Domande Pedagogia 1 2 1 - hrjxo ucha vshsncnsnw vhejw ls PDF

Title Domande Pedagogia 1 2 1 - hrjxo ucha vshsncnsnw vhejw ls
Author francesca villani
Course Pedagogia dello sport
Institution Università degli Studi di Roma Foro Italico
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Description

Pedagogia dello Sport Domande 1° e 2° modulo 1. Le differenze tra lo sport in Grecia e a Roma. 3.2 - 3.3 2. Luoghi dello sport tra antica Roma e Grecia. 3.5 3. Giochi del circuito. 2.3 e ss 4. Rosseau e l'educazione fisica. 5.4.2 5. L'educazione negativa in relazione all'educazione fisica in Rosseau. 5.4.2 6. Mercuriale e l'educazione fisica. 7. Le principali scuole di educazione fisica nell'800. 6.1 8. La scuola tedesca. 6.2 9. La scuola inglese. 6.5 10. La scuola italiana. 6.6 11. La scuola svedese. 6.3 12. Jahn e Turnen. 6.2.1 13. Vittorino da Feltre e l'educazione fisica. 4.2.2 14. Locke e l'educazione fisica. 5.3.2 15. Thomas Arnold e la pedagogia sportiva. 6.5.2 16. Le fonti storiche dello sport greco antico. 17. Tipologie di studi dell'educazione fisica e dello sport. 18. Sport e religione nella Grecia antica. 2.1 e ss 19. Fine olimpiadi antiche, data e cause. 3.6.1 20. Lo sport nei padri della chiesa (Sant'Agostino e Sant'Ambrogio). 3.6.2 - 3.7.3 21. Lo sport nel medioevo. 22. Lo sport nel rinascimento. 4.1.2 - 4.5 23. De Coubertin e la nascita dei giochi olimpici. 7.7.1 24. Errori di De Coubertin sull'olimpismo antico. 25. La pace olimpica. 2.6.7 26. Filostrato e l'allenamento. pag. 35 e ss Sull’Allenamento 27. Filostrato e le olimpiadi. pag. 51 e ss Sull’Allenamento 28. Origini delle Olimpiadi moderne. 7.7.2 1. Allenatore come educatore. 2. Violenza nello sport. 3. Diverse tipologie di movimento nella pedagogia dello sport. 4. Pedagogia dello sport: diverse aree culturali. 5. Principi pedagogici razzisti nello sport. 6. Critiche nell'educazione olimpica (De Coubertin). 6.3 Filosofia dello Sport 7. Curriculo occulto. 8. Sport e globalizzazione. 5.4 Filosofia dello Sport 9. Differenza tra play e game. 2.7 10. Differenza tra motricità e movimento. 11. Differenza parola corpo in tedesco “leib” e “koerper”. 12. Origini pedagogia dello sport. 1.1 La pedagogia dello sport

Risposte

Le differenze tra lo sport in Grecia e a Roma. La pratica motoria romana viene indicata spesso come effetto dell’assimilazione di quella greca, tuttavia i romani già avevano alle spalle una solida tradizione di derivazione etrusca, prendendo da loro anche la stessa parola ludi. I romani contestavano l’aspetto del professionismo organizzato , non concepivano che si perdesse tempo in competizioni agonistiche, loro che le vedevano solo come spettacolo, e che si slegasse l’attività fisica dalle pratiche militari, mentre dai greci veniva l’esercizio fisico veniva concepito come massima espressione del culto del corpo e degli ideali di coraggio. Infatti mentre in Grecia i partecipanti ai giochi erano cittadini, uomini liberi, nell’antica Roma i partecipanti erano schiavi o individui pagati, e anche per questo che i romani avevano senso solo per coloro che vi assisteva, per una valenza di spettacolo e intrattenimento. Inoltre, i Romani criticarono sempre la nudità degli atleti greci, per le forme di pudicizia molto più marcante rispetto ai greci. Luoghi dello sport tra antica Roma e Grecia. I luoghi dello sport in Grecia erano: - La palestra, cioè il “luogo in cui si lotta”, edificio di forma quadrangolare con cortile e luoghi in cui detergersi, utilizzate per la formazione fisica degli allievi. - Il ginnasio, era il luogo in cui si svolgevano gli esercizi, composti da una pista per la corsa, molte volte vi era anche una palestra, e necessitavano di grandi spazi per le attività paticolare come i lanci. - L’ippodromo, era il luogo deputato alle competizioni ippiche, inizialmente un terreno non recintato, in seguito divenne una costruzione particolarmente elaborata per le competizioni. - Lo stadio (“stadion”), originariamente unità di misura lineare, divenne il luogo di competizione delle gare di corsa, un’area rettangolare nella quale vi era inscritto un anello lungo, appunto, uno stadio. I luoghi dello sport a Roma erano: - Il circo, nato per ospitare i giochi che richiedessero i grandi spazi, come quelli ippici, derivò la sua forma dagli stadi e dagli ippodrimi greci, pianta rettangolare con i lati minori curvati a semicerchio. Composto da tre parti principali: arena, carceres e cavea. - Il teatro, di derivazione greca, era nato per la comune passione per gli spettacoli teatrali che accomunò i due popoli. - L’anfiteatro, ibridazione del teatro con il circo, nacque per ospitare i ludi gladiatorii, vista la necessità di avere uno spazio a misura di combattente e di pubblico nel quale combattere. Raddoppia la forma di un teatro semicircolare, facendolo diventare circolare. - Il Campo di Marte, centro della vita militare e civile di Roma antica, era una specie di caserma all’aperto in cui si tenevano gli addestramenti militari e la prima formazione morale dei giovani romani. L’istituzione decadde con l’ideale del cittadino-soldato. - Le terme, centro della vita sociale, politica e igienico-sportiva a Roma, dove vennero iniziate le prime pratiche della abluzioni e delle balneazioni per scopi igienici. Richiama molto il ginnasio greco, come centro di ritrovo culturale nel quale esercitare sia il fisico che lo spirito. Giochi del circuito. I giochi del circuito erano i quattro giochi più importanti del mondo greco. Essi formavano un periodos, da qui “circuito”, che durava quattro anni e che vedeva il susseguirsi dei giochi “periodicamente” di modo che gli atleti potessero partecipare a tutti i giochi. Questi giochi, detti panellenici, erano i più prestigiosi e vincere in tutti e quattro i giochi della periodos significava acquisire una fama imperitura di “periodonico” (come nel mondo del tennis i vincitori dei 4 tornei del Grand Slam). Questi giochi comprendevano agoni ippici, ginnici e agoni musicali, canori e drammatici. - I giochi olimpici, con sede ad Olimpia, nell’Elide, iniziavano il circuito e venivano svolti ogni quattro anni in estate, in onore di Zeus Olimpo, il premio ricevuto dai vincitori era una corona di ulivo. - I giochi nemei, si svolgevano nella valle Nemea, nell’Argolide, ed erano secondi per importanza. Organizzati dalla città ci Cleone, successivamente da Argo, si svolgevano ogni due anni, in estate, ed erano in onore di Zeus Nemeo, il vincitore aveva in premio una corona di sedano selvatico. - I giochi pitici, si svolgevano a Delfi, presso il santuario del dio Apollo, dove risiedeva l’oracolo più famoso di tutta la Grecia, venivano organizzati ogni quattro anni, in estate, in onore di Apollo Pitico. Il premio per i vincitori era una corona di alloro.

- I giochi istmici, si svolgevano sull’istmo del Peloponneso, gestiti dalla città di Corinto, alla quale cercò di sostituirsi spesso Atene. Avevano luogo ogni due anni, in primavera, ed erano dedicati a Poseidone. I vincitori avevano in premio una corona di pino e il loro clima era molto più solenne ed elevato in contro agli altri tre. Rosseau e l'educazione fisica. L'educazione negativa in relazione all'educazione fisica in Rosseau. Rosseau condusse una critica alla società del suo tempo, colpevole di aver modificato la natura umana , deformando le sue peculiarità e distaccandolo dalla sua vera esistenza. Per recuperare questo rapporto con lo natura, Rosseau, illustra il processo educativo sotto forma di utopia pedagogica nell’”Emilio”. Esso consisteva in un ritrovamento dell’uomo delle condizioni primigenie, cioè dell’infanzia e delle sue caratteristiche psicologiche, senza instillare abitudini, definendola “educazione negativa”. Non doveva essere certo interpretata come il lasciare il fanciullo solo di fronte alle cose, quanto più un lavoro di indirizzamento nell’ambiente, senza costrizioni, premi, punizioni, verso la sua condizione di libertà. Il ruolo dell’educazione fisica è dunque fondamentale poiché il corpo è l’elemento di contatto tra l’umanità e la natura, dunque essa ha perciò una funzione educativa, non utilitaristica o prettamente ludica, ma di condizione necessaria nel processo educativo, intellettuale e morale. Mercuriale e l'educazione fisica. Mercuriale fu un filosofo e medico italiano, è celebre per avere per primo teorizzato l'uso della ginnastica su base medica. Famoso è il suo libro, il “De Arte Gymnastica”, trovando ispirazione da Galeno, distingue la ginnastica militare e atletica da quella medica, riconoscendo che quest’ultima possa trarre molti più vantaggi dagli esercizi specifici rispetto alle prime due, l’importante è che essi vengano eseguiti con finalità salutistiche e non per il puro piacere popolare o bellico. Mercuriale però insistette sempre nel sottolineare che la finalità medica della ginnastica è quella di conquistare e conservare la salute. Inoltre l’unica differenza tra Mercuriale e il suo “mentore” era che il primo riteneva la ginnastica un’arte, mentre il secondo una scienza. Le principali scuole di educazione fisica nell'800. Il movimento pedagogico del filantropinismo e le intuizioni di alcuni filosofi ed educatori alla fine del Settecento pose le basi per l’incorporazione di un programma di esercizi fisici nel curricolo educativo dei giovani. Grazie alle rivoluzioni messe in moto dalle condizioni sociali e politiche dell’Europa di fine del Settecento si diede nuova considerazione all’educazione fisica, ponendo il serio problema della formazione fisica e bellica degli eserciti. Si arrivò alla necessità di una rapida diffusione della pratica organizzata e non saltuaria dell’esercizio fisico, finalizzata a carattere militare, arrivando alla formazione civica del cittadinosoldato, prevalentemente in chiave nazionale e patriottica. Nella prima metà dell’Ottocento nacquero così le prime scuole nazionali di educazione fisica, iniziate da figure carismatiche legate al mondo militare, tra queste la scuola tedesca con Jahn, Ling per la scandinavia, Amoros in Francia, Arnold in Inghilterra e Obermann in Italia. La scuola tedesca. La scuola tedesca vide il suo principale esponente in Jahn, il Turnvater del popolo tedesco. Egli coniò il termine Turnen, che indicava “grande movimento che assunse per indicare il modo tedesco di praticare gli esercizi fisici. Lo scopo del metodo di Jahn prevedeva il rafforzamento del fisico e morale dell’individuo in un contesto naturale (palestre all’aperto), e in un clima di forte richiamo ad un’identità nazionale. Il Turnen aveva finalità dichiaratamente militari, in cui si forgiava la mentalità educativa-patriottica. Al suo esilio spettò ai suoi allievi tenere vivo il suo ideale ginnico, tra questi Eiselen, che diede importanza alla ginnastica correttiva e Massmann che cercò di fondere il metodo di Jahn con quello svedese. Fu però Spiess che criticò l’approccio ginnico di Jahn, ritenendolo troppo impegnativo e privo di una vera e propria metodica, proponendo una ginnastica pedagogica, nella quale l’attività motoria fosse graduata e con critieri scientifici e didattici. Egli dedicò un’opera, “Dottrina della ginnastica”, agli esercizi ginnici, dando importanza al metodo con i quali dovevano essere eseguiti, marcando una pietra miliare per il cammino dell’educazione fisica moderna, riconducendo il movimento corporeo alla sua naturale espressione (appoggi, sospensioni e distensioni).

La scuola italiana. Con l’Italia divisa ancora in stati regionali troviamo varie esperienze che compongono quella che sarà la scuola italiana. Prima fra tutte troviamo Filangeri a Napoli, che, ispirato da Locke e Rosseau, dedicò nel suo “Scienza della Legislazione” anche una riforma dell’educazione e dell’educazione fisica. Quest’ultima dedita al miglioramento psicofisico del giovane, prevedendo lezioni ginniche obbligatorie. Il suo influsso fu evidente nella costituzione del Collegio reale di Napoli. Nell’Italia settentrionale il giornale “Il Conciliatore” con Silvio Pellico si hanno i primi riscontri positivi sul modello educativo inglese. Pecchio, a seguire, voleva implementare questa vita di collegio nelle scuole del lombardo-veneto. Troviamo poi Obermann, padre fondatore della ginnastica italiana, che la sua ginnastica militare, originariamente ispirata da Speiss, trovò in Jahn dei riscontri positivi per quanto riguardava la finalizzazione bellica. Anche in un secondo periodo con la fondazione della Società Ginnastica di Torino, la sua visione, seppur ampliata, rimase troppo legata ad un’impostazione militare dell’attività motoria. Contrariamente ad Obermann nel Regno di Sardegna, Abbondati a Napoli arriva a conclusioni scientifiche sull’educazioni fisica molto simile a quella della scuola svedese. L’arretratezza nell’ambito ginnico del Regno delle Due Sicilie, invece, era ben esposto dai documenti di di Sanctis. Dalla Società Ginnastica di Torino fondata sulle attività e gli insegnamenti di Obermann, di Netro, Gamba e Valletti ne furono i principali esponenti, che non mancarono di approfondire il lavoro di Obermann da un punto di vista educativo e scientifico, mantenendo comunque importanza per l’ambito militare della ginnastica. Valletti allargò gli orizzonti ginnici obermanniani, ritenendo che la ginnastica dovesse fondarsi sull’anatomia e sulla fisiologia e nella pedagogia, fu infatti il principale mediatore con la neonata Società ginnico-sportiva Virtus a Bologna che vide in Castagna, Gallo e Baumann i principali esponenti. La scuola svedese. La scuola svedese vede il suo maggior esponente in Ling, che applicò un passaggio dalla ginnastica militare alla valorizzazione delle capacità igieniche e terapeutiche dell’attività motoria. Cercò un metodo razionale per migliorare la salute fisica e morale mediante un lavoro analitico sui movimenti, fondato su precise basi di anatomia e fisiologia umana. I movimenti degli esercizi fisici miravano anche ad effetti bio-educativi e che fossero semplici da eseguire, finalizzati dal punto vista anatomo-fisiologico. Ling comprese l’importanza capitale della colonna vertebrale, in particolare del rachide, sviluppando una ginnastica del tronco, nella quale gli attrezzi erano solo supporto al corpo. Contrariamente alla scuola tedesca, abolì gli attrezzi del Turnkunst, ma utilizzò attrezzi di sua invenzione, tra cui il quadro, poi detto “svedese”. Distingueva quattro tipi di ginnastica: pedagogica che mirava ad armonia tra corpo e mente, militare il cui fine era unità corpo e arma, medica per correggere difetti e malformazioni, estetica per una superiore psicofisicità. L’importanza di Ling consistette nel passaggio tra una ginnastica empirica (Jahn) ad una ginnastica scientifica, fondata scientificamente. La ginnastica tedesca aveva lo svantaggio di essere troppo statica e segmentata. Alla morte di Ling toccò ai suoi allievi Georgii e Branting divulgarne gli insegnamenti. Il primo diede un’immagine prevalentemente terapeutica, mentre il secondo, adattandosi ad esigenze pedagogiche, ritagliò uno spazio negli ambienti scolastici e approfondì aspetti clinici e tecnici. Toccò però al figlio di Ling fissare il quadro generale della ginnastica educativa svedese, mirando alla salute, alla bellezza delle forme corporee e gestuali e alla formazione morale e sociale dell’inidividuo. Jahn e Turnen. Jahn, il Turnvater del popolo tedesco, fu un fervente patriota che per descrivere il suo approccio all’educazione fisica, non volle usare il termine Gymnastik, ma Turnen, derivante dal tedesco medievale che indicava “grande movimento”. Termine che assunse per indicare il modo tedesco di praticare gli esercizi fisici. Lo scopo del metodo di Jahn prevedeva il rafforzamento del fisico e morale dell’individuo in un contesto naturale (palestre all’aperto), e in un clima di forte richiamo ad un’identità nazionale. Il Turnen aveva finalità dichiaratamente militari, in cui si forgiava la mentalità educativa-patriottica. Jahn eliminò esercizi base a attività spontanee e introdusse nuovi attrezzi (parallele, sbarra fissa, anelli) con i quali si eseguivano esercizi di potenziamento della muscolatura, soprattutto delle braccia. Affiancò, inoltre, un programma di ginnastica naturale per la vita militare: corse, marce, salti. Tutto questo programma veniva inserito in un contesto di vita comunitaria.

Il testo fondamentale della sua scuola era diviso in 4 parti: la prima si spiegavano tutti gli esercizi e gli attrezzi, nella seconda venivano codificati i giochi, nella terza veniva descritta la palestra e l’ultima parte era dedicata alla metodologia di allenamento. In quest’ultima parte profondeva grande importanza per la formazione della personalità, unità di corpo e spirito, per la progressione dell’esecuzione degli esercizi e per la formazione degli insegnanti. Vittorino da Feltre e l'educazione fisica. Vittorino da Feltre rivalutò l’esercizio fisico e la cura del corpo in una prospettiva formativa, proponendola come parte integrante del percorso educativo, integrando dimensione fisica, intellettuale ed etica e ponendo attenzione all’attività individuale di ogni allievo.. Importante per questo progetto educativo fu la fondazione e la conduzione di un luogo ideale in cui fare educazione, la cosiddetta “Casa Giocosa”, nella villa “La Gioiosa” messagli a disposizione dai Gonzaga a Mantova. Questa istituzione era molto più di una semplice scuola, essa era costituita da edifici e padiglioni nei quali gli alunni vivevano in comunità immersi nel verde, e, per la prima volta, avendo a disposizione dei locali riservati all’educazione fisica. Fu per lungo tempo modello di istituzione educativa per le elites intellettuali e politiche, nonché un punto di passaggio tra il ginnasio dell’antica Grecia e il college ottocentesco della scuola inglese. Secondo il progetto pedagogico della Casa Giocosa lo sviluppo della personalità dell’allievo procedeva di pari passo con il suo sviluppo fisico, che veniva guidato e disciplinato secondo l’esercizio quotidiano, regolare e all’aperto. L’educazione era piuttosto severa, per quanto lo spazio ludico dell’educazione fisica potesse fungere da svago e diversivo per lo studio, e non era esentata da castighi corporali, anche se venivano sempre ricercati principi di concordia e aiuto reciproco. In quest’istituzione gli esercizi fisici accrescevano sia l’energia fisica che la forza morale dell’allievo, inoltre venivano curati tutti i particolari con regole scrupolose, dalla dietetica, al vestiario, alle norme igieniche. Locke e l'educazione fisica. Locke con la sua riflessione filosofica e pedagogica rimase per lungo tempo una fonte d’ispirazione per la pratica educativa inglese. Locke più che una vera e propria teoria, ispirò attraverso delle osservazioni del suo “Pensiero sull’educazione”, nella quale delineò come l’educazione doveva essere guidata sia dal riconoscimento dell’infanzia e delle sue peculiarità , sia dall’affidamento alla “natura” del compito educativo; l’educatore doveva avere solo il compito che l’educando si trovasse al momento giusto con il giusto grado di preparazione. Dunque la teoria ricavabile prevedeva la possibilità e necessità di “modellare”, o meglio fortificare il corpo (denominato dallo stesso “casa d’argilla”) contro gli agenti esterni, mostrando una certa preoccupazione di tipo militare pensando al New Model Army di Oliver Cromwell, esercito formato da uomini addestrati e motivati. Inoltre, l’”indurimento” del fisico era propedeutico all’educazione morale, come disciplina dei sentimenti, quali coraggio e onore, e all’educazione intellettuale, comprensiva di acquisizione di saperi utili per la vita, tra tutti anch quello filosofico. Il rapporto tra corpo e mente, in Locke, era perfettamente complementare, da qui nasce il “mens sana in corpore sano”. Le idee di Locke penetrarono nelle istituzioni scolastiche pubbliche e private e si coniugarono con la pratica dei giochi sportivi. La scuola inglese. Thomas Arnold e la pedagogia sportiva. Thomas Arnold, figura pedagogica importante nell’Ottocento inglese, creò il collegio di Rugby, presso Oxford, un modello di educazione fisica ispirato da Locke e realizzato mediante la pratica educativa dei giochi sportivi. Nello stesso college erano state codificate le regole del rugby. Le innovazioni apportate partirono dal rapporto tra docenti e studenti, trattando questi ultimi con confidenza ed umanità. Attrezzò poi la scuola con grandi spazi all’aria aperta e campi da gioco, sui quali praticare gli sport sia in voga sia antichi, dando grande valore educativo alla pratica collettiva. La pedagogia di Arnold fondeva in un giusto equilibrio originale: attività fisica, studio delle discipline tradizionali, educazione civica e morale, formazione relig...


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