Ordo amoris PDF

Title Ordo amoris
Course Storia della filosofia e filosofia morale
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Riassunto dell'esame...


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Ordo amoris L’opera ORDO AMORIS fa parte dei grandi capolavori incompiuti di SCHELER e pubblicati postumi. L’opera odierna è frutto dell’unione di 2 manoscritti. Il filosofo concentra la sua attenzione su un tema fondamentale per la tradizione teologica e filosofica d’ispirazione cristiana. Ci induce a riflettere sul valore che l’amore, sia esso ordinato o disordinato, può assumere nella vita etica dell’uomo. La sua indagine è sul significato etico della vita emotiva e sulle leggi di senso dell’amore. Lo scritto rappresenta il compimento ideale della teoria degli affetti descrivendo l’uomo stesso come chi è capace di amare. Per Scheler l’uomo, prima che un ENS COGITANS (Essere pensante) e un ENS VOLENS (Essere disposto), è ENS AMANS (Essere amante). Il filosofo tedesco interrogandosi sull’argomento dell’ordo amoris, cioè di un ordine dell’amore o nell’amore, prosegue idealmente un percorso iniziato da AGOSTINO D’IPPONA. Agostino identificava la virtù stessa con il corretto ordo amoris e in particolare con la capacità di amare il Creatore in modo autentico. Secondo Agostino nell’atto di amare è indispensabile rispettare una gerarchia; solo attraverso un amore ordinato, l’uomo può vivere in modo giusto e santo imparando a discernere cosa deve essere amato come bene eterno, da cosa deve essere amato come bene finito. Egli nel DE CIVITATE DEI scrive: “Così è ogni creatura. Si può amare bene o male; bene nel rispetto dell’ordine, male nella violazione dell’ordine”. Allo stesso modo nel DE DOCTRINA CHRISTIANA illustra dei precetti da seguire per avere un amore ordinato:  Evitare di amare ciò che non è da amarsi  Evitare di amare di più ciò che è da amarsi di meno  Evitare di amare ugualmente ciò che si dovrebbe amare di meno o di più  Evitare di amare di meno o di più ciò che deve essere amato allo stesso modo A rivalutare l’idea agostiniana di ordo amoris è PASCAL che parla di un ordine del cuore, distinto da quello dell’intelletto; egli scrive: “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. Afferma che il cuore ha il proprio ordine, il proprio l’intelletto. Non si dimostra che si deve essere amati indicando ordinatamente i motivi dell’amore, ciò sarebbe ridicolo. Pascal rivaluta il sentimento come una sorta di organo della certezza religiosa e scrive che conosciamo la verità non per mezzo della ragione ma servendoci del cuore. Se da un lato Scheler è un continuatore della linea filosofica agostiniana, dall’altro lato con la sua etica si contrappone tanto all’empirismo e al naturalismo, quanto a KANT. Dell’etica kantiana rifiuta nettamente il formalismo, ritiene che la materia pura dell’etica

sia costituita dai valori assoluti ed eterni da non confondere con i beni o gli oggetti empirici che incorporano i valori; più che negare Kant egli vuole andare oltre il filosofo. Per Scheler l’ordo amoris riflette il sistema dei valori e la struttura degli atti d’amore e d’odio del soggetto personale e costituisce la fonte originaria di ogni sua esperienza etica. In realtà sembrerebbe impossibile parlare di ordine per una passione spontanea e d’indole ribelle com’è l’amore; per questo egli ritiene che non sia una costruzione arbitraria ma partecipa a un ordo amoris assoluto e universale. Egli descrive l’ordo amoris non solo come ordine divino ma come centro dinamico e interiore-affettivo della persona e arriva a identificare l’agostiniano ordine dell’amore con il pascaliano ordine del cuore. Il filosofo tedesco ritiene che la capacità di amare sia il nucleo fondamentale dell’uomo, perché livello più elevato della vita morale stessa. L’ordo amoris può avere 2 significati:  Normativo = Se fosse cosi potrebbe essere stabilito da una volontà, sia essa uomo o Dio, ma non potrebbe essere conosciuto dall’uomo in modo evidente  Descrittivo = L’ordo amoris diventa il mezzo per scoprire la formula etica fondamentale in base alla quale il soggetto vive ed esiste dal punto di vista morale. Il nucleo fondamentale dell’uomo spirituale per Scheler è il cuore. Scrive che chi ha l’ordo amoris di un uomo ha l’uomo stesso, poiché possiede la fonte originaria che alimenta tutto ciò che da questo uomo proviene. Scheler si sofferma anche sul concetto di destino; secondo lui non possiamo definire come nostro destino l’insieme degli eventi intorno a noi, ne possiamo definire destino tutto ciò che ci sovviene dall’esterno. Può dirsi destino solo ciò che si trova nella possibilità di esperire il mondo, esso varia da uomo a uomo, da popolo a popolo, anche se gli eventi esterni sono gli stessi. Per comprendere il concetto di ordo amoris bisogna aver chiaro il concetto di sovvertimento dello stesso. Una forma di sovvertimento è l’infatuazione che spiega come un uomo sia trascinato verso un bene finito e di come resti intrappolato rilevandone il carattere illusorio. L’infatuazione può essere:  Assoluta = Il valore di un bene finito occupa lo spazio dell’assoluto  Relativa = Nel caso in cui l’uomo trasgredisce l’ordine gerarchico oggettivo di ciò che è degno di essere amato Per caratterizzare i sovvertimenti dell’ordo amoris occorre evitare 3 principali errori:  La concezione platonica dell’amore = Teoria delle idee innate degli oggetti d’amore. Noi non abbiamo alcuna idea innata, né conscia né inconscia. Tutte le conoscenze di ciò che è amato o odiato nascono dall’esperienza e si sono formate in un secondo tempo per mezzo della riflessione e della comparazione  La concezione empiristica = Ogni costituzione degli orientamenti dell’amore e dell’odio è solo frutto dell’esperienza concreta che l’uomo fa.



Anche l’empirismo crede che sia stata fatta prima un’esperienza dell’amore e dell’odio La versione naturalistica = Dottrina d’impostazione recente secondo la quale tutti i diversi modi dell’amore e dell’odio sarebbero modifiche dell’amore. L’idea di un ordo amoris corretto e autentico corrisponde per noi all’idea di un regno oggettivo, indipendente dall’uomo, composto di tutti gli aspetti che nelle cose sono degni di essere amati in base ad un ordine che corrisponde solo a qualcosa che noi possiamo conoscere ma non creare.

In questa situazione s’inserisce il concetto di destinazione individuale; si tratta di conoscere, scoprire il posto che spetta nel piano salvifico. E’ importante distinguere:  Destinazione individuale = Può trovarsi in una relazione armonica o conflittuale rispetto al suo destino. Ha a che fare con il discernimento  Destino = Qualcosa di cui possiamo prendere atto L’identificazione, fra destino e destinazione, è detta fatalismo. Scheler si sofferma anche sulla forma dell’ordo amoris e a rendere l’idea è un aforisma di GOETHE che scrive: “Chi in silenzio si guarda attorno, impara che l’Amore forma ”; per Scheler l’amore è una forza parziale della forza universale che agisce su ogni cosa ed è un divenire, un continuo crescere, salire delle cose, nella direzione di Dio. L’amore è ciò che risveglia la conoscenza e la volontà ed è la madre dello spirito e della ragione. L’ordo amoris è il nucleo dell’ordine del mondo inteso come ordine costituito da Dio e in quest’ordine si trova anche l’uomo come degno e libero servitore di Dio. L’amore ama e nell’amare guarda sempre un po’ oltre rispetto a ciò che ha e possiede tra le mani; la passione che lo suscita può stancarsi ma l’amore non si stanca perché è come un’acqua che accresce la sete quanta più se ne beve. Quest’ordine non è un semplice comando, un ordinare come imporre, ma una forza che struttura, forma, genera. Nessuno può affermare con certezza che nella vita emotiva non esista un ordine di fatti che può essere accessibile così come il mondo della matematica e dell’astronomia; il problema è che non vi sono uomini disposti a scoprirlo anche perché gli interessi utilitaristici che ne possono derivare sono pari a zero. Il Medioevo aveva ancora una cultura del cuore mentre l’uomo moderno ritiene che nell’ambito della vita emotiva non ci sia nulla di fisso, decisivo e vincolante, non si preoccupa di andare. Scheler afferma che l’odio, essendo l’esatto contrario dell’amore, è la negazione emotiva del valore e quindi dell’esistenza. E’ la conseguenza di qualche amore scorretto o confuso.

Egli ritiene che se pur ci siano motivi per odiare, ogni atto d’odio è caratterizzato sempre dalla stessa legge interna: ogni atto d’odio è fondato su un atto d’amore, senza l’atto d’amore, l’atto d’odio manca di senso . L’amore e l’odio hanno alla base lo stesso interessamento per un oggetto che inizialmente è positivo. Amore e odio sono atteggiamenti emotivi contrapposti perché non si può amare e odiare in un unico atto la stessa cosa, ma non sono co originari perché il nostro cuore è destinato prima ad amare; l’odio è solo una reazione a un amore scorretto. Da qui deriva anche la legge che spiega l’origine dell’amore basato sul risentimento; secondo questa legge ciò che è amato per risentimento rappresenta l’opposto di qualcosa che in passato si odiava. Questo è un amore apparente ma non reale perché l’uomo che ora rivolge odio verso ciò che prima amava lo fa solo perché sono cose che non può possedere e rivela la sua impotenza nell’ottenerle. L’odio non risale a una colpa personale ma può provenire da un punto qualunque dell’intera comunità umana in virtù di un sovvertimento dell’ordo amoris; l’odio rappresenta sempre una rivolta del nostro cuore e della nostra vita emotiva contro una violazione dell’ordo amoris. Per cercare di rianimare la cultura del cuore BOUSSET scriveva: “Togliete l’amore e non ci sarà più alcuna passione, ponete l’amore e le farete nascere tutte. L’amore è quella voce che dovremmo ascoltare, a cui invece siamo spesso sordi, come filosofi e come uomini”....


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