THE GAME - riassunto e appunti integrativi di the game PDF

Title THE GAME - riassunto e appunti integrativi di the game
Course comunicazione letteraria
Institution Università degli Studi di Palermo
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riassunto e appunti integrativi di the game...


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COMUNICAZIONE LETTERARIA

LEZIONE N°1 06/10/20 ALESSANDRO BARICCO SCRITTORE Nell’Italia dei grandi autori emerge Alessandro Baricco (autore de Il nome della Rosa). Le sue opere possono essere ricondotte al post-modernismo, ovvero quella scrittura che mescola gli elementi narrativi, livelli realistici e non, livelli linguistici e che produce incastri nelle storie che racconta, quindi un tipo di scrittura che sembra farsi gioco degli schemi canonici della letteratura, una scrittura auto ironica che gioca con gli stessi schemi letterari. Bisogna ben conoscere la macchina narrativa per “prendersene gioco”, quindi è una scrittura letteraria ma anche una conoscenza di questa macchina che viene esercitata e messa in mostra. Questa scrittura riesce a mescolare bene quello che era già presente nel campo della letteratura: lo scrittore che diventa anche lettore, ma anche critico, come se queste tre figure, venissero ad essere occupate dallo stesso personaggio. Baricco, è sicuramente uno scrittore ma anche lettore che espone le sue letture, ma nello stesso tempo anche critico, ovvero esperto e abile manipolatore del suo stesso romanzo. Baricco segue quelle che lui stesso chiama MUTAZIONI della cultura italiana, ovvero le INSURREZIONI digitali. Queste rivoluzioni digitali, in verità, erano già presenti nelle sue attività letterarie; verso il 1988 nasce il primo salone del libro: gli scrittori così hanno la possibilità di uscire dalle nicchie ristrette in cui erano stati fino ad ora, incontrando il grande pubblico modificando la comunicazione letteraria. Quali sono queste nuove forme di comunicazione letteraria? Si cominciava a parlare di comunicazione letteraria e non solo di letteratura per la serie di materie che raggruppavano la letteratura stessa (questo già negli anni ‘80). C’è modo e modo d’intendere la comunicazione letteraria. Corti pensava che il modo di interpretare essa, fosse, pensare lo scrittore come qualcuno che occupava un tempo e uno spazio che non coincideva con quello del lettore. Questa distanza tra autore e lettore, si è molta avvicinata, tant’è vero che oggi stesso, molte forme di scrittura sono ormai interattive, nel senso che è possibile cambiare, ad esempio, la fine della serie che stiamo guardando. Per arrivare all’oggi, dobbiamo, con Baricco, fare un po’ la storia di questi ultimi trent’anni. Questo perchè, le sue opere, iniziano nel ‘91, quindi 10 anni dopo Il nome della Rosa. La sua formazione è universitaria (si laurea in filosofia e studia contemporaneamente al conservatorio), si laurea con Gianni Vattimo (filosofo e amico di Eco). Baricco è allievo di Vattimo e ha iniziato, giovanissimo, a pubblicare i suoi romanzi. Il primo, tra questi, è I castelli di rabbia: la critica dice che è all’interno dell’epoca post-modernista italiana, però al suo interno ci sono diverse storie e c’è un grande intreccio di realtà e fantasia. Va detto che, sembrano tanto delle storie che sembrano fatte per il cinema. Questo, per Baricco, è un modo per presentare le ambientazioni, quasi da sceneggiatura. Inoltre, queste scene, vengono accompagnate dalla musica, non solo classica ma anche rock. Castelli di rabbia, riceve il premio Campello, Baricco risulta sin da subito fortunato e riceve diversi riconoscimenti; la critica riconosce che c’è qualcosa di nuovo. Nel ‘93, pubblica Oceano Mare, un romanzo diviso in due parti, che raccontano vicende marinaresche, anche questo riceve un premio: Viareggio. Nel 1994, pubblica quella che era nata come una messa in scena teatrale, quindi un testo nato per il teatro, dal titolo, appunto, Novecento. Avrà diverse edizioni, realizzazioni teatrali, che lui pensò per un preciso regista, ma che avrà diversi interpreti. Questa storia è anche un racconto che è possibile leggere ad alta voce; breve narrazione. Storia raccontata da un ex trombettista che parla di uno strano personaggio che nasce su un piroscafo e vive tutta la sua vita su quella nave , dove lui suonerà e non scenderà mai; uno strano personaggio, come pochi, ma che sembrerebbe essere basato su una storia vera. Dopo il fortunato caso di Novecento, segue il più grande successo di Baricco, ovvero Seta, romanzo breve, che esce nel ‘96, il quale scala le classifiche. Racconta una storia abbastanza emozionante, ambientata in un secolo lontano, in un Giappone che non conosciamo, che ci interessa sempre di più. Il protagonista si trasferisce in Giappone per acquistare delle larve che lui utilizzerà nelle sue filande francesi. Questa storia del commercio dei bachi di seta, s’intreccia a due storie sentimentale, che il protagonista intreccia con due donne (moglie e una donna misteriosa giapponese), storia arricchita di segreti, colpi di scena. Un successo clamoroso (sicuramente il romanzo più venduto di Baricco). Tutto cambia, arriva City nel 1999. Viene pubblicato questo romanzo architettonico, dove i quartieri diventano le storie e le strade diventano i personaggi, ma la carica innovativa è il fatto che il libro viene lanciato tramite una trovata di genio di Baricco e della casa editrice, ovvero, per la prima volta in Italia, City è il primo libro che viene lanciato tramite Internet, grandissima novità per quel periodo. C’è un sito interamente dedicato a questo libro; all’interno del sito viene, non solo raccontato il volume, ma viene

illustrata tutta l’architettura di esso, ma anche la struttura del lancio, della commercializzazione di questo, la struttura narrativa. Quindi, con l’uscita del libro e la progettazione del sito (www.labcity.eu), nasce un format, una possibilità di accesso alla letteratura completamente nuova. Nel 2002, esce Senza sangue, anche questa una storia ambientata in America, la scrittura è breve, che procede per paratassi, citazioni continue (anche dai suoi libri). Presenta una storia di una donna, prima bambina e poi adulta, matura (anche qui ci sono degli intrecci). I diritti di questo romanzo sono stati acquistati da Angelina Jolie, per la realizzazione di un film (ancora non uscito). Nel 2004, Baricco decide di riscrivere, in un linguaggio più adatto per le nuove generazioni, l’ Iliade di Omero. In realtà la sua operazione è molto interessante, anche se fu criticato. Anche questo libro ebbe molto successo. Lui non fa altro che riprendere una traduzione italiana di M. Grazia Cianci e di renderla ancora più moderna, semplificandola e smussandola, anche in collaborazione con la stessa traduttrice e riduce gli interventi delle divinità, perché mette in evidenza la storia dei vari personaggi. Quest’operazione è stata messa in scena in numerosi teatri. Nel 2006, Questa storia, un romanzo storico in cui la storia delle due guerre mondiali si incrocia con quella dei personaggi, la vicenda più importante è la vicenda della disfatta di Caporetto. Nel 2009, Emmaus, la storia di un gruppo di adolescenti nella loro difficoltà di relazione con i genitori (dal punto di vista dei ragazzi stessi). Mr Gwyn, del 2011, ultimo romanzo, storia di uno scrittore che decide di smettere di scrivere e di dedicarsi alla carriera di copista di quadri. Racconta immagini e ritratti, soprattutto, attraverso le parole. Tre volte all’alba, tre racconti con un elemento che li collega, in cui troviamo come protagonisti una coppia di personaggi. Smith e Wesson: una serie di suicidi a cui una giornalista decide di porre fine, con l’aiuto di un meteorologo e un pescatore, ma la storia finisce male anche per lei. La posa giovane, del 2015, ultimo romanzo di Baricco, in cui la storia di una giovane donna che entra in una famiglia dove bisogna rispettare delle regole rigide. I corpi, del 2018, che contiene gli ultimi romanzi di Baricco, che lui ricollega perché spiega che c’è un filo rosso, un collegamento che unisce queste storie, dato dalla posizione corporale. È un modo per ricollegare le ultime storie che lui ha scritto. PERCHE’ SI SCRIVE ? La letteratura non è l’unico materiale che Baricco utilizza per la scrittura; nel 1993, per la prima volta nella sua vita, Baricco, decide di condurre una trasmissione (L’amore è un dardo) televisiva. Nella stessa trasmissione, in cui viene eseguita della musica, lui, insieme ad altri ospiti, la commenteranno. Un punto di osservazione particolare, con cui continuiamo ad analizzare Baricco, è quello del critico letterario. Le trasmissioni televisive che Baricco ha inventato, sono state un modo per portare la letteratura in tv. Pickwick e Totem, sono altri due esempi di trasmissioni che segnano la storia delle trasmissioni. Si cerca di coinvolgere il pubblico da casa nel leggere; LEZIONE N°2 08/10/20 SCUOLA HOLDEN e Fandango E’ chiaro che quando parliamo di Baricco non possiamo pensare ad uno scrittore tradizionale (anche se la sua formazione è novecentesca); due avventure completano la presentazione di quest’uomo. Baricco è stato il fondatore di questa scuola di formazione per scrittori, quando ancora non era affermato, questa scuola che si presenta come una scuola di scrittura, cinema, serialità, giornalismo, storytelling, sceneggiatura. Questo significa avere già chiaro che la scrittura non apparteneva solo agli scrittori di finzione, che poteva essere utile non solo ai giovani che volevano diventare scrittori di romanzi e racconti. Loro hanno intercettato una nicchia di mercato assolutamente vuota. Scuola che comprende tutto l’ambito di tuti gli studi classici e in una forma tipica della contemporaneità. Una scuola in cui le classi erano formate massimo da dieci persone, gli studenti incontravano direttamente gli scrittori (provenienti dall’editoria, cinema, serie tv, ma anche dalle aziende) e quindi le attività sono diverse rispetto ad una tipica università. Oggi ci sono delle classi formate da over 30. Il corso prevede sette discipline, divise in tre anni, col conseguimento di una laurea. Si può partecipare a tutti i laboratori che sono elaborati per una certa scrittura e professione e che sono estremamente professionalizzanti. Il rapporto con le altre strutture aziendali è un intreccio di reti e relazioni, che lega insieme persone e che fa la partecipazione degli ex alunni, una sorta di ricambio generazionale dei docenti: chi esce dalla scuola ha imparato una professione, trova lavoro e ritorna come docente, per raccontare la propria esperienza. E’ un circuito assolutamente produttivo. Passano da qui

diversi scrittori, anche di un certo calibro (quelli che fanno la letteratura italiana oggi, sono passati dalla Scuola Holden). Dentro questa scuola, ci sono delle relazioni personali (basti pensare ai fondatori). Seppure limitata nel tempo, è fondamentale un’altra avventura, ovvero la Fandango. Domenico Procacci è il fondatore. Iniziava nel 1989 come casa cinematografica, ma poi è diventata tutt’altra cosa, con l’arrivo di Baricco (dal 2005), diventando Fandango Libri. Dentro questo sito è possibile ritrovare diverse cose: documenti, saggi, una sezione dedicata ai ragazzi, ma la cosa particolare è l’attenzione che Fandango ha dedicato ai fumetti, che ne fa in Italia una delle case editrici più attente a questo settore. Dentro la sezione “Becco Giallo”, è possibile trovare cose completamente diverse: dizionari, dizionari delle serie tv e i dizionari degli anni (fumetti che raccontano la storia delle serie tv ecc), storie per bambini, fumetti di finzione, biografie ma anche graphic journalism. Baricco partecipa solo per alcuni anni a quest’avventura, ma intuisce che questo gruppo di amici può diventare qualcosa di più di una casa editrice, tant’è che Fandango stessa produce il film che viene tratto da Seta di Baricco e poi produrrà Lettera 21, ovvero l’unico film in cui Baricco fa il regista. Questo ci fa capire che Baricco ha sicuramente intuito sin da subito che bisognava far qualcosa di diverso, rispetto a quella visione novecentesca. Lui si è formato in anni (60/70) in cui la letteratura era legata strettamente a questioni come battaglie per i diritti, questioni di impegno collettivo, di lotte collettive, mentre la generazione che verrà successivamente si troverà di fronte ad una generazione in cui i valori non sono più i valori dell’impegno, dell’edonismo e dell’individualismo. Questi cambiamenti sono importanti, visibili. Se prima i romanzi si trovavano solo ed esclusivamente in libreria, a partire dagli anni 80, i libri si potevano trovare in diversi posti: edicola, autogrill, aeroporto ecc.. la diffusione del libro indica che c’era anche una proliferazione di collane di libri (il libro che si trovava in un posto piuttosto in un altro, non era il libro impegnativo ma una cosa più leggera: gialli, noir, letteratura che permetteva di distrarsi e intrattenersi). C’è stato quindi questo cambiamento epocale nel mondo della letteratura, scrittura e critica. LETTERATURA POST MODERNA La letteratura post moderna è una letteratura che si presenta come forma di gioco, ha uno spirito ironico, dissacratorio, è una letteratura dove è possibile ritrovare alcune caratteristiche: - intertestualità; nel romanzo post moderno è possibile trovare dei richiami ad altri testi, è un modo di legare testi tra di loro. - metaletteratura; nello stesso romanzo, lo scrittore si arresta e fa dei discorsi che sono dei discorsi da critico, da teorico, delle riflessioni sul modo di scrivere, leggere e studiare la letteratura stessa. - mescolanza di generi; dentro la letteratura post moderna, nelle opere, l’autore si diverte ad usare generi diversi, ad esempio nel bel mezzo di un romanzo, comincia scrivere una poesia, fa aforismi, scrive per frammenti, intreccia storie che appartengono a generi diversi, quindi utilizza delle cose che normalmente erano distinte. - recupero ironico della tradizione; la scrittura post moderna utilizza l’ironia per dissacrare la tradizione, è un recupero della tradizione ironica, a volte anche pesante, a volte viene fatta a pezzi, ma non solo dei grandi classici, ma anche la tradizione “bassa”, ovvero popolare. - remake/citazioni; molto spesso il post moderno utilizza a piene mani materiali che provengono da altri settori, vengono riportate pagine intere da film ecc, vengono fare le riscritture (remake), questa è una cosa tipica del post moderno. - incapacità di una visione totale; non si ha più la possibilità di avere una visione totale del mondo, essendo questo più complesso, si ha un orizzonte molto più ampio, ma questo ampiamento delle possibilità ha come conseguenza la non possibilità di una visione totale. L’uomo non può che osservare piccole porzioni di mondo (anche contradditore tra di loro). Certo è che questa letteratura ha avuto un grande assist da uno studioso italiano (ma che aveva lavorato anche negli USA) di letteratura comparata, Remo Ceserani, scrive un libro famoso che s’intitola Raccontare il post moderno, in cui mette a punto alcuni di questi punti elencati, approfondisce la questione italiana e non, dice che il post moderno non è un genere letterario che accomuna opere e scrittori, ma in realtà di post moderno si può trovare nell’epoca contemporanea, ma anche in tempi antichi. Lo scrittore non è più quello che immaginavamo nel 900 e che funzionava almeno fino a Pasolini, ma è uno scrittore che critica certe realtà, facendo lui stesso lo scrittore. Si passa da uno scrittore letterario umanista ad uno scrittore che viene chiamato “intrattenitore/star”. Dagli anni 80 in poi, con l’ingresso della tv e non solo, si fa avanti questa nuova figura di scrittore, che ha bisogno del suo pubblico, non solo per le vendite (diventa un opinionista, un intrattenitore). LA CRISI DELLA CRITICA

Gli studi letterari venivano letti sempre meno, negli anni 90, il genere che si vendeva di più era quello autobiografico. Il mondo si riduce e quindi l’individualismo coincide con l’autobiografico, tutto questo continua anche nel corso degli anni 2000. Ad esempio, il fenomeno Camilleri non si spiega se non all’interno della letteratura evasoria. Questa serie di circostanze (cambiamenti economici, sociali) dipende da una serie di cambiamenti, come ad esempio l’aumento del tempo libero. In questa situazione così complessa, i critici letterari perdono importanza, essi sentono che non hanno più un pubblico, loro i primi non vogliono scrivere su Camilleri, ad esempio, poiché non ritengono tutto ciò ai loro livelli, non vogliono interessarsene e capire le ragioni di questo cambiamento. In tutto ciò ci sono alcuni critici che lanciano degli allarmi, che registrano un cambiamento, come Berardinelli con Il critico senza mestiere, Steiner con Vere presenze ecc.. In questa situazione si inserisce perfettamente Baricco, per una serie di ragioni: lui incarna perfettamente questa nuova visione di scrittore, critico e lettore e poi è proprio su di lui che si concentrano una serie di anatemi e accuse, che lui sembra raccogliere, tant’è che si parla di Baricco per indicare una forma di scrittura superficiale e non all’altezza dell’attenzione dei grandi critici. LE POLEMICHE SULLE RIVISTE E SUI GIORNALI Baricco con la sua solita eccentricità ha portato alla ribalta temi importanti non solo per la cultura italiana, ma anche per la politica. La prima polemica del 2006 è legata la pubblicazione del libro I barbari, libro che anticipa The Game, pubblicato e raccolto in volumi, sui diversi cambiamenti dati da Google, con le sue conseguenze, intendendo tutti quanti noi come barbari che non sappiamo sfruttare queste cose. Lui si accorge in maniera casuale che due critici letterari molto importanti: Citati e Ferroni, avevano in alcuni articoli e in maniera veloce, utilizzato il suo nome per indicare qualcosa di veramente basso, inutile, utilizzando il cognome Baricco per intendere qualcosa di serie b, da disprezzare. Lui si accorge di queste citazioni e dice che non gli sta bene, scrivendo un articolo, su La Repubblica: Cari critici, ho diritto a una vera stroncatura. Il giorno dopo, sempre su La Repubblica, Ferroni risponde a quanto scritto da Baricco e come se non bastasse, questo scambio di articoli da vita ad un piccolo librettino polemico, fatto da Ferroni e altre quattro persone, che esce immediatamente con questo titolo: Sul banco dei cattivi. Per riassumere, Baricco punta un soggetto che nella situazione culturale italiana è uno dei personaggi più saldi, meglio difeso. Questa è un’azione di grande coraggio, poiché nessuno si era mai permesso prima. Nella seconda polemica, le denuncia viene rivolta ad un modo tutto italiano a far fronte alla crisi economica (2009). Sempre sulle pagine de La Repubblica spunta un nuovo articolo di Baricco in proposito. Anche in questo caso non fa nomi e cognomi, la questione è rivolta alle politiche del ministero (istruzione, economia) per cambiare gli ordinamenti e le forme di finanziamento, intercettando la scuola e la Rai come i due più grandi promotori dell’economia in Italia. Dopo aver fatto l’analisi dell’ultima situazione in Italia, avanza delle proposte, ma non per questo sono sensazionali. La proposta di Baricco è quella di chiudere i teatri stabili e aprire i teatri nelle scuole, quindi avvicinare quanto più possibile il teatro ai giovani. Ultima polemica: Dopo l’analisi di The Game, Baricco, ha chiaro che l’insurrezione messa in campo da questi studenti americani, è anche un’azione politica, una rivoluzione vera e propria, che aveva come obiettivo quello di cambiare il mondo, voleva essere diversa e per essere diversi, questi ingegneri, avevano come progetto quello di portare ogni giorno, un computer sulla scrivania di ciascuno (progetto ampiamente riuscito). Questa possibilità di essere in contatto frequente continuo col tutto il mondo, ha portato la perdita di importanza delle classi intermedie. Uno degli effetti è che tutti possiamo esprimere quello che vogliamo e che quindi non abbiamo bisogno delle élite (gruppi di persone, privilegiate, che vivono in un mondo chiuso). La critica di Baricco si muove proprio sull’arroccamento di quest’élite. Ancora una volta, abbiamo un articolo pubblicato su La Repubblica da parte di Baricco: E ora le élite si mettano in gioco. Ad essere oggetto di questa critica feroce, sono una serie di appartenenti a classi sociali diverse. La soluzione sta nel game, nel comprenderlo, nel capire le regole di quello che ci sta succedendo. Staccare la spina alle vecchie élite novecentesche e affidarsi alle intelligenze figlie del game ( exit strategy) LEZIONE N°3 13/10/20 THE GAME IL PARATESTO Elementi che girano attorno al testo. Se col testo intendiamo la storia dell’era digitale,...


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