Schelling PDF

Title Schelling
Author Rosa Giulia Manganelli
Course Filosofia
Institution Università degli Studi di Salerno
Pages 2
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Summary

appunti per la preparazione d'esame...


Description

F. W. SCHELLING Nato in Germania nel 1775, Schelling si colloca tra Fichte e Hegel con una posizione idealistica in parte originale. L’obiettivo filosofico di Schelling è quello di trovare una sintesi che permetta di conciliare il soggetto l’oggetto, dunque lo Spirito e la Natura. Pertanto l’Idealismo Schellinghiano sarà originale nel tentativo di individuare questa soluzione di sintesi, di conciliazione, di mediazione tra soggettività ed oggettività, tra la dimensione dello Spirito e quella sella Natura. La Natura non può, per Schelling, essere sacrificata in nome dello Spirito, la sua oggettività cioè non può essere sacrificata sull’altare della soggettività spirituale. L’io di Fichte, aveva al contrario, prodotto una contrapposizione tra l’io finito e uomo e il non-io Natura facendo risultare la Natura come un ostacolo alla azione dell’uomo. Soltanto mediante il superamento di questi ostacoli naturali, l’uomo ricongiungeva se stesso all’infinito, realizzando la soggettività dell’io infinito. L’infinito generava dunque un’attività di infinita creazione attraverso il finito, ossia l’uomo. Dunque, la natura, nella visione idealistica di Fichte risulta essere un ostacolo lungo il percorso dell’azione del soggetto, una natura priva di qualsiasi tipo di esistenza autonoma, funzionale all’esistenza dello Spirito. Schelling intende partire proprio da questo aspetto del pensiero fichtiano, e, in opposizione all’Illuminismo, al soggetto limitato e finito Kantiano , vuole, all’interno della prospettiva dell’idealismo, dare autonomia, indipendenza e dignità alla Natura. La Natura si Schelling è intrisa di infinito , non rappresenta cioè un ostacolo alla realizzazione dell’infinito. Nella natura lo Spirito si è assopito, solidificato, cristallizzato e bisogna risvegliarlo. L’opera principale di Schelling è il “Sistema dell’idealismo trascendentale” del 1800, anticipatrice della “Fenomenologia dello spirito” di Hegel. È un’opera, quella di Schelling che sistematizza alcune riflessioni concernenti la natura già compiute da Fichte, all’interno dell’”Idea della filosofia della natura” del 1797. Ci troviamo dinanzi ad un autore che opera a cavallo tra la fine dell’Illuminismo e gli inizi dell’idealismo, contemporaneo di Fichte e più vecchio di Hegel, un idealista anomalo ed originale proprio perché, appunto, l’assoluto da lui teorizzato è un’ unità di io e non-io, di soggetto ed oggetto, unità che Hegel definirà con l’espressione “la notte in cui tutte le vacche sono nere”. Da questo punto di partenza la filosofia di Schelling intraprende due vie: da una parte vi è la Filosofia dello Spirito dall’altra la Filosofia della Natura, che però devono trovare una conciliazione, devono trovare un momento di sintesi.

LA FILOSOFIA DELLA NATURA La Natura e lo Spirito costituiscono due modalità di espressione dell’Assoluto, esso cioè si manifesta in modi differenti sia nella Natura e nello Spirito. La filosofia della natura, in modo particolare, va ad indagare la spiritualità della Natura, qualità in essa presente in a dei gradi diversi rispetto alla spiritualità presente nello Spirito. La Natura come spiritualità è dunque un cammino, un’evoluzione, un processo graduale attraverso cui lo Spirito si sviluppa e si rivela, si risveglia, dunque essa è manifestazione dello Spirito. Quella di Schelling è una visione organicistica e finalistica della natura. Organicistica perche essa è un organismo totale, in cui tutto confluisce in un funzionamento unico e finalistica perché la natura torna ad essere consapevole della propria spiritualità. Tale visione unitaria non può non richiamare il panteismo, soprattutto quello razionalistico di Spinoza che costituisce un essenziale punto di riferimento intellettuale e teorico della filosofia estetica di Schelling.

LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO La filosofia dello Spirito compie il percorso inverso: lo Spirito torna alla Natura indagando il processo con cui il soggetto scopre la realtà, è cioè un percorso di scoperta dell’oggetto da parte del soggetto. Soltanto in questo modo il soggetto può giungere alla piena conoscenza di se stesso. Lo spirito conosce la realtà, l’oggetto, in tre fasi. 1.SENSAZIONE : Il primo momento di questa prima fase è caratterizzato da una conoscenza ancora passiva del soggetto di fronte ai dati empirici, della realtà. Nel passaggio ultimo il soggetto si coglie come senziente e dunque assistiamo al passaggio dalla sensazione all’intuizione produttiva. 2.RIFLESSIONE: nella seconda fase l’intuizione produttiva diviene vera e propria riflessione. Essa implica la presa in considerazione dell’intero processo conoscitivo: lo Spirito si sdoppia in soggetto conoscente in oggetto conosciuto. Il soggetto conoscente riflette sull’oggetto che ha conosciuto. 3.VOLONTÀ : lo spirito, distaccandosi dagli oggetti che ha conosciuto ne diventa indipendente e li coglie come volontà. Filosofia dello spirito e filosofia della natura sono dunque unite all’interno di una dinamica di un assoluto unitario. Dunque l’Assoluto, vale a dire Dio, è un principio al contempo immanente poiché è dentro la Natura e permanente perchè non vi è alcun distacco, c’è sempre lo Spirito nella Natura.

IDEALISMO ESTETICO Schelling ritiene che l’organo conoscitivo più elevato sia L’ARTE, quella via che permette la piena comprensione dell’ Assoluto : l’artista, infatti, intuisce l’unità di finito e infinito, di Spirito e Natura, di soggettività ed oggettività. L’arte comprende in profondità la vita, entra in contatto con l’Assoluto cogliendone l’essenza, essa è intuizione estetica. L’arte è capace di penetrare l’Infinito con delle espressioni concrete : attraverso pittura, scultura, danza, poesia, l’artista coglie le manifestazioni dell’infinito, le intuisce e le riproduce. Egli ha una dote speciale: la mano dell’artista, i suoi occhi, la sua voce sono elementi divini perché portano alla comprensione dell’Assoluto. Di conseguenza, Il genio artistico, l’ intuizione dell’artista, costituisce il più elevato sentimento. Dunque, l’arte è affine all’Assoluto, è la via maestra che permette di giungere sono ad esso, andando a fondo laddove la razionalità non può.

DIFFERENZE ARTISTA - FILOSOFO Mentre il filosofo razionalizza e sistematizza la realtà, l’io e il non-io , soggetto ed oggetto, Spirito e Natura, l’artista unifica tutto nell’intuizione, nell’armonia, nella bellezza. Egli è il vero e proprio mentore dell’Assoluto, è l’intuizione la forma più elevata della conoscenza poiché di porta direttamente alla conoscenza dell’Assoluto. Il genio artistico è dunque superiore all’intellettuale filosofico dal momento che esso può cogliere l’unità è la complessità contemporaneamente senza doverle separare....


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