10.Richard Hamilton - Appunti PDF

Title 10.Richard Hamilton - Appunti
Author Rosario Capone
Course Pratiche di animazione ludico-creative (8CFA)
Institution Accademia di Belle Arti di Napoli
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Appunti...


Description

Richard William Hamilton è stato un pittore e artista di collage inglese. La sua mostra del 1955 Man, Machine and Motion e il suo collage del 1956 Cosa rende le case di oggi così diverse, così attraenti? , prodotti per la mostra This Is Tomorrow dell'Independent Group di Londra, sono considerati dalla critica e dagli storici tra le prime opere di pop art. Richard Hamilton nacque a Pimlico, Londra, il 24 febbraio 1922. Nonostante avesse lasciato la scuola senza qualifiche formali, riuscì a trovare un impiego come apprendista lavorando in una ditta di componenti elettrici, dove scoprì l'abilità per il disegno e iniziò a fare pittura ai corsi serali alla Saint Martin's School of Art e alla Westminster School of Art. Nel 1938 si iscrisse alla Royal Academy of Arts. Dopo aver trascorso la seconda guerra mondiale lavorando come disegnatore tecnico, si iscrisse nuovamente alla Royal Academy Schools ma fu espulso nel 1946 per "non aver tratto profitto dall'istruzione". La perdita del suo status di studente costrinse l’artista a svolgere il servizio nazionale. Dopo due anni alla Slade School of Art, University College, Londra, Richard Hamilton iniziò ad esporre i suoi lavori presso l'Institute of Contemporary Arts (ICA), dove produsse poster e volantini. Nel corso della sua vita lavorativa ha insegnato alla Central School of Art and Design dal 1952 al 1966, qui strinse una durevole amicizia con Eduardo Paolozzi; insieme fondarono l'Independent Group, gruppo precursore della POP ART britannica degli anni ‘60, con sede all’ICA. L’ICA è un centro artistico e culturale dell’arte contemporanea; i fondatori dell'ICA intendevano stabilire uno spazio in cui artisti, scrittori e scienziati potessero promuovere nuovi stimoli artistici e culturali al di fuori dei confini della Royal Academy of Arts, la maggiore istituzione britannica di arte accademica. Nel 1952 Hamilton conobbe gli appunti della "Green Box", una raccolta di 94 documenti per spiegare alcune riflessioni di Marcel Duchamp, grazie all’artista Roland Penrose che, sempre tramite Penrose incontrò il pittore inglese Victor Passmore, il quale gli offrì un posto come insegnante a Newcastle-Upon-Tyne che durò fino al 1966. Il lavoro lasciò a Hamilton il tempo per approfondire le sue ricerche su Duchamp, che trovarono sbocco nella pubblicazione di una versione stampata della "Green Box" nel 1960. Nel 1955 Hamilton organizzò la mostra "Man Machine Motion" all'Hatton Gallery di Newcastle. Progettata per essere più rassegna pubblicitaria che una mostra convenzionale, l'esposizione anticipò il contributo di Hamilton alla rassegna This Is Tomorrow presso la Whitechapel Gallery di Londra l'anno seguente. Il successo della mostra "This is Tomorrow" assicurò a Hamilton ulteriore lavoro come insegnante, in particolare al Royal College of Art dal 1957 al 1961. Nei primi anni sessanta ricevette una borsa di studio dall'Arts Council per una ricerca sulla condizione dell'opera Mertzbarn di Kurt Schwitters nella contea di Cumbria, nel Nord Ovest dell’Inghilterra. La ricerca finì poi in un piano di preservazione con il riposizionamento dell'opera alla Hatton Gallery. Nel 1962 la sua prima moglie Terry rimase uccisa in un incidente automobilistico. Per riprendersi dalla disgrazia andò per la prima volta negli Stati Uniti, dove, oltre ad incontrare altri grandi esponenti della Pop Art, fece amicizia con Marcel Duchamp. Da questo incontro Hamilton curò la prima, e al tempo unica, retrospettiva britannica sull'opera di Duchamp, che tra l'altro richiese a Hamilton di dover realizzare copie di "The Bride Stripped Bare of Her Batchelors, Even" e altri lavori in vetro troppo fragili per poter essere trasportati. La mostra si tenne alla Tate Gallery nel 1966.

Negli ‘50 e negli Stati Uniti è il momento del Baby Boom che determina un’esplosione demografica e generazionale incentrata sul tormentone dei teenagers, ovvero una generazione che si lascia indietro i pesi e le responsabilità della Seconda Guerra Mondiale per affacciarsi a una vita nuova e promettente, fondata sullo sviluppo della tecnologia e dell’immagine audiovisiva. Si vive il presente in una frettolosa corsa verso il futuro, da cui nasce una nuova società, quella dei consumi molto più accessibile, che entra nel quotidiano delle famiglie. Parallelamente a questo fenomeno, gli anni ‘40-’50 rappresentano nel mondo dell’arte un deciso ritorno all’immagine e alla raffigurazione del reale, che si spiega come una reazione dell’emergente cultura popolare all’egemonia dell’arte astratta, fino a quel momento considerata elitaria, rivestita da un’aura di sacralità che nel tempo l’aveva resa ineffabile e irraggiungibile. Questo fenomeno si unisce inevitabilmente alla glorificazione del consumismo tipicamente “americano”, all’importanza dell’estetica e del glamour e all’ascesa della pubblicità come strumento economico plenipotenziario. Just what is it that makes today’s homes so different, so appealing?, realizzato nel 1956 dall’inglese Richard Hamilton e oggi conservato presso il Kunsthalle Tübingen, in Germania, è letteralmente il manifesto di questo nuovo stile di vita. Nello stesso anno, infatti, diventa poster di This is Tomorrow, esposizione indipendente allestita presso la Whitechapel Art Gallery di Londra che racconta la nuova società del benessere e che segnerà poi la storica consacrazione della Pop Art. La Pop Art si definisce, letteralmente, un’arte popolare, destinata al basso e che circola tra la gente, protagonista degli schermi in una società di consumo che fa del tempo libero, del divertimento e del comfort il suo nuovo mito. In un contesto del genere, l’arte diventa, quindi, oggetto di consumo, prodotto iconico, come dichiara lo stesso artista Richard Hamilton nel 1957:«Pop Art is popular, transient, expendable, lowcost, massproduced, young, witty, sexy, gimmicky, glamorous, and big business». Just what is it that makes today’s homes so different, so appealing? rappresenta l’interno di un appartamento con un realismo che possiamo quasi toccare con mano. La volontà di reintrodurre il reale nell’arte è così forte che l’opera consiste, in realtà, in un collage di elementi provenienti da diversi magazines americani, tra cui il celeberrimo Ladies Home Journal, tendenza raffigurativa proveniente dal movimento del Neo-Dada. I due protagonisti della scena, un uomo e una donna, sono il body builder Irvin “Zabo” Koszewski (dalla rivista Tomorrow’s Man) e Jo Baer, giovane modella pin-up di riviste erotiche, simboli della nuova società delle icone fondata sul mito dell’eccesso, della fama e del nuovo desiderio della scalata verso il successo. Elettrodomestici all’avanguardia, un televisore acceso che inquadra il volto di una giovane stella del cinema, prosciutto in busta di pronto consumo e il soffitto che mostra la superficie della luna sono una chiara evocazione dei nuovi miti del comfort domestico e del consumismo, mentre sullo sfondo, oltre il vetro della finestra, l’affiche cinematografica rimanda alla proiezione del primo film sonoro, Il cantante di jazz (1927), che sottolinea l’affermarsi di una cosiddetta cultura nel settore dello spettacolo e della musica.

Il nuovo modello della vita americana si racconta attraverso l’arte, avanguardia e kitsch si uniscono e si confondono in uno rocambolesco e ironico scontro tra anti accademismo e accademismo sintetizzato nella semplice espressione al centro: “POP”. Come disse il sociologo e filosofo canadese Marshall McLuhan con il suo emblematico pensiero «The Medium is the Message», l’immagine e la comunicazione diventano veri e propri protagonisti di un tempo fatto di icone note e dominato dai mass media e dal culto dell’apparire, mentre la dimensione letteraria della cultura viene classificata come “colta, di alto livello”. Dalla metà degli anni '60 Hamilton fu rappresentato da Robert Fraser alla Invicta Gallery e produsse anche una serie di stampe intitolate "Swingeing London" basate sull'arresto di Fraser con Mick Jagger per possesso di droga. Questo collegamento con la scena musicale pop degli anni '60 proseguì nell'amicizia con Paul McCartney, che portò Hamilton a realizzare un collage per l'interno del "White Album" dei Beatles. Possiamo ricorda come in una lettera del 1957 ad Alison e Peter Smithson, i famosi architetti britannici che furono anche figure centrali nella scena culturale d'avanguardia nella Londra degli anni '50, Richard Hamilton definì notoriamente il termine 'Pop' come 'popolare, transitorio, spendibile, a basso costo, prodotti in serie, giovani, spiritosi, sexy, ingannevoli, glamour e grandi affari '. Sono queste caratteristiche contrastanti, ma inconfutabilmente intrecciate, che sono così prevalenti nel suo Fashion-Plate (Cosmetic Study IX): il nono lavoro unico della serie di Hamilton del 1969 di Cosmetic Studies I-XII, che furono il momento clou della retrospettiva della Tate Gallery del 1970 di Hamilton. Queste dodici opere uniche combinano litografia, collage, pittura e cosmetici per creare una serie di eccezionali ritratti "Fashion Plate". Hamilton combina l'arte alta con i materiali e le forme della cultura commerciale di massa, dimostrando la sua ossessione per l'assimilazione di generi di fenomeni visivi di base nelle belle arti. In questo modo, la serie di Cosmetic Studies illustra la tensione costante, insita nella pratica artistica di Hamilton, tra la sua preoccupazione per l'unità e il desiderio di iniettare nelle sue opere un energico senso di discrepanza e ambiguità tra gli elementi compositi. Hamilton sperimenta con i Cosmetic Studies, come ha continuato a farlo con la sua serie Interior degli anni '90, per determinare quanto possano essere manipolati i molteplici punti di vista e le sostituzioni pur rimanendo plausibili agli occhi. In Cosmetic Study IX, Hamilton supera in modo spettacolare queste difficoltà di composizione e appropriazione, pur mantenendo l'energia creata da questa tensione per creare un esempio particolarmente lampante dell'ossessione di Hamilton per l'immediata giustapposizione di linguaggi visivi contrastanti. Ambientate nel vortice bianco di uno sfondo litografato raffigurante uno studio vuoto, la bocca e le labbra della modella Veruschka von Lehndorff sono stampate in grigio, prima che vengano aggiunti strati di tratti del viso disparati. Queste caratteristiche sono state prese dalle riviste Vogue e Harper's Bazaar, così come dall'arte dei contemporanei di Hamilton, con l'occhio destro di Crying Girl di Roy Lichtenstein, 1963 esibendosi come un'ancora nell'alone circostante di parti del viso e esplosioni inaspettate di vernice colorata e cosmetici. Componendo Cosmetic Study IX come un singolo ritratto da elementi di molte teste e corpi separati, Hamilton rivela la sua fusione compulsiva di elementi disparati in nuovi interi.

Negli anni settanta Richard Hamilton godette di un successo internazionale con un numerose esposizioni. Hamilton trovò nella pittrice Rita Donnagh una nuova compagna e insieme convertirono North End, una fattoria nella campagna dell'Oxfordshire, in una casa e

studio. Hamilton realizzò una serie di progetti in bilico tra opera d'arte e product design, tra cui un dipinto che incorporava una radio e il telaio di un computer Diab. Tra il '77 e il '78 Hamilton intraprese una serie di collaborazioni con l'artista Dieter Roth che attenuano la definizione dell'artista come unico autore del proprio lavoro. Dalla fine degli anni quaranta Richard Hamilton fu coinvolto in un progetto per la realizzazione di una serie di illustrazioni per l'Ulisse di James Joyce. Insieme a questo nel 1981 cominciò a lavorare su una trilogia di dipinti basati sui conflitti in Irlanda del Nord dopo aver visto un documentario televisivo sulla protesta organizzata dai prigionieri dell'IRA nella prigione di Longcech, conosciuta più popolarmente come "The Maze". "The Citizen" (1981 - 1983) mostra un dimostrante sporco, con lunghi capelli e con una barba sistemata in modo tale da farlo assomigliare ad un martire cristiano. "The Subject" (1988 - 1989) rappresenta un "Orangeman", cioè un membro dell'ordine fondata nell'Irlanda del Nord per la tutela dell'ascendenza politica e religiosa del protestantesimo. "The State" (1993) ritrae un soldato britannico impegnato in un pattugliamento solitario lungo una strada. Le reazioni della critica si sono divise tra le parti destra e sinistra della politica accusando Hamilton di sventatezza. Nel 1992 la Tate Gallery di Londra organizzò un'importante retrospettiva su Hamilton accompagnata da un catalogo con il resoconto più completo sulla sua carriera. Nel 1993 Hamilton rappresentò la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia e fu premiato con il Leone d'Oro. Attualmente la Tate Gallery ha una vasta raccolta delle opere di Hamilton lungo tutta la sua attività. È Accademico Corrispondente dell'Accademia delle Arti del Disegno nella Classe di Pittura. Possiamo ricordare anche la mostra al Museo Reina Sofia in Spagna che in virtù di oltre 250 opere prodotte tra il 1949 e il 2011, questa mostra offre uno sguardo retrospettivo completo sul lavoro di Richard Hamilton, una figura chiave della Pop Art e uno dei più influenti artisti britannici del 20 ° secolo. Dimostra come l'artista abbia saputo costruire un discorso iconografico incisivo e poliedrico che, attraverso la sua patina ludica e ironica, propone una riflessione critica sulla società dei consumi e sull'immaginario mediatico contemporaneo, allo stesso tempo tempo mentre esplorava e si riversava nei limiti tra il popolare e il culto, il naturale e l'artificiale, il figurativo e l'astratto. La mostra è stato l'ultimo progetto a cui Hamilton ha partecipato direttamente e illustra la gamma di mezzi, generi e temi che l'artista ha utilizzato e affrontato nel corso della sua carriera: dalla fotografia, al disegno e alle stampe, al design industriale, alla pubblicità e alla manipolazione digitale delle immagini; dal ritratto, autoritratto e interni, alle indagini metalinguistiche attraverso una critica politica e una riflessione sul consumismo e la cultura di massa. La mostra analizza anche il ruolo di appropriazione e ricontestualizzazione di immagini preesistenti giocato nelle sue pratiche artistiche, oltre al dialogo che molte delle opere di Hamilton instaurano con il lavoro di altri creatori. Pertanto, un'attenzione particolare è rivolta all'influenza di Marcel Duchamp sul suo lavoro, un artista che è stato un punto di riferimento perpetuo, con Hamilton che ha persino ricostruito uno dei suoi pezzi più emblematici: The Large Glass. Divisa in quattordici sezioni, che sono sfumate ma seguono un certo ordine cronologico, la mostra presenta le opere più conosciute di Richard Hamilton, la copertina dell'album dei Beatles, popolarmente conosciuta come "White Album"; e la sua controversa

serie pittorico-fotografica Swingeing London 67 e My Marilyn. Inoltre, sono state ricreate alcune delle installazioni espositive progettate da Hamilton: Growth and Form, Man Machine and Motion, Fun House, etc....


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