3. Eraclito (550-480 a.C.) PDF

Title 3. Eraclito (550-480 a.C.)
Course Filosofia
Institution Liceo (Italia)
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Eraclito: panta rei...


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ERACLITO (550 ca, 480 ca a.C.) Come pronunciarne il nome? Sarebbe più giusto e coerente dire Eraclìto, ma è diffusa e anzi prevalente la pronuncia Eràclito. Nasce a Efeso, sulla costa della Ionia ovvero dell’Asia Minore. Aristocratico, discende a quanto pare dall’antico re di Efeso. È solitario, altezzoso, contrario ai “più”, alla maggioranza, alla democrazia, alla mentalità comune, ai moltissimi “dormienti”, schiavi dell’apparenza e inetti a cogliere la verità. È a favore dei migliori, non del maggior numero; è dalla parte dei pochi “svegli”, “desti”, che comprendono la verità che non appare. Anche per questo atteggiamento scrive la sua opera, Perì phýseos cioè Sulla natura, testo prosastico di cui conosciamo solo alcuni frammenti e il titolo, in uno stile arcano, misterioso, allusivo, quasi per difendersi dal lettore comune; vuole che chi legge incontri difficoltà, sicché solo i sagaci colgano il senso del discorso. Perciò sarà detto “Eraclito l’oscuro”, per la difficoltà del suo dettato. Egli osserva che la realtà è conflitto, contrasto, unità e necessità degli opposti, tensione tra opposti, tra qualità contrarie. Ogni cosa è una concrezione di qualità che si oppongono tra loro e la cui sistemazione provvisoria ha dato origine ad essa. La “guerra” o lotta continua è necessariamente insita in ogni realtà; da cui la sua famosa frase: “La guerra è madre di tutte le cose, e di tutte regina”, che converrebbe rendere al maschile, utilizzando la parola conflitto in luogo della parola guerra, perché in greco guerra si dice pòlemos che è maschile. Oltre e in rapporto a ciò, per Eraclito tutto è movimento, mutamento, trasformazione, instabilità. “Tutto scorre”, in greco “Panta rei”. Non esiste la quiete assoluta; anche nelle cose che sembrano statiche, inerti, ferme, è presente un mutamento interno, una variabilità incessante, un’energia, una forza, una dinamica. “È impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume”, dice un’altra sua frase: perché, anche se il fiume si chiama allo stesso modo, la quantità d’acqua in cui ti bagni differisce ogni volta (l’acqua è sempre diversa, pur se il nome del fiume è uguale). Dicendo che tutto è movimento, mutamento, divenire, Eraclito pensa il contrario di ciò che pensa Parmenide, suo coevo e grande maestro della scuola di Elea, secondo il quale ogni mutamento e divenire è contraddittorio e quindi solo apparente ma non reale. Tuttavia la guerra e il movimento non avvengono senza limiti e misura, ma sono regolati da un logos, da una ragione interna alla realtà, che tra gli opposti garantisce una tensione armonica, non caotica, e impedisce la distruzione e disgregazione delle singole cose e del cosmo. E il logos coincide col fuoco, è una sorta di fuoco divino, sottile, che tutto pervade. In verità in Eraclito il fuoco rappresenta sia la natura mobile e variabile del reale, giacché il fuoco non sta mai fermo, si muove di continuo con le sue fiamme e i suoi guizzi, sia la legge o logica interna e divina che governa il mutare universale; esso coincide anche con la giustizia superiore e divina che ordina e governa tutto. Eraclito definisce il divino “giorno e notte, estate e inverno, guerra e pace, fame e sazietà”, per dire che la forza divina mantiene l’opposizione, la tensione e la motilità, senza cui non potrebbe esistere nulla, e la regola da dentro. Quindi Eraclito è in qualche misura panteista, perché crede che il logos o fuoco divino sia presente ovunque. Nella sua concezione egli è influenzato da Pitagora e dai pitagorici, che già parlavano di unità degli opposti e avevano distinto nella realtà il dispari da un lato e il pari dall’altro, con le qualità ad essi corrispondenti (dispari: limite, unità, destra, maschio, quiete, linea retta ecc.; pari: illimitato, pluralità, sinistra, femmina, movimento, linea curva ecc.). A sua volta egli influenzerà lo Stoicismo, che parla anch’esso di fuoco divino onnipresente, e col suo insistere

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sul mutare di ogni cosa, sul contrasto e la lotta, piacerà a molti filosofi, anche di epoche recenti come l’Otto e il Novecento, ad es. Hegel, Nietzsche, Heidegger....


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