CASCATA DELL’ARACHIDONICO, PROSTAGLANDINE, LEUCOTRIENI, PDF

Title CASCATA DELL’ARACHIDONICO, PROSTAGLANDINE, LEUCOTRIENI,
Course Medicine
Institution Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
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CASCATA DELL’ARACHIDONICO, PROSTAGLANDINE, LEUCOTRIENI,...


Description

CASCATA DELL’ARACHIDONICO

PROSTAGLANDINE sostanze fisiologicamente presenti nell’organismo umano, dotate di molteplici azioni biologiche, soprattutto di mediazione locale della risposta delle cellule a differenti stimoli. Le prostaglandine derivano dall’acido arachidonico, un acido grasso polinsaturo che costituisce insieme ad altre sostanze la componente fosfolipidica delle membrane cellulari. Sono noti svariati gruppi di prostaglandine, indicate dalla sigla PG seguita da lettere che vanno dalla A alla I (PGA, PGD, PGE ecc.). Fra i principali eventi fisiologici influenzati dalle prostaglandine vanno annoverati: l’aggregazione piastrinica; il mantenimento del bilancio elettrolitico; effetti protettivi nei riguardi delle mucose, in particolare quelle gastriche. Molto importante è l’azione delle prostaglandine sul meccanismo dell’infiammazione. Le prostaglandine infatti determinano l’ampiezza e la durata della reazione infiammatoria con la loro azione di regolazione locale dell’irrorazione sanguigna, di controllo della permeabilità vasale (da cui dipende la formazione di essudati) e di regolazione della chemiotassi macrofagica e leucocitaria. L’interferenza con il metabolismo delle prostaglandine è il principale meccanismo d’azione dei farmaci antinfiammatori (acido acetilsalicilico ecc.). Derivano da acido arachidonico via cicloossigenasi (COX) - COX1 costitutivo, inibito da antiinfiammatori steroidei (cortisone) - COX2 in risposta a mediatori dell’infiammazione (citochine), inibito da antiinfiammatori non-steroidei (aspirina e ibuprofen) AGISCONO COME ORMONI (VIA PROTEINA G): Inattivate nei polmoni; Precursori dei trombossani (coagulazione); Infiammazione (artrite reumatoide), sensazione di dolore e apparato riproduttivo; Inibiscono secrezione gastrica (ulcera) TROMBOSSANI sostanze organiche, del gruppo delle prostaglandine, che derivano dall’acido arachidonico; hanno effetti vasodilatatori, favoriscono l’aggregazione delle piastrine, facilitano il broncospasmo LEUCOTRIENI Derivano da acido arachidonico via lipoossigenasi (LOX) e Responsabili di reazioni anafilattiche: contrazione protratta dei muscoli lisci (trachea e del tratto GI) e aumento della permeabilità capillare. Sono mediatori dell’asma, prodotti dai mastociti e dai basofili a partire dall’acido arachidonico. I leucotrieni C4, D4 ed E4 sono i responsabili della fase ritardata della reazione asmatica. Agiscono come potenti broncocostrittori, aumentano la permeabilità vascolare, e richiamano eosinofili e neutrofili, realizzando così il quadro infiammatorio alla base dell’asma. SIGNIFICATO CLINICO DEGLI ENZIMI Gli enzimi presenti nel plasma sono stati distinti in due grandi categorie: - enzimi plasma specifici - enzimi non plasma-specifici. Gli enzimi plasma-specifici svolgono la loro funzione nel plasma (gli enzimi che regolano la coagulazione, la lipoproeina lipasi..ecc) Gli enzimi NON PLASMA-SPECIFICI non eserciatano nel plasma alcuna funzione fisiologica. Si suddividono a loro volta in: - enzimi di secrezione che si trovano nel siero perché secreti da alcune cellule ghiandolari ( amilasi, lipasi, fosfatasi ) e vengono eliminati attraverso le vie biliari o attraverso le urine. -enzimi legati al metabolismo cellulare che sono presenti nelle cellule in elevata concentrazione. La CAUSA DELL’ALTERAZIONE DEI LIVELLI PLASMATICI è data da : Alterata sintesi,- Variazione della quantità di tessuto;Variazione nella permeabilità cellulare (morte cellulare e lisi), -Alterazione nella velocità di inattivazione/ degradazione, -Ostruzione di una normale via di escrezione, -Modifica di altri fattori che influenzano l’attività (inibitori, carenza di cofattori...)

Le TRANSAMINASI AD ESEMPIO: sono enzimi ubiquitari, particolarmente abbondanti in fegato e muscolo striato, che catalizzano reazioni di trasferimento di un gruppo amminico da un aa. donatore su un -chetoacido accettore, secondo lo schema generale: AA1 + KA2 che dà KA1 + AA2 Tali enzimi contengono un coenzima vitaminico, il piridossal fosfato (PLP), che durante la catalisi riceve il gruppo –NH2 dall’aa (per es. il Glu) e diventa piridossamina fosfato (PMP) Il meccanismo catalitico richiede la formazione di una base di Schiff tra il gruppo aldeidico del PLP e il gruppo amminico dell’aa. La presenza di questi enzimi a concentrazioni più alte del normale è indice di lisi cellulare e quindi di una patologia. GLI ISOENZIMI: Gli enzimi come markers diagnostici vengono utilizzati sia dosandone l’attività sia, nel caso di isoenzimi, determinandone la presenza delle differenti isoforme. Gli isoenzimi sono proteine che catalizzano la stessa reazione, ma presentano diverse caratteristiche chimico-fisiche, come ad es. diversa carica elettrica, diversa solubilità etc. La determinazione di una forma isoenzimatica può essere importante nella diagnosi di una patologia specifica. I metodi di studio degli isoenzimi possono essere: - di tipo generale: consentono di determinare l’attività e/o espressione di tutti i possibili isoenzimi presenti nel materiale biologico - di tipo specifico: diretti alla misura del singolo isoenzima di interesse diagnostico. Per ottenere Tra i metodi generali troviamo l’elettroforesi, la cromatografia, l’ elettrofocalizzazione. I metodi selettivi si basano sull’ inibizione selettiva di uno o più isoenzimi, seguita dalla misura dell’attività residua.

LATTICO DEIDROGENASI (LDH).(120-240 U\L): Enzima della glicolisi presente nella maggior parte dei tessuti e in concentrazione più elevata in cuore, fegato, muscolo scheletrico, rene, eritrociti. E’ costituito da quattro monomeri (H, M) per cui può esistere in cinque forme(isoenzimi) che differiscono per caratteristiche chimico-fisiche, utili per la loro identificazione. L'isoenzima M4 (LDH5) è predominante nei muscoli e nel fegato, mentre H4 (LDH1) nel cuore e H3M1 (LDH2) negli eritrociti. L'isoenzima cardiaco (LDH1) è facilmente riconoscibile perché è in grado di catalizzare la trasformazione dell'α-idrossibutirrato in α-cheto-butirrato. VALORI ELEVATI DI LDH SI OSSERVANO: Nell’infarto del miocardio ;In malattie epatiche;In anemie emolitiche e anemia perniciosa ; Nella leucemia ; In malattie muscolari (es. distrofia muscolare). È ampiamente noto che l’LDH si ritrova ad elevati livelli nella circolazione sanguigna in seguito ad un danno cellulare; pertanto il suo dosaggio riveste grande importanza in ambito clinico. Recenti studi hanno dimostrato che tale enzima può essere considerato un importante marker diagnostico, un fattore prognostico e un marker predittivo nella risposta alla terapia contro il cancro. LDH-A TARGET NELLA CURA CONTRO IL CANCRO. METABOLISMO CELLULARE: CELLULE TUMORALI VS CELLULE NON-TUMORALI “EFFETTO WARBURG” indica che le cellule cancerose prediligono un metabolismo prettamente glicolitico per la produzione di energia piuttosto che dar luogo alla fosforilazione ossidativa. A prima vista potrebbe apparire controverso e svantaggioso questo adattamento acquisito dalle cellule tumorali, considerando che la glicolisi produce solo 2 molecole di ATP per glucosio, a fronte delle 38 molecole di ATP con la completa ossidazione. È stato tuttavia dimostrato che tale fenomeno è fondamentale per favorire la sopravvivenza delle cellule tumorali sia durante la carcinogenesi, sia nelle fasi più avanzate del tumore metastatico....


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