CAP.2 Maturi i suoni dell\'italiano PDF

Title CAP.2 Maturi i suoni dell\'italiano
Author Barbara Concu
Course Linguistica Generale
Institution Università degli Studi di Cagliari
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capitolo 2: i suoni dell'italiano...


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CAP.2 I SUONI DELL’ITALIANO (Pietro Maturi, I suoni delle lingue, i suoni dell’italiano) Anno Accademico 2019/20. Corsi di Linguistica Generale.

L’italiano Standard.! Con l’espressione italiano standard ci riferiamo a un livello della nostra lingua fissato in termini normativi che non sempre corrisponde all’uso personale e, soprattutto, regionale dell’italiano. La versione standard è parlata/usata in determinati contesti da specifiche professioni, un esempio su tutti sono gli attori. Questa pronuncia standardizzata prende il nome di ORTOEPIA. L’italiano standard viene insegnato nelle scuole e come seconda lingua per gli stranieri senza prestare particolare attenzione all’aspetto fonetico. LE VOCALI. Vocalismo Tonico. Il sistema vocalico tonico italiano è composto da sette vocali cardinali primarie. [i e a o u ɛ ɔ]. L’italiano standard non presenta vocali secondarie né vocali nasali, per questo motivo la rappresentazione grafica del sistema vocalico italiano ha l’aspetto di un triangolo più che di un trapezio. (Triangolo Vocalico)

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La lunghezza vocalica in italiano non ha valore distintivo ed è regolata da una COMPENSAZIONE QUANTITATIVA: si allunga la vocale per compensare la mancanza di una coda consonantica; in italiano ogni sillaba tonica aperta (senza coda) in posizione non finale avrà sempre una vocale lunga. Al contrario le sillabe toniche chiuse (con coda) saranno sempre brevi. [‘k a° s a] vs [‘k a s s a] Naturalmente questa regola non si applica alle sillabe atone. [‘k a° s a ] ma [k a ’s e t t a] (poiché si ha uno spostamento dell’accento dalla prima alla penultima sillaba).

SILLABA ATONA = VOCALE BREVE SILLABA TONICA FINALE= VOCALE BREVE SILLABA TONICA CHIUSA NON FINALE= VOC. BREVE SILLABA TONICA APERTA NON FINALE: VOC.BREVE

Vocalismo Atono. L’italiano standard ha solo cinque vocali atone [i, e, a, o, u]

[e o] sono sempre usate nelle sillabe atone [p e ‘r o] [t o r ’n o], ma in sillabe toniche si usano [ɛ ɔ] come [‘p ɛ° r o] [’t ɔ r n o].

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Dittonghi. Il dittongo identifica una sequenza vocalica all’interno della stessa sillaba, che si pronuncia con un’unica emissione sonora. Nella sequenza APPROSSIMANTE + VOCALE come in [‘p j ɛ° d e] [‘p j o° v e] [‘f w o° k o] qui abbiamo l’avvicinamento dell’approssimante all’articolazione consonantica e parliamo di DITTONGHI ASCENDENTI o SEMICONSONANTI Invece nella sequenza VOCALE + APPROSSIMANTE come in [‘d a j n o] [‘a u t o] [‘ɛ u r o] abbiamo l’approssimante più vicina alla pronuncia della vocale che la precede e parliamo di DITTONGHI DISCENDENTI o SEMIVOCALI. Quando ci troviamo di fronte a una sequenza di tre vocali in un’unica sillaba parliamo di TRITTONGHI che sono formati da un’approssimante + un dittongo discendente [’t w o i]. Le Consonanti. Il sistema delle consonanti italiane include: • Tre coppie di Occlusive sorde e sonore: [ t d] [p b] [k g] che possono essere brevi o lunghe; le occlusive velari [k g] per effetto dell’assimilazione vicino a [j i] andrebbero trascritte usando le occlusive palatali [c ɟ]; • Due coppie di Fricative e una Prepalatale sorda: [f v] [s z] [ʃ]; la prepalatale sorda è sempre lunga quando si trova all’interno di una sillaba preceduta da vocale; • Due coppie di Affricate: [ts dz] [tʃ dʒ] che sono sempre lunghe quando si trovano in posizione intervocalica e se preceduta da parola che termina per vocale; • tutte le nasali [m n ɱ ŋ ɳ] ; • due laterali [l ʎ] • una vibrante [r] • due approssimanti [j w]. LA SILLABA. La Struttura Della Sillaba. In italiano ogni sillaba ha sempre un NUCLEO VOCALICO, una TESTA che può essere presente o meno e una CODA che può anche essere vuota.

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L’Accento Di Parola. Accento Primario. In italiano abbiamo un accento libero, non è stabilito attraverso la struttura segmentale della parola ma lessicalmente: l’accento può cadere su una qualunque sillaba ( il più comune è sulla penultima). Se l’accento finisce sull’ultima sillaba avremo sillabe TRONCHE/OSSITONE; quando invece cade sulla penultima parliamo di sillabe PIANE/PARASSITONE; avremo sillabe SDRUCCIOLE quando l’accento cade sulla terzultima sillaba. Accento Secondario. In italiano abbiamo oltre all’accento primario, un accento secondario che è presente in parole composte da più di quattro sillabe. Di norma l’accento secondario si trova a due sillabe di distanza da quello primario. Forme Clitiche e Parole Fonetiche. I monosillabi sono privi di accento ma inseriti nella catena parlata si possono comportare in due modi: • come MONOSILLABI DEBOLI/CLITICI quando si legano alle parole adiacenti e fungono da sillabe atone di quella parola [‘g w a r d a m i]; • come MONOSILLABI FORTI quando mantengono la propria autonomia nella catena parlata [ mi ‘g w a r d i]. In entrambi i casi la particella monosillabica ha valore di PAROLA FONETICA. Altri Fenomeni Accentuali. Si ha il fenomeno della RETROCESSIONE quando due sillabe di due parole distinte (una finale e una iniziale) sono entrambe accentate e l’accento retrocede sulla prima parola; La DEACCENTAZIONE TOTALE o PARZIALE avviene abbiamo due bisillabi consecutivi e uno dei due perde l’accento. Fenomeni Fonosintattici L’ELISIONE è un fenomeno fonosintattico in cui si ha la caduta della vocale della sillaba finale quando anche la parola successiva inizia per vocale. Il RADDOPPIAMENTO SINTATTICO è quel meccanismo per cui alcune parole allungano la consonante iniziale, tranne quando queste iniziano per [s z]. Ha parlato [a pp a r ‘l a t o]

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L’intonazione. In italiano l’intonazione non è normativa ma è media e regionale. In linea generale il contorno intonazionale italiano può definirsi discendente nelle affermative e ascendente nelle interrogative si/no e nelle interrogative ch-. Varietà Regionali Italiano. La situazione linguistica e sociolinguistica dell’italiano contemporaneo è così varia che praticamente nessuno parla la stessa varietà fonetica di italiano. Le varie parlate regionali sono basate proprio sulla presenza di tratti fonetici non standard, che sono attribuibili all’influsso delle parlate dialettali sull’italiano standard nel momento in cui grandi masse di persone dialettofone hanno iniziato ad apprendere l’italiano standard. Le parlate regionali possono essere soggette a INFLUSSO DIRETTO quando si ha l’emergere di elementi fonetici dialettali nell’italiano regionale; o possono attuarsi fenomeni di IPERCORRETTISMO con l’eliminazione di caratteristiche dialettali ritenute non consone. Ogni varietà regionale ha tratti fonetici STABILI detti INDICATORI cioè sempre presenti e che ci permettono id riconoscere la provenienza geografica dell’interlocutore; e tratti fonetici MARCATORI che vengono controllati o eliminati in determinati contesti. Le Vocali. Vocalismo Tonico. L’italiano standard ha sette vocali toniche ma ognuna di queste ha diversa distribuzione nelle varietà regionali. La più frequente è la diversa distribuzione di timbri medio-alti e medio-bassi [e] [ɛ]. Il Sistema Pentavocalico. In Sardegna, Sicilia, Salento e Calabria si ha un sistema vocalico pentavocalico disposto su tre gradi di apertura; spesso il grado di apertura medio si indica con quello medio-alto. I Sicilia e Sardegna ad esempio, si tende ad utilizzare il grado medio basso [ɛ]. Vocalismo Atono. Il sistema vocalico atono è pentavocalico come per l’italiano standard.

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Alcune varietà regionali (Puglia e Campania) però sostituiscono le vocali atone finali con lo “schwa”; se questa sostituzione avviene con parole di origine straniera che terminano per consonante si parla di EPITESI; se l’inserimento vocalico avviene all’interno di parole con sequenze di consonanti rare nella fonotassi italiana parliamo di ANAPTISSI. Dittonghi. I dittonghi subiscono, in italiano, una riduzione soprattutto in sillaba atona e nell’eloquio veloce: fenomeno di MONOTTONGAZIONE dei dittonghi. {m a w ‘r i° ts j o]

[m o ‘r i° ts j o]

LE CONSONANTI. Occlusive. La più frequente modifica delle occlusive è quella della “gorgia toscana” dove le occlusive sorde in posizione intervocalica sono ASPIRATE e FRICATIZZATE; avviene lo stesso fenomeno anche con le sonore, ma in misura meno frequente. [p t k] = [p’ t’ k’] In Calabria avviene la stessa modifica ma senza fricatizzazione. Le occlusive sorde sono invece soggetto di SONORIZZAZIONE nell’Italia centrale; mentre le occlusive alveolari in Sicilia diventano retroflesse. Fricative. Nel Centro e Sud Italia si usa sempre la fricativa sorda [s] in posizione intervocalica e al nord la fricativa sonora [z]. Affricate. Le affricate alveolari [ts dz] sono spesso distribuite diversamente con una maggiore frequenza della sonora [dz]. Le affricate palatali [tʃ dʒ] in Toscana vengono fricatizzate quando sono nn posizione intervocaliche e non sono doppie. Nasali. Nell’Italia settentrionale la nasale [n] diventa velare [ŋ] quando in finale di parola [i n a r’r i v o] = [i ŋ a r’r i v o] mentre la palatale [ɳ] è sempre breve ; nell’Italia centrale la nasale + l’approssimante palatale [j] si trasforma in una nasale palatale [ɳ].

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Laterali. In parte dell’Italia settentrionale la laterale alveolare [l] diventa una laterale palatale [ʎ] di fronte a consonante, che è sempre breve; questo fono al Centro-Sud è sostituito dall’approssimante palatale [j]. Vibranti. C’è una maggiore concentrazione di vibranti palatali e uvulari in Piemonte, Emilia e Trentino (erre mosce). In Lazio invece si ha l’esclusione della vibrante alveolare [r] lunga. Approssimanti. In Lazio e parte dell’Italia Centrale l’approssimante palatale [j] è sempre lunga in posizione intervocalica. Lunghezza Consonantica. In tutta l’Italia settentrionale non si ha il raddoppiamento consonantico iniziale; mentre al sud manca il raddoppiamento sintattico dopo parole tronche. In Sardegna invece si ha la tendenza a far diventare lunghe le consonanti che precedono la vocale tonica. Accento Di Parola. Al Nord si ha l’anticipazione dell’accento nelle parole piane; al Sud l’accento si sposta sull’ultima vocale in parole che terminano per consonante. L’intonazione Della Frase. In italiano l’intonazione costituisce uno degli strumenti più diretti per capire la provenienza geografica dell’interlocutore. Le DICHIARATIVE avranno un andamento più costante al Nord e più discendente al Sud; le INTERROGATIVE SI/NO sono più ascendenti al Nord e meno al Sud; Le INTERROGATIVE ch- hanno in tutta la penisola un’intonazioen intermedia tra l’interrogativa si/no e le dichiarative.

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