HYMES E LA COMPETENZA COMUNICATIVA PDF

Title HYMES E LA COMPETENZA COMUNICATIVA
Course Didattica delle lingue
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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COSA S'INTENDE PER COMPETENZA COMUNICATIVA ...


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DIDATTICA DELLE LINGUE IV LEZIONE 24/03/2017 HYMES Hymes nel 1972 scrive un saggio intitolato “On comunicative competence” in cui si ispira alla “linguistic competence” di Chomsky però anziché parlare solo di competenza linguistica parla appunto di competenza comunicativa. Si tratta di un punto di vista diverso: Chomsky si era esplicitamente interessato ai processi interni che secondo lui erano innati, che la specie umana, grazie all’abilità di linguaggio, può mettere in atto parlare e comprendere le lingue. Chomsky non si è voluto interessare della performance perché secondo lui è casuale e quando un parlante parla, può fare diversi errori. Hymes, invece, sostiene esattamente il contrario perché il suo ambito di studi è quello della lingua in uso. Lui si iscrive nella linguistica pragmatica. Hymes dice che se vuole sapere cosa succede nella comunicazione non si può basare sulla competenza astratta del parlante, deve partire da ciò che dicono i parlanti anche perché quando comunichiamo non usiamo un codice linguistico che ha delle regola, fonologia, ecc ma usiamo anche un codice socio – pragmatico e culturale che rende le produzioni accettabili nella comunità in cui si agisce (l’uso della lingua in contesti specifici). “ci sono regole d’uso senza le quali le regole di grammatica sarebbero inutili” perché Chomsky era concentrato sulle regole della sintassi universale del funzionamento innato e invece Hymes è convinto che se non si conoscono le regole di uso di una lingua non possiamo comunicare. Per Hymes occuparsi di linguaggio significa occuparsi della competenza comunicativa e non solo di quella linguistica. Il concetto di correttezza va a decadere, nel senso che un enunciato non è solo corretto linguisticamente ma deve essere accettabile. L’accettabilità di un enunciato risponde a delle regole, l’enunciato deve essere: - Disponibile a seconda dei mezzi a disposizione dei parlanti (in inglese fattibilità); - Appropriatezza cioè io pronuncio una frase che è pertinente con il contesto non solo quello specifico ma anche quello culturale più ampio; riguarda quindi non solo l’appropriatezza nella specifica situazione di comunicazione ma anche nel contesto culturale; - Effettivamente utilizzata (in inglese occurrence) il parlante di una lingua nativa molto spesso usa delle parole un po’ fisse;

- Possibile sul piano linguistico. Dal concetto di concetto di competenza linguistica passiamo al concetto di competenza comunicativa che necessariamente modifica l’idea di correttezza in idea di accettabilità che prevede che una determinata porzione linguistica sia effettivamente utilizzata in quella comunità linguistica, che sia appropriata alla situazione specifica e al contesto culturale, che sia disponibile nel senso che potrebbe essere corretta ma non è fattibile dal punto di vista dell’espressione, e inoltre che sia possibile sul piano linguistico cioè quel sistema linguistico ha delle specifiche risorse per esprimere un determinato concetto, per esprimere quella determinata cosa e quindi ciò che è possibile sul piano del sistema in una determinata lingua non lo è in un’altra. Mentre le tre caratteristiche (disponibile, appropriata, effettivamente utilizzata) sono legate all’uso della lingua il possibile sul piano del sistema è appunto legato al sistema della lingua. Nella parola accettabilità c’è l’idea che nella comunicazione gli interlocutori sono sempre due e quindi ciò che dice un interlocutore può esistere non soltanto nel momento in cui l’ha pronunciato ma per esistere veramente deve esistere nel momento in cui l’altro interlocutore lo ha ricevuto sul piano dell’accettabilità (psicologico, culturale, sociale, ecc.). Hymes negli studi della comunicazione parla di evento comunicativo o evento verbale (“speech event”). Se si conoscono i costituenti di base di questo evento comunicativo vuol dire che il ricevente può sapere anche di quale informazione ha bisogno per poter interpretare l’evento comunicativo, ma anche di quale elementi deve tener conto per produrre un atto verbale adeguato, appropriato, accettabile, ecc. quindi i costituenti servono sia per la codifica che per la decodifica. Per racchiudere tutti i costituenti Hymes propone un acronimo: il modello SPEAKING (acronimo, ogni lettera corrisponde a sua volta all’iniziale dei costituenti).  Setting: il contesto fisico e psicologico (ansia, amore, ecc);  Partecipants: tutti i partecipanti allo scambio, loro caratteristiche psicologiche, socioculturali, ecc.. ;  Ends: scopi o intenzione dell’attività di comunicazione;  Acts: contenuto del messaggio dal punto di vista tematico e formale, gruppi di atti che si succedono nel corso della conversazione;  Key: tonalità che caratterizza la modalità di svolgimento dello scambio;

 Instrumentalities: strumenti, mezzi di comunicazione, canale, codice, ecc;  Normes: abitudini che reggono l’interazione in una data comunità;  Genres: tipo di attività linguistica. IL FUNZIONALISMO Jakobson propone un modello della comunicazione precedente a quello di Hymes (quello di Hymes è la continuazione degli studi sociolinguistici nati a partire dalla scuola di Oxford, quindi la linguistica pragmatica, mentre Jakobson è più legato allo strutturalismo europeo, di Saussure, ed è un linguista). Egli cerca di proporre un modello della comunicazione in cui cerca di individuare, come Hymes, i costituenti. Secondo Jakobson i costituenti di un atto linguistico sono: -

Emittente e un ricevente Codice condiviso: potrebbe essere la lingua, la gestualità, ecc Messaggio Mezzo di contatto Contesto che sarebbe il referente, il contesto esterno al messaggio

DIFFERENZA TRA MODELLO DI HYMES E JAKOBSON: Nel modello di Jakobson mancano moltissimi elementi contestuali, sia specifico che allargato, è molto più legato ad una teoria dell’informazione. Parliamo di funzionalismo perché secondo il modello di Jakobson ad ognuno degli elementi che costituiscono l’atto comunicativo corrisponde una funzione, ovvero in un atto comunicativo tutti gli elementi sono presenti però nell’enunciato, nella comunicazione c’è sempre un elemento che prevale sull’altro, a seconda dell’elemento su cui si focalizza la comunicazione, quell’enunciato svolge una particolare tipo di funzione.  Funzione denotativa: Se la conversazione si focalizza su referente. Per esempio: se non parliamo in prima persona e non ci rivolgiamo a qualcun altro alla seconda persona, quindi si utilizza una terza persona. Informare, descrivere, parlare di;  Funzione conativa: in linguistica pragmatica è chiamata funzione perlocutoria, esprime la forza perlocutoria perché è incentrato sul ricevente. Ordini, persuasione, inviti, ecc.. (vocativo)

 Funzione fática: l’enunciato si concentra sul contatto tra emittente e ricevente. Per esempio i saluti, i convenevoli, quando comunichiamo al telefono;  Funzione metalinguistica: l’enunciato si concentra sul codice. Quando si fa un discorso attorno alla lingua medesima, come quando si chiede o si spiega il significato di una parola, o si parla di grammatica;  Funzione emotiva: l’enunciato si concentra sull’emittente. L’emittente esprime una qualche emozione, un sentimento, come nel caso delle interiezioni, delle imprecazioni ecc..;  Funzione poetica: l’enunciato si concentra sul messaggio in quanto tale, sulla sua forma, sul significante. Funzione tipica della poesia....


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