Pastorale Americana-pdf PDF

Title Pastorale Americana-pdf
Author KloseCFC Doe
Course Letterature comparate
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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PASTORALE AMERICANA Philip Roth - 1997

L’anno di pubblicazione di P.A. è lo stesso di Underworld e anche gli scrittori sono quasi coetanei. Entrambe sono storie di minoranze, di integrazione (gli immigrati del Bronx in Delillo, la comunità ebrea in P.A.). La copertina rappresenta una foto di famiglia con una fiamma sopra. P.A. racconta la storia di Seymour Levov, un ragazzo nato da una famiglia ebrea nel 1927, che è molto diverso dai suoi coetanei: alto, biondo, con gli occhi azzurri. Per questo viene chiamato “lo Svedese”. Questa singolarità fisiognomica, rende Seymour una specie di feticcio, il simbolo di un’integrazione evidente anche sui tratti fisiognomici, il sogno di tutti gli altri ragazzi ebrei, che avrebbero desiderato confondersi con i “veri Americani”. Anche il fratello Jerry e il narratore Nathan hanno questo sogno, ma loro hanno i tipici tratti ebrei (bassi e scuri). S. è bravo e bello, con una famiglia felice (sposa Miss New Jersey). La sua vita sembra quella dell’idillio (una pastorale) e tutti lo invidiano. Una pastorale è un racconto in cui si raccontano dei mondi ideali dove, in cornici paesaggistiche meravigliose, si muovono dei pastorelli che vivono felicemente, non turbati dai disagi della civiltà (denaro, classi sociali, ecc.). La pastorale di S. è “americana” perché comprende tutti i tratti del benessere statunitense novecentesco. Non è una storia vera. La cornice del romanzo: nel ’95 si riuniscono in una scuola superiore tutti gli studenti che si sono diplomati 45 anni primi, tra cui Nathan e Jerry. Nathan Zuckemberg è uno scrittore e in lui nasce il desiderio di raccontare la storia di S., che però ha sempre conosciuto solo da lontano, come amico di suo fratello. Quindi possiede poche informazioni dirette e altre date dal fratello e da alcuni articoli di giornali. Le informazioni date da Jerry sono tendenziose (parla bene del fratello, forse perché pentito di averlo sempre invidiato). Anche gli articoli sono tendenziosi, perché descrivono S. con un tono idilliaco, tralasciando molti dettagli (es. primo matrimonio fallito). Nathan cerca di scrivere una storia realistica, anche attingendo ad altre fonti. Ma ovviamente rimane una storia plausibile (perché ricostruita). Seymour è ispirato a un personaggio veramente esistito, omonimo e con gli stessi tratti somatici, grande atleta, diventato famoso tra gli studenti delle scuole superiori per le doti atletiche. Ma l’autore l’ha incontrato solo dopo l’uscita del romanzo. Il narratore del romanzo è un personaggio, Nathan Zuckerman, che Philip Roth si porta dietro da tanti anni. Compare per la prima volta nel ’74 come personaggio secondario in un romanzo (“La mia vita di uomo”). Poi compare in molti altri romanzi come protagonista: “Lo scrittore fantasma” (’79), “Zuckerman scatenato” (’81), “La lezione di anatomia” (’83), “L’orgia di Praga” (’85), “La controvita” (’86), “Il fantasma esce di scena” (’07). 1 !

In “Pastorale Americana” (’97), “Ho sposato un comunista” (’98) e “La macchia umana” (’00) Zuckerman è invece narratore. Si può dire che Nathan Zuckerman sia una maschera che Roth indossa per parlare di sé senza esporsi e anche la loro biografia è simile. Nathan acquista il grande successo con pubblicazione del romanzo “Carnoski” (’68), mentre Roth nello stesso anno scrive “Il lamento di Portnoy”, che lo porta al successo. È un romanzo irriverente che prende in giro i taboo sessuali della comunità ebraica. Roth lavora sempre su ciò che è ammesso alla sfera del dicibile, toccando sempre i taboo. Pastorale Americana è una controstoria: parla della società ebraica dagli anni ’20 agli anni ’70 in modo molto inconvenzionale: la pastorale si trasforma in una tragedia, fatta di odio. Se Delillo usa la parola “dietrologia” per descrivere il modus vivendi di Nick, Roth fa della dietrologia il modus operandi di tutto il romanzo, che è una ricostruzione del passato e si basa molto sul rapporto tra ciò che può e non può essere detto, sull’andare oltre le apparenze. In entrambi i romanzi la finzione viene dichiarata (in Delillo con la digressione del tempo, qui con la dichiarazione di una storia possibile). Il presente narrativo è nel ’95, mentre il punto di inizio della storia è nel ’27 e il punto di fine è il ’73. Mancano 22 anni, gli anni della pastorale, della vita modello dello Svedese. Nathan Zuckerman si concentra sulla parte precedente della sua vita.

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Philiph Roth si mostra in un documentario in cui parla del libro “Pastorale Americana”, ma si mostra anche mentre scrive (dice di farlo abitualmente in piedi) e in quella posa assomiglia al quadro di S.Girolamo. Fa la prima stesura a penna, su dei quadernoni. Quindi la scrittura è molto più lenta, ma permette di tornare a vedere le diverse modifiche e versioni (il processo).

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È un romanzo contemporaneo perché è multilineare (vari plot), emula la struttura ipertestuale della rete, si propone come racconto del possibile ed è un testo aperto. P.A. è un racconto del possibile (non del reale) e rimanda ad una rete inesauribile di altre rappresentazioni. La narrativa contemporanea non vuole essere verosimile (mentre il racconto ottocentesco voleva rappresentare il mondo in maniera oggettiva e univoca). Nella narrativa contemporanea, il vero è inattingibile, perché la rappresentazione necessita di mediazione e quindi di una soglia più o meno alta di finzionalità. I grandi narratori contemporanei creano ipotesi di racconti. 2 !

Nel romanzo contemporaneo, la storia è una pura opzione narrativa, è virtuale. Si dà per acquisita in maniera serena l’autonomia del significante dal significato (perché il significato è inattingibile, è virtuale, è una costruzione, perché è dato dall’incontro transitorio tra l’autore ed il lettore. Quel significato si produce una sola volta, durante la lettura e per ogni lettore è diverso). Alla base della letteratura classica, invece, c’era l’idea che ad una certa forma (significante) corrispondesse un certo significato.

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P.A. parla di una famiglia di ebrei emigrati a Newark (New Jersey), vicino a New York. Zuckerman è una maschera narrativa di Roth, che si trova in diversi romanzi dell’autore. Non è identificabile con lui, ma c’è un rispecchiamento (es. entrambi sono scrittori e amano parlare dei taboo). La voce narrante è inattendibile, perché nulla di ciò che dice è sicuramente accaduto. Nathan è un narratore extradiegetico omodiegetico perché non è introdotto da nessuno (atto narrativo non interno alla storia) ed è partecipe sono a pochi fatti della storia che racconta.

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Nathan si chiede come si possa cogliere il significato della storia altrui quando siamo così male attrezzati per conoscere gli altri profondamente. Abbiamo una conoscenza mutilante delle persone vere (perché non sappiamo coglierne l’interiorità). I personaggi creati dalla letteratura possono essere creati dal narratore come esseri completi, ma fittizi. Quindi non c’è superiorità dei personaggi creati, ma sono entrambi ugualmente inconoscibili. È lo stesso pensiero di Nietzsche sugli “uomini creati”.

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P.A. è un romanzo metanarrativo, perché parla della scrittura di un romanzo e della creazione di un personaggio (la trasformazione di un uomo reale – almeno nel testo – in un personaggio, homo fictus).

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Merry ha trasformato la vita di Seymour nella contropastorale, con una rabbia cieca. Rifiuta tutto ciò che il padre le ha costruito intorno e lo fa in maniera furente. C’è un rapporto conflittuale tra padre e figlia, perché Merry ha un rifiuto violento del sogno americano incarnato da Seymour. Lo scontro generazionale è dato dalla figlia che rifiuta e combatte il genitore, anche se lui è un modello positivo e aperto al dialogo.

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PARTE PRIMA: PARADISO RICORDATO Capitolo primo 3 !

Il narratore, Zuckerman, parla in prima persona: parla di un ragazzo eccezionale che andava a scuola con lui: lo Svedese. Nessun’altro studente ebreo somigliava a questo ragazzo biondo con gli occhi azzurri. Seymour Levov spicca in tutti gli sport (football, basket e baseball), diventando l’idolo dei coetanei, anche se per i genitori ebrei i successi sportivi hanno poca importanza, mentre ne hanno molta quelli scolastici. L’identificazione di massa della comunità ebraica in S. serve a esorcizzare 2 fantasmi: quello dell’inferiorità perseguita (Shoa) e quello della guerra appena terminata, con i campi di sterminio. C’è una sorta di vergogna di essere ebrei che porta ad idolatrarlo. Nel quartiere tutti lo ammirano e lo idolatrano, ma lui non sembra darci peso. S. sembra mancante in sentimenti ed ironia. La società americana tende a prendere molto sul serio se stessa e i propri feticci, che devono essere perfetti e quindi non possono avere autoironia. L’ironia è una consolazione di cui Seymour non ha bisogno o forse è un lato del carattere che nasconde. Il fratello di S., Jerry Levov, è fisicamente il suo opposto (piccolo, scuro e magrissimo) ed è molto aggressivo ed invidioso di Seymour, anche se è un genio della matematica. Quando gioca a ping-pong sembra che voglia uccidere l’avversario. Nathan Zuckerman, da piccolo, pensava che fosse bello essere il fratello dello Svedese e non capiva il comportamento di Jerry. La cultura ebraica si basa molto sulla parola, i libri, lo studio. Mentre i giovani di P.A. iniziano a sentire un forte bisogno di immagini. Roth è molto analitico nei confronti dei suoi personaggi. Tende a dare spiegazioni dei comportamenti basandosi sulla psicoanalisi (è una cosa tipica della matrice ebraica). Zuckerman vede in camera dello Svedese dei libri di Tunis (in particolare “Il ragazzo di Tomkinsville”) e va subito in biblioteca a prenderli. “Il ragazzo di Tomkinsville” è un libro duro, che gli ricorda un po’ lo Svedese: un ragazzo entra nei Dodgers, che sono in fondo alla classifica, e ogni suo trionfo è seguito da delusioni e incidenti. Dopo molte vittorie sportive, viene urtato sotto la doccia e si lesiona il gomito, ponendo fine alla sua carriera. Allora si allena da solo, per imparare a battere diversamente e la stagione successiva torna a giocare. L’ultima giornata, in un match con i Giants, il ragazzo salva la partita prendendo la palla al volo e finisce contro il muro di cinta. Zuckerman rimane scosso da questo romanzo sulla crudeltà della vita e l’ingiustizia.

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Gli ebrei ricchi di Newark della prima generazione non immigrata si sono raggruppati in una comunità, un reticolo di vie. I genitori di Seymour sono nati nel New Jersey, ma hanno i classici tratti ebrei e non sono molto colti. La madre Sylvia ha i capelli rossicci e le lentiggini, ma non sembra ariana come il figlio. 4 !

Lou, il padre, è uomo basso e magro, molto ansioso, con idee rigide e ligio al dovere. Si era arricchito fabbricando guanti da donna. Grazie alla sua acqua non calcarea, Newark aveva grandi distillerie e grandi concerie e dava lavoro a molti immigrati. Lou iniziò a lavorare a 14 anni proprio in una conceria e, dopo essersi laureato a 20 anni, creò una piccola fabbrica di borsette di pelle, ma con la Grande Crisi crollò a picco. Qualche anno dopo creò la Newark Maid Leatherware: comprava pelli di seconda scelta e le vendeva con un carretto. Alcune famiglie italiane cucivano per lui, in un solaio. Poi, nel ’42 arrivò la fortuna: il Corpo delle Ausiliarie gli comprò un guanto e poi ci fu l’accordo con Bamberger, che fece diventare la Newmark Maid il maggior produttore dei loro guanti da donna (tutto nasce da un incontro casuale ad una cena, in cui un conoscente di Bamberger si complimenta con Levov per i successi sportivi di Seymour e Lou non perde l’occasione per farselo presentare e parlargli della sua produzione). Alla fine della guerra l’azienda si era affermata. 10 anni dopo, Lou apre una seconda fabbrica a Portorico (1958) e lo Svedese diventa presidente della società.

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Nel ’45, subito dopo il diploma, lo Svedese si era arruolato nei marines per partecipare alle ultime battaglie (contrariamente al parere dei genitori, che lo volevano in marina. Temevano che avrebbe rischiato la vita invadendo il Giappone e avevano paura del razzismo). Quando stava terminando l’addestramento, fu sganciata la bomba su Hiroshima. Si fidanzò con una ragazza cattolica irlandese, il cui padre, maggiore dei marines ed ex allenatore di una squadra di football, gli aveva procurato un posto di istruttore per tenerlo a giocare a Parris Island. Il padre dello Svedese andò a trovarlo e tornò a casa solo dopo che il fidanzamento fu rotto. Lo svedese tornò a casa nel ’47 per iscriversi al college, ancora più affascinante dopo essersi distinto come marine ebreo istruttore. Rifiutò un contratto sportivo per entrare nell’azienda del padre e nel ’49 sposò Miss New Jersey, una ragazza cattolica di Elizabeth: Dawn Dwyer.

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Nell’85 Zuckerman incontra casualmente lo Svedese e suo figlio allo stadio, lo saluta e Seymour si ricorda di lui e del suo nomignolo “Skip”. Zuckerman racconta ai suoi amici le imprese dello Svedese ai tempi del liceo: un virtuoso di 3 sport. È felicissimo, come la prima volta che Seymour l’aveva chiamato Skip, a 10 anni.

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2 settimane prima del Memorial Day (ritrovo degli ex compagni) del ’95, Zuckerman riceve una lettera dallo Svedese, che gli chiede di incontrarlo per aiutarlo a scrivere qualcosa sul padre che è morto. Zuckerman, che è uno scrittore, solitamente non aiuta gli altri a scrivere, ma è talmente felice che lo Svedese voglia vederlo che accetta. Anche se 5 !

ha più di 60 anni, è ancora incantato dallo Svedese e non lo dimentica. Un'altra ragione per cui accetta è che non è mai riuscito a vedere nel profondo dello Svedese, il suo substrato. Vuole sapere se anche la sua vita è stata segnata dal rimpianto, dal dolore e dalla perdita. Lo Svedese lo porta a mangiare da Vincent, dove tutti lo conoscono bene e gli chiedono della famiglia. Zuckerman capisce che non sarà facile raggiungere il substrato. Pensa che l’abbia invitato solo per dimostrargli che lo ammirano ancora. Seymour mostra le foto dei 3 figli e parla di loro per tutto il pranzo e dei loro successi sportivi e scolastici. A Zuckerman sembra affabile, ma “senz’anima”, sempre in incognito. Qualcosa lo aveva trasformato. Seymour ha quasi 70 anni, ma è ancora un bell’uomo, un po’ magro (lui dice che è dovuto allo sport e al fatto che si sta riprendendo da un intervento alla prostata). La Newark Maid era rimasta a Newark per altri 6 anni dopo i disordini del ’67, ma quando Saymor non era più riuscito a fermare lo scadimento della qualità, aveva rinunciato. Il padre diceva sempre “Tasse, corruzione e razzismo”. Una volta a Newark si produceva di tutto, adesso ci sono solo moltissimi furti d’auto: ogni giorno dei ragazzi neri rubano 40 auto. Per questo lo Svedese se n’è andato. Racconta di essere stato speronato a un semaforo e poi minacciato con una pistola. Dice che una donna è stata investita e uccisa vicino a dove viveva e, dato che il guidatore aveva 12 anni, ha avuto solo 6 mesi di riformatorio. La Newark Made adesso ha sede solo a Portorico, anche se, a partire dagli anni ’80, molte imprese si erano trasferite in oriente per ridurre i costi. Lo Svedese ora vive a Portorico perché così può insegnare personalmente il lavoro ai dipendenti e anche perché alla sua famiglia piace vivere ai Caraibi. E ricomincia a parlare della sua famiglia, come se non fosse in grado di valutare cosa è interessante e cosa no. Zuckember si rende conto che Seymour non gli ha detto nulla riguardo l’aiuto per l’omaggio al padre morto. Pensa che, in un momento di sconforto, si sia aggrappato a lui perché lo aiutasse a ritrovare l’equilibrio, ma ora quel momento sia passato. Pensa che la morte sia arrivata anche nella vita di S. e che per una volta era stato turbato come tutti gli altri. Ma non capisce perché non abbia poi annullato l’appuntamento.

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Per quanto ne sa Zuckemberg, la vita dello svedese è stata semplice e bellissima, perfettamente americana. Nella lettera diceva che il padre aveva “sofferto per i colpi che si erano abbattuti sui suoi cari”, ma Z. non capisce a cosa si riferisca. Gli viene in mente quando Jerry, in prima liceo, per cercare di conquistare una ragazza, le aveva fatto una pelliccia di criceto, molto rigida e puzzolente, con la fodera del paracadute del fratello. La ragazza era rimasta inorridita e Lou si era arrabbiato per il paracadute rovinato ed era rimasto deluso che il figlio 6 !

non sapesse come essiccare le pelli (all’ombra). Jerry decise che non avrebbe mai lavorato in quella ditta e non provò mai più ad invitare una ragazza del liceo, non potendo così partecipare al ballo.

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Zuckemberg pensa che le persone si capiscono sempre male e travisano ciò che dice l’altro, cadono in equivoci. Così, le storie degli altri non hanno il significato che gli attribuiamo noi e la cosa diventa grottesca. Capire bene la gente non è vivere. Sappiamo di essere vivi quando sbagliamo e non dovremmo sempre stare a pensare se abbiamo ragione o torto sulla gente. A pag.40 fa una considerazione tra l’amaro e il grottesco (una considerazione che Roth mette in bocca al suo narratore), sul rapporto tra gli autori e i suoi personaggi, messa sotto la luce di una considerazione su tutte le persone. Roth, attraverso Zuckerman, fa un po’ il verso a se stesso e agli altri autori dell’America di quegli anni. Gli scrittori e i registi che decidono di scomparire dal punto di vista mediatico, vogliono far emergere solo le loro opere e non la loro biografia, vogliono staccare la vita dalla finzione, ma è normale tenere conto anche dell’autore quando si entra in contatto con un’opera. Hitchcock diceva che il cinema è come la vita, con le parti noiose tagliate. Si riferisce proprio a questa estetica che vede il senso della realtà disperso nella catena infinita delle cose che accadono, mentre l’arte ha la possibilità di estrarre solo le cose significative. Quindi l’arte è più vera della vita. Ovviamente ci sono mille filtri in quest’idea di verità. Roth vuole dire che l’idea di autore come detentore della verità è un cliché. Nell’uomo, pieno di contraddizioni, non tutte le caratteristiche sono collegabili. “Uomini creati” 1878 – Nietzsche: dice che è un’esagerazione che il drammaturgo crei dei caratteri. L’arte celebra uno dei suoi trionfi involontari ed eccessivi. La nostra conoscenza superficiale dell’uomo ci porta ad attribuire personalità umana ad un insieme di caratteri. L’uomo ha una naturale ignoranza del proprio interno; può percepirlo solo tramite mediazioni. Grazie a degli studi su altre menti, possiamo conoscere il funzionamento dell’inconscio. L’uomo è fondamentale proprio per le proprie contraddizioni, perché lo caratterizzano. Chi pensa che l’arte sia più vera della realtà, vede la realtà in maniera falsata e non tiene conto della sua versatilità inesauribile. Pastorale Americana segue il pensiero di Nietzsche. La mente umana lavora riconducendo il nuovo al già conosciuto, quindi è normale che una scarsa conoscenza dell’uomo porti alla frustrazione. Questa frustrazione è chiara in Nathan, che racconta la storia di un uomo che non conosce. Da questo parte la digressione sugli esseri umani di pag. 40, basata proprio sul fatto che non si può conoscere fino in fondo l’altro.

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Jerry fa il cardiochirurgo a Miami e guadagna milioni di dollari. Ha avuto 4 mogli, tutte infermiere, e 6 figli. Il padre lo biasimava, ma per non perderlo l’aveva accettato. Poi, ovviamente, adorava i nipotini. S. ha avuto due mogli.

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S. continua per tutto il pranzo a sorridere come se fosse pazzo, ma Z. vede che è un sorriso sincero. Pensa allora che sia un uomo maturo, che attribuisce grande valore alla sua privacy e non vuole fare confidenze a un romanziere. Ma poi Z. pensa che invece forse S. è l’incarnazione del nulla e che non ci sia nessun substrato.

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Capitolo secondo Zuckerman scrive un discorso per la 45esima riunione ex allievi, che poi decide di tenere per sé, in cui dice che la sua classe iniziò il liceo 6 mesi dopo la resa del Giappone. Dice c...


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