2. La zattera della medusa, Romanticismo Neocl PDF

Title 2. La zattera della medusa, Romanticismo Neocl
Author Angela Cacciapaglia
Course Storia dell'arte
Institution Politecnico di Bari
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Summary

ANALISI DELL'OPERA...


Description

Cacciapaglia Angela, MAT. 573156

2. ROMANTICISMO, NEOCLASSICISMO “La Zattera della Medusa”, (“Le Radeau de la Méduse”) Thèodore Gèricault, 1819

Olio su tela 491×716 cm Museo del Louvre, Parigi La Zattera della Medusa è un dipinto realizzato da Thèodore Gèricault. Jean-Louis André Théodore Géricault, pittore francese, nacque a Rouen il 26 settembre 1791 e morì a Parigi il 26 gennaio 1824. Géricault svolse le sue prime esperienze pittoriche nell’ambiente neoclassico francese che in quegli anni era influenzato dalle figure di David e Ingres. Dopo un periodo di soggiorno a Roma, dove ebbe modo di studiare le opere di Michelangelo e di Caravaggio, fece ritorno a Parigi, nel 1817, dove conobbe Delacroix. La Zattera della Medusa è stata realizzata nel 1818-19. Si tratta di un dipinto a olio su tela delle dimensioni di 491x716 cm, conservato nel Museo del Louvre di Parigi. Il dipinto è in buono stato di conservazione. Tuttavia, a causa della sperimentazione dell’autore con il bitume, i dettagli nelle aree più grandi dell’opera sono difficilmente individuabili e sono andati persi nel tempo. Per realizzare questo dipinto Gèricault, prende spunto, da una tragica vicenda di ammutinamento avvenuta due anni prima nel 1816, del naufragio della fregata francese Mèduse a largo della costa africana. In particolare, circa 150 persone dovettero imbarcarsi su una zattera, la quale diventa protagonista di un massacro. Nel periodo storico di quando nacque questa tela, la Francia era reduce dal fallimento dalla Rivoluzione francese e dall’ impero napoleonico. I francesi sono in uno stato d’animo di sconforto e delusione. Con questo dipinto, Gèricault si fa interprete del sentimento popolare, rappresentando il quadro storico di quel periodo dove non c’era più gloria ed eroismo ma una Francia alla deriva dopo il crollo Napoleonico. La Zattera della Medusa diventa metafora del “naufragio” che coinvolgeva tutta la Francia. Gèricault usa un episodio di cronaca quotidiana per esprimere un contenuto preciso: la vita umana in bilico tra speranza e disperazione. La zattera è popolata dai sopravvissuti del naufragio. Gèricault crea un ritmo lineare dalla parte in basso a sinistra dove troviamo corpi senza vita, poi moribondi ed infine i languenti nella parte superiore del dipinto. Nel dipinto vengono raffigurate due spinte contrarie generate dalla marea e dal vento che gonfia la vela. Così anche l’intera composizione è scossa da due impulsi contrari: speranza (data dalla vista all’orizzonte di una nave) e disperazione (data dalla morte), vita e morte. Le figure compongono due strutture piramidali, che culminano rispettivamente nell’albero della vela e nell’uomo che, in alto, fa sventolare il drappo. In particolare, la piramide di destra rappresenta la direzione umana cha va dalla disperazione, di coloro che sono morti, alla speranza di chi ha ancora la forza di agitarsi. Mentre la piramide di sinistra rappresenta la dire-

zione del mare che spinge in direzione opposta rispetto alla direzione delle speranze umane. Lo spettatore deve cogliere la sensazione drammatica di chi ancora non sa se verrà salvato o meno. Ma allo stesso tempo lo spettatore non può saperlo, anche perché vede lo stesso orizzonte che guarda l’uomo che agita il panno. Gèricault crea due fonti di luce: la prima, da sinistra, determina un forte chiaroscuro, che accentua la drammaticità; la seconda, all’orizzonte accentua il contrasto delle sagome delle figure in alto. Il dipinto è dominato da una tonalità scura e tetra, affidata all’uso di pigmenti tendenti al marrone. Prevalgono i toni terrosi, accentuati da qualche tocco di rosso. Il colore è utilizzato in modo da aumentare il senso di disperazione. Né sono un esempio il grigiore del mare e il pallore dei corpi senza vita. Le figure dei personaggi di questo dipinto, sono quelle della pittura classica (come il vecchio che sorregge il corpo del figlio morto) ma non sono eroi ma persone comuni, dove l’unica motivazione che muove i naufraghi è la sopravvivenza. Gèricault in questo dipinto prende molti spunti da storia dell’arte: dall’atmosfera e contrasti luministici che rimandano a Caravaggio, ai corpi con una tensione muscolare, di Michelangelo. Da notare il particolare del ragazzo che, benché nudo, ha le calze arrotolate ai piedi. Questo particolare, di crudo realismo, dà il senso tragico della morte vera che spegne le persone vere in carne ed ossa. Tutti gli elementi di questo dipinto, i gesti, la vela, le onde, determina un senso di moto. La zattera, ormai alla deriva, si solleva sulle onde, mostrando quanto l’uomo sia piccolo rispetto alla forza della natura. Infatti, la Zattera della Medusa segnò l’inizio per una rivoluzione estetica contro l’allora predominante stile neoclassico, e divenne un ponte tra classicismo di David e il non ancora nato realismo di Courbet. Gèricault si ribella al classicismo accademico, intuisce che deve esserci un’antitesi tra Classicismo e Realismo, tra ideale e reale. Gèricault è un anti-classico e un realista, dove per realismo intende la disfatta dell’ideale. la Zattera della Medusa è un primo realismo, dove non si ha imitazione della natura ma un rifiuto della concezione classico-cristiana dell’arte come catarsi....


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