Gabbia toracica - Riassunti PDF

Title Gabbia toracica - Riassunti
Author Andrea Cioccia
Course Anatomia ed istologia
Institution Università degli Studi del Molise
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Summary

Riassunti...


Description

Gabbia toracica La gabbia toracica rappresenta la somma delle 12 vertebre del tratto toracico che si articolano con le 12 paia di coste, dove il tutto viene ad essere chiuso anteriormente da un osso piatto impari e mediano, ovvero lo sterno. La gabbia toracica riveste per noi la funzione fondamentale della respirazione: infatti, noi compiamo l’azione della ventilazione a livello degli organi dell’apparato respiratorio, mentre l’atto meccanico della respirazione, ovvero il movimento che compie la gabbia toracica, rappresenta l’atto della respirazione. Come in ogni movimento, anche in quello della respirazione ci sono dei muscoli coinvolti nella fase di inspirazione, che sollevano le coste, e muscoli coinvolti nella fase di espirazione, che abbassano le coste. Anatomicamente, la gabbia toracica è costituita dalla 12 vertebre toraciche posteriormente, dalle 12 coppie di coste lateralmente e anteriormente dallo sterno che chiude la gabbia toracica. Tutte e 12 e paia di coste si articolano con le rispettive 12 vertebre. Per quanta riguarda la porzione anteriore, non tutte le coste si congiungono con lo sterno, in quanto chi più chi meno, ogni costa presenta una lunghezza diversa, per cui c’è bisogno di una “prolunga” che unisca le coste allo sterno: tale prolungamento è rappresentato dalla cartilagine costale, composta da cartilagine ialina. In base al rapporto che le coste hanno con lo sterno, le possiamo catalogare in tre gruppi diversi. Il primo gruppo è costituito dalle coste vertebrosternali, o coste vere, che sono connesse allo sterno da segmenti cartilaginei separati e che vanno dalla 1° alla 7° costa. Il secondo gruppo è costituito dalle coste vertebrocondrali, o coste asternali, che sono connesse allo sterno tramite cartilagini costali fuse, che si uniscono alla cartilagine costale della 7° costa; fanno parte di questa divisione la 8°, la 9° e la 10° costa. In ultimo ci sono l’11° e la 12° costa che sono definite coste libere, in quanto anteriormente non si articolano con lo sterno. Le coste sono 12 coppie di ossa; pur avendo la dimensione della lunghezza superiore alla larghezza e allo spessore, vengono definite ossa piatte, in quanto non presentano il canale diafisario e ossificano in modo diretto. L’ossificazione è diretta perché è importante che il torace, avendo anche la funzione di protezione di organi come cuore e polmoni, sia compatto già alla nascita. Tutte le coste presentano delle caratteristiche simili, fatta eccezione per la 1°; dalla 1° all’8°, le coste crescono in lunghezza, cioè la 2° è più grande della 1°, la 3° è più grande della 2° e così via fino all’8°, dove decrescono fino alla 12°. La costa non è perfettamente lineare nella sua disposizione, infatti inizialmente la costa si orienta verso il basso e verso l’esterno, dopo di che giunge in punto, l’angolo costale, dove cambia orientamento e si volge verso l’alto e verso l’interno. Questo andamento è molto importante dal punto di vista della funzione che compirà, cioè la respirazione. La costa si compone di tre parti: testa , collo e corpo della costa. La testa della costa è la porzione che si articola con la vertebra; risulta costituita da due semi faccette arrotondate, che si articolano con le semi faccette di due vertebre successive, eccezion fatta per la 1°, la 10°, l’11° e la 12° che hanno un rapporto un po’ diverso: la 1° costa si articola quasi esclusivamente con la T1, mentre le altre tre coste si articolano con le rispettive vertebre. Il collo della testa è un tratto ristretto che unisce la testa con il tubercolo costale: il tubercolo costale è la porzione della costa dove è presente un’altra faccetta articolare, che articola la costa con il processo trasverso della rispettiva vertebra toracica. Il corpo della costa presenta una faccia esterna, o posteriore, ed una faccia interna, o anteriore, e due margini, uno inferiore e uno superiore: ha quindi una struttura quadrangolare. La faccia interna presenta una specie di scanalatura che consente il passaggio di nervi e vasi intercostali, chiamata solco costale. La 1° costa presenta una sostanziale differenza rispetto alle altre coste, ovvero è orientata in modo diverso.

Anteriormente il torace è chiuso dallo sterno. Lo sterno è formato da tre parti distinti che sono: manubrio, corpo e processo xifoideo. Il manubrio è ampio e forma trapezoidale, si articola con le due clavicole, tramite l’incisura clavicolare, e con le cartilagini delle prime paia di coste, tramite la prima incisura costale; sulla superficie superiore del manubrio, situato tra le articolazioni sternoclavicolari, è posto un incavo, ovvero l’incisura giugulare. Il corpo si unisce alla superficie inferiore del manubrio e si estende verso il basso lungo la linea mediana; lateralmente presenta le incisure costali per le cartilagini articolari della 3°, 4°, 5° e 6° costa. Il processo xifoide è la parte più piccola dello sterno; tra questo e il corpo è presente l’ incisura costale per la cartilagine articolare della 7° costa; il processo xifoideo non in tutti gli individui è orientato allo stesso modo. Lo sterno presenta una concavità tra il corpo e il manubrio chiamata angolo di Louis. Articolazioni della gabbia toracica Le articolazioni della gabbia toracica riguardano le diverse ossa che la costituiscono: l’articolazione costovertebrale, che si stabilisce tra la vertebra toracica e la testa della costa, l’articolazione costotrasversaria, che si stabilisce tra il processo trasverso della vertebra toracica e il tubercolo costale, e l’articolazione sterno costale, che si instaura tra la costa e lo sterno, tramite l’interposizione della cartilagine costale. Poiché lo sterno è composto da tre parti diverse, abbiamo un’articolazione tra manubrio e corpo, e un’articolazione tra corpo e processo xifoide. L’articolazione costovertebrale si stabilisce tra le due faccette di due vertebra successive e le due semi faccette della testa della costa; poiché presenta due cavità articolari, è un’articolazione complessa, e, poiché le due superfici sono pianeggianti, è un’artrodia. Il disco intervertebrale, presente tra le due vertebre, è unito alla testa della costa tramite il legamento intra articolare della testa della costa, che è un legamento a distanza di tipo fibroso. La capsula articolare presenta un legamento di rinforzo, chiamato legamento radiato (o raggiato) della testa della costa, i cui fasci si uniscono ai legamenti longitudinali; questi legamenti consento movimenti di scivolamento. L’articolazione costotrasversaria è un’artrodia semplice, rinforzata da diversi legamenti, chiamati per l’appunto costotrasversari; tra di essi distinguiamo il legamento trasversario superiore e uno inferiore, un legamento interosseo e un legamento costolaminare o laterale: il legamento laterale unisce il processo trasverso alla lamina della vertebra sovrastante, mentre gli altri legamenti uniscono il processo trasverso vertebrale al tubercolo costale. Il movimento è quello di scivolamento. Le articolazioni sterno costali congiungono le prime sette paia di coste allo sterno. L’articolazione tra lo sterno e la prima costa è un’artrodia semplice che però va incontro ad un processo di ossificazione precoce, diventando una sincondrosi ed in ultimo una sinostosi. Le altre articolazioni sterno costali sono artrodie doppie: da un lato abbiamo l’incisura costale, presentante due semi faccette, e dall’altro lato la cartilagine costale, che presenta a sua volta due semi faccette; in più è presente il legamento intra articolare. La capsula articolare presenta all’esterno il legamento sterno costale radiato che funge da rinforzo: i legamenti radiati di un lato si uniscono a quelli del lato opposto andando a formare la membrana sternale, ovvero uno strato fibroso presente anteriormente allo sterno. Le articolazioni intercondrali tra le cartilagini della 8°, 9° e 10° costa con la 7° costa sono articolazioni sinoviali e si comportano come delle diartrosi. Le artrodie doppie dell’articolazioni costo sternali consentono movimenti di scivolamento, permettendo la respirazione.

Muscolatura del torace

Nel torace distinguiamo una muscolatura intrinseca ed una muscolatura estrinseca. La muscolatura estrinseca riguarda i muscoli che hanno l’origine sulla gabbia toracica e l’inserzione su ossa di altri distretti. Appartengono a questa classe: i muscoli toraco-appendicolari, i muscoli spino-costali e il diaframma. Dei muscoli toraco-appendicolari fanno parte: il muscolo grande pettorale, il muscolo piccolo pettorale, il muscolo succlavio e il muscolo dentato anteriore. I muscoli spino-costali sono rappresentati dai muscoli dentati posteriore superiore e inferiore, che hanno rispettivamente azione inspiratoria ed azione espiratoria. Per quanto riguarda il diaframma, questo è un muscolo molto particolare, impari e mediano, che divide la cavità toracica da quella addominale, rappresentando il principale muscolo dell’ inspirazione.

•Il grande pettorale viene suddiviso in tre gruppi di fasci muscolari tra loro parzialmente uniti: i fasci superiori sono i fasci clavicolari, che originano dalla clavicola; i fasci sterno costali, che si attaccano sullo sterno e sulle prime sei cartilagini costali; i fasci inferiori, che originano dalla guaina del muscolo retto dell’addome. Tutti i fasci convergono a ventaglio e si inseriscono in corrispondenza della cresta della grande tuberosità dell’omero. Il grande pettorale compie movimenti di flessione, adduzione e rotazione della spalla; se però abbiamo un punto fisso sull’omero, solleveremo le coste e di conseguenza si avrà il fenomeno dell’inspirazione forzata. •Il piccolo pettorale è un muscolo profondo, posto sotto il grande pettorale; si origina dalla superficie antero-superiore della 3°, 4° e 5° costa e si inserisce sul processo coracoideo della scapola. L’azione di questo muscolo è l’abbassamento della scapola e, se si ha un punto fisso sulla scapola, permette la respirazione forzata. •Il muscolo succlavio origina dalla 1° costa e si inserisce sul margine inferiore della clavicola; la sua azione è maggiormente quella di stabilizzare la clavicola quando la spalla si abbassa; è un muscolo sinergista. •Il muscolo dentato anteriore costituisce la parete laterale del torace; è un muscolo a ventaglio che origina sui margini antero-superiori delle prime nove/dieci coste e si inserisce sulla superficie anteriore del margine vertebrale della scapola. La sua azione sarà di protrarre la spalla e di ruotare la scapola verso l’alto; se teniamo un punto fisso sulla scapola, si spostano le coste verso l’alto, permettendo così la respirazione accessoria. •Il diaframma è il principale muscolo dell’attività respiratoria; ha la forma di una cupola, la cui convessità volge verso l’alto e la cavità verso il basso; viene definito laminare in quanto è molto sottile. È organizzato in fasci muscolari, che sono divisi in tre gruppi: i fasci lombari del diaframma, i più importanti, che originano dalla L1 fino alla L4; i fasci costali, che originano dal processo xifoide e dalla parte terminale delle coste 4-10; i fasci sternali, che prendono origine dalla faccia posteriore del processo xifoideo. Presenta un unico tendine sia di origine che di inserzione: proprio l’inserzione è rappresentata da una grossa aponeurosi tendinea centrale, chiamata centro frenico o centro tendineo del diaframma . Centralmente il diaframma è costituito da tendine, in quanto, se fosse costituito da una struttura muscolare attiva, andrebbe a disturbare l’attività autocontraente del cuore, posizionato superiormente al diaframma. L’attività del diaframma è quella di inspirazione, in quanto solleva tutte le coste, mentre l’espirazione in condizioni di riposo è data semplicemente dal ritorno elastico del diaframma. Altra azione molto importante del diaframma è quella di mantenere la pressione endoaddominale: tale funzione è molto importante per mantenere gli organi al proprio posto. Il nostro addome, non avendo strutture ossee, si regge sulla muscolatura addominale che fa da parete ed insieme al diaframma, mantiene costante la pressione endoaddominale.

La muscolatura intrinseca riguarda i muscoli che hanno l’origine e l’inserzione sulle ossa toraciche. Appartengono a questa categoria: i muscoli sottocostali, che abbassano la gabbia toracica, riducendone il volume e permettendo quindi l'espirazione; i muscoli intercostali, che, tesi tra le varie coste, formano tre strati. Le fasce esterne, intermedie ed interne. Alcuni gruppi di intercostali abbassano la gabbia toracica altri la alzano, quindi hanno funzione sia espiratoria sia inspiratoria; il muscolo trasverso del torace, che permette la contrazione del torace e quindi il movimento espiratorio. •I muscoli intercostali, come dice il nome stesso, sono posti tra le coste e vanno a chiudere tutti gli spazi intercostali; essi si dividono in intercostali interni ed esterni. I muscoli intercostali interni originano sul margine superiore di ciascuna costa e si inseriscono sul margine inferiore della costa sovrastante; le fibre hanno un andamento anteroposteriore che ci consente di abbassare le coste e quindi collabora all’aspirazione. I muscoli intercostali esterni originano sul margine inferiore di ciascuna costa e si inseriscono sul margine superiore della costa sottostante; diversamente dagli intercostali interni, le fibre hanno un andamento retroanteriore che ci consente di elevare le coste e quindi collaborano all’inspirazione. •I muscoli sottocostali sono posti internamente allo spazio intercostale. Questi muscoli sono distribuiti in modo alternato, ovvero originano dalla prima costa e vanno sulla terza, saltando la seconda, poi dalla terza vanno alla quinta e così via, anche se però tale distribuzione non è una regola; hanno un andamento anteroposteriore e vanno dal basso verso l’alto. Il loro compito è quello di abbassare le coste. •Il muscolo trasverso del torace, noto anche come muscolo triangolare dello sterno, va a coprire internamente alcuni spazi intercostali portandosi dalla superficie posteriore dello sterno fino alla cartilagini della 2°-6° costa; è definito triangolare per la forma assumono le fibre se sommate. L’andamento superoinferiore delle fibre consente l’abbassamento delle coste e quindi l’espirazione. L’azione respiratoria complessiva prevede anche l’azione di alcuni muscoli accessori, come il dentato posteroinferiore, ma soprattutto la muscolatura anterolaterale dell’addome. Proprio i muscoli addominali sono quelli che usiamo per la respirazione forzata. I muscoli addominali si distinguono in tre regioni: la muscolatura anteriore data dal muscolo retto dell’addome e dal muscolo piramidale, che tende la linea alba ed è un muscolo di posizione; poi abbiamo la muscolatura anterolaterale data dai muscoli larghi dell’addome, ovvero il muscolo obliquo esterno o grande obliquo, il muscolo interno obliquo o piccolo obliquo e il muscolo trasverso dell’addome, più profondo; infine posteriormente abbiamo il muscolo quadrato dei lombi. •Il retto dell’addome origina a livello delle superfici inferiori della 5°, 6° e 7° costa e dal processo xifoideo e si inserisce in basso sul pube, a livello della sinfisi. È ricoperto avanti e dietro da una guaina formata dalla fusione delle aponeurosi dei tre muscoli laterali dell’addome, che incrociandosi con quella dell’altro lato formano la linea alba. Si tratta di un muscolo poligastrico, in quanto offre a considerare lungo il suo decorso 3/4 iscrizioni tendinee trasversali, che però non giungono mai in profondità. Per quanta riguarda le sue azioni, se teniamo un punto fisso a livello dell’inserzione distale, flette il tronco verso gli arti inferiori ed in più abbassa le coste, permettendo la respirazione forzata; collabora all’inclinazione e alla torsione del busto e, quando si contrae, aumenta la pressione endoaddominale. •Il muscolo grande obliquo, o obliquo esterno, ha le fibre che si intersecano, in alto con quelle del dentato anteriore, e dietro con quelle del grande dorsale, ed hanno un andamento superoinferiore. Origina dal margine esterno ed inferiore delle ultime otto coste e si inserisce sulla linea alba, sulla cresta iliaca e sul tubercolo pubico. Contraendolo monolateralmente, consente l’inclinazione del tratto addominale e la

rotazione del torace dal lato opposto, mentre contraendolo bilateralmente, consente la flessione del tronco in avanti. •Il muscolo piccolo obliquo, o obliquo interno, ha un andamento delle fibre inferosuperiore, favorendo il punto fisso in basso e il punto mobile in alto. Origina dalla fascia lombodorsale, dalla cresta iliaca e dalla 10°, 11° e 12° costa e si inserisce sul processo xifoideo e sulla linea alba. L’azione è fondamentalmente sovrapponibile a quella del muscolo grande obliquo. •Il muscolo trasverso origina dalle ultime sei coste, dalla cresta iliaca e dalla fascia lombodorsale e si inserisce sulla linea alba e sul pube. La sua azione è prettamente quella di stabilizzazione dell’addome. •Il quadrato dei lombi origina dalla cresta iliaca e dalla vertebre L2, L3 e L4 e si inserisce sull’ultima costa e sui processi trasversi delle prime quattro vertebre lombari . Contraendolo monolateralmente, consente la flessione del laterale della colonna, mentre contraendolo bilateralmente, abbassa le coste....


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