DIAGRAMMA DEL FLUSSO DI ENERGIA DI ODUM PDF

Title DIAGRAMMA DEL FLUSSO DI ENERGIA DI ODUM
Course Ecologia
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Summary

Descrizione del flusso di energia attraverso i livelli trofici di un ecosistema. Ingresso dell'energia nell'ecosistema attraverso i produttori primari e output di energia. Ingresso di energia negli eterotrofi e output di energia. Differenze tra un sistema terrestre ed uno acquatico....


Description

RETI TROFICHE Che cosa sono i livelli trofici? È un raggruppamento, un insieme di individui che utilizzano una risorsa che ha subito lo STESSO NUMERO DI TRASFORMAZIONI. Attenzione: NON STIAMO DICENDO CHE USANO LO STESSO TIPO DI RISORSA, non sono equivalenti le due affermazioni. Perché organismi che utilizzano la stessa risorsa rivestono un ruolo (nicchia) trofico importante.

ô ORGANISMI CHE APPARTENGONO ALLO STESSO LIVELLO TROFICO POSSONO OCCUPARE NICCHIE DIFFERENTI: prendiamo l’esempio degli erbivori. GLI ERBIVORI APPARTENGONO TUTTI ALLO STESSO LIVELLO TROFICO MA POSSONO AVERE NICCHIE DIVERSE PERCHE’ ALCUNI ERBIVORI UTILIZZANO semi, polline, fiori, frutti, foglie, radici.

ò PER TALE MOTIVO MENTRE SI NUTRONO STANNO SVOLGENDO ANCHE UN’ALTRA FUNZIONE che è una conseguenza di questa loro azione, ASSUMONO QUINDI UN RUOLO CHE NON È LO STESSO IN QUANTO ERBIVORI MA VARIA A SECONDA DEL TIPO DI RISORSA UTILIZZATA. Facciamo degli esempi. Un erbivoro che si nutre di foglie svolge un ruolo diverso da un altro erbivoro che si nutre di polline. Chi si nutre di foglie, fa una potatura, sta sottraendo dalla pianta foglie che assorbono la luce ed effettuano lo scambio gassoso e la traspirazione. Un’ape che si nutre di polline mentre sta favorendo la riproduzione di quegli organismi. Uno scoiattolo o uccelli che si nutrono di semi stanno invece impedendo la crescita, la germinazione di nuovi organismi vegetali. IL RUOLO TROFICO, LA NICCHIA, CAMBIA TRA GLI ORGANISMI CHE SI TROVANO ALL’INTERNO DELLO STESSO LIVELLO TROFICO. Riprenderemo questo argomento subito dopo aver spiegato la produttività negli ecosistemi.

GLI ECOSISTEMI Essendo dei sistemi rispondono e seguono le leggi della termodinamica. Sono allo stato stazionario e sono regolati dai principi della termodinamica. Il flusso di energia attraverso gli ecosistemi è governato dai principi della termodinamica: L’energia può essere trasferita da un corpo ad un altro, ma non può essere né creata e né distrutta (1° legge della termodinamica) Durante il trasferimento una parte dell’energia assume una forma non utilizzabile, ossia viene persa sotto forma di calore (2° legge della termodinamica). Prima legge della termodinamica o legge della conservazione dell’energia: l’energia viene trasformata da un tipo all’altro ma non può essere né creata e né distrutta. Seconda legge della termodinamica o legge dell’entropia: nessun processo che implichi trasformazioni energetiche può avvenire spontaneamente senza che ci sia una degradazione dell’energia da una forma concentrata in una dispersa CHE COSA SI VERIFICA ALL’INTERNO DI UN ECOSISTEMA? NEI SISTEMI ECOLOGICI AVVIENE: -FLUSSO DI ENERGIA, L’ENERGIA SI TRASFORMA DA UNA FORMA AD UN’ALTRA ogni volta perdendo un certo delta di calore che è quindi energia termina in uscita mentre LA RADIAZIONE SOLARE È L’ INPUT IN TUTTI I SISTEMI. -CICLO DELLA MATERIA.

Organismi ed energia. Gli organismi ottengono energia da: - Luce solare - Composti chimici inorganici - Composti chimici organici

AUTOTROFI AUTOTROFI ETEROTROFI

GLI AUTOTROFI LE FORME DI ENERGIA RADIANTE E CHIMICA UTILIZZATE DAGLI AUTOTROFI SONO TRASFORMATE IN ENERGIA DEI LEGAMI CARBONIO-CARBONIO. La stragrande maggioranza della produzione avviene attraverso la fotosintesi, sebbene la chemiosintesi sia fondamentale per alcuni batteri coinvolti nei cicli dei nutrienti e in alcuni ecosistemi peculiari. GLI AUTOTROFI NON SEMPRE USANO COME FONTE DI ENERGIA QUELLA SOLARE PER CONVERTIRE MATERIA INORGANICA IN ORGANICA: -FOTOAUTOTROFI -CHEMIOAUTOTROFI. GLI AUTOTROFI INDIPENDENTEMENTE CHE USINO ENERGIA SOLARE O ENERGIA CHIMICA FANNO UNA REAZIONE IN COMUNE: FISSANO LA CO2, ORGANICANO IL CARBONIO E FORMANO ZUCCHERI QUINDI DAL PUNTO DI VISTA DELLA MATERIA FANNO LA STESSA REAZIONE. La fotosintesi serve per fissare il C ed ottenere ZUCCHERI come scheletri carboniosi da usare da un lato per i processi catabolici respirazione e dall’altro per costituire tutte le macromolecole e tutti gli scheletri carboniosi con i gruppi funzionali necessari alla struttura e alla funzione di tutte le cellule e tessuti, di tutto l’organismo. Tuttavia non esiste un solo tipo di fotosintesi perché abbiamo: ~FOTOSINTESI OSSIGENICA, significa che libera ossigeno perchè il donatore di elettroni è l’acqua H20 ed è la fotosintesi clorofilliana che è quella di PIANTE, ALGHE VERDI E CIANOBATTERI. ~FOTOSINTESI ANOSSIGENICA, I BATTERI PURPUREI E ROSSI CHE SONO SULFUREI. Significa che questo tipo di fotosintesi ha come donatori di elettroni altri composti ridotti come per esempio H2S e liberano zolfo. Sono AUTOTROFI MA NON USANO LA LUCE (400 nm-700nm) PER EFFETTUARE LA FOTOSINTESI MA USANO UN’ALTRA PORZIONE DELLA RADIAZIONE SOLARE CIOE’ L’INFRAROSSO E L’UV. QUESTI BATTERI VIVONO IN AMBIENTI DOVE LA LUCE PAR È UN FATTORE LIMITANTE, quindi nei sedimenti dei corpi idrici, fondo letto del fiume, fondo di grotte e caverne. Questi non utilizzano né le clorofille, né i pigmenti accessori, né ficobiline MA USANO LE BATTERIO CLOROFILLE CHE HANNO DEI PICCHI DI ASSORBIMENTO FUORI DALLA LUCE. QUESTI BATTERI SONO ANAEROBI, USANO COME DONATORI DI ELETTRONI COMPOSTI RIDOTTI COME SULFURI. Questa è stata la prima fotosintesi che è nata sulla Terra quando i batteri vivevano in condizioni in cui le nubi coprivano il Sole e in atmosfera non c’era ossigeno. [Vedi prof. Esposito] Nel corso dell’evoluzione man mano questi organismi hanno occupato habitat sempre più ristretti emarginali a causa del progressivo impatto e successo dei cianobatteri. CHEMIOAUTOTROFI [Rivedi il metabolismo batterico da microbiologia] ATTENZIONE: I CHEMIOAUTOTROFI NON FANNO LA FOTOSINTESI, non hanno clorofille e PS. Fissano il C ma con un metabolismo diverso, NON usano la radiazione solare come energia per rompere un composto ridotto. Usano l’energia derivante da reazioni chimiche. Le reazioni dal punto di vista energetico si dividono in esoergoniche ed endoergoniche. L’energia che si libera da queste reazioni è usata da questi batteri per poter convertire IL C DELLA CO2 DA OSSIDATO, INORGANICO A RIDOTTO, ORGANICO. Dal punto di vista della materia i chemioautotrofi fanno la stessa reazione degli autotrofi ma usano un’energia diversa. Che tipo di reazione operano i chemioautotrofi? EFFETTUANO DELLE REAZIONI DI OSSIDAZIONE DI COMPOSTI INORGANICI RIDOTTI. TRASFORMANO: o AMMONIONITRITO DETTI AMMONIO OSSIDANTI o NITRITONITRATO DETTI NITRITO OSSIDANTI AMMONIO N è -3 MENTRE NEL NITRATO è +5. ENTRAMBI I GRUPPI SONO DETTI BATTERI NITRIFICANTI e vivono nel suolo, di questo gruppo fanno parte diverse specie. Non c’è una specie che effettua l’intera trasformazione da ammonio a nitrato. Queste due reazioni liberano ATP, sono reazioni redox nelle reazioni redox si formano dei flussi di elettroni che provocano la formazione di un gradiente protonico da un lato della membrana e questo attraverso l’ATP SINTASI SI PRODUCE ATP CON LA CATALISI ROTAZIONALE E NEL MENTRE GLI ELETTRONI COME H SONO LEGATI DAI TRASPORTATORI DEGLI ELETTRONI E FORMANO IL POTERE RIDUCENTE. ATP E POTERE RIDUCENTE SERVONO PER ORGANICARE LA CO2. Gli ammonio-ossidanti rilasciamo come scarto il nitrito nell’ambiente in cui vivono, cioè nel suolo, e questo scarto DIVIENE RISORSA PER I NITRITO OSSIDANTI. Domande: a cosa serve questa ossidazione? Che ne fanno gli organismi di questo ATP prodotto? Questa ossidazione serve PER OTTENERE ATP CHE È USATO INSIEME AL POTERE RIDUCENTE PER FISSARE CO2.

I nitrito-ossidanti fanno la stessa reazione cioè una ulteriore ossidazione del nitrito a nitrato. Fanno questa reazione per ottenere ATP e potere riducente per fissare la CO2. Il nitrato è uno scarto che sarà liberato nell’ambiente. Questo è tutto il processo di NITRIFICAZIONE. NH4+NO2-NO3I CHEMIOAUTOTROFI QUINDI: 1. Sottrazione di elettroni da composti inorganici ridotti che quindi si ossidano 2. Gli elettroni sono utilizzati per produrre due composti ad elevata energia: ATP (adenosina trifosfato) e NADPH (nicotinammide-adenin-dinucleotide fosfato) 3. L’energia contenuta in ATP e NADPH viene utilizzata per immagazzinare il carbono contenuto nella CO2 atmosferica in composti organici (processo identificato come fissazione del carbonio attraverso il ciclo di Calvin un po’ diverso dalla fotosintesi) 4. I composti organici prodotti saranno utilizzati per soddisfare altre esigenze energetiche per la biosintesi (formazione di altri composti, membrane, organelli, tessuti). RICAVANO ENERGIA E POTERE RIDUCENTE DA OSSIDAZIONI DI COMPOSTI RIDOTTI. Possiamo fare un parallelo con lo S. Si parte H2S che viene ossidato prima A ZOLFO e poi a SOLFATO. H2SSSO4 2ANCHE QUESTI ORGANISMI SONO CHEMIOAUTOTROFI. ATTENZIONE: NEL CICLO DELLO ZOLFO L’ H2S È UTILIZZATO SIA DAGLI ORGANISMI CON FOTOSINTESI ANOSSIGENICA CHE DAGLI ORGANISMI CHEMIOAUTOTROFI. Ovviamente sono organismi diversi che occupano habitat diversi infatti abbiamo detto che i fotoautotrofi anossigenici vivono nei sedimenti, nelle profondità. I chemioautotrofi o LITOTROFI VIVONO NEL SUOLO DOVE L’OSSIGENO C’E’ E NON È LIMITANTE. Infatti i chemioautotrofi sono aerobi stretti perché l’accetto della catena di trasporto degli elettroni è necessariamente l’ossigeno. FOTOAUTOTROFI

[Fai una ripetizione di fisiologia vegetale]

Il processo fotosintetico è articolato in due fasi principali: {La prima fase o fase luminosa SCHEMA Z in cui si ha cattura della radiazione e fotolisi dell’acqua da cui si ottengono elettroni per ridurre NADP a NADPH e per formare ATP. {La seconda fase o fase oscura È IL CICLO DI CALVIN BENSON BASSHAM in cui si ha la fissazione di CO2 e la sintesi di zuccheri. Non si può definire fase oscura perché la rubisco, i regolatori della rubisco e dei 3 enzimi chiave del ciclo sono regolati tutti dalla luce indirettamente attraverso il sistema delle tioredossine, CP12, GLUTATIONE, i cui stati di ossidazione dipendono dalla FERRODOSSINA RIDOTTA PRODOTTA DALLO SCHEMA Z A LIVELLO DEL PSI. Per la fotosintesi si usa la luce PAR, la radiazione è catturata dai pigmenti e abbiamo una serie di pigmenti che hanno picchi di assorbimenti diversi per non andare in competizione per la stessa lunghezza. Abbiamo foglie e alghe di colori diversi perché possiedono pigmenti diversi e in diverse quantità. Le foglie in alto ricevono la maggiore e migliore quantità di luce mentre quelle sottostanti della stessa pianta e del sottobosco ricevono una quantità e una qualità di luce depauperata in lunghezze d’onda e intensità e pertanto si sono evolute, specializzate in questo ambiente (microclima e interazioni del sottobosco) per poter usare una luce diversa grazie alla sintesi di pigmenti diversi. Poi a destra c’è il ciclo C3 MA COME SAPPIAMO NON È L’UNICO TIPO DI FOTOSINTESI PERCHE’ IN AMBIENTI DOVE L’ACQUA È LIMITANTE SI SONO EVOLUTE PIANTE CON METABOLISMI SPECIALIZZATI, ABATTATI, CHE SONO LE C4 E LE CAM e questo ha permesso loro di occupare habitat peculiari. LA RUBISCO È L’ENZIMA PIU’ ABBONDANTE SULLA TERRA E HA DUE REAZIONI UNA CON O2 E UNA CON CO2. Quando la CO2 è limitante questa reazione della rubisco è più frequente con l’O2 che si sviluppa a livello del PSII e le reazioni ossigenasiche non permettono alla pianta globalmente di crescere in biomassa.

Stechiometricamente il bilancio 1:3 fa perdere il sesto composto a 3C che non ci sarà perché manca un C che proviene dalla CO2 il due fosfoglicolato e la pianta spende energia per recuperare questo composto con la fotorespirazione. Ó LE C4 E LE CAM POSSIEDONO UN ENZIMA TIPICO DEI BATTERI CHE È LA PEP CARBOSSILASI CHE EFFETTUA LA PRIMA CARBOSSILAZIONE FORMANDO COMPOSTI A 4C. CONCENTRANO QUESTI COMPOSTI A 4C POI SI LIBERA L’ATOMO DI C CHE TORNA A CO2 CON UNA DECARBOSSILAZIONE E INTERVIENE IN UN SECONDO MOMENTO LA RUBISCO CHE SI TROVERA’ IN UN MICROAMBIENTE IN CUI LA CONCENTRAZIONE ELAVATA DI CO2 IMPEDISCE LA REAZIONE OSSIGENASICA E SI EFFETTUA IL CICLO DI CALVIN. Con questo meccanismo la fissazione della CO2 è al massimo anche a stomi semichiusi. LE C4 MOSTRANO UN’ANATOMIA DETTA A CORONA, LE DUE CARBOSSILAZIONI SONO SEPARATE NELLE SPAZIO IN DUE TESSUTI CELLULE DEL MESOFILLO E CELLULE DELLA GUAINA DEL FASCIO CON CLOROPLASTI DIFFERENZIATI NEI DUE TESSUTI. ABBIAMO VARI TIPI DI C4 A SECONDA DEL TIPO ENZIMA E ANCHE LE CA A SINGOLA CELLULA. Ó LE CAM HANNO UN MESOFILLO OMOGENEO, LA CARATTERISTICA È UN GROSSO VACUOLO E IN QUESTE PIANTE LE DUE CARBOSSILAZIONI SONO DIVISE NEL TEMPO. Significa che di giorno effettuano il ciclo di CALVIN A STOMI CHIUSI e di notte aprono gli stomi ED EFFETTUANO LA CARBOSSILAZIONE PRIMARIA CON LA PEP CARBOSSILASI E ACCUMULANO MALATO NEL VACUOLO CHE DI GIORNO SARA’ ESPORTATO, SI LIBERA CO2 CHE SARA’ CONCENTRANTA INTORNO ALLA RUBISCO E SI FORMERANNO ZUCCHERI. Necessariamente la RIBISCO FUNZIONA ALLA LUCE. Le CAM SONO FLESSIBILI PERCHE’ AL MATTINO E AL TRAMONTO SI COMPORTANO ANCHE COME DELLE C3. Quando la CO2 diventa limitante per la pianta? QUANDO CHIUDONO GLI STOMI COME RISPOSTA ALLA SCARSITA’ DI ACQUA: SE GLI STOMI SONO CHIUSI LA CO2 NON ENTRA, NON LEGA LA RUBISCO E LA RUBISCO EFFETTUA LA REAZIONE OSSIGENASICA. Da dove assorbono l’acqua le piante? Dalle radici nel suolo GRAZIE AL POTENZIALE DELL’ACQUA. Come entra H2O nella pianta? L’ACQUA ENTRA PER DELTA DI POTENZIALE DAL SUOLO ALLE RADICI. LA RISALITA È DEFINITA TRASPIRAZIONE ED AVVIENE GRAZIE ALL’ EVAPORAZIONE A LIVELLO DEGLI STOMI E ALLE PROPRIETA’ DEI LEGAMI AD H DELLA MOLECOLA D’ACQUA. GLI STOMI PERMETTO DI REGOLARE LA DISPONIBILITA’ DELLA RISORSA PERCHE’ LE CELLULE DI GUARDA DELLO STOMA POSSONO ESSERE REGOLATE. A stomi semi chiusi o chiusi perdono meno acqua e non consumano tutta la risorsa presente nel suolo. Succede allo stesso tempo che entra la CO2 ma in maniera ridotta. Per le C4 QUESTO NON È UN PROBLEMA PERCHE’ LA FISSAZIONE È SEMPRE AL MASSIMO ANCHE CON STOMI SEMICHIUSI PERCHE’ CON LA PRIMA FISSAZIONE CONCENTRANO LA CO2 NEL SITO DOVE È LOCALIZZATA LA RUBISCO CHE È PROTETTA DALL’OSSIGENO. Queste piante investono molta energia perché effettuano 2 fissazioni. GLI ETEROTROFI La materia organica che fornisce energia agli eterotrofi include: 1. Organismi vivi 2. Organismi morti 3. Detrito L’acquisizione della sostanza organica è associata a tre momenti fondamentali: a. Ricerca b. Ottenimento del cibo c. Assorbimento di energia e sostanze. Gli eterotrofi trasformano l’energia incorporata nella materia organica in energia chimica utilizzabile attraverso processi come la respirazione che libera ATP. L’energia che l’eterotrofo può utilizzare dipende anche da quanta ne consuma per la ricerca e l’ottenimento ma anche dalla qualità della materia organica assunta. Es. lombrichi nel suolo e predatori si differenziano molto. Gli eterotrofi usano sostanza organica prodotta da altri che utilizzano e che trasformano. Abbiamo tanti diversi eterotrofi perché abbiamo sia i biofagi che i saprofagi cioè coloro la cui risorsa è la biomassa e sia quelli che utilizzano la necromassa e chiudono il ciclo della materia nei sistemi, il ciclo del carbonio. Le fibre (ricche di carboidrati complessi come cellulosa o lignina), a differenza dei carboidrati semplici, delle proteine e dei lipidi, sono considerate di scarsa energia a causa della loro struttura e dell’impossibilità di molti eterotrofi di scinderle in composti utilizzabili. I tessuti animali sono generalmente più ricchi di energia di quelli vegetali, in quanto questi ultimi presentano un’elevata frazione

di fibre. Strategie di assunzione di cibo negli eterotrofi I batteri possono essere immersi nel loro cibo e assorbirlo attraverso la membrana cellulare; spesso liberano all’esterno un’enorme varietà di enzimi (extracellulari) che degradano diverse sostanze organiche operando una digestione esterna. Gli insetti possiedono un apparato boccale molto diversificato e che riflette la diversità delle fonti di cibo (detrito, piante, animali). Le mosche hanno apparato boccale con parti “spugnose” che emettono saliva che inumidisce il cibo e parti che consentono l’assorbimento e l’ingerimento del cibo. Le zanzare hanno apparato boccale succhiatore che consente di estrarre i fluidi della loro fonte di cibo. Gli uccelli possiedono un becco che mostra morfologie diverse che riflettono la moltitudine di modi in cui catturano, manipolano e consumano il cibo. Gli erbivori, ingerendo cibo di scarsa qualità energetica, possiedono tratti digestivi più lunghi rispetto a quelli dei carnivori per aumentare il tempo di digestione e la superficie di assorbimento. Talvolta, sono coprofagi (re-ingeriscono le feci), aumentando l’assorbimento di vitamine. Spesso, ospitano batteri simbionti che aumentano l’efficienza di assimilazione. Gli insetti e gli uccelli SONO ANCHE IMPOLLINATORI. C’è una forte simbiosi, una interazione molto spinta SPECIE SPECIFICO tra insetto e fiore e se per selezione naturale si modifica il fiore allora anche l’insetto o l’uccello è possibile che cambierà. Possono essere interazione univoche ma DIPENDE SE L’ANIMALE È GENERALISTA O SPECIALISTA. C’è un bilancio energetico tra CONSUMO ED ENERGIA RICAVATA. Tutto dipende dal tipo di attività predatoria e dalla qualità del cibo di cui si nutre un eterotrofo. Un erbivoro e un carnivoro hanno una qualità del cibo completamente diversa: -l’erbivoro ha come ricorsa biomassa vegetale; questo trasforma i composti della biomassa vegetale in biomassa animale -il carnivoro ha come risorsa biomassa animale e la trasforma in nuova biomassa animale. Perché cambia molto la qualità del cibo? Qual è la differenza tra la cellula animale e quella vegetale? La parete è presente nelle cellule vegetali, quelle animali l’hanno persa. Questa parte è fatta da carboidrati complessi e per tale motivo per digerirla in composti più semplici sono necessari degli enzimi specifici che riconosco quel legame tra i monomeri, l’animale deve sintetizzarli e ciò richiede un costo in termini di ATP per poter liberare ATP DAI LEGAMI DEI CARBOIDRATI COMPLESSI. EFFICIENZA DI ASSIMILAZIONE: ATP PER PROCURSI CIBO E ATP PER DIGERIRLO / ATP RICAVATO (QUANTO ATP SPENTO PER QUANTO ATP GUADAGNO)

EFFICIENZA ECOLOGICA NELL’ASSIMILAZIONE PER OTTENERE ATP DAL CIBO CAMBIA TRA UN LIVELLO TROFICO INFERIORE E UN LIVELLO TROFICO SUPERIORE. L’efficienza aumenta salendo ai livelli trofici superiori. I fotoautotrofi convertono l’energia solare in chimica, ancora peggio. Nel sistema entra energia solare che grazie agli autotrofi è convertita in energia chimica ed è fissata nella biomassa vegetale. Dopo di che è trasferita dalla biomassa vegetale alla biomassa degli erbivori poi dei carnivori e così via. L’efficienza di trasformazione dell’energia è bassa nei primi livelli e aumenta man mano. ' LA QUANTITA’ D’ENERGIA CHE DAL PRIMO LIVELLO TROFICO ALL’ULTIMO LIVELLO DIMINUISCE PERCHE’ AD OGNI TRASFORMAZIONE C’E’ UN DELTA DI PERDITA DI CALORE. M CONTEMPORANEAMENTE L’ENERGIA AUMENTA DI QUALITA’ PERCHE’ GLI ORGANISMI DEGLI ULTIMI LIVELLI TROFICI HANNO MAGGIORE EFFICIENZA.

ò CIO’ SIGNIFICA CHE LA QUANTITA’ DI ENERGIA CHE ASSORBONO DAL NUTRIMENTO DA’ UN RAPPORTO VANTAGGIOSO NEL BILANCIO TRA CONSUMATA E OTTENUTA.

PRODUZIONE E PRODUTTIVITA’ Nei sistemi ECOLOGICI un PROCESSO FONDAMENTALE È LA PRODUZIONE DI SOSTANZA ORGANICA. {LA PRODUZIONE SI INTENDE LA QUANTITA’ DI BIOMASSA PRODOTTA DAGLI AUTOTROFI. {LA PRODUTTIVITA’ INVECE SI INTENDE LA VELOCITA’CON LA QUALE SI PRODUCE BIOMASSA. Una volta che una pianta ha formato sostanza organica questa che destino ha? Una parte DEI CARBOIDRATI è usata dalla pianta stessa per respirazione mentre la parte restante non usata è quella che andrà a formare la biomassa tutte le strutture dell’organismo. Abbiamo due tipi di produzione: -PRODUZIONE LORDA, TUTTA LA QUANTITA’ DI CARBOIDRATI PRODOTTI NELLA FOTOSINTESI. Ricordiamo che nelle cellule vegetali c’è un pool di esosi, un pool di triosi nei cloroplasti e nel citoplasma e ci sono gli ingressi e le uscite -PRODUZIONE NETTA, ELIMINATA LA QUANTITA’ USATA PER RESPIRAZIONE DAL TOTALE RESTA LA PRODUZIONE NETTA. La produzione netta si può osservare?

SI, È LA BIOMASSA VEGETALE. La PRODUZIONE LORDA NON si può osservare perché è prodotta e IMMEDIATAMENTE CONSUMATA in parte utilizzata quindi resta necessariamente quella netta. Parallelamente avremo quindi una: -PRODUTTIVITA’ NETTA DELLA COMUNITA’ cioè la velocità di immagazzinamento della materia organica che non viene usata dagli eterotrofi ...


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