Quintiliano- Tutto PDF

Title Quintiliano- Tutto
Course Latino - Anno 5 - Classico
Institution Liceo (Italia)
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quintiliano...


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QUINTILIANO Marco Fabio Quintiliano, fu un oratore e un insegnante di retorica di grande successo, al punto tale che Vespasiano gli affidò, la prima, cattedra statale. Inoltre Domiziano lo fece precettore di due suoi nipoti. La sua importanza la dobbiamo al suo capolavoro: institutio oratoria, il più completo e organico trattato di retorica in lingua latina, opera in cui parla del ruolo del magister. Egli si occupò di pedagogia dunque, era molto avanti rispetto al suo tempo, solo oggi abbiamo messo in atto ciò che egli diceva, questo a causa del periodo di regressione del medioevo. Egli fece una vera e propria antologia della storia della letteratura latina, fu il prescrittore della pedagogia moderna e fu il primo ad essere stato pagato dallo stato, per insegnare. Chiunque riconosceva la sua eccellenza nelle capacità didattiche. Ci si è domandati: come mai solo Quintiliano veniva pagato, nonostante l'educazione era privata e non c'era il concetto di istruzione pubblica, e ci si trovava sotto dittatura? La risposta è molto semplice: dato che i romani erano molto virtuosi e volevano le menti migliori da cui emulare ed imparare, decisero di elogiare Quintiliano, che per loro era una forza. Egli insegnò per 20 anni, fino a quando decise di dedicarsi allo studio e alla composizione delle sue opere. Oltre l'institutio oratoria(suo capolavoro) scrisse anche: - De causis corruptae eloquentiae = trattato sulle cause della decadenza dell'oratoria; - De arte rhetorica = delle dispense pubblicate dagli allievi di Quintiliano, senza il suo consenso. Opera: L'INSTITUTIO ORATORIA (Oratoria=esercizi di retorica svolti dagli allievi) Opera divisa in 12 libri, composta tra il 90 e il 96. Vi è un dibattito sulla decadenza dell'oratoria, alla quale vengono attribuite diverse cause: 1. Cause morali : ovvero ci sono i maestri di oratoria che sono corrotti, che non sanno dare il buon esempio ai loro allievi e alcuni hanno l'accusa di essere dei delatori(=spioni); 2. A questo dibattito si inserirono diverse opere del periodo, come quella di Tacito, i quali offrono un'analisi acuta della crisi, individuando le cause nelle condizioni politiche: ovvero nella mancanza di libertà,perché a causa di questo non vi è un vero e proprio confronto. E poiché non potevano usufruire del foro, dell'oratoria e dei tribunali, l'unico spazio a loro disposizione era la scuola, nella quale venivano effettuate le declamationes, ovvero delle esercitazione di retorica su temi fittizi, nelle quali trionfa la forma e non il contenuto. (Già petronio prese in giro l'utilizzo di argomenti futili) 3. Istituzione scolastica : per Quintiliano è il motivo più importante. Egli afferma che l'istituzione scolastica va modificata e migliorata, poiché al suo interno si ha un decadimento dell'insegnamento scolastico, con la futilità delle declamazioni retoriche, per lui questo cambiamento era una vera e propria esigenza. Voleva rinnovare le basi fondamentali dell'insegnamento: questo attraverso il suo trattato “l'institutio oratoria”, nel quale vi è un programma educativo completo, culturale e morale, del futuro oratore, dalla prima infanzia all'età adulta(il maestro accompagna l'allievo in tutto il percorso, non c'è distinzione del grado di scuola). Tutta l'istruzione scolastica doveva puntare alla creazione del perfetto oratore. Principi su cui si basa la formazione del perfetto oratore: - Assecondare le propensioni naturali dell'allievo, mettendo dunque l'allievo al centro; - Non devono essere usate le punizione corporali, perché l'apprendimento non deve

essere imposto, ma, deve essere stimolato. Importante inoltre è il rapporto maestro-allievo: - Deve essere improntato sulla fiducia reciproca e non sulla paura; - Usare il gioco per le prime fasi dell'apprendimento; - L’apprendimento deve essere graduale e adeguato alle capacità proprie dell'età. Quintiliano inoltre è sostenitore delle scuole pubbliche, poiché in esse i ragazzi possono competere tra loro in modo sano, e soprattutto possono emulare un modello alla loro portata. Queste idee, che oggi vengono date per scontate, all'epoca non lo erano, infatti Quintiliano viene visto come un precursore della moderna pedagogia. Al tempo di Quintiliano, sul piano degli orientamenti retorici, vi era Seneca, con una prosa spezzata, concettosa, fatta di sententiae a effetto, che Quintiliano condanna come corrotta e degenerata. Egli trova una soluzione in una reazione ‘classicista’, con il ritorno di una sobrietà espressiva che porti ad una rigenerazione morale. Il suo modello di ispirazione è infatti Cicerone. Rispetto a seneca, che non spiegava ciò che diceva, dunque bisognava seguire il filo logico, Cicerone, così anche Quintiliano usa uno stile linguistico che va di pari passo alla moralità. Da questo, consegue che la buona scrittura equivale a l'avere grandi valori morali. Quintiliano dunque propone la figura del perfetto oratore come vir bonus dicendi peritus . L'oratore ideale è molto simile a quello ciceroniano, ma, si differenzia dal ruolo della filosofia. Poiché all'epoca la filosofia era usata per dissentire l'imperatore, attraverso appunto delle sentenze filosofiche. Inoltre gli imperatori preferivano che non ci si occupasse di filosofia, per questo Quintiliano lascia poco spazio alla filosofia. Inoltre, il perfetto oratore, deve essere un cittadino al servizio del bene comune, la communis utilitatis, capace di orientare le scelte del senato e del popolo. C'è da tenere conto che il perfetto oratore di cui parla Quintiliano è diverso da quello di cicerone, in quanto nel periodo di quintiliano non c'era più libertà, poiché il potere imperiale assoluto ha svuotato il ruolo dell'oratore dalla possibilità di incidere sulla vita politica. Dunque l'oratore pone la sua intenzione viene posta sul Princeps, mettendosi al suo servizio. Quintiliano, come dopo Tacito, ritenevano il principato come un male assoluto, dunque l'unico rimedio è quello di difendere l'istruzione del buon oratore. Altri punti del futuro oratore: - deve saper stare in mezzo alla gente, per parlare con essa. - La sua vita pubblica deve essere al centro dell'attenzione, rispettando i canoni imposti dall'imperatore. - Non deve avere paura della gente e non deve vivere in solitudine. - Deve avere un confronto con le persone, per abituarsi a parlare. - È importante che non stia da solo, non fare tutto da solo. Deve esserci per questo un aiuto reciproco (oggi:tutoring). - L'amicizia è molto importante, bisogna frequenti le persone per poter trovare l'amicizia vera. Un legame duraturo. L'amicizia viene messa sullo stesso piano della religione, in quanto ha una grande importanza nella vita delle persone. - Deve acquisire il senso comune, una sorta di regole assimilate, ad esempio andare in bagno per alzata di mano. - Egli offre un insegnamento collettivo, ovvero imparare attraverso gli altri. - Secondo l'oratore, la troppa ambizione, è qualcosa di negativo per l'etica, ma è favorevole per la virtù, la quale si basa su l'ambizione. Dunque, l'ambizione, deve essere di miglioramento.

Il suo stile: Quintiliano segna un ritorno a una prosa di stampo classicheggiante, seguendo appunto il modello ciceroniano, caratterizzando però la propria scrittura con periodi meno ampi e più concettuali. Egli ricerca, e ottiene, uno stile che è chiaro ed elegante e piacevole da leggere (grazie all'uso frequente di figure retoriche, similitudini e metafore). Il suo stile misurato e senza eccessi, fu molto apprezzato, sia all'epoca che oggi. Quintiliano si impose subito come modello classico per antonomasia, insieme a Cicerone, degli studi retorici impartiti in scuole e collegi. L'illuminismo, in seguito, apprezzò molto i metodi educativi, basati sul rispetto e la valorizzazione delle qualità naturali dell'allievo. I dodici libri del l'institutio oratoria, divennero presto il testo di riferimento per la stilistica latina, la critica letteraria e la pedagogia.

GLI ORATORI QUASI PERFETTI E LA CRITICA AI FILOSOFI l libro: è un proemio introduttivo, dove Quintiliano scrive gli obiettivi che si propone. Fa la sua dedica all’amico politico Vittorio Marcello e al figlio. Spiega che il concetto di educazione è totale, e riguarda tutte le età. Si parte da quando l’allievo è solo un bambino, fino al completamento degli studi. II libro: rapporto tra studente e docente, dove spiega che lo studente deve essere al centro dell’attenzione. Dal III al IX libro: Il tema principale è l’oratoria, spiega cos’è, come deve essere studiata, e quali sono le caratteristiche principali. X libro: “1° storia della letteratura greca e latina”. Quintiliano spiega quali sono i migliori autori da studiare, e quali letture sono più consigliate, a seconda dell’età dell’allievo. XI libro: fasi finali dell’oratoria e consigli sullo studio mnemonico. XII libro: Scrive delle caratteristiche che definiscono un oratore. IL METODO EDUCATIVO DI QUINTILIANO Il gioco. Quintiliano, nell’Institutio Oratoria, sottolinea quanto sia importante lo svago per il fanciullo, per rilassarsi dopo le fatiche dello studio. Egli vedeva il gioco come un impulso irruento dell’infanzia. Quintiliano preferiva i “giochi intelligenti”, quelli che oggi possiamo considerare dei “quiz”, o qualsiasi altro tipo di gioco che potesse mantenere la mente allenata. Sosteneva che i momenti del gioco dovessero avvenire sotto l’occhio del maestro, per ricavarne informazioni sul suo carattere, ed intervenire nel caso riscontrasse problemi. Tra l’educazione del maestro rivolta al singolo, e l’educazione in una scuola pubblica, rivolta a un numero ristretto di fanciulli, Quintiliano preferisce la seconda opzione, dato che si favorisce la socializzazione tra gli altri fanciulli. D’altronde, come si

pretende di essere oratori, se si fa fatica a relazionarsi con il prossimo? Invece, riguardo il rapporto tra studente e docente, sostiene che il maestro debba assumere nei confronti del discepolo, un atteggiamento paterno, ovvero affettuoso, e vengano rivolte molte attenzioni verso l’allievo.Come accennato prima, nella slide riguardo l’educazione romana, era ricorrente l’uso delle botte verso i ragazzi, per educarli meglio.Quintiliano, invece, sosteneva che un ragazzo picchiato tende a rimanere traumatizzato dal dolore e la vergogna, e come conseguenza sarà meno motivato nello studio. Secondo Quintiliano, quindi, nel caso di errori o sbagli commessi dal ragazzo, si deve agire al massimo con dei rimproveri verbali. CARATTERISTICHE ORATORE 1.

Essere dotato di spessore morale

2.

Impeccabile capacità di parlare

3.

Essere dotato di spessore culturale

4.

Abilità retorica

5.

Perfetta eloquenza

6.

Avvicinarsi alla perfezione

RAPPORTO CON LA FILOSOFIA Quintiliano, a differenza del suo “mentore” Cicerone, non aveva un rapporto cordiale con la filosofia, poiché vi era un conflitto tra retori e filosofi, che si trasformava in una competizione, per accaparrarsi l’esclusiva educazione dei giovani. Quintiliano considera la filosofia come una disciplina utile per la formazione della figura dell’oratore, ma che ritiene complessivamente inferiore alla retorica. Per Quintiliano, i filosofi tendevano alla guida del potere, mentre i retori cercavano di collaborare con l’impero. Non una buona opinione di quest’ultimi. LA FORMAZIONE DI UN PERFETTO ORATORE Entrambi i genitori dovrebbero possedere il maggior livello possibile di cultura.Coloro che in precedenza non hanno avuto modo e possibilità di studiare, NON devono trascurare l’educazione dei propri figli ma, al contrario, prestare più attenzione a riguardo. Essendo la prima figura che entra direttamente in contatto con il bambino, anche la nutrice deve avere un linguaggio corretto. Sappiamo come per natura siamo molto attaccati alle abitudini che ci vengono trasmesse da bambini e quanto siano difficili da sradicare, è molto importante la correzione istantanea dei difetti. Al di là delle capacità intellettuali o dell’apprendimento più o meno veloce, un’applicazione costante, è molto importante ricordare che esercizio e impegno migliorerebbe chiunque anche se in modo diverso. Gli insegnanti dovrebbero essere o particolarmente colti, o consapevoli di non esserlo. Ci sono coloro che avendo qualche conoscenza in più si convincono falsamente di essere sapienti e quando devono lasciare il posto ad altri si irritano, e

perseverano nel trasmettere la loro ignoranza con accanimento o con fare tirannico. Bisogna dare precedenza all’insegnamento della cultura greca poiché la lingua latina,che assorbirà molto di più, deriva da essa. Il ragazzo non deve parlare e apprendere solo in greco, perché così facendo si generano dei difetti di pronuncia causati da una assidua abitudine nel parlare in greco;questi difetti perdurano anche se si parla una lingua diversa. IL TEMPO DELL’ISTRUZIONE Per Quintiliano l’educazione è un processo continuo, che dovrebbe iniziare dai primi anni di vita con un formazione di tipo morale. L’educazione inizia quando l’allievo è in grado di percepire proprio questi insegnamenti morali, che diventeranno poi di tipo culturale con il passare degli anni.Il bambino apprende tramite l’ascolto, l’osservazione e l’imitazione dell’adulto. Tutti i progressi che farà l’allievo in tenera età, saranno la base per i progressi che raggiungerà con l’istruzione scolastica.Intorno ai 7 anni, il fanciullo viene avviato verso uno studio sistematico che avverrà con l’aiuto del maestro. Quest’ultimo ha il compito di guidare l’allievo verso una maturità consapevole. Quintiliano ci parla di vantaggio, lo definisce infatti un “investimento” che il ragazzo guadagna durante l’infanzia. Il maestro è il modello a cui gli alunni si rifanno e che devono imitare; il maestro deve saper osservare attentamente i suoi alunni per comprendere la loro intelligenza e per permettergli una comprensione adeguata alla loro personalità. Inoltre deve saper gestire la propria autorità, evitando l’uso delle punizioni corporali.Nell’opera appunto viene consigliato al maestro di preoccuparsi che l’alunno non provi antipatia per gli studi. Lo studente deve rapportarsi allo studio in modo sereno, deve essere lodato quando fa una cosa giusta. Tuttavia il maestro può trovarsi davanti ad un rifiuto dello studente, che va stimolato ancor di più, magari scatenando in esso uno spirito competitivo. Il primo approccio allo studio sarà caratterizzato da una lettura e uno studio sotto forma di gioco. L’obiettivo di Quintiliano è quello di creare il “perfetto oratore”, ma anche quello di istruire un futuro uomo che sia libero; formerà così un uomo e un cittadino che sappia anteporre il bene della comunità al proprio. I PRIMI PASSI NELLA SCRITTURA Quintiliano predilige un’educazione graduale. Un esempio è quello dell’alfabeto, al quale viene dato poco valore: alcuni infatti pensano che esso non possa rendere colti, quando però in realtà è una base fondamentale. Inoltre crede che i bambini debbano prima imparare a riconoscere la forma delle lettere piuttosto che la posizione nella quale si trovano. Infine, Quintiliano sottolinea l’importanza della calligrafia e della velocità nella scrittura, in quanto è importante avere una scrittura chiara, leggibile e allo stesso tempo comprensibile. L’ ARTE DI SAPER INSEGNARE Per iniziare, ci dice Quintiliano sicuramente bisognerà fare attenzione allo studio delle sillabe, si consiglia di imparare anche le più difficili, senza lasciarle indietro. Non si dovrebbe fare affido totalmente alla memoria, sarà più utile ripeterle fino a quando non si avrà alcun problema nel pensiero.Quintiliano, consiglia all’alunno di non aver fretta di leggere, perché è da essa che si provoca un ritardo alla capacità di lettura. Infatti, la fretta può portare ad interruzioni, ripetizioni, esitazioni e

successivamente aver sbagliato si tende a non fidarsi più del loro sapere già appreso. Nella lettura , guardare verso destra e guardare le parole in anticipo, viene compreso non solo con la teoria, ma anche con la pratica. Quintiliano, fa riflettere sulla difficoltà della mente di operare in parte con gli occhi e in parte con la voce quando, leggendo, si guardano le parole che seguono e si pronunciano le parole che precedono. Secondo Quintiliano, è opportuno pretendere che i ragazzi pronuncino più velocemente alcune parole difficili, affinché il discorso sia più compiuto e più spedito. Quintiliano, riprendendo il termine “freno” dai Greci, fa riflettere su i difetti di pronuncia, incorreggibili dopo una certa età, se essi si trascurano. EDUCAZIONE, PUBBLICA O PRIVATA? Le famiglie dell’aristocrazia romana prediligono l’insegnamento domestico poichè credono che la scuola metta a repentaglio la morale del ragazzo, affidandolo così a precettori privati; Quintiliano ribatte che la degradazione morale può insinuarsi ovunque per esempio, negli schiavi di casa (che il bambino non può evitare di frequentare) o nello stesso precettore privato. Quintiliano, inoltre, ribatte che se l’indole del giovane è buona, difficilmente potrà essere corrotta, quindi ciò che conta è la prima educazione ricevuta in casa. Egli tratta dell’importanza del ruolo dei genitori, i quali devono prestare la massima attenzione all’educazione dei figli: devono circondarli di giusti stimoli ed evitare pedagoghi e precettori inadatti e disonesti proprio affinché la propensione dei bambini per l’apprendimento non venga sprecata e corrotta. Spesso sono gli stessi genitori a portare la corruzione,Questo accade viziando i propri figli, abituandoli ad avere tutto fin dalla primissima infanzia ed offrendo loro un pessimo esempio attraverso comportamenti immorali e linguaggi sconvenienti che i ragazzi apprenderanno.Quintiliano ribadisce:“non imparano queste cose a scuola, ma a scuola le fanno entrare.” Mentre i sostenitori di una educazione privata sostengono il fatto che in quest’ultima l’apprendimento avrà una qualità maggiore, poichè l’insegnamento è individuale e tutta l’attenzione del maestro sarà un unico alunno, Quintiliano crede che i migliori maestri sono lieti di avere un ampio pubblico, al contrario, i peggiori “coscienti dei propri limiti, non disdegnano di rimanere strettamente legati ai singoli alunni”.È preferibile studiare presso una scuola, insieme ad altri bambini, piuttosto che nel chiuso dell’ambiente domestico in solitudine.I maestri trascurano i ragazzi e le lezioni sovraffollate impediscono la correzione e la spiegazione? Quintiliano a queste accuse ribatte che “l’insegnante non si farà carico di un numero di allievi superiore alle sue forze.” E’ importante inoltre che il maestro “non badi solo al suo dovere in senso stretto, ma anche ai risvolti affettivi”. Nessun insegnante non dedicherebbe particolare attenzione agli alunni nei quali abbia intravisto “doti spiccate e buona volontà.” Quintiliano sottolinea che il motivo dell’affollamento potrebbe essere causato dall’alta qualità dell’insegnamento impartito. L’importante è saper scegliere la scuola, non vanno evitate tutte in assoluto. IL FUTURO ORATORE L’oratore fin da subito è destinato a vivere in mezzo alla gente, a non temere gli uomini e a stare sotto i riflettori della vita pubblica. Per Quintiliano l’amicizia è importante, è quella che resterà fino alla vecchiaia ed è attraverso ciò che viene allenata la mente, al contrario non verranno mostrati i risultati degli studi, si esalterà una vuota sicurezza e finirà con un eccessiva opinione di sé. Il senso comune è

quello che l’alunno imparerà in relazione con altri uomini; questo non potrà avvenire a casa poiché imparerà solo le cose che gli verranno spiegate singolarmente. A scuola invece imparerà anche quello che viene spiegato ad altri, gli saranno utili i rimproveri e gli ozi di qualcuno, gli tornerà utile l’elogio e si impegnerà al massimo per non essere inferiore ad un suo coetaneo.L’esaltazione di se stesso porta l’individuo ad eccellere in qualcosa in virtù del fatto che la competizione lo porta a migliorarsi sempre di più, anche se è una virtù che ha alla base valori negativi quali l’egoismo e la mancanza di rispetto. Gli insegnanti non devono caricare subito di lavoro le deboli spalle degli alunni, ma adeguarsi al livello di comprensione dell’allievo. Spostiamoci ora sull’eloquenza, essa si basa sull’emotività, infatt...


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