I falsi miti dell\'evoluzione PDF

Title I falsi miti dell\'evoluzione
Course Storia del pensiero scientifico
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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I falsi miti dell’evoluzione- Top 10 degli errori più comuni (Cameron M. Smith- Charles Sullivan)

Introduzione Da quando l’umanità ha acquisito consapevolezza di sé, ogni cultura ha cercato una spiegazione alla varietà delle forme di vita sulla Terra. Tuttavia 2.500 anni fa, in Grecia, prese vita una nuova corrente di pensiero che non prevedeva una spiegazione divina bensì naturale. Tale approccio si adattó perfettamente al mondo degli esseri viventi. Nel 1859 la svolta decisiva venne con la pubblicazione del volume di Darwin L'Origine della specie, che modificò la concezione del mondo occidentale dell’origine e della natura della specie. Le idee di Darwin erano semplici, tuttavia dopo quasi 150 anni, la teoria dell’evoluzione è ancora fraintesa dal pubblico. L’evoluzione riveste un ruolo centrale in biologia e la biologia è la miglior spiegazione a tutti i sistemi viventi. Molti, però, non sono in grado di capirne l’importanza perché influenzati dai numerosi miti moderni che traggono forza da un’ignoranza diffusa. La confusione che si è venuta a creare su questo argomento è stata senza dubbio aumentata dall’intervento dei mass media. Capitolo 1- La sopravvivenza del più adatto “Solo i più adatti sopravvivono” è il passo della teoria dell’evoluzione in assoluto più conosciuto. In effetti, sono proprio i più adatti a sopravvivere; sarebbe folle pensare il contrario, soprattutto alla luce di quanto i mass media ci hanno insegnato sul mondo della natura. Purtroppo, però, i mezzi di comunicazione si concentrano solamente sulle storie più drammatiche, perché ogni regista sa che non esiste storia senza conflitto. A parte gli ovvi scontri tra prede e predatori, la maggior parte delle specie rimane solitamente indifferente agli altri animali, soprattutto se seguono una dieta differente; talvolta, si vengono addirittura a creare, le specie, simbiosi e interazioni che garantiscono un mutuo beneficio. 1.1 Che cosa intendeva Darwin quando diceva “solo i più adatti sopravvivono” Secondo Darwin la sopravvivenza dei più adatti e la selezione naturale coincidono; entrambe infatti garantiscono che, in qualsiasi popolazione, saranno preservati gli individui conferma le caratteristiche che meglio si adattano all'ambiente , mentre gli esemplari meno adatti sono destinati a scomparire. In un dibattito sulla sopravvivenza, si possono quindi sollevare domande del tipo “adatto in che senso?”, costatando ovviamente che non esiste una singola capacità o caratteristica fisica che rende un organismo adatto a qualunque situazione ambientale. Osservando come gli uomini siano riusciti a sopravvivere negli ambienti più disparati, spesso si rende a credere che essi siano immuni ai rigori della natura e alle pressioni delle selezioni naturali che ogni organismo deve affrontare per sopravvivere. Il punto di forza della nostra specie non sono i muscoli, ma la mente. L'idea che solo i più adatti sopravvivono va quindi corretta ora che il significato di sopravvivenza è più chiaro: per l’individuo vuol dire restare vivo, per la specie corrisponde invece alla possibilità che un numero sufficiente di esemplari viva abbastanza al lungo da assicurarsi una discendenza e accudirla. 1.2 Fitness Che cos’è la fitness? Dal punto di vista della genetica si tratta della probabilità statistica di avere figli, una scommessa cosmica sulle aspettative genetiche d ogni individuo. La genetica delle popolazioni calcola attraverso studi di laboratorio i valore teorico di fitness, ma determinare l’esatto grado di probabilità di ogni singolo individuo nel mondo reale mancherebbe in tilt banche il più innovativo dei computer. La forza fisica è un vantaggio ma è un vantaggio sufficiente per garantire la sopravvivenza? C’è da dire che il valore di fitness ogni giorno si riduce e cresce in proporzione la probabilità di morte, senza considerare le

incognite della vita. È oggettivamente semplice definire fitness come la possibilità che un organismo ha di riprodursi, ma può variare da un momento all’altro poiché il valore di fitness è mutevole, non concreto. A volte è la mutabilità dell’ambiente a giocare a favore dell’uomo, alle volte è contraria. Nessuna singola caratteristica di per sé è sufficiente a garantire la sopravvivenza, perché le pressioni selettive variano da un momento all’altro, da un posto all’altro e perfino tra una generazione e la successiva. Si può quindi concludere che la fitness è strettamente collegata all’ambiente nel quale l’organismo vive ed è per questo necessario esaminare più in dettaglio cosa si intende per ambiente selettivo, nella speranza di comprendere meglio la sopravvivenza del più adatto. 1.3 Ambienti selettivi Un altro punto di partenza per analizzare la fitness è la valutazione della somiglianza tra un organismo e il suo ambiente selettivo. È estremamente raro che tutti i componenti di una popolazione siano tra loro perfetti cloni. Naturalmente il soggetto più adatto del gruppo, ovvero il più idoneo, avrà la maggior probabilità di riprodursi, mentre l’individuo meno adatto probabilmente non avrà discendenza. Un esempio può essere quello dei ghepardi. Circa diecimila anni fa la specie ebbe un crollo che portò a incroci tra consanguinei, con il conseguente aumento del tasso di mortalità infantile e di difetti quali anomalie. Alcuni cuccioli nacquero con la coda attorcigliata o arricciata, questa è importante perché funge da timone o contrappeso durante gli scatti. L’elemento decisivo che influisce sul valore fitness risiede semplicemente nel fatto che il ghepardo sia nato o meno con la coda dritta. È stato scoperto che gli ambienti selettivi sono tanto complessi da potersi considerare infiniti. Altro esempio è la vita negli abissi. I raggi del sole non riescono a raggiungere tali profondità, eppure c’è vita. Qui vicino le pogonofora, vermi marini che sono simili a tubi che si nutrono di composti inorganici contenenti zolfo sprigionati dai campi idrotermali presenti in prossimità delle dorsali oceaniche. Le punto di vista degli uomini, è facile convincersi che la pogonofora siano tra le forme di vita più isolate in assoluto. Questi esseri viventi non combattono un nemico specifico, ma vivono in un ambiente altamente selettivo. Ogni individuo è inserito in una rete complessa di pressioni selettive che richiede soluzioni specifiche poiché l’adattamento a un determinato habitat non garantisce l’idoneità a qualsiasi tempo e luogo. Secondo i genetisti, la diversità genetica è indice del benessere genetico di una popolazione e costituisce una solida barriera contro la catastrofe. Conclusioni- il più adatto sopravvive? È vero, i più adatti sopravvivono, ma, all’interno di una rete complicata di pressioni selettive, nessuna caratteristica assicura di per sé la sopravvivenza in qualsiasi circostanza. La definizione di ciò che significa adatto dipende dal tipo di organismo, dal luogo e dal momento storico. Capitolo 2- È solo una teoria Negli Stati Uniti molti sostenitori dell'evoluzione la considerano solo una teoria, come se mancasse di fondamento scientifico e, partendo da questo presupposto, hanno concluso che anche altre teorie, nello specifico il creazionismo e la sua versione elegante, il disegno intelligente, debbano essere inserite nei programmi delle scuole pubbliche. Nel distretto elastico della contea di Cobb, in Georgia, su tutti i libri di testo di biologia è stata apposta un’etichetta dove l’evoluzione è una teoria e non un fatto. Il principale problema è legato al doppio significato del termine teoria. Una teoria è una congettura o una supposizione che ha la stessa importanza di qualsiasi altra opinione; nel linguaggio scientifico, una teoria è la spiegazione logica, comprovata è supportata da prove di una serie di fatti e quindi tutt’altro che è una supposizione. Le varie discipline scientifiche utilizzano metodi differenti, ma l’approccio è sempre il medesimo. La prima fase prevede l’osservazione di un oggetto o di un processo. Il secondo pasto è la formulazione di una domanda sul funzionamento, ho su presunto funzionamento, alla quale gli scienziati cercano di dare una risposta

definita anche l’ipotesi punto se la previsione risulta errata, si rifiuta e si modifica l'ipotesi iniziale, se l’ipotesi risulta invece corretta, gli scienziati condividono le nuove informazioni in modo da permettere ad altre esperti di testarne a loro volta la validità. Ma le teorie non sono inconfutabili e possono essere spesso sovvertire se vengono presentato il nuovo e convincenti prove. Le prove concrete a sostegno dell’evoluzione la rendono dunque una teoria scientificamente valida. C’è chi sostiene l’inammissibilità dell’evoluzione perché non è un fenomeno osservabile in laboratorio. E in effetti innegabile che per la scienza evoluzionistica le prove di laboratorio non hanno la stessa importanza che rivestono invece in discipline come la chimica e la fisica, anche se biologia molecolare e genetica stanno contraddicendo sempre più spesso questa affermazione. Alcuni sostengono che l’evoluzione non è una teoria scientificamente legittima perché, avendo come oggetto di studio il passato, non è in grado di avanzare previsioni, per definizione orientate verso il futuro. Nel momento in cui un biologo molecolare scopre che gli uomini assomigliano agli scimpanzè potrà le due conclusioni dal punto di vista evolutivo: il primo che esistono antenati i comuni tra le due specie e in secondo luogo, che età libro genitori sono più recenti di quelli che legano l’uomo a qualsiasi altro animale. L’ipotesi viene definitivamente confermata solo una volta dimostrata la correttezza della previsione, e in effetti studi sul DNA hanno rilevato una somiglianza di oltre il 95% tra i corredi genetici di Uomini e scimpanzé. L’evoluzionismo spiega anche che, siccome specie possono cambiare il drasticamente nel corso del tempo, la vita nel passato era molto differente dalla vita moderna. E quindi possibile avanzare previsioni relativa al passato in numerosi esperimenti e studi storici forniscono prove inconfutabili a supporto dell’evoluzione. 2.1 Lamarckismo Circa 50 anni prima della pubblicazione dell’origine della specie, il naturalista francese Jean-Baptiste Lamarck per la sua visione dell’evoluzione, detto appunto lamarckismo, decisamente unica per quel tempo perché cercava delle spiegazioni rigidamente scientifiche per i meccanismi della natura. Le sue idee non erano del tutto originale alcune sue intuizioni furono in seguito computate della moderna teoria evoluzione, il neodarwinismo. 2 dei Principi dell’anarchismo che non hanno avuto riscontro nelle prove scientifiche sono la legge dell’uso e del disuso e la legge dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti. La prima legge suppone che più un organo è usato ai fini della sopravvivenza, più si svilupperà, mentre le parti del corpo meno usati tenderanno a diventare sempre più piccoli e deboli, fino a scomparire del tutto con il completo di tutto. Questo principio è applicabile nel caso di muscoli. La seconda legge invece, afferma che i caratteri acquisiti nel corso della vita vengono automaticamente trasmessi alla discendenza attraverso la riproduzione. L’esempio più conosciuto di questa legge lamarckiana prende in considerazione i colli delle giraffe. Il naturalista francese sosteneva infatti che il collo delle giraffe era in origine è più corto e si sia gradualmente allungato nel corso del tempo per permettere agli animali di raggiungere le foglie più alto degli alberi. Ma oggi possiamo affermare senza ombra di dubbio che le alterazioni del corpo acquisite nel corso della vita non possono essere trasmessi alla discendenza perché non possono essere codificate nel patrimonio genetico. Nel XIX secolo le idee di Lamar che sembravano logiche ovvie, ma sono state smentite sostituite della moderna teoria evoluzionistica. 2.2 Cos’è l’evoluzione Darwin descrisse l’evoluzione come una discendenza con modificazioni, facendo unicamente riferimento ai cambiamenti delle caratteristiche degli organismi. Questi mutamenti sono giustificati da almeno tre processi distinti se considerati insieme, compongono ciò che intendiamo con l’evoluzione ossia la replicazione, la variazione e la selezione. La replicazione non è altro che la riproduzione. Include tutte le differenze genetiche tra genitori e figli e corrisponde alla selezione naturale, al processo che permette agli individui meglio adattati all’ambiente di sopravvivere e trasmettere i propri geni alle generazioni successive. 2.3 Replicazione

Due tipi di replicazione, quella sessuata o asessuata. Nel primo caso, la prole è generata da un unico organismo. Mentre per la riproduzione sessuata prevede invece la combinazione dei due geni dei genitori ed è caratteristica della maggior parte degli animali e di alcune piante, attraverso impollinazione. 2.4 Variazione La variazione può venire in metodi diversi, uno dei quali è la ricombinazione che, nella riproduzione sessuata, permette di mescolare i geni delle cellule sessuali maschile e femminile dopo l'accoppiamento. Un secondo tipo di variazione è la mutazione, una rara modificazione dei geni solidamente dovuta a errori di copiatura nel processo di replicazione delle cellule nei primi stadi della riproduzione. L'uomo è dotato di un sistema di difesa naturale contro i batteri nocivi. Alcuni ceppi però hanno subito mutazioni che li rendono resistenzia resistenti al nostro sistema immunitario e possono quindi prosperare indisturbate in loro ambiente, ovvero il corpo umano. A questo punto entra in gioco la medicina moderna. Microrganismi , si riproducono molto rapidamente e, durante questo processo, spesso subiscono una mutazione che li rende immuni all'antibiotico assunto. I batteri farmaco resistenti trasmetteranno la mutazione alle generazioni successive e si renderà quindi necessari alla ricerca di un antibiotico diverso. In mancanza di nuovi farmaci, l'unica soluzione è continuare ad assumere in dosi massicce gli ultimi antibiotici efficaci, anche se le condizioni fisiche migliorano, in modo da eliminare il batteri che iniziano a sviluppare le immunità al farmaco prima che possano riprodursi. È fondamentale però sottolineare che si verificano in modo del tutto casuale e non ha lo scopo di portare dei benefici all'organismo, sia pianta o animale. 2.5 Selezione La selezione naturale e il grande campo di prova della reazione. E infatti il meccanismo che scegli quale individui sono destinati a sopravvivere abbastanza a lungo da potersi riprodurre e trasmettere provvigioni alle generazioni successive, non agisce in modo intenzionale. Un organismo che subisce una reazione vantaggiosa avrà una maggiore probabilità di sopravvivere e quindi di vivere abbastanza a lungo da avere una discendenza alla quale trasmettere tale variazione positiva. È importante comprendere le situazioni naturali non è casuale e non tutte le variazioni vengono trasmesse alle generazioni successive. Questo meccanismo mette in atto una cernita degli esemplari della specie, scegliendo quali variazioni devono sopravvivere, sulla base di pressioni selettive che tengono conto dei predatori, delle variazioni climatiche ambientali, della disponibilità di cibo e acqua e così via. La selezione naturale ha anche un altro aspetto positivo, perché permette alle variazioni di accumularsi nel tempo. Un’altra forma di selezione, denominata selezione sessuale, può giocare un ruolo fondamentale nel processo evolutivo dell’animale. Questa selezione può portare dei vantaggi alla specie, anche se non agisce a questo preciso scopo. Esempio la femmina del pavone si sente più attratta dal maschio con la coda più ampia brillante e dalle movenze più energiche. Dall’accoppiamento nasceranno figli con piume grandi e colorate e figli attratti dai maschi con tali caratteristiche. C'è da dire però che, le piume grandi e colorate della coda del pavone, non solo attraggono le femmine, ma lo rendono ben visibile anche da lontano, attirando così l’attenzione dei predatori. Inoltre, volare o trascinare una coda lunga e pesante, richiede un grande stipendio di energie. Le femmine dovrebbero accontentarsi dei maschi con una coda piccola, e dunque la discendenza riceverebbe geni per I posteriori di ridotte dimensioni. 2.6 Speciazione Processi appena descritti compongono l’evoluzione e sono osservabili e innegabili. Spesso, non viene accettata la macroevoluzione, in opposizione alla microevoluzione. In realtà, in entrambi i casi i processi in atto sono i medesimi, con la sola differenza che la macroevoluzione copre un periodo temporale più lungo, permettendo ai cambiamenti di accumularsi. La nascita di una nuova specie può avvenire anche a seguito dell’ isolamento geografico di alcuni membri di una specie già esistente. Una serie di fattori può determinare l’isolamento geografico come una tormenta che sposta gli uccelli, insetti e semi di piantina abitanti locali eccetera. La nascita di una nuova specie può richiedere i tempi notevolmente lunghi e forse per questo è

difficile comprendere accettare La macroevoluzione. È più semplice pensare alle La macroevoluzione. È più semplice pensare alle specie che si sono differenziate in tempi recenti e manifestano ancora chiaramente caratteri simili, come cavallo asino e zebra, che si sono separati circa 4 milioni di anni fa. Tutte le forme di vita sono collegate. che si sono differenziate in tempi recenti e manifestano ancora chiaramente caratteri simili, come cavallo asino e zebra, che si sono separati circa 4 milioni di anni fa. Tutte le forme di vita sono collegate. Probabilmente l'uomo non è fratello della scimmia, ma ne ha sicuramente un parente perché, in fondo, tutte le specie sono collegate, in modo più o meno stretto. 2.7 Incoerenze interne alla teoria I biologi evoluzionisti si trovano volte in disaccordo su quale sia la migliore ipotesi in relazione a questi specifiche, ma questo non implica che vengano Rinnegati meccanismi alla base dell’evoluzione stessa. Non tutti gli esperti concordano su questioni di minore importanza, ma non mettono mai in discussione la validità dell’evoluzione stessa. Vi sono visione discordanti, in merito e metodi di lettura dell’orologio generico impiegato per stabilire l’età dell’antenato comune di due specie, ma tutti concordano sull’esistenza dell’evoluzione. Una seconda questione dibattuta in materia di evoluzione e la gratuita graduale perdita di pelo degli umani. La prima ipotesi dice che gli uomini persero il pelo quando si spostarono le foreste dell'Africa verso la savana, e quindi la mancanza di peli consentiva di rimanere più freschi e poter andare a cacciare per periodi più lunghi. Una seconda ipotesi sostiene invece che la mancanza di peli aveva il vantaggio di allontanare pulci e parassiti e con il tempo gli individui più puliti diventavano anche più desiderabili come compagnie non avendo pelo, potevano dimostrare con maggiore facilità la propria igiene. La scienza senza dubbio carattere conservativo: prima di accettare una nuova spiegazione, non si cercano le prove inequivocabili che ne dimostrano la validità come alternativa della precedente idea. Per rovesciare la teoria dell’evoluzione, le prove apportate dovrebbero essere numerose molto convincenti, ma a oggi, non sono ancora state trovate. Quindi dire che fiori sia solo una teoria è del tutto irresponsabile. 2.8 L'evoluzione è davvero solo una teoria? Considerare quindi l’evoluzione solo una teoria implica un errata comprensione del significato di teoria scientifica. L’evoluzione un fatto e i suoi tre processi fondamentali sono osservabili e innegabili. Capitolo 3- La scala del Progresso Nel 1579 il missionario Valdes ordinò tutti gli organismi viventi in un disegno metaforico che rappresentava una scala a pioli e le forme di vita inferiori stavano in fondo mentre quelle superiori in cima. La credenza che l'evoluzione, abbia un fine ultimo uno scopo è detta teleologia, ma tale teoria non è ancora supportata da prove. La visione di diversi livelli di vita, più alti e più bassi, ha origini molto antiche forse un'analisi di questa lunga storia può servire per chiarire le ragioni che la rendono ancora attuale. 3.1 La grande catena dell’essere Tutte le società umane adottano schemi di classificazione e categorie per dare un ordine al mondo. Proprio come nel disegno di Valadares, l’ordine gerarchico era visto come tendente verso l’alto, più si saliva lungo la catena, più ci si avvicinav...


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