La metamorfosi - analisi del testo PDF

Title La metamorfosi - analisi del testo
Course Letteratura Tedesca
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FRANZ KAFKA

Die Verwandlung (1915) La metamorfosi

DATI ESSENZILI SULL’AUTORE:

di Autore

Franz Kafka sconosciuto è (Praga 1883 – Kierling, Austria 1924) è stato uno scrittore e filosofo boemo di lingua tedesca concesso in licenza e di origine ebraica. La sua infanzia è segnata dal contrasto con la figura da paterna, come emerge dal racconto Lettera al padre. Muore di tubercolosi in un sanatorio presso Vienna nel 1924. La metamorfosi è un racconto lungo scritto nel 1912 ma pubblicato nel 1915. Si tratta di uno dei testi più noti e famosi dello scrittore boemo in cui si descrivono le vicende di un uomo, Gregor Samsa, che una mattina si sveglia e scopre di aver assunto le fattezze di uno scarafaggio. L’opera viene interpretata come una allegoria della alienazione dell’uomo moderno all’interno della famiglia e della società, che si traduce nell’isolamento del “diverso” e nell’incomunicabilità con i propri simili.

GENERE DEL LIBRO: narrativa, un racconto lungo.

STRUTTURA DEL TESTO: Il testo è composto principalmente da parti descrittive con molti dialoghi, soprattutto tra le persone che il personaggio incontra.

LO STILE DEL TESTO: lo stile di Kafka è conciso ed essenziale per lasciare spazio di riflessione ed immaginazione al lettore; egli elimina la similitudine per raccontare la propria esperienza, adottando una metafora che colpisce il lettore.

AMBIENTE: La vicenda è ambientata interamente in casa Samsa, in particolar modo nella stanza di Gregor e nel salotto ad essa attiguo. Gli ambienti in cui si svolgono i fatti sono descritti così come il protagonista li vede, ma la loro scelta non è casuale; essi sono descritti in modo realistico, e sono sempre abbinati giustamente alle sensazioni e ai sentimenti provati dal protagonista.

TEMPO: Il racconto è stato scritto tra il novembre ed il dicembre del 1912, e presumibilmente la storia è ambientata nello stesso anno, ma tra l'inverno e la primavera;

TEMPO della STORIA raccontata (della fabula) e TEMPO del RACCONTO (dell’intreccio): fabula e intreccio non sempre coincidono. Nel corso del romanzo sono riscontrabili pause descrittive e/o riflessive, assieme anche ad alcune ma rare prolessi ( flashback) e analessi (anticipazioni). Quest’ultime sono fatte principalmente dal protagonista, che, nell’ultima parte del romanzo, riesce ormai a capire quale futuro lo aspetti.

PERSONAGGI: I personaggi del racconto sono pochi e costituiscono un unico nucleo familiare. Gregor Samsa - il protagonista (la rappresentazione metaforica di Franz Kafka); un commesso viaggiatore alle dipendenze di una ditta molto esigente. Il suo lavoro è stressante, ma egli si dedica con tutto il fervore possibile, tanto che da ben cinque anni non prende un giorno di ferie. Gregor lavora per ripagare i debiti del padre e mantenere tutta la famiglia. Non è particolarmente descritto fisicamente, ma si evidenziano bene i valori che lo caratterizzano: gran generosità ed onestà, l’amore verso la famiglia, sempre pronto ad aiutare pur con il suo misero stipendio. Il legame che unisce Gregor alla famiglia è fortissimo, ma vissuto come una costante oppressione, per via del complesso rapporto con il padre (tratto distintivo dello stile di Kafka) la cui superiorità diventa un’ossessione. Lo scarafaggio (Gregor Samsa) - vive prigioniero nella sua camera da letto, e cerca un contatto con il mondo esterno affacciandosi alla finestra e restando per ore ad osservare la strada: nei suoi pensieri si scatena allora l’idea di evadere, ma ne è incapace perché troppo legato alla famiglia. La sorella (Grete Samsa) – molto brava a suonare il violino; nel primo periodo dopo la metamorfosi è l’unica ad occuparsi di Gregor, senza paura di avvicinarsi e di provvedendo a non fargli mancare niente. Queste cure e preoccupazioni finiscono ben presto: come tutti i membri della famiglia anche Grete deve trovarsi un lavoro, senza riuscire però a realizzare il suo sogno: andare in conservatorio. Il padre – seduto sulla poltrona sempre a leggere il giornale. Dopo la metamorfosi di Gregor anche lui, insieme alla figlia, costretto a trovarsi un lavoro, per portare a casa i soldi. La madre – ha un ruolo marginale nella famiglia. Troppo emotiva, sviene alla vista del figlio trasformato. Lei trova un lavoro come sarta e cuce tutte le sere. Il procuratore dell’azienda Le tre cameriere I tre inquilini

CASA EDITRICE: D’ANZA EDITORE (iBooks)

ANALISI DEL TESTO La metamorfosi

CAPITOLO I Una mattina svegliandosi Gregor Samsa si ritrova trasformato in un enorme scarafaggio. Questa metamorfosi e’ un fatto vero, cioè e’ realmente un insetto e non e’ un sogno. Gregor guarda, con meraviglia e con ribrezzo, il suo nuovo corpo trasformato, ma internamente continua a percepire sé stesso con gli stessi pensieri e con gli stessi sentimenti di giovane umano così come si era addormentato la sera precedente. Infatti, per niente allarmato, si ricorda del suo lavoro, preoccupato del ritardo: infatti è un commesso viaggiatore e sarebbe dovuto partire un’ora e mezzo prima con il treno delle 5, una delle sue solite levatacce che sin dal principio del racconto comincia a maledire. La sua riflessione va subito alla famiglia e al padre sommerso dai debiti „se non mi facessi tutti questi scrupoli per via dei miei genitori, mi sarei già licenziato da un pezzo”, che col solo suo lavoro Gregor si ripromette di ripagar entro cinque o sei anni. Gregor voleva riaddormentarsi per non vedere il suo nuovo orribile corpo di insetto, ma non riusciva a prendere una posizione comoda. Non è ancora sceso dal letto che la famiglia comincia a preoccuparsi del suo ritardo e di parlargli attraverso la porta chiusa a chiave. Prima arriva la madre e bussa alla porta per farlo alzare. Poi bussano anche

il padre e la sorella per sapere il perché Gregor ancora non fosse partito al lavoro. Gregor cerca di alzarsi dal letto e vede tutte le zampette del suo corpo che si agitano continuamente. È costretto a scendere ed aprire la porta della stanza, nel momento in cui a chiamarlo è stato stesso il procuratore della sua azienda, accorso per assicurarsi che il suo dipendente abbia una scusa efficace. Gregor, cercando di giustificare l’assenza, dice che sarebbe partito con il treno delle otto, ma per il momento non sta molto bene. Il procuratore sentendo la sua voce dice: “È una voce di animale”. Insomma, la sua assenza provoca allarmismo che degenera in un panico. Una cosa è certa “Gregor nel corso dei suoi cinque anni di servizio non si era ammalato neanche una volta”. Gregor, con la calma che lo contraddistingue per tutta la durata del racconto, ormai accetta la sua condizione e nella speranza che gli altri facciano la stessa cosa, spalanca faticosamente la porta, mostrandosi e cercando di parlare come prima, causando così solo il terrore e disgusto da parte di tutti i presenti, in particolare del procuratore che scappa dalla sua vista. Gregor cerca di inseguirlo per convincerlo di non licenziarlo, ancora persuaso del fatto che fosse in grado di lavorare. Dopo lo sconcerto il padre impugna un bastone e ricaccia lo scarafaggio gigante nella camera da letto; questo rimane incastrato tra gli stipiti della porta e riceve una violenta pedata che lo ferisce su un fianco “gli mollò un calcio formidabile che lo fece volare in mezzo alla stanza mentre perdeva molto sangue”, ma che lo conduce finalmente al sicuro.

CAPITOLO II Nella seconda parte del racconto, quando ormai siamo al tramonto della giornata, Gregor si sveglia con un “impressionante cicatrice, e si trovò costretto a zoppicare sulle due file di gambe. Una gambina era rimasta gravamene ferita in seguito agli accadimenti di quel mattino”. In realtà lo sveglio “l’odore” del pane con il latte che, in un moto di compassione, ha lasciato lì per lui Grete, impietosita per Gregor e convinta che ci sia ancora una parte umana in lui. Gregor però, come conseguenza della metamorfosi, ha anche cambiato gusti alimentari e non ha più appetito per il cibo umano. La sorella, comprendendo le sue necessità, il giorno dopo gli fa trovare degli avanzi presi dal pattume: “la verdura mezza marcia, ossi rimasti dalla cena intinti in una salsa bianca ormai secca, un paio di chicchi d’uva passa e di mandorle, un formaggio che due giorni prima Gregor aveva de cretato immangiabile, un pezzo di pane secco, un tozzo di pane con la marmellata e un altro tozzo imburrato e salato. Oltre a tutto questo portò anche la ciotola, che ormai era stata battezzata per Gregor, ma piena d’acqua”. Gregor finalmente riesce a mangiare. Le abitudini della famiglia Samsa vengono così rivoluzionate: Grete, ogni giorno, si reca in camera di Gregor per le pulizie quotidiane, mentre il fratello-scarafaggio, per non spaventarla, si rifugia sotto al divano. Gregor nelle lunghe ore di solitudine “aveva tutto il tempo per riflettere indisturbato su come riportare ordine nella sua vita”. “Gregor riuscì a tenersi abbastanza informato sui fatti di casa visto che a suo padre piaceva ripetersi quando spiegava le cose”, cosi, nel silenzio della sua stanza ascolta spesso, attraverso il muro, cosa sta succedendo nella casa. Una volta scopre che, a causa della sua condizione che gli impedisce di lavorare, i vecchi e stanchi genitori dovranno ricominciare a lavorare e Grete dovrà abbandonare le lezioni di violino. Nel frattempo, Gregor guadagna consapevolezza del suo nuovo corpo, arrampicandosi sulle pareti e sul soffitto. Grete, premurosa, decide

di togliere i mobili dalla sua stanza per lasciargli più spazio, sebbene questi siano una delle ultime prove tangibili della sua precedente condizione di essere umano. Non lo può fare da sola, cosi pensa “non resta quindi niente che rivolgersi alla madre”, la proposta viene accettata volentieri. „Gregor rinunciò a spiare da sotto il telo e quindi a vedere la madre. Era solo contento che fosse venuta”. Tuttavia, quando la madre e la sorella stanno sgomberando la stanza, “portando via tutto quel che aveva di caro”, si verifica un grave incidente: Gregor, accorgendosi che un quadro che gli è molto caro, raffigurante una donna, sta per essere portato via, esce dal suo nascondiglio, facendo svenire dall’orrore la madre e facendo esplodere la rabbia di Grete. Gregor, spaventato e confuso, si sente il responsabile dell’accaduto e gira freneticamente per casa. Quando il padre, appena tornato dal nuovo lavoro di fattorino, scopre ciò che è successo, lo assale lanciandogli contro delle mele. Una di queste gli si conficca nella corazza, ferendolo gravemente ed impedendolo, di qui in poi, in tutti i suoi movimenti.

CAPITOLO III Nella terza sezione, Gregor è ormai confinato in uno sgabuzzino, con la mela visibile nelle sue carni, che nessuno osava di togliere, e sostanzialmente ignorato dalla famiglia: l’appartamento è stato subaffittato a tre inquilini e la famiglia ha assunto una domestica, che, lungi dall’aver paura del mostro, lo deride apertamente. Una sera, mentre Grete suona in salotto per i genitori e i nuovi ospiti, Gregor “attirato dalla musica, si era spinto un po’ avanti” esce dalla camera e arriva fino alla soglia della stanza, affascinato dall’abilità musicale della sorella e vede, che “la famiglia era rapita dal violino”. La vista dell’insetto, però, fa trasalire i tre affittuari che lasciano subito l’appartamento. La situazione economica della famiglia ha quindi un nuovo tracollo e Grete decide di lavorare come commessa. Anche la sorella, quindi, smette di prendersi cura del fratello sempre più convinta dai recenti avvenimenti che non ci sia ormai più traccia dell’amato fratello in quella bestia . Il conseguente malessere porta a Gregor in uno stato tale da rifiutare il cibo fino a giungere a una morte lenta, causata dal rifiuto nei suoi confronti della famiglia. Agli occhi dei famigliari, infatti, egli è divenuto solo un peso; il padre, con cui aveva avuto dei contrasti, arriva persino a pensare a come liberarsi di lui, non considerandolo ormai più come un figlio. Gregor, umiliato ed abbandonato da tutti, dopo aver ascoltati questi discorsi, si lascia morire di inedia, „ormai Gregor non mangiava più nulla”. A sbarazzarsi del cadavere è la governante della casa, mentre la famiglia spera in una ripresa dalla crisi con un matrimonio conveniente della figlia. La fine di Gregor in realtà è l’inizio di un nuovo capitolo per la famiglia, che trasloca in una casa più piccola, iniziando così una nuova vita, lontana dal ricordo di Gregor.

Commento Le pagine de La Metamorfosi di Kafka si presentano come una lunga, articolata metafora che si sviluppa in due direzioni differenti ma strettamente correlate tra loro. Da un lato, il racconto è una denuncia dell’oppressione delle regole sociali sull’individuo, che viene

schiacciato e spersonalizzato dalle imposizioni esterne. Dall’altro lato è un apologo sull’impossibilità di comunicazione tra esseri umani, in particolar modo negli ambienti familiari, simboleggiati dai luoghi chiusi ed asfittici in cui si svolge tutta la vicenda. Gregor Samsa, in cui possiamo vedere un “doppio” del suo autore, è schiacciato dalle regole della vita borghese. Il suo lavoro di commesso viaggiatore, ripetitivo e faticoso, è tuttavia la fonte di sostentamento dell’intera famiglia, circostanza che lo obbliga ad uno scrupoloso rispetto di obblighi, orari e doveri d’ufficio. Non a caso, quando appena sveglio capisce d’essersi tramutato in un ributtante scarafaggio, il primo pensiero di Gregor è al ritardo accumulato già di prima mattina; quando il procuratore gli intima di aprire la porta della stanza minacciandolo di licenziamento, Samsa non bada alla reazione che potrà suscitare il suo nuovo aspetto bestiale, ma cerca in ogni modo di giustificare il proprio operato e il prorpio comportamento. La metamorfosi in insetto è insomma la forma concreta dell’alienazione di Gregor, incastrato in meccanismi che lo privano della sua identità. Al tempo stesso, anche il contesto familiare dei Samsa è alla base dell’allegoria costruita da Kafka: Gregor è il pilastro su cui si regge il loro benessere, esemplificato dalle lezioni al Conservatorio di Grete. I rapporti di affetto e amore si capovolgono ben presto quando Gregor non può più assicurare alcuna forma di sostentamento a causa della sua mutazione; in poco tempo, egli diventa un peso insostenibile e, dopo una serie di incidenti non voluti da Gregor, anche l’amata sorella lo vede come un fastidio di cui disfarsi. In questa situazione emergono facilmente tutte le tensioni latenti, come il difficile rapporto tra il figlio e il padre, fino all’episodio del ferimento di Gregor a colpi di mela, o alla circostanza, che prelude alla morte del protagonista, in cui il giovane ascolta i discorsi dei familiari su tutti i problemi che egli ha causato alla famiglia. Tutto ciò - che ha pure precisi riscontri biografici nell’esistenza di Kafka, figlio di una famiglia di commercianti ma portato alla carriera letteraria - può farci interpretare La metamorfosi come l’allegoria dell’impossibile conciliazione tra le aspirazioni individuali e le costrizioni della vita borghese. La “diversità” di Gregor si carica così di significati e letture che, in parte, restano volutamente ambigui ed enigmatici, com’è tipico della narrativa kafkiana. Le cause della metamorfosi non sono spiegate né indagate ed essa è accettata da Gregor come un dato di fatto; gli altri membri della famiglia, che rappresentano invece il alto “normale” della vita e della società, ne sono disgustati, ma nemmeno loro si interrogano sulle cause della mutazione. L’effetto di straniamento che ne consegue circonda tutta la vicenda di un’aura di “realismo magico”: in un contesto apparentemente reale e quotidiano (l’esistenza di una normale famiglia borghese di inizio secolo) viene calato un elemento magico o sovrannaturale (la “metamorfosi”), senza darne spiegazioni razionali. La metamorfosi diventa così per Kafka la chiave di lettura dei mali dell’uomo contemporaneo....


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