Title | Napoleone nell\'arte neoclassica |
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Author | Elisabetta Galleani |
Course | Storia Quinto Anno-Liceo linguistico |
Institution | Liceo (Italia) |
Pages | 3 |
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Napoleone nell’arte neoclassica L’immagine del soldato - Napoleone conobbe un’ascesa impressionante e imprevedibile: in breve tempo divento generale rivoluzionario, Primo Console e poi Imperatore nel 1804, conquistatore di mezza Europa.
- Abbondante materiale iconografico che lo riguarda, chiamato a svolgere una funzione propagandistica ed elogiativa e rafforzare il consenso.
- L’evoluzione dell’iconografia napoleonica segue gli sviluppi delle vicende politiche e si accompagna al passaggio dall’immagine rivoluzionaria a quella più ufficiale e regale, propriamente imperiale.
- All’inizio: celebrazione del condottiero, virtù militari che lo rendono un eroe. (dimensione quasi mitica) - Jacques-Louis David in Napoleone attraversa le Alpi al San Bernardo (1800) lo rappresenta avvolto in un turgido mantello, in sella a un focoso destriero secondo un’immagine pienamente epica.
• La quantità esagerata di tessuto del mantello sottolinea la mano, il gesto e il volto • Il cavallo è piccolissimo. L’uomo di Stato - L’immagine di Napoleone che ci offre Andrea Appiani nei molti ritratti che gli ha dedicato (tra cui Napoleone Primo Console, 1800) è meno eroicizzata e mira a far emergere dall’atteggiamento e dallo sguardo tuta la dignità e la forza interiore.
• Appiani stabilì un rapporto privilegiato con Napoleone, che lo nomino pittore del re d’Italia e gli conferì ambìti riconoscimenti.
- In Francia viene celebrato anche l’uomo di Stato, come nel dipinto di David, Napoleone nel suo studio (1812), che mostra l’imperatore nella tranquillità fervida del suo studio
• ora notturna, candele consumate, arte relative al Codice Civile sullo scrittoio. L’eroe divinizzato - L’icona precede la sua immagine divinizzata: Canova tra il 1803 e il 1806 scolpì Napoleone Bonaparte come Marte Pacificatore: nudo eroico, all’imperatore viene attribuito il corpo perfetto di un dio greco.
- Nel 1806 fu realizzato il ritratto di Jean-Auguste-Dominique Ingres “Napoleone I sul trono imperiale”. Il sovrano è in una posa solenne, raffigurato come sovrano bizantino, scettro di Carlo V, mano di giustizia, spada di Carlomagno.
- Alla celebrazione imperiale partecipa anche Appiani, con l’affresco “l’Apoteosi di Napoleone” del 1808 nel Palazzo Reale di Milano: rappresentato sul trono come Giove Olimpico.
- Lo scultore Thorvaldsen fu mosso dalla memoria della sua grandezza a celebrarne “l’Apoteosi” (1830) in una scultura che sembra la versione aggiornata del rilievo romano con il trionfo dell’imperatore Claudio.
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L’architettura neoclassica in Italia Milano e Lombardia - Nella seconda metà del Settecento, in coincidenza con il conseguimento di una certa stabilità politica, agli Stati italiani fu possibile dare il via a una serie di riforme tese al miglioramento delle condizioni di vita.
- Anche le arti fecero un tentativo di aggiornamento: fondate le Accademie, addottate misure per la tutela, conservazione e riordino del patrimonio artistico, incrementate le attività di scavo archeologico.
- Riordino edilizio per soddisfare le esigenze di rappresentanza delle nuove corti e conciliare i bisogni di una società in continua evoluzione.
- A Milano l’assetto architettonico fu affidato a Giuseppe Piermarini, che si ispirò a una linguaggio neoclassico sobrio e razionale, impeccabile nella distribuzione dei pieni e dei vuoti e nelle proporzioni.
• Teatro della Scala (1776-1778): schema tradizionale con palchetti e retrostanti camerini. - si caratterizza per la sapiente articolazione degli spazi interni e la cura per l’acustica della sala (grazie alla curvatura particolarmente ribassata de soffitto).
• L’intervento più vistoso fu a Monza dove l’arciduca Ferdinando d’Austria aveva voluto una grande Villa (1776-1780) capace di reggere il confronto con Versailles e Schonbrunn.
- Fu suo allievo e collaboratore Leopold Pollack, la cui opera più significativa in Milano è la Villa Belgioioso, poi Villa Reale (1790-1793):
• La facciata verso la strada rispetta la sobrietà piermariniana • Il prospetto opposto verso il giardino è animato da semicolonne ioniche, rilievi in stucco, statue sulla sommità.
Il Foro Bonaparte Milano - Negl’anni dell’amministrazione francese, Milano era capitale della Repubblica Cisalpina e poi del Regno italico.
• aveva un ruolo guida nel campo della sperimentazione architettonica. Qui giunsero molti architetti animati dalla concezione dell’architettura come impegno civile.
- Giovanni Antonio Antolini (1756-1841) aveva una ventennale esperienza in Italia centrale come architetto civile, ingegnere e perito.
- Fu subito impegnato nella trasformazione edilizia e urbanistica della città. • Un punto importante della sistemazione urbana riguardava la zona attorno al Castello Sforzesco. " Napoleone aveva stabilito l’abbattimento delle fortificazioni, tutta la zona avrebbe dovuto diventare nuovo quartiere dedicato al generale vincitore.
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• Antolini fu contattato dal governo per presentare un progetto. (Un primo progetto fu presentato da Luigi Canonica)
- piazza che circonda il castello, diametro di 540 metri. Il castello rivestito di marmi e collari per avere un aspetto classicheggiante.
- piazza cinta da un colonnato dorico, interrotto in due ingressi: uno verso la città antica l’altra verso la grande via verso la Francia (corso Sempione).
- oltre il colonnato, otto edifici di pubblica utilità: Borsa, Dogana, Museo, Pantheon, Teatro. - nel perimetro interno canale navigabile collegato ai navigli. Imbarcazioni per carico e scarico merci.
• Il progetto (sintesi di ideali neoclassici) fu abbandonato per una tendenza più moderata e realistica (anche perché si volevano limitare le spese pubbliche).
• Si adotto il progetto di Canonica che prevedeva solo un piano di insieme: disegnare le facciate sulle case e sulle vie.
- La poetica neoclassica si manifestava nella sistemazione delle aree limitrofe: Arena (1805-1807), Arco della Pace (1807-1838).
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