delle diseguaglianze tra individui e gruppi. La disuguaglianza è una caratteristica di tutte le società umane conosciute. La schiavitù è stata una delle prima forme in cui le disuguaglianze hanno iniziato a manifestarsi in modo sistematico. Gli schiavi sono individui privi di diritti di cittadinanza, che possono essere obbligati a lavorare per altri. La storia della disuguaglianza Il sistema dominante di disuguaglianza prima dell’avvento del capitalismo era quello conosciuto come feudalesimo: un ordine sociale in cui coloro che possiedono la terra (i feudatari) ricevono i prodotti di coloro che la lavorano, i servi, obbligati per legge a lavorare per il feudatario. L’aumento della concentrazione della ricchezza è iniziato negli anni ’80 del 900 e rappresenta una significativa inversione di tendenza rispetto a un trend quasi secolare di riduzione progressiva della diseguaglianza. Per la storia delle disuguaglianza  All’interno di questo processo evolutivo, che porterà all’affermazione della società moderna, possiamo distinguere diverse tappe: 1 - la società di cacciatori e raccoglitori 2 - la società di coltivatori e pastori/allevatori 3 - la società di agricoltori 4 - le società agrarie dell’antichità greco-romana 5 - la società feudale le società di orticoltori, rispetto a quelle di cacciatori e raccoglitori, sono molto più ampie e differenziate e presentano forme di disuguaglianza, che rimangono confinate al piano personale e non danno luogo alla formazione di privilegi permanenti surplus, grazie al quale nella società si formano dei gruppi (sacerdoti, burocrati, artigiani, commercianti) che non partecipano direttamente alla produzione del cibo che consumano. Tra il XVI e il XIX secolo le società occidentali sono oggetto di un processo di trasformazione, che investe la sfera: 1. - economica 2. - politica 3. - giuridica 4. – culturale. L’emergere e l’affermarsi del capitalismo nella società moderna è il frutto di una serie di trasformazioni, in seno a diversi settori di attività economica: i. - agricoltura ii. - artigianato iii. - attività mercantile

Soggetti e oggetti della disuguaglianza Le diseguaglianze di reddito e ricchezza hanno una rilevanza centrale. Con il termine reddito si indica la quantità di denaro o beni percepita in un particolare periodo contabile (ora, giorno, settimana, mese, anno ecc.) Esistono molteplici fonti di reddito: lavoro fisso, investimenti, possesso di beni immobili o imprese. La maggior parte delle persone, prima di andare in pensione, ricavano il proprio reddito prevalentemente dall’attività lavorativa, ma alcuni hanno molteplici fonti di reddito. La ricchezza è un altro importante indicatore delle risorse familiari di lungo periodo. La ricchezza più diffusa è la proprietà immobiliare. Poiché le case tendono ad apprezzarsi (cioè ad aumentare di valore) nel corso del tempo, la proprietà immobiliare è stata storicamente il primo bene attraverso il quale le famiglie con redditi modesti hanno potuto accumulare ricchezza (comprando una casa e vivendovi per molti anni mentre il suo valore aumentava). Il reddito e la ricchezza sono misure fondamentali di disuguaglianza, quelle più comunemente studiate, ma non le uniche rilevanti. Il consumo reale fornisce una prospettiva sulla disuguaglianza diversa da quella offerta considerando solo il reddito. E’ interessante notare, che per le famiglie povere e appartenenti alla classe media il consumo, supera il reddito dichiarato. Per le famiglie povere, ciò si verifica solitamente perché altri famigliari o amici

prestano loro soldi o beni o perché qualche entrata non è denunciata. Per tanto il consumo è ciò che famiglie e individui sono realmente in grado di comprare e consumare. Infine, la disuguaglianza di benessere riguarda numerose dimensioni della vita, essenziali per la nostra esistenza quotidiana ma distribuite in modo impari. Tra gli aspetti più importanti del benessere troviamo la salute, l’esposizione al crimine e alla violenza, l’esposizione a rischi ambientali e il livello generale di felicità. Le disuguaglianze di reddito e ricchezza sono spesso collegate al benessere; per esempio, i ricchi e i membri della classe media possono permettersi un’assistenza sanitaria di livello più alto rispetto ai poveri, nonché altri beni e servizi che garantiscono loro una salute migliore (frequentare una palestra, mangiare cibo di migliore qualità ecc.)

Classi e disuguaglianze Nella maggior parte dei paesi, esiste un’ampia classe media che gode di alcuni dei benefici e vantaggi offerti dalla ricchezza. I sociologi usano il termine classe per definire gruppi di persone che si trovano in posizioni sociali ed economiche simili, hanno all’incirca le stesse opportunità di vita e traggono vantaggi (o svantaggi) dagli stessi tipi di politica governativa. Le classi sono gruppi, non individui (sebbene da questi ultimi siano formate). Il concetto di classe elaborato da Marx Engels (Manifesto del Partito Comunista, 1848) prevede che, in ogni società, esista una singola divisione cruciale tra due classi (una dominante, l’altra subordinata) risultante dal sistema economico: la borghesia e il proletariato. Nella maggior parte dei paesi, e in tutti quelli occidentali, oggi esiste un’ampia classe media che gode di alcuni dei benefici e vantaggi offerti dalla ricchezza. Come definirla? 1. Chi ha redditi intermedi. 2. Chi ha un punteggio medio nelle tre dimensioni di istruzione, reddito e occupazioni (“status socioeconomico medio”). 3. Chi appartiene allo stesso gruppo occupazionale, condividendo al suo interno visioni politiche simili e agendo con gli altri del gruppo per ottenere stipendi più alti o cambiare le politiche governative (ad es., attraverso sindacati o associazioni professionali).

Lo schema di classe Erikson-Goldthorpe Lo schema più utilizzato è quello elaborato dai sociologi britannici Erikson e Goldthorpe che hanno individuato cinque classi fondamentali: la classe dirigente o di servizio, formata da grandi imprenditori, professionisti e dirigenti; la classe media impiegatizia, formata da lavoratori dipendenti che svolgono mansioni non manuali a medio o alto livello di qualificazione; la piccola borghesia, formata da piccoli imprenditori e lavoratori autonomi; la classe operaia qualificata, formata da lavoratori dipendenti che svolgono mansioni manuali a medio o alto livello di qualificazione; e la classe lavoratrice, formata da lavoratori dipendenti di ogni tipo che svolgono mansioni a basso livello di qualificazione.

Misurare la disuguaglianza delle opportunità e la mobilità sociale Un importante tipo di disuguaglianza è quella delle opportunità. • Se ognuno – a prescindere dal proprio retroterra sociale (cioè dalla famiglia in cui vive e cresce) – ha simili possibilità di successo nella vita adulta, allora possiamo dire che le opportunità sono distribuite in modo uniforme. • La mobilità sociale misura il livello di correlazione (il grado di somiglianza relativa) tra le posizioni sociali ed economiche (reddito, o qualsiasi altra misura di posizione socioeconomica) di genitori e figli in età adulta.

Famiglie, mercato del lavoro e politiche governative sono tre fattori che influenzano la mobilità sociale (la misura e i modi in cui i membri di una data società si muovono, nel corso della propria vita, all’interno dello spazio sociale) : sono fortemente correlati con il livello di disuguaglianza delle condizioni di vita con cui si confrontano i bambini quando crescono. Gli scienziati sociali hanno mostrato che il livello complessivo di disuguaglianza delle condizioni di vita presente in un dato paese è tipicamente correlato con il suo livello di mobilità intergenerazionale (o di uguaglianza delle opportunità): in generale, maggiore è la disuguaglianza delle condizioni di vita, minore è il livello di mobilità sociale.

Il problema della povertà La povertà è un concetto complicato. Nei termini più semplici è una condizione che implica l’impossibilità di soddisfare i propri bisogni primari come cibo, vestiti, casa, assistenza sanitaria. Il governo degli Stati Uniti usa una misura di povertà assoluta che cerca di definire la quantità minima di reddito necessario per soddisfare i bisogni primari. Molti governi in Europa invece, usano una misura di povertà relativa, che cerca invece di cogliere i cambiamenti del tenore di vita. La definizione più comune di povertà relativa coinvolge quelle famiglie che vivono con redditi inferiori al 50% del reddito mediano (la mediana è il punto centrale della distribuzione di reddito nel paese, rispetto alla quale metà della popolazione sta sopra e l’altra metà sta sotto). Povertà e i bambini La povertà minorile crea un circolo vizioso che riproduce lo svantaggio attraverso le generazioni. E’ un problema importante anche nei paesi economicamente avanzati. I bambini poveri hanno non pochi problemi. Ad esempio, gli adolescenti poveri hanno anche una maggiore probabilità di abbandonare le scuole superiori, avere un figlio di giovane età e mettersi nei guai con la legge. La mancanza di sostanze nutritive fondamentali, di una casa, di vaccini e di assistenza sanitaria compromette il loro sviluppo. Vivere in povertà causa un’importante fonte di stress e lo stress è assolutamente negativo per i bambini. Inoltre, la povertà non riguarda solo l’impossibilità di permettersi determinati beni: solitamente è associata all’esposizione all’inquinamento alla violenta e all’insicurezza del proprio quartiere, alle difficoltà di accedere a servizi istituzionali come l’assistenza sanitaria o le scuole e molti altri fattori a rischio. La povertà e i relativi fattori di rischio possono influenzare nella fase evolutiva la neurobiologia del bambino in maniera significativa, compromettendone lo sviluppo cognitivo e la concentrazione.

Homelessness Una delle forme di più estreme di povertà è l’homelessness, letteralmente mancanza di una fissa dimora. Esso è un importante problema sociale in molte parti del mondo. Gli individui e le famiglie possono diventare senzatetto per diverse ragioni specifiche, incluse le guerre, i conflitti violenti che possono creare milioni di rifugiati. Ma in circostanze normali la condizione universale è quella dell’estrema povertà. Il problema dei senzatetto è cresciuto in modo considerevole negli anni 80 in America quando la chiusura degli ospedali psichiatrici, l’aumento della disoccupazione si è associato all’incremento del numero di persone privi di residenza regolare. L’intervento della politica nel ridurre la povertà non è lo stesso in tutti i paesi. I governi possono scegliere di adottare politiche in grado di ridurre la disuguaglianza nella distribuzione di reddito, ricchezza e altre risorse, così come possono scegliere di adottare politiche finalizzate a ridurre il numero di persone che vivono in povertà....


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