Entomologia - rrrrrrrr PDF

Title Entomologia - rrrrrrrr
Course Genetica agraria e miglioramento genetico vegetale
Institution Università degli Studi di Perugia
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ENTOMOLOGIA Diffusione degli insetti: vi sono al mondo circa un milione di specie di insetti ,conosciute, e rappresentano il 75% degli animali e ve ne esistano almeno 3 milioni di specie. Essi hanno colonizzato tutti gli ecosistemi terrestri e d’acqua dolce con materiale organico disponibile e vivono anche in condizioni climatiche avverse, ma pochissime si son adattate ad ambienti estremi. In base al cibo di cui si alimentano essi si distinguono in: fitofagi, zoofagi, microfagi, saprofagi, necrofagi ed coprofagi. -Durata evolutiva e plasticità: si son evoluti circa 400 milioni di anni fa, cosa che ha permesso loro di adattarsi ad adattamenti fisiologici, morfologici e comportamentali con ottima plasticità fenotipica. -Elevata potenziale biotico: sono caratterizzati da elevata profilicità e da una brevità nel ciclo. -Abilità nel volo -Dimensioni piccole che vanno dai 0.21 micron ai 20 cm. Questo è dato dal rapporto massa espressa in cm cubi e potenza muscolare, e quindi gli permette di volare o camminare sui muri cosa che un elefante non può fare. -Esoscheletro: ovvero, il corpo è fatta di acqua sangue ed altre sostante. Il sangue degli insetti è detto EMOLINFA. -Resistenza al disseccamento grazie alle membrane. -Respirazione tracheale: essi non respirano dalla bocca ma da entrate laterali ove sono presenti delle aperture collegate alle trachee. -Metamorfosi unica perché hanno le ali, non tutte c’è li hanno, vi sono infatti insetti che vivono in acqua e respirano grazie a branche collegate a trachee e poi crescono e respirano direttamente dalle trachee.. L’insetti e l’uomo hanno attuato una relazione fine a: apicoltura, alimentazione, per pescare e produzione di seta.

La presenza di insetti dannosi fanno perdere circa il 30-40 percento della produzione. Per tanto la difesa sostenibile aiuta la produzione alimentare in pre e post raccolta, che rappresenta quindi una necessità ORIGINE DEGLI INSETTI CLASSIFICAZIONE Si parla di milioni di anni, circa 500 milioni di anni fa, nel perdiodo cambriano abbismo gli antenati degli artropodi, 400 milioni di anni nel periodo devoniano con comporsa dei primi esapodi e coevoluzione con tracheofite. 350 milioni nel periodo carbonifero di anni fa abbiamo un ampia radiazione evolutiva degli insetti e notevole incremento ed infine circa 245 milioni di anni fa nel periodo triassico abbiamo la coevoluzione con piante impollinatori. PHYLUM ARTHROPODA, gli insetti si dividono in chelicerata (ha un altro tipo di apparato boccale) e mandibulata (hanno la mandibola). I chelicerata sono gli arachnida che sono ragni, scorpione acari. Poi abbiamo i mandibolati che sono si dividono in crustacea, hexapoda, myriapoda ed ad esempio abbiamo il chilopoda che è una scolopendra per ogni segmento del loro corpo hanno un paio di zampe. Mentre il diplopoda che sono i millepiedi perché per ogni segmento del loro corpo hanno due paia di zampe. CHELICERATA: arachnida detti anche acari. Quindi ordine acari, famiglia tetranychidae. Detti anche ragnetti rossi e sono gli acari più dannosi alle colture. MANDIBULATA: hexapoda, entognatha: colleombola. Questi sono esapodi diversi dagli insetti soprattutto perché hanno le appendici boccali nascoste (entognatha) e per la furcula (furca) usata per saltare .gli ectognatha (insecta) fanno parte sempre dei mandibulati. Questi insecta sono animali suddivisi in setti, il corpo è suddiviso in 3 regioni (capo, torace ed addome). Presenza di scheletro esterno detto esoscheletro o tegumento ed infine le specie alate hanno in genere due paia di ali sul torace, con varie modificazioni ed eccezioni. In genere essi si

sviluppano da una specie di bruco sino a creare ed avere le ali e volare. Questi insetti hanno appendici boccali visibili esternamente ed includono specie primitive attere quindi con assenze di ali e specie più evolute alate (gli unici artropodi alati esistenti). Come gli altri esapodi presentano 3 regioni e 3 paia di zampe. Abbiamo modificazioni delle appendici boccali che con l’evoluzione dell’apparato boccale nel masticare originario degli insetti si è modificato adattandosi ai diversi regimi alimentari e comportamenti. Ad oggi si conoscono insetti con apparato boccale: masticare, masticatore, lambente, lambente succhiante, succhiante con perforante, pungente e dilaniante. Gli insetti più primitivi non hanno ali e quindi non presentano metamorfosi(ametaboli), mentre gli insetti alati possono presentare metamorfosi incompleta (eterometaboliti) o completa (olometaboliti) CLASSE INSECTA -apterygota hanno assenza di metamorfosi con uovo->neanidi->adulto -pterygota sono alati e secondoriamente atteri. Uovo->neanidi->ninfe>adulto -olometaboli hanno metamorofosi completa con uovo->larve->pupa>adulto L'entomologia è un ramo della zoologia (a sua volta ramo della biologia) dedicato allo studio degli Esapodi (insetti in senso lato, comprendendo anche le forme primitive degli Esapodi). Date le strette relazioni, gli entomologi estendono spesso il loro interesse e il loro ambito di studio anche ad altri raggruppamenti sistematici del phylum degli Artropodi. È ripartita in diverse sottobranche secondo l'ambito di studio. Ambiti di studio[modifica | modifica wikitesto] L'entomologia generale studia gli insetti in senso lato nei vari aspetti scientifici: morfologia, anatomia, fisiologia, comportamento, filogenesi, ecologia, ecc.

L'entomologia applicata studia gli insetti nell'ambito di contesti operativi o applicativi specifici, allacciando strette relazioni anche con varie branche delle scienze delle tecnologie.  Entomologia agraria Si occupa degli insetti e delle interazioni dirette o indirette con le piante agrarie e le piante in generale e con i prodotti agroalimentari, studia i mezzi e le tecniche per contrastarne gli effetti negativi o per potenziarne gli aspetti positivi. Ha strette relazioni con le scienze agrarie in generale e, nell'ambito di contesti specifici, con diverse discipline tecnico-scientifiche (scienze forestali, medicina, ecologia, ecc.). A tutti gli effetti è considerata una sottobranca della Difesa dei vegetali assumendo lo stesso rango della patologia vegetale e della parassitologia vegetale.  Apicoltura Considerata, a volte ed erroneamente, una sottobranca della scienza delle produzioni animali (zootecnica), l'apicoltura è in realtà una sottobranca dell'entomologia agraria. Studia gli aspetti biologici e applicativi relativi alle api, le tecniche di allevamento e, per estensione, la trasformazione dei prodotti dell'apicoltura. Ha strette relazioni con l'agronomia, dato il ruolo biologico delle api nella riproduzione sessuata di molte piante.  Entomologia medica Studia le relazioni degli insetti con la specie umana, in qualità di agenti diretti o indiretti di malattie o affezioni. Ha in genere riflessi applicativi nell'ambito dell'igiene e della profilassi.  Entomologia veterinaria Ha lo stesso ruolo della disciplina precedente, ma orientato agli animali e, in particolare, agli animali domestici.  Entomologia forense Studia i cicli vitali di quegli insetti che, sviluppandosi sui resti umani in decomposizione, sono utili a determinare la datazione e le cause della morte di una persona.

 Entomologia amatoriale È un ambito d'interesse che rientra a tutti gli effetti fra gli hobby dell'uomo, dato l'interesse che molti insetti riscuotono per la loro bellezza o per le curiosità associate alla loro etologia. L'entomologia amatoriale può essere condotta a livelli molto diversi, che possono fondere l'aspetto ricreativo (ad esempio, osservazioni di campagna paragonabili al birdwatching, collezionismo a scopo estetico, allevamento in cattività) e quello scientifico, che si esplica generalmente in campo faunistico e soprattutto tassonomico. Gli entomologi non professionisti hanno infatti un ruolo di primo piano nella scoperta di nuove specie di insetti: oltre il 60% delle specie scoperte negli ultimi anni si devono all'attività di entomologi amatoriali. [1] Storia[modifica | modifica wikitesto] Gli insetti rappresentano una delle più vaste categorie sistematiche fra gli organismi viventi: a tutt'oggi, sono state classificate o descritte circa un milione e mezzo di specie di insetti, ma la stima delle specie esistenti al mondo e ancora sconosciute ammonta a diversi milioni. Questi organismi occupano quasi tutti gli ambienti compatibili con la vita e hanno strette relazioni con l'uomo e le sue attività, pertanto hanno da secoli stimolato l'interesse dell'uomo. I primi studi sistematici di entomologia cominciarono all'inizio del XVI secolo, ma è solo dal XIX secolo che si cominciò a comprendere l'importanza dello studio degli insetti dannosi all'economia umana, affinando nel corso degli ultimi anni le conoscenze sulle interazioni tra gli insetti dannosi e quelli utili. Pur essendo una scienza in continua evoluzione e con ambiti applicativi ancora giovani, l'entomologia ha raggiunto un livello di conoscenza tale da poter ragionevolmente intervenire, non solo con mezzi chimici (insetticidi) o agronomici, sulle popolazioni di insetti nocivi senza interferire sui delicati equilibri ecologici che ne regolano i rapporti. Le più recenti acquisizioni dell'entomologia in ambito tecnologico sono le biotecnologie tese a sviluppare metodi di controllo biologico degli insetti dannosi sfruttando i rapporti di

antagonismo con altri insetti. La biotecnologia è applicata in particolare nelle biofabbriche veri e propri allevamenti finalizzati alla produzione su scala industriale di organismi ausiliari da utilizzare in alternativa agli insetticidi. Da un punto di vista ecologico i vegetali, come organismi produttori, costituiscono una delle basi alimentari fondamentali degli organismi viventi consumatori primari e, indirettamente, di tutti gli organismi consumatori di grado superiore. In un ecosistema naturale gli equilibri interni alla biocenosi fanno in modo che il flusso di energia e di materia organica si esaurisca all'interno della rete alimentare. L'omeostasi correlata alla complessità della biocenosi fa in modo che nessuna specie prenda definitivamente il sopravvento sulle altre. L'attività agricola crea degli ecosistemi artificiali, gli agrosistemi, caratterizzati per ragioni economiche dall'esistenza di un surplus energetico. Le colture agrarie rappresentano una forma semplificata di cenosi vegetale finalizzata ad ottimizzare l'impiego delle risorse e convogliarle in un'eccedenza produttiva. Questa eccedenza produttiva in natura si trasforma in un processo evolutivo degli ecosistemi richiamando l'ingresso di organismi con un potenziale biotico elevato (specie a strategia r) che hanno un'azione di antagonismo nei confronti delle specie agrarie. Questo antagonismo si manifesta con la competizione interspecifica nel caso di organismi produttori (ad esempio, le piante infestanti) e con interazioni trofiche di predazione o di parassitismo nel caso di organismi consumatori primari (in particolare funghi patogeni, nematodi, insetti, uccelli, molluschi e, in contesti particolari mammiferi). La semplicità della biocenosi fa in modo che tali organismi, almeno in una prima fase, non incontrino antagonisti diretti: in generale, questi sono rappresentati da consumatori di ordine superiore (predatori e iperparassiti), che spesso hanno un potenziale biologico basato sulla strategia k e, quindi, hanno un insediamento più lento negli ecosistemi in evoluzione.

Per i motivi sopra citati un agrosistema è destinato ad una rapida mutazione a scapito delle piante agrarie (e della loro produzione) e a beneficio degli organismi consumatori che entrano in competizione con l'uomo. Da quando è divenuto agricoltore l'uomo ha dovuto perciò combattere una lotta senza quartiere contro questi competitori naturali. L'evoluzione della tecnica agronomica nel corso dei tempi ha portato ad una estrema semplificazione degli agrosistemi e ad un incremento delle eccedenze produttive, intensificando ulteriormente la competizione da parte dei consumatori primari e portando in primo piano il problema della difesa dei vegetali. Parallelamente all'evoluzione della tecnica agronomica sono pertanto nate ed evolute specifiche branche della biologia applicata finalizzate alla difesa dei vegetali: la Patologia vegetale (fitopatologia), interessata alle avversità di natura non biotica (fisiopatie) ed alle avversità di natura biotica rappresentate dalle fanerogame parassite, dalle crittogame (funghi), dai batteri, dai virus e dai fitoplasmi; la Nematologia, interessata ai nematodi; l'Entomologia agraria, interessata agli insetti; la Parassitologia vegetale, interessata a tutti i fitofagi minori (acari, molluschi, uccelli e roditori). L'entomologia agraria si colloca pertanto nel contesto più ampio della difesa dei vegetali concentrando gli studi su una particolare categoria sistematica. L'evoluzione di una branca specifica rivolta ai soli Insetti trova fondamento nel fatto che questa categoria sistematica è la più ricca di specie nell'ambito del regno animale e, soprattutto, la più ricca di specie che hanno un rapporto diretto con l'uomo e le sue attività. Inoltre, il grado di evoluzione degli insetti nell'insieme degli invertebrati ha fatto sì che questi abbiano nel complesso raggiunto un elevato potenziale biologico e una notevole capacità di affermazione nell'ambiente, tali da renderli tra i più temibili organismi competitori con l'uomo. L'approccio con i flagelli storici[modifica | modifica wikitesto] Tutte le fonti storiche attestano le carestie, con decine di migliaia di morti, in tutta l'Asia occidentale e nell'Africa settentrionale, a causa del

proliferare periodico delle locuste, che lasciavano alla fame le popolazioni. Il problema arrivò ad interessare la Basilicata e la Puglia anche nel Novecento: Minos Martelli, docente di entomologia a Milano fino al 1975, narrava ai discepoli di avere condotto, giovane assistente, le operazioni di irrorazione, alla fine degli anni quaranta, contro uno sciame che poteva distruggere il raccolto del frumento nel Tavoliere delle Puglie. Carestie di gravità paragonabile erano prodotte, nei paesi più settentrionali, dal maggiolino, una specie oggi pressoché scomparsa, che costrinse periodicamente gli abitanti della Normandia e della Bretagna a nutrirsi di maggiolini fritti quando le infestazioni distruggevano le produzioni vegetali. Altrettanto esiziali gli afidi del grano, o la dorifora della patata, capace di lasciare intere coltivazioni senza una foglia, quindi incapaci di produrre i tuberi. L'uomo ha sempre cercato di difendere le colture, all'inizio con i mezzi della stregoneria e della superstizione. Il trattato di agronomia dell'età bizantina, la Geoponica, suggerisce che per liberare l'orto dagli afidi il contadino mandi la moglie, in tempo di mestruazioni, a percorrere nuda l'orto: terrorizzati, gli afidi evacueranno. Contro lo sciame di locuste suggerisce, invece, di appendere, ai capi del campo, pipistrelli ad ali distese[1]. Segna la data di nascita di un'autentica scienza per la difesa delle colture contro gli insetti la spedizione che, per incarico dell'Accademia delle scienze parigina, compiono Henri Louis Duhamel du Monceau e Mathieu Tillet, nell'estate del 1760, nella regione di Angoulême, dove un'invasione di falsa tignola sta distruggendo i seminati di frumento, aggravandosi anno dopo anno e minacciando la più grave carestia. Armati di una lente di ingrandimento e di un termometro, le prime armi della scienza contro i devastatori, i due accademici identificano il fitofago (la Nemapogon granella), studiano il suo ciclo biologico, mettono a punto la procedura per devitalizzarlo, introducendo il frumento in un forno e portandolo a temperatura alla quale l'uovo dell'insetto perisca. Precauzioni attentissime dettano per il frumento da semina, che dovrà essere riscaldato nel forno senza perdere la vitalità, ciò che impedirebbe la produzione successiva.

Singolarmente, i due accademici insegnano a immergere, dopo il riscaldamento, il grano da seme in una liscivia di cenere e calce, un espediente che oltre all'efficacia contro la tignola è altrettanto utile contro alcune crittogame, in primo luogo l'agente del "carbone" (Ustilago tritici), allora autentico flagello. La lotta contro gli insetti fitofagi inizia insieme a quella contro i parassiti fungini[2]. Nell'ultimo quarto dell'Ottocento l'entomologia agraria vive uno dei capitoli più gloriosi della propria storia quando, per combattere un fungo parassita, la peronospora, vengono importate dall'America viti immuni. Tragicamente, nelle radici di quelle viti si annida un insetto (la fillossera) assai più pericoloso della peronospora, siccome la vite europea è assolutamente incapace di resistere ai danni che esso provoca all'apparato radicale. Coordinandosi all'Ampelografia, la disciplina che studia i vitigni, la risposta della scienza alla terribile devastazione sarà quella rinnovare tutti i vigneti europei innestandoli su portinnesti di ceppo americano, geneticamente resistenti al fitofago[3]. L'evoluzione della lotta chimica[modifica | modifica wikitesto] Parallelamente allo studio degli insetti sotto l'aspetto biologico e alla scoperta di nuove specie, l'Entomologia agraria approfondisce la ricerca sui metodi di controllo nel tentativo di razionalizzare la fitoiatria. Per buona parte del XX secolo questo settore di ricerca concentra le sue attenzioni sulla lotta chimica. La prova dell'efficacia antiparassitaria di soluzioni chimiche può essere fatta risalire alla metà dell'Ottocento i frutticoltori sperimentano, contro gli afidi del pesco, l'utilità dell'estratto di tabacco, ricavato dai mozziconi dei sigari[4]. Ancora oggi il solfato di nicotina si rivela uno dei principi attivi più efficaci, anche se eccessivamente costosi, nel controllo delle pullulazioni di afidi resistenti. All'alba del Novecento l'entomologia indirizza definitivamente la fitoiatria verso la lotta chimica, con l'introduzione delle prime molecole insetticide, come i derivati dell'arsenico, alcuni oltremodo tossici e persistenti. Ai composti di derivazione varia subentrano le nuove molecole di sintesi,

sperimentate a cavallo fra le due guerre. Un aspetto singolare è che la ricerca scientifica nel settore dei pesticidi ha avuto nel secolo scorso strette relazioni con le sperimentazioni militari delle armi chimiche. Nel secondo dopoguerra prendono una larga diffusione gli insetticidi clororganici, di cui il più famoso è il D.D.T. Questi insetticidi libereranno regioni vastissime dalla malaria, si riveleranno efficaci per combattere alcuni zooparassiti (ad esempio i pidocchi), avranno un ruolo fondamentale nella difesa delle colture. Dopo alcuni decenni di impiego massivo si scoprono gli effetti collaterali di questi prodotti, dovuti soprattutto alla loro notevole persistenza e alla proprietà di accumularsi nel tessuto adiposo degli animali superiori. Il danno ambientale dei clororganici è inestimabile perché per le loro proprietà si accumulano ai vertici delle catene alimentari. Denuncia, drammaticamente, i danni dell'uso di insetticidi non selettivi e persistenti, una biologa americana, Rachel Carson, con un libro dal titolo emblematico: Silent spring, primavera senza uccelli. A cavallo fra gli anni sessanta e gli anni settanta i clororganici saranno sostituiti gradualmente da insetticidi di sintesi di nuova generazione, la maggior parte dei quali s'identifica nelle categorie dei fosforganici e dei carbammati, e il cui successo raggiungerà l'apice negli anni ottanta. La diffusione di questi principi attivi ha arrestato la crescita del problema dei clororganici e ha peraltro introdotto metodi di controllo più sofisticati, con l'elaborazione di sostanze in grado di penetrare all'interno dei tessuti vegetali (insetticidi sistemici, citotropici, translaminari) e raggiungere pertanto fitofagi di difficile controllo con gli insetticidi di contatto. Questi insetticidi presentano come proprietà generali una persistenza moderata, un'elevata polivalenza, un'elevata tossicità acuta (mediamente più alta nei fosforganici) e una meno conosciuta tossicità cronica, talvolta con potenziali effetti teratogeni o cancerogeni spesso messi in discussione secondo gli interessi. Il meccanismo d'azione, talvolta altamente sofisticato, è potenzialmente in grado di indurre fenomeni di resistenza genetica negli insetti ad alt...


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