Title | Amleto - William Shakespeare - PDF |
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Course | Arti minori |
Institution | Sapienza - Università di Roma |
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Amleto...
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AMLE T O (La tragedia di Amleto, principe di Danimarca) William S hakespeare
Titolooriginale:“ThetragichistoryofHamlet,princeofDenmark” INDICE Personaggi ATTOI ScenaI-PiazzoladavantialcastellodiElsinore ScenaII-SalanelcastellodiElsinore ScenaIII-Elsinore,stanzaincasadiPolonio ScenaIV-Elsinore,lapiazzoladelcastello.Notte. ScenaV-Elsinore,ibastionidelcastello
ATTOII ScenaI-Elsinore,stanzaincasadiPolonio ScenaII-Elsinore,stanzanelcastello
ATTOIII ScenaI-Elsinore,stanzanelcastello ScenaII-Elsinore,salanelcastello ScenaIII-Unasalanelcastello ScenaIV-L’appartamentodellaregina
ATTOIV ScenaI-Elsinore,stanzanelcastello ScenaII-Altrastanzanelcastello ScenaIII-Lastessa ScenaIV-Danimarca,unpianoro ScenaV-Elsinore,stanzanelcastello ScenaVI-Elsinore,stanzanelcastello
ScenaVII-Lastessa
ATTOV ScenaI-Uncimiteropressounachiesa ScenaII-Elsinore,stanzanelcastello
PERSONAGGI CLAUDIO
rediDanimarcaeziodiAmleto
GERTRUDE
suareginaemadrediAmleto
AMLETO
figliodelredefuntoenipotediClaudio
ORAZIO
suoamicoeconsigliere
FORTEBRACCIO principeereditariodiNorvegia POLONIO
ciambellanodelregnodiDanimarca
LAERTE
suofiglio
OFELIA
suafiglia
RINALDO
suoservitore
VOLTIMANDO
CORNELIO
ROSENCRANTZ cortigiani GUILDERSTERN OSRICO
UnSACERDOTE MARCELLO
BERNARDO
ufficialidell’esercitodanese
FRANCESCO
soldatodanese
UnCAPITANOdell’esercitonorvegese Ambasciatorid’Inghilterra Attorid’unacompagniagirovaga
UnBUFFONE DueBECCHINI LoSPETTROdelpadrediAmleto Dame - Gentiluomini - Ufficiali - Soldati - Marinai - Messaggeri - Persone di servizio SCENA:IlcastellodiElsinore,inDanimarca.
ATTOPRIMO SCENAI-PiazzoladavantialCastellodiElsinore (tornaall’indice) Nottefonda.FRANCESCOèalsuopostodiguardia;BERNARDOentraeglivaincontro. BERNARDO-Chivivelà? FRANCESCO-Di’chiseitu,piuttosto. BERNARDO-Vivailre! FRANCESCO-SeiBernardo! BERNARDO-Lui. FRANCESCO-Puntuale.Mezzanotteèbattutaproprioadesso. BERNARDO-Va’aletto,va’. FRANCESCO - Ti ringrazio del cambio. Fa’ un freddo cane, rigido, pungente, da fare malealcuore. BERNARDO-Tuttocalmo? FRANCESCO-Nons’èsentitounsorcio.
BERNARDO-Allorabuonanotte. FRANCESCO-Buonanotte. BERNARDO - Se incontri i miei compagni di vigilia, Marcello e Orazio, di’ lor che s’affrettino. EntranoORAZIOeMARCELLO FRANCESCO-Mipardiudirli…Fermo!Chivalà? ORAZIO-Amici,gentediquestopaese… MARCELLO-…esudditidelrediDanimarca. FRANCESCO-Dioviconcedaunafelicenotte. MARCELLO- Lostesso a te. Addio, bravo soldato. Chi è il compagno che t’ha dato i cambio? FRANCESCO-Bernardo.Ègiàalsuoposto.Buonanotte. MARCELLO-Olà,Bernardo! BERNARDO-Orazioèlìconte? ORAZIO-(Alzandoilbraccio)Sì,ecco,cen’èunpezzo. BERNARDO-Salve,Orazio!Salute,buonMarcello,ebenvenuti! ORAZIO-T’èapparsaancoraquellacertacosa,questanotte? BERNARDO-No,nonhovistonulla.
MARCELLO - Orazio dice che son fantasie, e lui non si farà suggestionare da quell paurosaapparizionevenutaanoiduevolte.L’hoconvintoperciòarestarconnoipertutto ilnostroturno divigilia, cosìche sedovesse ancortornare quellavisione,possa eglifa fedeainostriocchieparlarle… ORAZIO-Macché!Sciocchezze!Nonritornerà. BERNARDO-Orazio,intantomettitiasedere,elasciaciassaltareunaltropo’gliorecch tuoi così ben corazzati contro la nostra storia, col descriverti quel che abbiam visto due nottidiseguito. ORAZIO - E va bene, sediamoci e ascoltiamo quel che dice il nostro buon Bernardo Allora,parla. BERNARDO - Ecco, la scorsa notte, quando la stella a occidente del polo aveva orma compiutoilsuopercorsoinquellapartedelcieloovebrilla,lacampanabattevailprimo tocco,Marcelloedio… CompareloSPETTRO MARCELLO-Silenzio!Eccolo,torna! BERNARDO-Èlui!Èpropriolui!…Ilredefunto! MARCELLO-Parlagli,Orazio,tuchesaiillatino. BERNARDO-(AOrazio)Guardalobene:nonètuttoilre? ORAZIO-Spiccicato!…Misentoraggelare…distupore…paura…nonloso. BERNARDO-Forsevorrebbechealcunogliparli. MARCELLO-Parlagli,Orazio,su,parlaglitu!
ORAZIO-(Allospettro)Chisei,cheusurpiquest’oranotturnaequell’aspettoimponente emarzialeincuivedemmotantevolteincedereilrediDanimarcaora sepolto?Parla,in nomedelcielo,teloimpongo! (Lospettros’allontana) MARCELLO-S’èoffeso. BERNARDO-Infatti,vedi,seneva. ORAZIO-No,resta!Parla,parla,teloimpongo! (Lospettrosvanisce) MARCELLO-Ecco,èsvanito.Nontivuolrispondere. BERNARDO - Ebbene, Orazio?… Sei pallido e tremi… Che dici adesso?… Ti sara convintoch’erapiùcheunanostrafantasia. ORAZIO-Giuraddio,nonciavreicredutomai,senzalaprovafisica,palpabile,deimie occhi… MARCELLO-Nonrassomigliaalre? ORAZIO-Cometuatestesso.Elasuaarmaturaeralastessacheilreindossavaquando si scontrò col Norvegia; ed il piglio minaccioso era quello del re quando, infuriato scaracollò giù dalle loro slitte i Polacchi, nel corso di una disputa… È strano, molto strano. MARCELLO-Esonduevolteche,inquest’oramorta,econlostessoincederemarziale trascorrequa,propriodavantianoi. ORAZIO- Chesegno trarne,non loso; main mentemi vien,così allagrossa, inprima idea,chesiapresagiod’alcunturbamentonelnostroStato.
MARCELLO-Cosìpensoanch’io.Masediamociancoraaragionarne,evediamosec’è tranoi qualcuno che sappia dirmiper quale ragione i sudditidel regno, da alcun tempo sonvessatidasìduricontrolli,eperqualeragione,tuttiigiorni,tantofonderdibronzoa far cannoni e tanto traffico d’ordigni bellici con le nazioni estere; perché questo reclutamentoinmassadicalafatiacostruirenavi,tantoimpegnatiall’opratuttiigiorni,da nondistinguerepiùladomenicadaglialtrigiornidellasettimana.C’èqualcunochemelo puòspiegare? ORAZIO-Io,perqueltantochenesentoingiro.Comeènoto,ildefuntonostrore,lacu figuraciètestécomparsa,fudalrediNorvegia,Fortebraccio-puntocostuidasmisurato orgoglio - sfidato a battersi spada con spada; ed in quella tenzone il nostro Amleto, “i valoroso”, come era chiamato, tal fama essendosi egli conquistata in questa parte de nostropianeta,sopraffeceeducciseilFortebraccio.Questi,inforzad’unprecedentepatto ratificatoaletteradileggeedegliusidellacavalleria,s’eraimpegnatoacedere,sevinto tutteleterresottoilsuodominio;contestualmenteaciòilnostroreavevamessocomesua scommessaun’egualeporzionedisueterre;questasarebbeandataaFortebraccio,sefosse statoluiilvincitore.Conlostessostrumentoilnostrorestabilivache,incasodivittoria la sua parte passasse al figlio Amleto. Senonché adesso Fortebraccio il giovane - testa calda,perquantotemeraria-vaassoldandoquaelàperlaNorvegiabranchididisperat fuorilegge,gentepronta,perunboccondipane,amacchiarsidiogninefandezza:laqua cosacom’èchiaroepaleseatuttiisudditidiquestoregno,èuntentativodiquelgiovin principe di tornarein possesso,con la forza, dei dominii perduti da suo padre nel modo chev’hogiàspecificato.Eccoqualè,perme,lacausaprimadituttiquestiapprestament bellici,deirafforzatiservizidiguardiaedelfermentochesinotaingiro. BERNARDO - Son dello stesso avviso. E, a mio giudizio, tutto questo ci può bene spiegareilperchéquellastranaapparizionetrascorraarmatainnanzialnostropostonello stessosembiantediquelrecheèstatoedèlacausaprincipalediquestaguerrachecis prepara. ORAZIO - Un bruscolo nell’occhio della mente, molesto. Al tempo dell’antica Roma nell’èrasuapiùillustreepiùgloriosa,nonmoltoprimachecadesseuccisol’onnipotente Giulio, si videro le tombe scoperchiate, e i lor morti trascorrer per le strade urlando avvolti nei loro sudarii; e attraversar tutto l’arco del cielo stelle con lunghe code fiammeggianti,esanguenellestilledirugiada,edisastrinelsole;el’umidoastrosottoi cui influsso è il regno di Nettuno, ammalarsi per causa d’un eclisse, come già fosse i giornodelGiudizio.Spessevolteinpassatocieloeterrahannooffertodisimiliprodigia nostriclimiedallenostregenticomepreavvisodicrudelieventi,cometanteavanguardie annunciatricid’imminentidestini…Masilenzio!… RiappareloSPETTRO
Eccolo che riappare… là… guardate! Io l’affronto, dovesse incenerirmi! (Allo spettro) Arrèstati,illusione!S’haisuondivoceedusodiparola,parla!Sec’èdafarebuonacosa chepossaaterecarealcunconfortoegraziaallamiaanima,favella!Setudeltuopaese sai il futuro ed esso sia siffatto che, a saperlo, si possa scongiurarlo, oh!, te ne prego parla!Osetu,davivo,hainascostonelsenodellaterratesori,perrapinaodestorsioneat venuti- chéperciòvoispiritisidiceandiatespessoerrandoinmorte…dillo!Fermatie parla!…Marcello,veditucomefermarlo. MARCELLO-Devocolpirloconlapartigiana? ORAZIO-Sì,senonvuolfermarsi. (Marcellofapercolpire,macolpiscearia:lospettrosvanisce) BERNARDO-Èqui! ORAZIO-Èlì! (S’odeilcantod’ungallo) MARCELLO-Èsparito!…Peròfacciamomaleavolerlotrattareconviolenza,conque suociglioserioemaestoso;delresto,comel’aria,èinvulnerabile,einostricolpisonvana follia. BERNARDO-M’èparsochevolessedirqualcosa,nelpuntoches’udìcantareilgallo. ORAZIO-Infatti,mal’hovistotrasalirecomeunochesisentacòltoinfalloeaccorraad unterribilerichiamo.Diconcheilgallo,squilladelmattino,conquelsuoversostriduloed acutoridestiildiodelgiorno;eaquelrichiamoglispiritivagantinellanottes’affrettinoa rientrarneilorrifugi;elaprovachequestosiacredibilecel’hadatatestéquantoabbiam visto. MARCELLO - È vero. Infatti, ad udire quel canto, s’è dileguato. Dicono che il gallo questo pennuto araldo dell’Aurora, nella stagion dell’anno che s’appressa il Natale de nostro Salvatore, non cessa di cantar tutta la notte, e allora, dicono, nessuno spirito osa andar più vagando sulla terra; in quel tempo le notti son salubri, nessun pianeta emana mali influssi, nessuna fata pratica incantesimi, nessuna strega ordisce sortilegi, tanto
santificatoebenedettoèqueltempodell’anno. ORAZIO - Anch’io l’ho udito, ed in parte ci credo. Ma guardate il mattino che, già coperto d’un manto vermiglio,va sfiorando col piede le rugiade di quel colle che svetta verso oriente. Se volete seguire un mio consiglio, interrompiamo il servizio di scolta, e andiamoinsiemedalgiovaneAmletoariferirgliperfiloepersegnoquellocheabbiamo vistoquestanotte;perché,potreigiurarlo,quellospirito,mutoconnoi,aluidiràqualcosa Sieted’accordoche dobbiamodirglielo,cosìcome,del resto,cenefaobbligatiilnostro affetto,ecomesiconvienealdovernostro? MARCELLO-Sì,facciamolo,prego;estamattinaiosodovetrovarloeanchedov potergliparlarenelmassimoriserboediscrezione. (Escono) SCENAII-SalanelcastellodiElsinore (tornaall’indice) Fanfara.EntranoilRE,laREGINA,AMLETO,POLONIO, LAERTE,VOLTIMANDO,CORNELIOeseguito RE - Benché sia vivo e verde ancora in noi il ricordo del nostro buon fratello, il caro Amleto, e meglio ai nostri cuori ancor s’addica andar vestiti a lutto, e a tutto il nostro regnocontrarsiinunsolvoltodidolore,nondimenoragioneesentimento,hannoconflitto persìlungotempodentrodinoi,dafarchealuipensiamooraconpiùrassegnatodolore senza più trascurare tuttavia di pensare a noi stessi. Perciò la nostra sorella di ieri, or nostra regina, imperiale compagna nella guida di questo stato guerriero, con gioia sfigurata nel volto, un occhio lieto un altro lacrimoso, all’imeneo mischiando un canto funebre,gioiaedoloreinsiemebilanciando,abbiamotoltainmoglie.Enelfarlononsiam statichiusialvostrosaggioavviso,liberamenteespressoinquestoaffare.Delchedesidero rendervi grazie. Ora passiamo ad altro. Come sapete, il giovin Fortebraccio, male stimando la nostra potenza e pensando che questo nostro regno con la scomparsa de fratellonostrosiarimastosconvoltoedisgregato,indottoatalpensierotemerariodalsuo costantesognodirivincita,nonhacessatodall’importunarcicolreclamarelarestituzione delle terre perdute da suo padre e passate, di pieno buon diritto, al valentissimo fratello nostro.Tantobastidilui.Venendoanoieall’oggettodiquestariunionelecosestancosì conquestoscritto(Mostrandounalettera)noichiediamoalsovranodiNorvegia,ziode
suddettogiovinFortebraccio,che,trovandosiinfermoedallettato,credononsianemmeno a conoscenza dei disegni di questo suo nipote, d’interdire a costui d’andar più oltre ne porreinattoquestisuoidisegni,vistochearruolamentiecoscrizionisonodaluicondott fra i suoi sudditi; e qui spediamo voi, mio buon Cornelio, e Voltimando, dal vecchio Norvegia,comelatoridiquestomessaggio;nessunaltropotereconferendovi,neltrattare col re, fuori dei limiti specificati nel nostro mandato. Buon viaggio, e sia la vostra diligenzaparialvostrodovere. CORNELIOEVOLTIMANDO-Venedaremoprova,inquestoeintutto. RE-Nonnehomaidubitato.Addio,dicuore. (EsconoCornelioeVoltimando) Edoraate,Laerte.Chehaidinuovo?Parlavidiunasupplica.Chec’è?Saichenonrisch di sprecare il fiato se chiedi qualche cosa al re danese. Non c’è nulla che tu potrest chiedermi,che,piùcheunarichiestatuaame,nonsiaunaproffertamiaate:nonèlatest piùlegataalcuore,népiùstrumentolamanoallabocca,diquantosiatuopadrealnostro trono.Chedomandi,Laerte? LAERTE-Miotemutosignore,ilvostroassensoegradimentoalmioritornoinFrancia Sebbene sia venuto in Danimarca d’assai buon grado a porgervi il mio omaggio pe l’incoronazione,tal dovere compiuto, devo dire che in Francia sono pur sempre rivolti miei pensieri ed i miei desideri, ed io li inchino alla vostra indulgenza per ottenerne graziosalicenza. RE-Cel’haiprimadapartedituopadre?ChenedicePolonio? POLONIO-Miosignore,siapureamalavoglia,nonsenzalungheestressantiinsistenze hodovutoallafinesigillarelasuarichiestaconilmioconsenso.Oravisupplicodidargl ilvostro. RE-Profittadellatuaora,Laerte;siatuoiltempo,eletuebuonegrazieselospendano purealortalento.Eadesso,Amleto,mionipoteefiglio… AMLETO-(Aparte)…Unpo’piùcheparente,emenchefiglio.
RE-Perchésempresospesetantenuvolesullatuafronte? AMLETO-Nuvole,signore?anzi,sontroppoalsole. REGINA-Amleto,caro,toglitididossoquelcolorenotturno,ediltuoocchioriguardida amico colui ch’è ora il re di Danimarca; non andare cercando di continuo con quelle palpebresempreabbassateiltuonobilepadrenellapolvere.Èleggedinatura-losaibene -checiòchevivedevepurmorire,dalmortalepassandoall’immortale. AMLETO-Sì,signora,èditutti. REGINA-Eseècosì,perchésembrachetocchisoloate? AMLETO - Sembra, signora? No, non sembra, è; io non conosco “sembra”. Non è soltanto il mantello d’inchiostro, buona madre, né il mio vestir consueto, sempre cos solennemente nero, né il sospirar violento del mio petto, né il copioso fluire dei mie occhi, né l’aspetto contratto del mio volto con gli altri segni e mostre del dolore, ad esprimereilverodimestesso.Dituttoquestosipuòdirche“sembra”,perchéquestison tutti atteggiamenti che ciascuno potrebbe recitare. Ma quel che ho dentro va oltre la mostra…questeesteriorisontuttegualdrappe,elivreedeldolore,nullapiù. RE-Èdolceecommendevole,Amleto,inte,ilrendereatuopadretuttoquestotributod cordoglio; dovresti pur sapere tuttavia che tuo padre perdette anch’egli un padre, e que padre perdette anch’egli il suo. È obbligo filiale del superstite manifestare per un certo tempo tutto il proprio cordoglio. Ma incaponirsi in un lutto ostinato, è atteggiamento d’empia testardaggine un non virile modo di soffrire, un segnale di volontà restia a sottostareaivoleridelcielo,uncuorefiacco,unanimoimpaziente,unintellettosemplice edincolto.Perchédovremmoconsumarciilcuoreintantapervicaceostinazionepercosa che sappiamo che è così, e che è così per tutti, come ogni altra sensibile esperienza Diamine! Questa è colpa contro il cielo, contro chi è morto, contro la natura, ma soprattuttocontrolaragione,cuilamortedeipadriètemausuale,echesempreneltempo ha proclamato, dal primo morto all’ultimo di oggi: “Così dev’essere, e così sia!”. T preghiamoperciòdigettarviaquestotuovanoedinfruttuosoaffanno,edipensareano comeadunpadre:perchéseitu-neprendanotailmondo-l’eredepiùdirettoalnostro trono; ed io sento per te lo stesso affetto, la stessa nobiltà di sentimenti del più tenero padreversoilfiglio.QuantoallatuaintenzioneditornareastudiareaWittemberga,essaè contraria al nostro desiderio. Perciò ti supplichiamo ardentemente d’inchinarti a restare quiconnoi,perilconfortomioedituamadreeperilgradimentodeinostriocchi,primo fratuttiinostricortigiani,beneamatonipoteefiglionostro.
REGINA - Amleto, non lasciare inascoltate, ti prego, le preghiere di tua madre: sta’con noi,nonandareaWittemberga. AMLETO-V’obbedirò,signora,delmiomeglio. RE-Eccounachiara,amabilerisposta!SiiunaltronoistessoinDanimarca.Venite,mia signora.QuestograziosoeliberoconsensodiAmletomiridàunsorrisoalcuore;egrazie adessoogginonvisiabrindisidelDanimarcadicuinondiailcannonemaggiorefinsu alle nuvole l’annuncio, e i cieli rimandandosi quel terrestre tuono faccian eco al rega festino.Andiamo. (Fanfara.Esconotutti,menoAmleto.) AMLETO-Ah,sequestamiatroppo,tropposolidacarne,potessesciogliersiinrugiada Ah,sel’Eternononavesseoppostalasualeggealsuicidio!ODio!ODio!Cometediose einsipideedinutilim’appaionolepiatteconvenzionidiquestomondo!Cheschifo!Che schifo!Questoèunortocopertodigramignachevainseme;visannoverzicareerberozze e selvatiche, nient’altro. A tanto dunque si doveva giungere! È morto da appena due mesi…oh,no,chedico,nemmenotanti…unrecosìeccellente,confrontatoacostui,un Iperione a confronto di un satiro; e di lei a tal punto innamorato da non permettere nemmeno ai venti di sfiorarle con troppa forza il vi...