Lichtenberg, sistemi motivazionali PDF

Title Lichtenberg, sistemi motivazionali
Author Giovanni Giuliano
Course Psicologia Dinamica 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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I cinque sistemi motivazionali Lichtenberg ipotizza l’esistenza di cinque sistemi motivazionali, ciascuno probabilmente con correlati neurofisiologici distinti, costruiti intorno ad altrettanti bisogni fondamentali, osservabili sin dalle prime fasi di vita del neonato: 1. Il sistema di regolazione psichica delle esigenze fisiologiche Il primo dei cinque sistemi motivazionali si sviluppa in risposta al bisogno di regolazione psichica delle esigenze fisiologiche ed è stato formulato a partire dalle ricerche freudiane sull’Io corporeo. Questo sistema motivazionale condiziona in modo influente il nostro comportamento ed è collegato ai bisogni primari del corpo: bisogno di cibo, acqua, riparo, riposo e benessere. La regolazione psichica di questi stati deriva dalle esperienze di vita all’interno dell’unità di esperienza costituita dal bambino e dalla persona che lo accudisce. Dal primo giorno di vita, il caregiver intuitivamente risponde ai cambiamenti di stato del bambino, facendo attenzione al suo livello di vigilanza, alla fame, al bisogno di escrezione, osservando inoltre la risposta del bambino al contatto visivo, alla stimolazione tattile, agli stimoli verbali, all’essere cullato o lasciato solo. 2. Il sistema di attaccamento-affiliazione Il neonato è biologicamente predisposto a legarsi ad una figura di attaccamento e a sviluppare un sistema motivazionale-funzionale intorno all’attaccamento. In un dato momento dello sviluppo emerge un modello di risposta ad uno stimolo particolare (generalmente fornito dalla figura di attaccamento). Tale modello può implicare scambi sociali e comunicativi, sintonizzazione affettiva, consapevolezza soggettiva del Sé e dell’altro o ricerca di guida e di conforto. Se la risposta è positiva, il bambino sperimenterà un affetto piacevole, derivato dall’intimità dell’. In linea con i teorici dell’attaccamento, Lichtenberg sostiene che il bisogno di attaccamento permane lungo l’intero arco di vita, per cui nell’adulto non va visto necessariamente come un fenomeno regressivo o un residuo infantile. 3. Il sistema esplorativo-assertivo Questo sistema è stato concepito a partire dalle ricerche su gioco, lavoro ed assertività come Piaget. Lichtenberg sviluppa qui in particolare il concetto di epistemofilia naturale: imparare a conoscere per il solo gusto di imparare e conoscere. Il bambino piccolo possiede una tendenza innata ad esplorare, una curiosità verso il mondo che si manifesta sin dai primissimi mesi di vita nel suo uso attivo dello sguardo, della mimica, della postura, e nei suoi spostamenti attivi verso l’ignoto. L’aspetto forse più interessante nella formulazione di Lichtenberg è che questa tendenza ad esplorare-indagare viene considerata, almeno inizialmente, un tutt’uno con il piacere del controllo sulle cose. Nell’osservare un bambino piccolo mentre studia un oggetto, ne saggia le caratteristiche con la bocca o è attirato verso qualcosa di insolito nella stanza, possiamo constatare che queste attività si accompagnano al piacere di conoscere, controllare e padroneggiare le cose. A spingere il bambino non è soltanto il piacere legato alla soluzione del problema, ma soprattutto la sensazione di riuscire ad imporre la propria conoscenza e le proprie risorse sulle cose. Il gattonare del bambino piccolo che inizia ad allontanarsi in maniera autonoma dalla madre per esplorare l’ambiente costituisce l’espressione più caratteristica della tendenza esplorativo-assertiva. 4. Il sistema avversivo di antagonismo e ritiro In questo sistema-contenitore, Lichtenberg raggruppa una varietà abbastanza eterogenea

di fenomeni (rabbia, odio, distruttività, tendenze oppositive) che ricadono in due grandi categorie, l’antagonismo e il ritiro. Questo dualismo riflette le risposte adattive di attacco e fuga osservate dagli etologi ed il riconoscimento di questi due schemi di risposta innata ci consente, secondo Lichtenberg, di considerare antagonismo e ritiro non soltanto come difese contro la rabbia o l’aggressività, ma come parti di un sistema a sé stante. Una prima importante differenza tra la visione di Lichtenberg e il concetto freudiano di Treib risiede nella qualità essenzialmente reattiva del sistema avversivo alle circostanze esterne. Non ci riferiamo più ad una pulsione aggressiva autonoma asservita al fine di scaricare la tensione accumulata ma, secondo una concezione affine alla psicologia del Sé e alle ricerche più recenti sulla prima infanzia, a un complesso sistema di segnalazione orientato a richiamare l’attenzione del caregiver affinché venga superato lo stato di frustrazione dei bisogni di altri sistemi motivazionali. Le risposte avversive vanno incontro agli stessi cambiamenti evolutivi degli altri sistemi motivazionali e . Le prime risposte avversive sono relativamente inefficaci a porre fine o rimedio a situazioni avversive e possono al massimo innescare forme primitive di autoregolazione e autoconsolazione. Per questa ragione, la loro efficacia è limitata alla loro capacità di suscitare risposte di riparazione in chi si prende cura del bambino. La capacità di sperimentare affetti avversivi come la rabbia o la paura può contribuire ad allontanare i pericoli e a preservare la coesione del Sé dell’individuo. Il sistema avversivo può inoltre rappresentare un essenziale supporto alla promozione di altri sistemi motivazionali. 5. Il sistema sensuale-sessuale Il sistema sensuale-sessuale si riferisce al piacere sensuale ed all’eccitazione sessuale che per Lichtenberg vanno ricondotti a sottosistemi distinti. I piaceri sensuali sono legati ad esperienze, non necessariamente orgasmiche o sessuali: la sensazione di essere accarezzati o massaggiati, di essere da una musica, di gustare buon cibo, di sperimentare l’ebbrezza da velocità o legata all’alcol. La sensualità quindi opera a livelli e ritmi generalmente più bassi rispetto alla sessualità ed è più orientata alla rilassatezza e alla distensione. In alternativa alla teoria classica delle fasi psicosessuali, lo sviluppo del sistema sensuale-sessuale dipende dall’esperienza di vista dell’individuo, unica ed irripetibile, nel contesto dei sistemi interpersonali di attaccamento e cura: l’identità di genere e l’orientamento sensuale-sessuale del bambino risentono dei particolari modelli di risposta al piacere e all’eccitazione del bambino, che individuano la sua mascolinità o femminilità e indirizzano le fantasie dei genitori verso un modello particolare di bambino o bambina....


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