I Sette Saperi Necessari ALL’ Educazione DEL Futuro – Edgar Morin PDF

Title I Sette Saperi Necessari ALL’ Educazione DEL Futuro – Edgar Morin
Author DANIELA GUZZI
Course Epistemologia delle scienze pedagogiche
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Summary

Riassunto schematico del libro...


Description

I SETTE SAPERI NECESSARI ALL’EDUCAZIONE DEL FUTURO – EDGAR MORIN Questo libro vuole esporre sette problemi fondamentali tanto più necessari da insegnare in quanto sono ora totalmente ignorati. Capitolo 1 – LE CECITA’ DELLA CONOSCENZA: L’ERRORE E L’ILLUSIONE Ogni conoscenza comporta sempre il rischio dell’errore e dell’illusione. Negli errori mentali esiste la possibilità di mentire a se stessi self-deception attraverso l’egocentrismo e l’autogiustificazione. La nostra mente seleziona i ricordi vantaggiosi e rimuove quelli sfavorevoli. Negli errori intellettuali le teorie resistono all’aggressione delle teorie nemiche. Negli errori della ragione, la razionalità è la migliore barriera contro l’errore dell’illusione perché è dialogante, è critica e autocritica e riconosce l’importanza dell’affetto e dell’amore e conosce i limiti del meccanicismo e del determinismo e sa che la mente umana non può essere onnisciente. Esiste la razionalità costruttiva e la razionalità critica. Mentre invece la razionalizzazione è chiusa: una dottrina che obbedisce al modello meccanicista e determinista non è razionale ma razionalizzatrice. La noosfera è la sfera delle cose della mente che all’inizio era fatta di miti religiosi. Nasce dalle nostre anime e dalle nostre menti. Miti e idee ci possiedono come i daimons greci. La conoscenza della conoscenza, che comporta l’integrazione di chi conosce nella sua conoscenza, deve essere per l’educazione un principio e una necessità permanente. Capitolo 2 – I PRINCIPI DI UNA CONOSCENZA PERTINENTE Serve una riforma del pensiero, una riforma paradigmatica e non programmatica che porti alla risoluzione della problematica dei saperi disgiunti, frazionati, compartimentati in saperi multidimensionali, trasversali, globali, planetari. Affinché una conoscenza sia pertinente l’educazione dovrà rendere evidenti: Il contesto, il globale, il multidimensionale, il complesso. L’economia, per esempio, è la scienza matematicamente più avanzata e socialmente più arretrata perché si astrae dalle condizioni storiche, politiche, psicologiche che sono inseparabili dalle attività economiche. Il riduzionismo afferma che la conoscenza del tutto si riduce alla conoscenza delle sue parti, come se l’organizzazione di un tutto non producesse proprietà nuove. Il riduzionismo riduce il complesso al semplice e applica la logica meccanica e determinista della macchina artificiale. È un’intelligenza miope che il più delle volte finisce per essere cieca. Incapace di considerare il contesto e il complesso, l’ intelligenza cieca rende incoscienti e irresponsabili. Capitolo 3 – INSEGNARE LA CONDIZIONE UMANA Chi siamo? È inseparabile da Dove siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Qui si pone un problema epistemologico: è impossibile concepire l’unità complessa dell’umano con il pensiero disgiuntivo e riduzionista. L’importanza dell’ominizzazione è capitale per l’educazione alla condizione umana poiché ci mostra come animalità e umanità costituiscano insieme la nostra condizione. L’antropologia preistorica ci mostra come l’ominimizzazione sia un’avventura di milioni di anni discontinua (abilis, erectus, neandertal, Sapiens) e continua (bipedizzazione, postura eretta). L’ominizzazione sfocia in un nuovo inizio. L’uomo è un essere pienamente biologico ma se non disponesse della cultura sarebbe un primate del rango più basso. Non c’è cultura senza cervello umano ma non c’è mente cioè capacità di coscienza e di pensiero senza cultura. La mente è un’emergenza del cervello nata dalla cultura la quale non esisterebbe senza cervello. Il cervello umano integra in sé: Il paleoencefalo, eredità del cervello dei rettili fonte di pulsioni primarie. Il mesencefalo, eredità del cervello degli antichi mammiferi, nei quali l’ippocampo sembra legare lo sviluppo dell’affettività a quello della memoria a lungo termine. La corteccia sede delle capacità analitiche e logiche. Le relazioni tra queste tre istanze sono complementari e antagoniste e comportano i conflitti tra pulsione, cuore e ragione. L’essere umano è complesso e porta in sé caratteri antagonisti perciò è insieme sapiens, razionale e demens, delirante, passionale, emotivo, fragile. Così l’educazione dovrà esaminare e studiare la complessità umana. Capitolo 4 – INSEGNARE L’IDENTITÀ TERRESTRE

La storia umana è cominciata con una diaspora planetaria su tutti i continenti. La diaspora dell’umanità ha prodotto una straordinaria diversità di lingue, di culture, di destini. Il tesoro dell’umanità è nella sua diversità creatrice. Se è vero che il genere umano possiede in sé risorse creative inesauribili, allora possiamo intravedere per il terzo millennio la possibilità di una nuova creazione della quale il 20º secolo ha portato i germi e gli embrioni: quella di una cittadinanza terrestre e l’educazione che è nel contempo trasmissione del passato e apertura della mente per accogliere il nuovo, è al centro di questa nuova missione. Abbiamo tutti un’identità genetica comune, siamo nati dallo sviluppo della vita di cui la terra è stata matrice e nutrice. Tutti gli esseri umani, dal 20º secolo, vivono gli stessi problemi fondamentali di vita e di morte e sono legati nella stessa comunità di destino planetario. Ritrovando le origini nel passato, troveremo l’energia per affrontare il presente e preparare il futuro. Così l’educazione dovrà comprendere un’etica della comprensione planetaria. Capitolo 5 – AFFRONTARE LE INCERTEZZE Chi pensava nella primavera del 1914 che un attentato commesso a Sarajevo avrebbe innescato una guerra mondiale? Chi pensava nella prosperità del 1927 che un crollo della borsa di Wall Street avrebbe fatto esplodere una crisi economica planetaria? Chi pensava nel 1930 che Hitler sarebbe arrivato legalmente al potere nel 1933? Chi pensava nel gennaio del 2000 che un giovane ufficiale del KGB sarebbe diventato presidente della Russia? Ciò che vale per il passato vale per l’avvenire: Il futuro si chiama incertezza. La devianza disorganizza il sistema mentre lo riorganizza. Anche la conoscenza è dunque un’avventura incerta che comporta il rischio di illusione e di errore. Nelle certezze dottrinali, dogmatiche e intolleranti si annidano le peggiori illusioni. La conoscenza è una navigazione in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze. Nel corso della storia abbiamo visto che il possibile diventa impossibile, l’insperato diventa possibile, che l’improbabile si realizza più sovente rispetto al probabile. Bisogna perciò sperare nell’insperato e operare per l’improbabile. Capitolo 6 – INSEGNARE LA COMPRENSIONE La spiegazione è sufficiente per la comprensione intellettuale ma è insufficiente per la comprensione umana. Comprendere comporta un processo di empatia, di identificazione e di proiezione. Gli ostacoli interni alla comprensione sono l’indifferenza ma anche l’egocentrismo, l’etnocentrismo, il sociocentrismo (che nutrono xenofobie e razzismi) che hanno come tratto comune il fatto di situarsi al centro del mondo e di considerare come secondario e ostile tutto ciò che è straniero. Ciò che favorisce la comprensione è il ben pensare è l’introspezione è la tolleranza Niels Bohr… È questa verità che dobbiamo rispettare. La comprensione degli altri richiede la coscienza della complessità umana. La comprensione deve essere planetaria: le culture devono imparare le une dalle altre. La comprensione è nello stesso tempo mezzo e fine della comunicazione umana. Capitolo 7 – L’ETICA DEL GENERE UMANO L’insegnamento deve produrre un’antropo-etica capace di riconoscere il carattere ternario della condizione umana che consiste nell’essere contemporaneamente individuo-società-specie. L’etica deve formarsi nelle menti a partire dalla coscienza che l’umano al tempo stesso individuo, parte di una società, parte di una specie. A partire da questo si profilano le due grandi finalità etico-politiche del nuovo millennio: stabilire una relazione di reciproco controllo fra individui e società attraverso la democrazia; portare a compimento dell’umanità come comunità planetaria. L’insegnamento deve non solo contribuire ad una presa di coscienza della nostra terra-patria, ma anche permettere che questa coscienza si traduca in volontà di realizzare la cittadinanza terrestre....


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