Quintiliano PDF

Title Quintiliano
Author Rebecca Sampietro
Course Istituzioni di Diritto Romano - Ag 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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appunti quintiliano ...


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Quintiliano: L’institutio oratoria Nel mondo latino, dove si dà maggiore spazio alla politica e alla cultura, Quintiliano è stato uno dei primi ad interessarsi alla fanciullezza e a capire come un'educazione corretta sia un gradino imprescindibile nella scalata del futuro oratore. Quintiliano attraverso l’Institutio oratoria è riuscito a scrivere un trattato tra retorica e pedagogia, ovvero un'opera rispondente alla società e ai nuovi bisogni culturali dell'epoca dei Flavi, ma pensata, in termini pedagogici. Il fanciullo prima di intraprendere la strada dell’istruzione, vede il mondo con innocenza e stupore, infatti la prima formazione è quella morale e avviene all’interno della famiglia: il bambino nei primi anni di vita osserva, ascolta, tenta di imitare gli adulti. Ed è bene che questi ultimi siano in possesso di una buona moralità, in quanto ogni esperienza affettiva e ogni apprendimento lasciano un segno indelebile nella vita del bambino. Marco Fabio Quintiliano nacque in Spagna, a Calagurris, tra il 35-40 d.C. Studiò a Roma sotto la guida di grammatici e retori famosi tanto che si specializzò nella disciplina della retorica diventando maestro di retorica . Quintiliano raggiunse l’apice della carriera durante la politica di Vespasiano, che gli offrì uno stipendio statale molto redditizio per insegnare l’eloquenza. Dopo essersi ritirato dall’insegnamento, Quintiliano si dedicò alla composizione dei dodici libri dell’Institutio oratoria. La sua morte avvenne subito dopo nel 100 d.C. L’Institutio oratoria fu un opera composta fra il 90-96 d.C ed è divisa in dodici libri. La trattazione è preceduta da due testi preliminari. Il primo è un breve saggio indirizzato all’editore Trifone, nel quale l’autore dichiara che pur essendo pronta da tempo, aveva delle incertezze nel pubblicare prontamente l’opera, ma l’insistenza di Trifone lo ha convinto a dare il placet all’edizione. Il secondo testo preliminare è la praefatio o “proemio” che contiene una dedica dell’opera al cavaliere e avvocato di Domiziano: Vittorio Marcello. Per questo egli definisce la sua opera “institutio” nel senso di : insegnamento dei fondamenti. Nei primi due libri vengono

riportate le principali istituzioni di Quintiliano considerati concetti dotati di una rilevanza pedagogica tutt’ora attuati nella specifica disciplina: Il talento secondo cui tutti i bambini posseggono ingegno e perciò tutti sono desiderosi di apprendere. Le differenze tra i bambini derivano non dall’intelligenza, la quale può essere più o meno sviluppata, ma dal talento inteso come predisposizione a fare qualcosa in base alla propria attitudine. L’influenza dell’ambiente nel senso che l’ambiente sociale in cui l’individuo opera influisce la sua formazione. E’ come se il bambino fosse una piantina che trovando terreno fertile si svilupperà rigoglioso e avrà grandi potenzialità, se invece cresce in un ambiente sterile, sarà sicuramente povero dal punto di vista morale. Perciò Quintiliano spera che genitori e balie siano ben educate in modo tale da favorire lo sviluppo armonico del bambino. L’importanza della scuola pubblica perché l’insegnamento pubblico è migliore rispetto l’insegnamento privato perché favorisce la socializzazione, sperimentando nuovi legami affettivi come l’amicizia, un vincolo molto importante per i bambini. L’importanza del momento ricreativo: poiché permette di dissuadere il bambino dallo studio mediante il gioco. Il gioco infatti, ha un importante rilievo perché viene inteso come strumento di apprendimento, infatti con il gioco il bambino inizia a rispettare le regole. Vi è l’abolizione delle punizioni corporali considerato che sin nell’antica Roma le punizioni corporali erano frequenti da parte del maestro nei riguardi del discepolo per facilitare l’apprendimento o per evidenziare l’errore commesso. Ciò viene contestato da Quintiliano, il quale sostiene che è importante far capire l’errore perché il maestro deve guidare l’alunno, ma senza l’utilizzo di punizioni corporali, che potrebbero condurlo ad azioni estreme per la perdita di fiducia in se stesso. Infine vi è il ruolo del maestro, definito quello più importante perché nell’opera emerge un ritratto del maestro del tutto nuovo. Egli non deve solo impartire nozioni, ma deve istituire ed educare, e quindi formare, la personalità dell’individuo. Inoltre è indispensabile che il maestro sia in grado di capire l’indole dell’alunno per poter adottare metodologie idonee che siano in grado di sviluppare le potenzialità di ogni allievo. Pur essendo una qualità preziosa l’innocenza

del bambino è stata a volte anche l’essenza della sua fragilità e la spontaneità è stata percepita da sempre come una qualità facile da modellare dall’antichità fino ai tempi più recenti. Il III libro riassume la teoria generale dell’oratoria : le cinque operazioni dell’oratore: inventio(capacità di invenzione), dispositio(ordinamento), elocutio(modo di esprimersi), memoria e actio(azione,atto), i tre generi di orazione: deliberativo, dimostrativo e giudiziario, e i tre fini dell’oratore: docere(insegnare), movere(portare alla discussione) e delectare. Ha inizio dal IV al VII libro,la disposizione dell’inventio e della dispositio, cioè lo studio degli argomenti da inserire nelle cause e l'arte di distribuirli. Dal VII-IX dell’elocutio, ovvero della scelta dello stile dell’orazione. Il X e l’XI libro sono dedicati alla memoria e all’actio, cioè dell'arte di tenere a mente i discorsi e di porgerli. Invece l’ultimo libro conclude l’opera con un ritratto del perfetto oratore, che unisce le più elevate qualità morali a una preparazione culturale completa e organica. In questo trattato egli segue la scia di CICERONE per ciò che riguarda la concezione di retorica come scienza, e che non si limita a formare un buon oratore, riprendendo la definizione di Catone il Censore "vir bonus dicendi peritus",e definire le sue virtù morali e le sue qualità tecniche , formando così anche un cittadino ed un uomo moralmente esemplare che sappia anteporre il bene pubblico a quello privato preoccupandosi prima di tutto della comunità . All’epoca infatti chiunque poteva improvvisarsi maestro, non esisteva un’abilitazione, perciò avveniva che anche liberti o schiavi fossero insegnanti malpagati e con uno scarsissimo prestigio sociale. Proprio a questo proposito Quintiliano, differentemente da Tacito, crede che il motivo della decadenza dell’oratoria sia da ricercare in motivi tecnici dell’educazione (carenza buoni insegnanti) e morali (degenerazione dei costumi) e non da motivi politici.

Approfondimenti Quintiliano adopera una lingua e uno stile ciceroniani, lontano dagli arcaismi ma ugualmente nella struttura sintattica tende alla concinnitas (armonia dello stile e del discorso) e all’equilibrio. E’ incline alle metafore e alle antitesi. Il tópos della crisi dell’oratoria dà luogo nel I secolo a una sorta di controversia, nella quale gli scrittori esprimono la loro tesi. Seneca rimpiange l’oratoria repubblicana, che era alimentata dai concreti problemi della vita pubblica, per Velleio Patercolo si tratta di un fenomeno fisiologico, poiché sostiene che ogni cosa decresce dopo aver raggiunto l’apice, infatti l’arte oratoria ha avuto il suo auge nell’età di Cicerone e quindi inevitabilmente subisce un declino. Nel Satyricon invece, Petronio mette a confronto due tesi diverse: l’una accusa le scuole dei retori, basata su esercitazioni astratte, l’altra critica i genitori degli allievi che chiedono alle scuole, per i loro figli, una preparazione rapida e superficiale....


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