Erodoto PDF

Title Erodoto
Author Roberta La Face
Course Letteratura greca (Liceo classico)
Institution Liceo (Italia)
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Erodoto Erodoto è lo storico delle Guerre Persiane, mentre Tucidide è lo storico delle guerre del Peloponneso. Questa diversità parte da quello che Aristotele e Solone avevano definito τον Ελλενικον. La vita Erodoto nacque ad Alicarnasso sulle Coste dell’Asia Minore - località da cui provengono i più grandi scrittori, come Omero - intorno al 484 a.C. In quell’epoca Alicarnasso era sotto il dominio della regina Artemisia, fedele vassalla del re di Persia: Erodoto, nelle sue trattazioni, narra come ella combatta virilmente sul ponte della sua nave durante la battaglia di Salamina. Erodoto vive il periodo delle guerre Persiane ed anche il dopoguerra, ma ad un certo punto la sua famiglia viene colpita da uno screzio politico ed è costretta a fuggire, per questo motivo egli fece molti viaggi, dall’Egitto alla alla Francia, fino alla Mesopotamia e al Mar Nero, ed è in questo periodo che lo storiografo prese le fonti che hanno permesso la nascita delle sue opere. Successivamente, Alicarnasso si liberò dal dominio persiano per entrare nella Lega ateniese. Inoltre, i rapporti di Erodoto con Atene furono alquanto stretti, infatti, egli fu anche amico di Pericle e Sofocle. La data di morte è incerta, ma di sicuro è da porre oltre il 430 a.C. Stile e temi Erodoto è il padre della Storia e dell’antropologia: nel proemio della sua opera, Storie, compare per la prima volta il termine ἱστορίη che significa ricerca, immagine. Storie ci è giunta suddivisa in nove libri - sistemata dai filologi alessandrini - tante quante sono le muse nel mondo greco: infatti, ogni capitolo è dedicato ad una delle nove muse. L’unità di fondo che sta alla base dell’opera di Erodoto è il logos, una sezione omogenea riservata alla trattazione di un personaggio importante o alla descrizione di un popolo straniero. La storia di Erodoto si compone di una quantità di materiale eterogeneo (unione di elementi diversi in modo non omogeneo) composto dalla descrizione di costumi di popoli lontani, leggende, oracoli, racconti orali che, tuttavia, non saranno più materia di trattazione degli storiografi successivi, già a partire da Tucidide. Erodoto può essere considerato il padre dell’antropologia poiché egli attua una prospettiva policentrica che lo porta ad includere nella sua opera tutto ciò che si può definire cultura di un popolo. La descrizione di un popolo avviene sempre nello stesso modo: presentazione del popolo, territorio, caratteristiche, usi e costumi. Inoltre, più che narrare in modo asettico e sistematico le usanze di un popolo, Erodoto seleziona e pone in evidenza quelli che sono i tratti più salienti e interessanti, che possono meravigliare il pubblico per la loro originalità. Oltre a fornire una serie di informazioni di grande valore in merito ai popoli descritti, le Storie offrono soprattutto la prospettiva secondo la quale i Greci vedevano o immaginavano “l’altro”, vale a dire chi greco non era, confrontandosi con lui. Gli storici successivi, già a partire da Tucidide, eliminano questi elementi focalizzandosi sugli aspetti politici di quel determinato popolo. Per Erodoto ἱστορίη è tutto ciò che è degno di memoria e di osservazione, quindi non si riferisce soltanto ad avvenimenti di grande spessore politico e culturale, ma anche alle grandi opere e alle meraviglie prodotte dalla civiltà umana: ciò spiega il procedere orizzontale della storia erodotea ove grandi eventi politici e fatti minori sono tutti incorporati nel racconto con la stessa valenza. Erodoto ingloba anche tutta quella serie di forze che influiscono sull'azione dell’uomo: benché egli sia figlio di una concezione fondata sulla razionalità, non crede che la storia sia determinata dai soli rapporti tra Stati ma è convinto dell’esistenza di possenti e invisibili energie che si muovono dietro le azioni umane. Erodoto esprime la forza divina astratta attraverso il sostantivo neutro τό θεῖον - la divinità - inoltre, è tipico di Erodoto il ricorso a idee della morale tradizionale come la hybris e l’invidia divina. Egli concepisce una legge divina che tende a riequilibrare fortuna e disgrazia, successi e insuccessi. Oltre all’aspetto del divino, Erodoto incarna il curioso indagatore animato da un illuministico interesse per i fatti umani. Infatti, uno dei fondamenti della sua trattazione è l’interesse per il νομός e

per l’influenza che essa ha sugli usi e costumi di un popolo. Inoltre, erodoto propone una visione policentrica della storia, non discriminando o rendendo inferiore nessuna gente, ma riconoscendo tuttavia la consapevolezza di appartenere ad un preciso ambiente culturale, quello greco, di cui percepisce con fierezza i valori e l’originalità. Le guerre persiane ebbero profonde ripercussioni culturali e ideologiche nel mondo greco, già a partire dall’accezione del termine - e della conseguente contrapposizione - barbari/barbari-Greci. La spiegazione del perché i Greci avessero vinto la battaglia è, secondo Erodoto, da rintracciarsi nel loro regime politico e culturale libero, in opposizione a quello dei persiani. Tuttavia sul piano etico vizi e virtù, aspetti negativi e positivi, vengono equamente ripartiti tra i greci ed i persiani. La differenza che intercorre tra Greci e barbari non è tra uomini inferiori e superiori, ma tra sistemi politici differenti. Particolarmente significativo è l'esempio sul dibattito delle costituzioni: al suo interno, non solo gli elementi positivi e negativi di ciascuna forma di governo sono posti in evidenza con lucidità, ma la stessa democrazia ateniese cessa di essere un carattere esclusivo della polis stessa per essere immaginata come politica proponibile in Persia.

L’inizio delle Storie L’opera di Erodoto si apre con un’unica breve frase con la quale fornisce al lettore le coordinate essenziali della sua opera, tra cui, sottrarre all’oblio gli eventi passati e impedire che una grande serie di imprese mirabili compiute sia dai Greci sia dai Barbari restino senza gloria. Inoltre, è importante dire che le opere di Erodoto sono prevalentemente destinate all’oralità per questo si nota una continuità stilistica e tematica. Qui viene tuttavia posta anche una distinzione netta tra Greci e Barbari sia dal punto di vista militare sia dal punto di vista culturale, dove il mondo dei barbari rappresenta la diversità - ma non per questo l’inferiorità - agli occhi dei greci che invece si autodefiniscono “normali”. Nei primi cinque libri delle Storie Erodoto cerca di capire le origini del conflitto tra Greci e Persiani, cercando di individuare la colpa di cui essi a turno si rendono responsabili a causa dei rapimenti reciproci. In conclusione, appare invece il tema dell’ instabilità della fortuna umana, sottolineando come all’ascesa e allo splendore di una città segua sempre un periodo di crisi e decadenza....


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