Festival della Sessuologia 2021-2022 Giunti editore PDF

Title Festival della Sessuologia 2021-2022 Giunti editore
Author hiddenleo
Course Psicologia generale
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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festival di sessuologia online a.a. 2021-2022 - giunti editore, sbobine degli incontri a cui ho partecipato a ottobre....


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Festival della Sessuologia 09/10/2021

Il sesso e le relazioni dopo il CoVid-19 Da tenere sempre a mente è che: BENESSERE SESSUALE  BENESSERE PSICOLOGICO Alcuni studi mostrano una significativa diminuzione dei rapporti dopo quattro settimane di lockdown; c’è stato un peggioramento della vita sessuale, molto più altro per le donne che erano solite lavorare fuori casa e con uno o più figli. La sessualità può essere spiegata da una serie di fattori sociali, biologici e psicologici che, in determinate situazioni, possono fungere da fattori scatenanti per disagi e disfunzioni; un esempio è la vulvodinia (dolore penetrativo genito-pelvico). Il supporto del partner è determinante per la diagnosi e la terapia. Negli ultimi mesi c’è stato un aumento di visite ginecologiche per la vulvodinia. Da cosa deriva? Si tratta di un dolore disfunzionale derivante da stress e, ovviamente, una volta aggiunto il contesto pandemico la situazione è peggiorata. Allo stesso modo sono state riscontrate disfunzioni e disagi nella popolazione maschile. Perché? Tutti ben sappiamo che le misure di contenimento del virus sono state misure antisociali e anticontatto; i legami e le relazioni sono diventati possibili fonti di contagio! Grazie a degli studi si è visto che non si tratta di un virus sessualmente trasmissibile; non è stata trovata traccia del virus nelle secrezioni vaginali né nello sperma. Tuttavia ne è stata trovata traccia nell’ultimo tratto intestinale, a diretto contatto con gli organi riproduttivi, perciò alcune pratiche sessuali risultano a rischio. Sono quindi nate delle linee guida per il sesso sicuro contro il COVID19. Da un sondaggio è emerso che il 70% degli individui ha avuto una vita sessuale inattiva durante il periodo di pandemia; l’autoerotismo resta comunque una pratica diffusa. Tuttavia il sexting non è stata una pratica appealing (34% circa). Importante è sicuramente il dato relativo al calo del desiderio sessuale, pari circa al 50%. Uno studio americano mostra un aumento di autoerotismo e dell’uso di materiale pornografico, entrambi di circa il 21%. Viene inoltre riportata una diminuzione del desiderio sessuale e della soddisfazione sessuale e, ovviamente, dell’attività sessuale in sé. C’è stato un boom sulla vendita dei sex toys (+40%), anche grazie al passaparola social  perché è successo? Per noia, per provare qualcosa di nuovo e per solitudine. Cosa ci ha portato quindi la pandemia? Sicuramente ad un cambio radicale delle abitudini sessuali e ad un calo della libido e del desiderio sessuale. Tuttavia vi è stato un implemento dell’autoerotismo d di nuove tecnologie, siano esse sex toys, il sexting o le app. Durante il lockdown ci sono stati incrementi in termini di fumatori, ma anche nei cambiamenti alimentari, correlati ad un aumento del peso, una diminuzione dell’attività fisica ed un incremento dei disturbi del sonno. Molti si aspettavano un aumento delle gravidanze spontanee, ma in realtà una serie di fattori come stress, ansia, preoccupazione e mancanza di privacy hanno fatto sì che la percentuale calasse; è inoltre diminuita la voglia e il pensiero di genitorialità. Nelle gravidanze il problema non è la vaccinazione, ma prendere il COVID, poiché c’è un aumento del rischio di malattie, infezioni e complicazioni. Allo stesso modo parliamo di sessualità; il virus può provocare vasculopatia, mentre il vaccino non causa alcuna problematica accertata.

Il sesso e le relazioni tra adolescenti Gli adolescenti dove reperiscono le informazioni relative alla sessualità? Durante il periodo di didattica a distanza molti ragazzi hanno contattato e richiesto a professionisti degli interventi, che purtroppo non sono sempre stati possibili. Spesso le richieste dei ragazzi vertevano su tematiche specifiche, proprio perché avevano vissuto direttamente disagi relativi ad esse; tra queste troviamo:

masturbazione e contraccezione, anatomia e fisiologia degli organi genitali, identità sessuale, pornografia, fantasie sessuali, prima volta e consenso. Le domande maggiormente quotate riguardavano: forma e dimensione dei genitali, quali stimolazioni fossero giuste e se fosse normale che alcune non fossero sempre piacevoli, se fosse normale masturbarsi e quindi la domanda di fondo era: io sono normale? Quello che sto vivendo è normale? Uno studio sugli adolescenti mostra che il 100% dei ragazzi e l’85% delle ragazze ha guardato almeno una volta materiale pornografico. La maggior parte del campione ammette di parlare di sessualità con gli amici, con i genitori e a scuola. Con gli amici tendono a parlare di tutto: contraccezione, masturbazione, orientamento sessuale, piacere e fantasie, pornografia, dubbi e preoccupazioni sul sesso, innamoramento e prime relazioni, prima volta, aborto e violenze. Con i genitori e a scuola, invece, gli argomenti sono molto meno trattati, riducendosi a: contraccettivi, visite ginecologiche e uro-andrologiche, malattie sessualmente trasmissibili, genitali, innamoramento e prime relazioni. Per quanto riguarda le visite presso specialisti, il 70% delle ragazze ammette di aver fatto almeno una volta una visita ginecologica, mentre solo il 27% dei ragazzi ne ha mai fatta una. A scuola spesso sono i professori che parlano di sessualità, e solo per il 20% da professionisti psicosessuologi. Un tema molto importante è il consenso: il 20% dei ragazzi e il 42% delle ragazze ammettono di essersi pentiti almeno una volta di alcune esperienze sessuali, a volte per non sentirsi gli “unici” a non aver fatto qualche esperienza, oppure per le pressioni subite dal partner. NB: il sesso non è qualcosa che s accende una volta diventati maggiorenne; è un comportamento che deve essere appreso e, per viverlo al meglio, è necessario avere strumenti e informazioni adeguate  spesso la pornografia non rispecchia la realtà, ed è quindi necessaria l’educazione sessuale fin da piccoli. L’aspetto informativo e la necessità di trasmettere abilità deve essere portato avanti da esperti, con diversi incontri e quindi con un percorso duraturo. Purtroppo, invece, la prevenzione è spesso improvvisata e diretta a spaventare i ragazzi circa i rischi. Gli adolescenti tendono ad allontanarsi dalla famiglia per avvicinarsi al gruppo dei pari e ricercare un senso di appartenenza; l’adolescenza tende a finire intorno al ventunesimo anno di vita, dove avviene il consolidamento dei lobi frontali, implicati nella pianificazione. I ragazzi ricercano una gratificazione/ricompensa immediata (faccio tutto ciò che mi farà accettare dagli altri), mentre gli adulti guardano in un’ottica di futuro. È quindi importante portare ai ragazzi il senso critico  ciò che vedo è reale?

Coppie, relazioni e infedelta’ Gleeden è una piattaforma di dating extraconiugale, attiva dal 2009. Come si sono comportati gli infedeli durante il COVID-19? Con il primo lockdown si è vista un’esplosione di iscrizione a Gleeden, grazie al fatto che resta tutto assolutamente anonimo e discreto. Tuttavia la privacy era minima, quindi gli infedeli ammettono di aver usato Gleeden in bagno, oppure mentre il partner lavorare o era fuori casa, ad esempio per fare la spesa. Inoltre, il 38% di traditori ammette di aver aggirato le restrizioni per vedere l’amante. Dopo il 4 maggio (fase due), il 72% di traditori ricominciano stabilmente le visite extraconiugali: le donne utilizzano la scusa del congiunto, gli uomini quella dell’attività fisica. Il lockdown ha scosso tutti, tant’ che per le utenti di Gleeden c’è stato un calo dei baci – sia a sconosciuti, che a partner e amanti stabili – del 68%, mentre più del 70% ammette di aver avuto difficoltà nel raggiungere l’orgasmo. A settembre c’è stato un nuovo boom di iscrizioni al sito, anche grazie alla riapertura della scuola; tuttavia il 58% delle donne traditrici continua a consumare la relazione solo online. Ad ottobre vengono introdotte le zone a causa del nuovo aumento dei contagi; in questo momento solo con la zona gialla era possibile avere incontri clandestini e, di fatti, ben 8 soggetti su 10 ammette di aver approfittato della zona gialla per incontrare l’amante.

Per il 74% degli utenti, poi, l’uso della mascherina li ha resi più sicuri nel combinare incontri extraconiugali anche in pubblico, magari vicino al luogo di lavoro. Addirittura il 18% spera che questa situazione si protragga. Con lo smart working, invece, sembra esserci stato un calo della libido; nel 7 donne su 10 ammettono che lavorando da casa hanno meno voglia di farlo. Questo è anche perché spesso le donne, stando a casa, non si sentono abbastanza attraenti e sexy. Per quanto riguarda la questione vaccini, invece, il 77% della popolazione generale si dichiara favorevole, e gli infedeli ancora di più (circa 8 su 10); inoltre tendono ad incoraggiare anche l’amante a farlo. Ad oggi, circa il 25% degli iscritti – entrambi vaccinati – si sono incontrati nella realtà. Di fatti le piattaforme di dating stanno tornando anche “offline” proprio grazie alla possibilità di re-incontrarsi nella vita reale. Negli anni ’70 il romanticismo entra nelle vite personali e il tradimento del coniuge sopraggiunge legalmente; prima si parlava di tradimento alla stirpe, alla patria, ma non al coniuge. Ma perché si tradisce? Gli uomini tradiscono per noia e per paura dell’intimità; le donne tradiscono per solitudine e per bisogno dell’intimità. E per che cosa di tradisce? Per cercare una via di fuga, per insoddisfazione, per uscire dalla routine, per confermare se stessi e la propria identità. Perché fa così male? Perché un cuore infranto impiega molto tempo a guarire; in qualche modo subentra un senso di perdita del sé, delle proprie certezze, della propria autostima, della fiducia nell’altro ma anche in se stessi, fino a sentire come un senso di colpevolezza. Come si prevengono i tradimenti? È necessaria la manutenzione e la cura dell’amore e della relazione. Possiamo avere delle reazioni riparative o punitive  quello che bisogna fare è concentrarsi su se stessi e tornare a rivendicare l’amore. Possiamo trovarci davanti ad una ferita relazionale (soffro perché ti ho perso), oppure ad una ferita narcisistica (che figura che ho fatto!) Il traditore spesso separa la sua idea di tradire e ci fa i conti solo quando viene scoperto, ma prima no, nemmeno quando è in terapia. Un quesito provocatorio è sicuramente se potrebbe essere utile e necessario dividere la fedeltà sentimentale dalla fedeltà fisica.

Laboratorio: le dipendenze affettive Le dipendenze affettivi non intercorrono solo a livello amoroso, ma anche tra genitore-figlio, tra amici, tra terapeuta-paziente e così via. Tuttavia, vari studiosi sottolineano come l’amore sia di per sé una sorta di dipendenza. Per esempio, quando siamo innamorati pensiamo costantemente all’altra persona, soffriamo quando siamo in sua assenza e la ricerchiamo per stare meglio. Proprio come se fossimo assuefatti a una sostanza; ma questo è assolutamente normale, non una malattia! Quando si entra nel patologico? Si parla di dipendenza affettiva quando la “dipendenza” dall’altra persona viene portata all’estremo, al punto di nuocere al benessere individuale. La dipendenza affettiva può essere definita come una “modalità disfunzionale di vivere le relazioni romantiche, caratterizzata da un interesse ossessivo, pervasivo ed eccessivo verso uno o più partner romantici, che compromette il funzionamento del benessere dell’individuo”. Le conseguenze di questa dipendenza sono: ∙ rinunciare a interessi, attività e passioni personali per stare con il partner: ∙ il bisogno di stare con il partner o la paura di essere abbandonati interferisce con la capacità di adempiere alle responsabilità lavorative, scolastiche o domestiche; ∙ l’enorme difficoltà a chiudere la relazione, nonostante la sofferenza che questa può causare, indipendentemente dal comportamento del partner che talvolta può essere abusante o violento; ∙ la relazione e il partner sono sia causa che “cura” di numerosi sentimenti ed emozioni negative, come insicurezza, solitudine, senso di colpa, bassa autostima; ∙ depressione e ansia sono spesso associate a forme gravi di dipendenza affettiva. Se vi è il pensiero che il proprio modo di vivere le relazioni sentimentali sia “malato”, esiste un test psicologico definito “il termometro dell’amore” per scoprire quanta “febbre” si ha, e quindi quanto morbosa sia la relazione. Il test si basa su 11 domande su scala Likert, con un possibile punteggio da 1 (mai) a 5 (sempre).

Oppure ancora potremmo pensare a cinque parole che descrivono l’amore “sano”, e cinque che invece ne descrivono uno “malsano”. Un amore sano è: fiducia, reciprocità, rispetto, dialogo e indipendenza. Un amore malsano è: dipendenza, tossicità, possesso, manipolazione e privazione.

Pensiamo ora a cinque elementi che caratterizzano la nostra personalità, come hobby, interessi, attività che ci piace svolgere nel tempo libero o per lavoro, aspetti del nostro carattere, passioni coltivate, valori che sentiamo ci appartengono; a quali di questi saremmo disposti a rinunciare per scendere a compromessi con il nostro partner? Cerchiamo di toglierne uno dopo l’altro, fino a lasciarne uno solo. Siamo disposti a farlo? Quanto siamo disposti a rinunciare alle nostre passioni per l’altra persona? Più siamo disposti a rinunciare a parti del nostro essere, più siamo “dipendenti” all’altra persona e alla relazione. Siamo disposti ad annientarci per l’altro. Le possibili patologie in comorbidità alle dipendenze affettive sono il disturbo borderline e quello bipolare, ma anche pattern di attaccamento insicuro possono tramutarsi poi in una dipendenza affettiva. E il partner? Non c’è un solo e unico modo in cui la dipendenza affettiva si può manifestare; ci saranno sempre importanti differenze tra una persona e l’altra. lo stesso vale anche per il partner cui la persona si lega e di conseguenza la relazione che viene a crearsi e svilupparsi. Ciononostante, la ricerca mostra come esistano alcune combinazioni di personalità ricorrenti all’interno delle coppie in cui almeno un partner soffre di dipendenza affettiva. Peabody, un importante studioso, ne descrive quattro principali, ciascuna sostenuta da una specifica credenza da parte dell’individuo e caratterizzata da un particolare tipo di legame. 1. FORMA PASSIVO-DIPEDENTE Ricerca obbligata di una figura esterna, che diventa fondamentale per sedare l’angoscia, mantenere l’autostima, garantire la coesione interna. La credenza patologia porta a frasi del tipo “tu mi salverai”. Il partner è in genere un narcisista o comunque un individuo freddo, distaccato e manipolativo. Il legame che si viene a creare è il fatto di delegare al partner la propria felicità e vi è una dipendenza dal partner dal quali diventa impossibile separarsi. 2. FORMA CODIPENDENTE La persona si lega a qualcuno che si trova in uno stato di bisogno e che necessita di essere aiutato. La credenza patologica porta a frasi del tipo “io ti salverò”. Il partner in genere è dipendente da sostanze o da attività. Il legame che viene a crearsi dipende dalla condizione di bisogno sia del partner, sia del dipendente affettivo, che in quanto tale teme l’abbandono uno ha bisogno di aiuto e l’altro ha paura dell’abbandono. 3. FORMA AGGRESSIVO-DIPENDENTE Atteggiamento rancoroso, rabbioso e persecutorio come stile primario, riproposto in modo costante nelle relazioni attuali come in quelle passate. La credenza patologica è di tipo

pessimista-negativa, con frasi del tipo “l*i non sarà mai in grado di prendersi cui di me, ed io non sarò mai in grado di prendermi cura di l*i”. Il partner è anch’esso un dipendente affettivo e il legame che si viene a creare è un legame di dipendenza dalla relazione.

4. FORMA CONTRODIPENDENTE La vergogna congela le altre emozioni, per cui non c’è la possibilità di provare empatia nei confronti degli altri, piuttosto se esprime cinismo e ostilità. La credenza patologica porta a frasi del tipo “io non ho alcun bisogno”. Il partner è un dipendente affettivo che si lega all’individuo “controdipendente” perché vi percepisce l’autonomia che sente di non avere. Il legame che viene a crearsi comporta un rapporto con l’altro basato sulla manipolazione, il controdipendente cerca di controllare l’altro per mantenere una distanza di sicurezza che garantisca il non coinvolgimento. Quali sono i suggerimenti per affrontare le dipendenze affettive? Sicuramente cercare aiuto: il supporto di un professionista della salute mentale è una risorsa inestimabile per affrontare e superare la dipendenza affettiva. Inoltre, sono sempre più diffusi i gruppi di auto-aiuto specifici per questa problematica. Evitare il contatto con il proprio partner tossico e con tutto ciò che possono ricordarlo è sicuramente benefico, in concomitanza con l’agevolare contatti ravvicinati e positivi con uno o più amici, che possano essere gratificanti. Ma ancora tenersi occupati, distrarsi facendo ciò che realmente fa star bene, per esempio coltivando i propri interessi e le proprie passioni. La scienza ci dimostra poi come l’esercizio fisico non serve a prendersi cura soltanto della propria salute corporea, ma anche di quella psicologica. Ultimo ma non per importanza, essere consapevoli del potere terapeutico del tempo, che andrà sempre più ad attenuare la sofferenza; il tempo cura tutte le ferite.

Il sesso e le relazioni online 10/10/2021

Le truffe romantiche: le nuove frontiere della manipolazione online La manipolazione online e le truffe romantiche sono un forte interesse della giurisprudenza e la criminologia. I soggetti più a rischio sono le donne e i soggetti facenti parte la comunità LGBT+. Con l’avvento del web 2.0 si è realizzata una vera a propria rivoluzione sociale. Si è passati rapidamente da un web statico e unidirezionale ad un contesto online che vede protagonista l’utente generatore di contenuti. Sicuramente i social media sono veicoli di queste problematiche, proprio per l’asset (il tempo che noi spendiamo sul social); l’attenzione, in termini di tempo trascorso sulla piattaforma, viene trasformata in prodotto e, di fatti, diviene profitto. Questo i manipolatori online lo sanno ed impiegato delle tecniche psicologiche e comportamentali per trascorrere maggior tempo online. Tali tecniche sono state mutuate dal mondo del gioco d’azzardo e dei videogames  lo scopo ultimo è garantire il maggior numero di gratificazioni all’utente per generare e mantenere la dipendenza. Così come chi ha creato le piattaforme ha studiato dei metodi per farsi piacere l’app (genera l’effetto slot machine che distribuisce gratificazioni apparenti per aumentare il nostro time on machine). La prima fase è quindi quella del phishing, necessaria per studiare i comportamenti istintivi e automatici degli utenti. L’obiettivo è raccogliere più informazioni possibili sugli utenti per spingerli a mettere in atto determinati comportamenti. Secondo Sean Parker, l’inventore di Napster ed ex socio di Zuckerberg, negli anni quest’ultimo ha costruito una piattaforma in grado di fornire un piccolo schizzo di dopamina con regolarità quando

qualcuno commenta una foto o un post, quando mette like e interagisce nella piattaforma. È questo il meccanismo che produrrà via via una dipendenza che porterà l’utente a produrre sempre più contenuti e a passare più tempo sulla piattaforma (questa è una delle fondamentali vulnerabilità della mente umana). I social media sono quindi visti come un sistema di convalida a breve termine guidato dalla dopamina; un sistema che crea felicità a breve termine con conseguenze serie a mediolungo termine. Da sottolineare è sicuramente il fatto che la dipendenza si instaura subdolamente, e purtroppo l’utente se ne rende conto quando è ormai troppo tardi. La tecnologia impiegata in queste piattaforme svolge un ruolo di amplificatore emotivo; internet come fattore di disinibizione rappresenta il medium perfetto per fornire all’altra la migliore versione di sé e per esplorare nuove forme d’intimità e affettività. Il problema è che le relazioni sentimentali oggi nascono, si costruiscono e vengono vissute online e non sono paragonabili a quelle più tradizionali (ritorna l’effetto slot machine). Oggi questo non rappresenta più uno stigma sociale, nemmeno l’incontro e l’interazione, anche intima, con uno sconosciuto  è quindi una pratica sociale generalizzat...


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