L\'intertestualità in Great Expectations: Frankenstein PDF

Title L\'intertestualità in Great Expectations: Frankenstein
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi Internazionali di Roma
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Summary

Concetto di intertestualità applicato al romanzo di Dickens Great Expectations e il rapporto tra quest'ultimo e Frankenstein di Mary Shelley...


Description

“Ogni nuovo libro che leggo entra a far parte di quel libro complessivo e unitario che è la somma delle mie letture. Questo non avviene senza sforzo: per comporre quel libro generale, ogni libro particolare deve trasformarsi, entrare in rapporto coi libri che ho letto precedentemente, diventarne il corollario o lo sviluppo o la confutazione o la glossa o il testo di referenza. Da anni frequento questa biblioteca e la esploro volume per volume, scaffale per scaffale, ma potrei dimostrarvi che non ho fatto altro che portare avanti la lettura d'un unico libro”.

Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI INTERNAZIONALI DI ROMA (UNINT)

FACOLTÀ DI INTERPRETARIATO E TRADUZIONE

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INTERPRETARIATO E TRADUZIONE

TESI DI LAUREA IN LETTERATURA INGLESE

INTERTESTUALITÀ IN GREAT EXPECTATIONS: FRANKENSTEIN Candidata Maria Letizia Pazzi

Relatore Daniele Niedda Correlatore Héctor Febles

Anno Accademico 2017/2018 Sessione autunnale

Indice Introduzione..................................................................................................................1 Abstract.........................................................................................................................3 Resumen........................................................................................................................5 1. Intertestualità: origine e sviluppo del concetto.........................................................7 1.1 Panorama storico: dall’età classica al XX secolo...................................................7 1.2 Le origini del termine: Bachtin e Kristeva............................................................12 1.3 Le teorie successive di intertestualità: le principali linee di sviluppo..................20 2. Le reti intertestuali in Great Expectations..............................................................30 2.1 Allusioni cristiane e metafore del battesimo.........................................................35 2.2 Analogie e differenze con Paradise Lost..............................................................40 2.3 Le molte manifestazioni spettrali in Great Expectations: Hamlet........................46 2.4 Amore e gentility: The London Merchant.............................................................50 3. Frankenstein e la tradizione gotica in Great Expectations.....................................52 3.1 Frankenstein e Great Expectations: la nozione di self e i concetti di creazione e mostruosità..................................................................................................................52 3.2 La creazione al servizio della criminalità: Pip, Magwitch e la creatura di Victor..........................................................................................................................61 3.3 Manipolazione in Great Expectations e Frankenstein: Miss Havisham, Victor, Estella e la creatura.....................................................................................................66 4. Estella e la Creatura come rappresentazioni dell’Uncanny....................................71 4.1 L'origine e lo sviluppo del concetto di Uncanny..................................................73 4.2 La Creatura ed Estella nella Uncanny Valley.......................................................76 5. Frankenstein e Great Expectations: letture psicoanalitiche...................................89 5.1 Peter Brooks e la critica letteraria psicoanalitica..................................................89 5.1.1 Il linguaggio e la mostruosità: Frankenstein.....................................................89 5.1.2 Great Expectations: la ricerca delle origini e la differenza tra la trama di Pip e la trama reale ..............................................................................................................98 Conclusione..............................................................................................................106 Bibliografia...............................................................................................................107

Dizionari ..................................................................................................................115 Sitografia...................................................................................................................116

Introduzione

Julia Kristeva sostiene che un’opera letteraria sia un’intersezione di superfici testuali, un dialogo tra diverse scritture: ogni parola rimanda infatti ad un’altra. Sulla base di questa affermazione, si sviluppa il concetto di intertestualità, che consiste nel concepire i testi non come sistemi autonomi ma come differenziali e storici, come tracce dell'alterità, poiché sono modellati dalla ripetizione e trasformazione di altre strutture testuali. Rifiutando il principio dell'autonomia testuale, la teoria dell'intertestualità insiste sul fatto che un testo non può esistere come un organismo autosufficiente e, quindi, che non funziona come un sistema chiuso. Lo scopo di questa tesi di laurea è quello di analizzare la nozione di intertestualità applicandola al celebre capolavoro dickensiano Great Expectations, focalizzandosi sul rapporto che quest’ultimo intrattiene col romanzo di Mary Shelley Frankenstein. Il primo dei cinque capitoli si propone di fornire un excursus storico sull’intertestualità e sulle teorie che la analizzano. Dopo un accenno allo sviluppo e all’utilizzo del suddetto concetto dall’età classica fino al XX secolo, vengono esposte le prime correnti di pensiero che fanno uso del termine “intertestualità”, coniato da Julia Kristeva sulla scia del concetto di polifonia di Bachtin. Da qui si passa poi all’esposizione delle rivisitazioni del concetto da parte di Barthes, Riffaterre, Culler, Genette e Foucault, artefici di una progressiva dissoluzione del testo come unità coerente e autonoma di significato, che porta, a sua volta, a uno spostamento di enfasi dal testo individuale al rapporto che lega i vari testi. Nel secondo capitolo, vengono passate in rassegna le principali allusioni letterarie confluiscono nella fitta rete intertestuale di Great Expectations. Sono in particolare menzionati gli elementi che rimandano alla Bibbia, le analogie e differenze col poema di John Milton Paradise Lost, le figure spettrali che accomunano il romanzo

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di Dickens all’opera teatrale di Shakespeare Hamlet e il tema dell’amore di Pip che ricorda quello del protagonista di The London Merchant. Il terzo capitolo analizza dettagliatamente la relazione intertestuale tra Great Expectations e Frankenstein. I due romanzi vengono messi a confronto analizzando le tematiche che più ricorrono, quali il rapporto tra creatore e creatura, la mostruosità e la manipolazione. Nel quarto capitolo continua la descrizione del rapporto tra i due romanzi secondo il concetto freudiano di Uncanny, con particolare riferimento a due protagonisti delle opere: la Creatura ed Estella. Il quinto e ultimo capitolo è interamente dedicato alla critica freudiana di Peter Brooks, il quale si concentra sui temi del linguaggio e della mostruosità in Frankenstein, in particolare su come la parola può, almeno in parte, combattere i pregiudizi generati dall’apparire; mentre del romanzo di Dickens vengono studiate l’origine del protagonista, la ripetizione nell’intreccio e, soprattutto, la differenza tra plot reale e plot di Pip.

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Abstract

Julia Kristeva claims that a literary work is an intersection of textual surfaces, a dialogue among several writings; each word is an intersection of other words. According to Kristeva, intertextuality consists in conceiving texts not as selfcontained systems but as differential and historical objects, as traces and tracings of otherness, since they are shaped by the repetition and transformation of other textual structures. Therefore a text cannot exist as a self-sufficient whole, and does not function as a closed system. The aim of this thesis is to analyse the concept of intertextuality in Great Expectations by Charles Dickens, especially in relation to the novel Frankenstein by Mary Shelley. The first of the five chapters aims to provide a historical and theoretical overview on intertextuality, namely the development and use of the concept from the classical age to the twentieth century and the first appearance of the term. Moreover, a wide range of critics who analysed the concept are mentioned, such as Barthes, Riffaterre, Culler, Genette and Foucault. Such authors have promoted a progressive dissolution of the text as a coherent and self-contained unit of meaning, which has led to a shift of emphasis from the individual text to the textual inter-relation modes. In the second chapter, the main literary and theatrical allusions, which create the intertextual network of Great Expectations, are listed and exhibited. The Biblerelated elements are analysed, alongside with the analogies and differences with Paradise Lost, the spectral figures that link the novel with Hamlet and the theme of Pip’s love, which resembles the love felt by George Barnwell from The London Merchant. The third chapter aims to thoroughly describe the intertextual relation which links Great Expectations to Frankenstein. The two novels are compared by analysing the 3

most recurring issues, such as the relationship between creator and creature, monstrosity and manipulation. In the fourth chapter the relationship between the two novels is described by means of the Freudian concept of the Uncanny, which is applied to two of the protagonists: the Creature and Estella. The fifth and final chapter is entirely dedicated to the Freudian critic Peter Brooks, who focuses on the themes of language and monstrosity in Frankenstein, especially on how words may defeat the prejudice caused by exterior appearance. He also analyses the origin of the protagonist of Dickens’s work, the repetition of themes and dynamics throughout the novel and, above all, the differences between the real plot and Pip’s plot.

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Resumen

Julia Kristeva afirma que una obra literaria es una intersección de superficies textuales, un diálogo entre diferentes escritos: cada palabra se refiere a otra. Sobre la base de esta afirmación, se desarrolla el concepto de intertextualidad, que consiste en concebir los textos no como sistemas autónomos, sino como diferenciales e históricos, como rastros de otredad, ya que están moldeados por la repetición y transformación de otras estructuras textuales. Rechazando el principio de autonomía textual, la teoría de la intertextualidad insiste en que un texto no puede existir como un organismo autosuficiente y, por lo tanto, que no funciona como un sistema cerrado. El objetivo de esta tesis es analizar la noción de intertextualidad aplicándola a la obra maestra de Dickens, Great Expectations, centrándose en la relación que esta última tiene con la novela de Mary Shelley Frankenstein. El primero de los cinco capítulos quiere ofrecer una visión histórica sobre la intertextualidad y las teorías que la analizan. Tras mencionar el desarrollo y uso del concepto desde la era clásica hasta el siglo XX, se exponen las primeras teorías que utilizan el término "intertextualidad", acuñado por Julia Kristeva, que se basó en il concepto de polifonía de Bachtin. A partir de este enfoque inicial, se expone la amplia gama de actitudes hacia el concepto en análisis, encabezada por Barthes, Riffaterre, Culler, Genette y Foucault, autores de una disolución progresiva del texto como una unidad coherente y independiente del significado, fenómeno que lleva a un cambio de énfasis desde texto individual hasta la relación que une a los diversos textos. En el segundo capítulo, se enumeran y exhiben las principales alusiones literarias y teatrales que forman parte de la red intertextual de Great Expectations. Se mencionan en particular los elementos que se refieren a la Biblia, las analogías y las diferencias 5

con el poema de John Milton Paradise Lost, las figuras espectrales que unen la novela de Dickens con la obra de Shakespeare Hamlet y el tema del amor de Pip que recuerda el sentimiento del protagonista de The London Merchant. El tercer capítulo procura describir detalladamente la relación intertextual que une Great Expectations con Frankenstein. Las dos novelas se comparan mediante el análisis de los problemas que más se repiten, como la relación entre creador y criatura, la monstruosidad y la manipulación. En el cuarto capítulo sigue la descripción de la relación entre las dos novelas, en particular según el concepto freudiano de Uncanny, que se aplica a dos de los protagonistas de las obras: la Criatura y Estella. El quinto y último capítulo está dedicado enteramente al crítico freudiano Peter Brooks, que se basa en los temas del lenguaje y la monstruosidad en Frankenstein, en particular en cómo la palabra puede, al menos en parte, oponerse a los prejuicios atribuidos a la apariencia exterior. El autor analiza también la orígen del protagonista de la novela de Dickens, la repetición de temas y dinámicas a lo largo de la novela y, sobre todo, las diferencias entre plot real y plot de Pip.

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1. Intertestualità: origine e sviluppo del concetto

Il termine intertestualità, che ha avuto origine nel contesto della ricerca letteraria, si può dire che nasca ufficialmente nel 1967. In quell’anno infatti la psicanalista e critica letteraria francese di origine bulgara, Julia Kristeva, pubblica sulla rivista Critique un saggio intitolato, nella versione originale, Bakhtin, le mot, le dialogue et le roman, che due anni dopo verrà integrato nel volume Semeiotiké (1969). Il concetto di intertestualità avviato dalla critica francese propone il testo come un sito dinamico in cui i processi e le pratiche relazionali sono al centro dell'analisi e non le strutture e i prodotti statici. Il concetto di intertestualità richiede, quindi, che i testi vengano concepiti non come sistemi autonomi ma come differenziali e storici, come tracce dell'alterità, poiché sono il prodotto della ripetizione e trasformazione di altre strutture testuali. Rifiutando il nuovo principio critico dell'autonomia testuale, la teoria dell'intertestualità insiste sul fatto che un testo non può esistere come blocco autosufficiente e, quindi, che non funziona come sistema chiuso. Da questo approccio iniziale, è emersa una vasta gamma di atteggiamenti nei confronti del concetto di intertestualità e di ciò che implica, tanto che è praticamente impossibile affrontarlo senza tener conto dei vari contributi apportati da un gran numero di critici letterari. Una delle conseguenze più immediate di una tale proliferazione di teorie intertestuali è stata la progressiva dissoluzione del testo come unità coerente e autonoma di significato, che ha portato, a sua volta, a uno spostamento di enfasi dal testo individuale al rapporto che lega i vari testi.

1.1 Panorama storico: dall’età classica al XX secolo Sebbene intertestualità sia un termine apparso negli ultimi decenni, esso non è affatto un concetto legato al tempo: il fenomeno, infatti, è antico tanto quanto la società umana (Worton e Still, 1990: 2). Si possono individuare teorie intertestuali ovunque ci siano discorsi metatestuali, dai classici, come Platone, Aristotele, Orazio e Longino, a Bachtin, Kristeva e altri teorici del XX secolo come Genette, Barthes, 7

Derrida e Riffaterre. Tornando ai classici e iniziando con Platone, bisogna dire che determinati aspetti della sua teoria hanno molti elementi in comune con alcuni approcci moderni all'intertestualità. Lo stesso Bachtin individua nei dialoghi socratici una delle prime manifestazioni di ciò che in futuro verrà individuato come romanzo, eteroglossia, dialogismo, ovvero ciò che Kristeva battezza come intertestualità. I dialoghi, la tipica creazione di Platone, sono di solito discussioni inconcludenti, prive di unità generale e caratterizzate da un tono digressivo e giocoso. L'ambivalenza è riscontrabile non solo nella diversità delle ideologie evocate, ma anche nell'immagine centrale di Socrate, il saggio folle, a volte comprensivo e affettuoso, a volte ironico e persino selvaggiamente satirico. La seria ricerca della verità per mezzo di una pluralità di voci ricorda chiaramente ciò che Bachtin celebrerà nel romanzo dialogico. Le relazioni intertestuali sono evidenziate in altri aspetti della teoria di Platone, come la sua concezione di testi quali fornitori subliminali di ideologia che possono influenzare e modificare l’argomento, e la sua visione dell'imitazione. Né l'imitazione platonica né quella aristotelica devono essere intese come imitazioni della natura. Nel caso di Platone, il "poeta" copia sempre un precedente atto di creazione, che è già di per sé una copia. Per Aristotele, la creazione drammatica è la riduzione, e quindi l'intensificazione, di una massa di testi noti al poeta e probabilmente anche al pubblico, quali i miti tradizionali tramandati oralmente o i codici di condotta sociale. Benché Bachtin e Kristeva ritenessero che la logica aristotelica fosse legata al polo monologico del discorso a causa dell’enfasi posta sulle verità universali, i critici successivi hanno sostenuto che la concezione aristotelica della composizione quale unità proveniente da una varietà di fonti, può essere considerata affine alle nozioni di polifonia e dialogismo (Worton e Still, 1990: 4). Se Aristotele sostiene che l’essere umano impara imitando gli altri e che il suo istinto di imitazione è innato, sia Cicerone che Quintiliano sottolineano in seguito che l'imitazione non è solo un mezzo per forgiare il proprio testo, ma anche una consapevole pratica intertestuale che contribuisce a definire l'individuo. Per loro, l'imitazione non è una ripetizione, bensì un completamento di un atto interpretativo. L’imitazione, nell’epoca classica presupponeva il riferimento a una realtà

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preesistente, concreta e testuale; ciò rivela l'idea di proliferazione, variazione, rigenerazione, che rappresenta una caratteristica centrale del linguaggio. Nel Medioevo, i padri della Chiesa e i teologi hanno diffuso la visione secondo cui il mondo creato nel suo ordine e nella sua gerarchia dovrebbe essere considerato il libro simbolico di Dio. Se questo fosse vero, gli oggetti che costituiscono il mondo sarebbero una sorta di dizionario dei significati di Dio. Così, quando Dio scrisse la Bibbia, le parole in essa contenute indicavano, a livello letterale, gli oggetti contenuti nel suo altro libro, il Libro della Natura, tuttavia le parole in esso contenute rimandavano anche ad un livello spirituale, dato che Dio stesso aveva dato loro significato. In qualche modo, l'interpretazione della Bibbia dipendeva già da una pratica intertestuale e, in un momento in cui la letteratura era subordinata alla teologia, ciò che era vero per i testi religiosi era anche esteso a quelli laici. Tutte le opere letterarie erano considerate come un rimando alla Bibbia e tutte potevano essere lette come questa; tale concezione può essere considerata una versione medievale di ciò che autori contemporanei come Borges hanno concepito come il Grande Libro della Letteratura e il ricordo circolare della lettura. Se i due libri di Dio avevano lo scopo di avere più di un senso, era naturale che i singoli scrittori ignorassero l'originalità e provassero invece a emulare la tecnica di Dio. Fu la letteratura rinascimentale a mostrare, forse per la prima volta nella cultura occidentale, il discorso come aperto, incompiuto e soggetto a un numero infinito di interpretazioni. Il passato testuale è sempre presente attraverso citazioni o allusioni nelle opere di scrittori quali Bacon, Shakespeare, Montaigne, Ronsard, Du Bellay, ecc. Ciò che questi autori percepiscono è la globalità e l'infinita potenzialità della cultura di cui i loro stessi testi fanno parte, piuttosto che il loro debito nei confronti degli scrittori precedenti, il cui merito è associato al loro potere espressivo e non ad alcun monopolio (o persino originalità) del pensiero. Di co...


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