Il commercio atlantico degli schiavi herbert s klein PDF

Title Il commercio atlantico degli schiavi herbert s klein
Author walter baricevic
Course Storia contemporanea e didattica della storia contemporanea
Institution Università degli Studi Roma Tre
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IL COMMERCIO ATLANTICO DEGLI SCHIAVI, Herbert S. Klein Capitolo 1: il ruolo della schiavitù nello sviluppo dell’Occidente Nel 1492 la schiavitù esisteva ancora in Europa, poiché sin dalla loro nascita, gli stati europei si sono serviti degli schiavi. La schiavitù comprendeva quella domestica e quella specializzata, cioè riservata a compiti specifici. In ogni stato, gli schiavi erano trattati come individui estranei, sradicati e privi di storia. Ciò che li distingueva dagli altri lavoratori era l’assenza di legami familiari, che fossero consanguinei o comunitari. Ai primi del ‘400 gli schiavi costituivano una parte minima della forza lavoro e non erano produttori fondamentali di beni e servizi, dal momento che le società europee dipendevano dal lavoro di agricoltori stanziali e dagli artigiani. La nascita della schiavitù si colloca nell’antica Grecia e nell’antica Roma. Durante l’impero romano diventò un’importante istituzione, poiché si verificarono tre condizioni essenziali: 1- La presenza di un’economia di mercato incentrata sulla produzione di beni e servizi 2- Una quota significativa della produzione agricola destinata a quel mercato provenga da produttori non contadini 3- Che la manodopera schiava svolga un ruolo fondamentale in tale produzione Con la fine dell’impero romano la schiavitù smise di essere importante, venne relegata all’ambito domestico. Durante il medioevo c’era una manodopera semi-libera, i servi della gleba, contadini che rinunciavano a una parte della loro libertà in cambio di protezione. La schiavitu’ ritornò alla fine del VIII secolo in Spagna, si diffuse un’agricoltura da piantagione e produzione di zucchero in diverse aree del Mediterraneo. La schiavitu’ esisteva da tempi antichi anche nel continente africano, come istituzione domestica , in un sistema sociale basato sulla parentela e il lignaggio. La disponibilità di manodopera permise lo sviluppo di un mercato interno e della tratta atlantica. Prima dell’arrivo dei portoghesi l’Africa perse grandi quantità di schiavi, spediti sulle rotte del nord e dell’est. In queste rotte erano presenti molte donne e bambini piu’ di quanto non sarebbe avvenuto in seguito durante la tratta. L’arrivo dei portoghesi sulla costa subsahariana rappresento’ una svolta per la storia della tratta atlantica, il loro obiettivo primario era l’oro e mandavano gli schiavi in Europa come servitori domestici. Fu solo alla fine del XVII secolo con la produzione di zucchero nelle isole atlantiche che gli schiavi trovarono un nuovo impiego; i primi schiavi ad attraversare l’atlantico furono i neri acculturarti e cristianizzati della penisola iberica.

Capitolo 2: la domanda di manodopera nelle Americhe

Nel XVI secolo gli africani non rappresentavano la maggioranza della manodopera nelle isole atlantiche, poiché la presenza di circa 20 milioni di indios nelle Americhe faceva pensare che gli europei avrebbero avuto a disposizione abbondante forza lavoro. Eppure l’America divenne il mercato di 10 milioni di schiavi africani. Fu nel nuovo mondo, sotto il dominio europeo,che la schiavitu’ africana conobbe la sua massima espansione. Cio’ si spiega alla luce delle condizioni del mercato europeo. Sembrava che i conquistadores avrebbero fatto ricorso agli indios, ma per una serie di motivazioni politiche e culturali e religiose il governo spagnolo si pronuncio contro . ci si rivolse allora agli africani, piu’ convenienti in quanto privi di ogni legame familiare. In quanto gruppo dominante, gli indigeni erano refrattari alle norme di comportamento europee, mentre gli africani , provenendo da gruppi linguistici diversi, si adattarono facilmente alle norme europee. Inoltre, gli indios erano molto piu’ vulnerabili alle malattie europee, il loro numero decrebbe. La prima meta’ del 600 vide predominare il Brasile come destinazione della tratta schiavista. Nel 500 gli africani occidentali portati via mare avevano soppiantato ogni altro grippo etnico sul mercato degli schiavi . In Perù venivano usati anche per l’agricoltura e l’allevamento del bestiame, e nelle citta’ dell’impero erano richiesti per la lavorazione dei metalli, nel campo dell’abbigliamento, l’edilizia. Qui si trovavano anche mulatti neri, provenienti dalla Spagna, e occupavano ruoli specializzati. In Messico invece gli schiavi africani non costituivano la maggioranza.

Capitolo 3: l’Africa all’epoca della tratta atlantica degli schiavi All’inizio del XV secolo, quando gli europei aprirono la costa dell’Africa occidentale al commercio internazionale, l’Africa subsahariana presentava strutture politiche, economiche e sociali ben sviluppate. In tutto il continente esistevano civiltà avanzate, l’agricoltura e la pastorizia erano affiancate da un’avanzata attività manifatturiera e mineraria. L’oro veniva esportato da secoli sui mercati europei. Poiche’ societa’ complesse raggiungessero le regioni dell’Africa centrale dovette passare un periodo che va 200 a.C. al 500 d.C. In queste societa’ l’agricoltura, allevamento, estrazione mineraria e la vita stanziale erano gli elementi caratterizzanti. La produzione doro del Bambuk fu la fonte delle prime esportazioni dall’ Africa occidentale di cui si ha notizia, l’oro raggiungeva i mercati dell’impero romano. Tutti gli imperi che commerciavano con il nord si convertirono all’islam tra il X e il XII secolo . L’economia dell’impero del Mali era basata su oro, tessuti, sale e prodotti. Crollo’ nel 300, soppiantato dall’impero Songhai. All’ epoca dell’arrivo dei portoghesi, la regione dell’Africa occidentale era ben organizzata, fu la prima a entrare nel circuito della tratta, quest’apertura è collegata alle vicende del mondo cristiano e islamico: il conflitto tra cristianità e islam interesso anche l’Africa sub sahariana. I turchi ottomani fondarono la dinastia a Baghdad, conquistarono Costantinopoli e distrussero l’impero romano d’oriente. Si spinsero verso ovest dove si scontrarono con gli europei cristiani, impadronendosi infine dell’Egitto . Nel frattempo, le due principali potenze del mondo europeo, i regni di Spagna e Portogallo, penetravano in nord Africa; i portoghesi si impadronirono di Ceuta, gli spagnoli della Sicilia e Melilla.

L’Africa occidentale venne aperta cosi al contatto on l’Europa, la costa atlantica si affermò come rotta commerciale per le società africane. I portoghesi ottennero il diritto di commerciare in quelle zone, colonizzarono Santiago , capo verde a Sao tome e il Mozambico. Essi organizzavano incursioni per catturare schiavi e saccheggiavano le coste. Catturarono prigionieri tra berberi e schiavi neri, rivendendoli a Lagos. Questo evento segno la nascita della tratta atlantica. Nella seconda incursione non si fecero coglier di sorpresa e le incursioni passarono al commercio pacifico. I portoghesi si spinsero poi nell’entroterra per esplorare nuovi mercati . Acquistavano loro dai commercianti dell’interno, trasportavano beni e schiavi da altri stati per venderli alle nazioni esportatrici di oro e infine scambiavano in Africa merci provenienti dall’Europa. , erano disposti a soddisfare la domanda di qualsiasi prodotto pur di ottenere loro. Gli europei fornirono quindi l’impulso e le comunicazioni con l’esterno che fecero uscire la costa atlantica dall’isolamento. I portoghesi poterono muovere grandi quantita’ di capitale e manodopera e sfruttarono nuove rotte. I portoghesi inoltre erano interessati al processo di conversione religiosa, erano in guerra contro i musulmani dell0impero ottomano, soprattutto dove islam non aveva messo radici loro vedevano scenari di conversione. I missionari cristiani nel Congo ebbero successo, ma furono espulsi dopo un secolo. Il risultato degli sforzi di conversione portoghesi fu la formazione (Senegambia e Mozambico) di una classe di mercanti afro portoghesi che rivendicavano un’identita’ portoghese e adottarono il cattolicesimo, ma rifiutavano la sovranita’ dello stato portoghese. L’accettazione dell’autonomia africana fu dovuta a diversi fattori: -difficoltà nel mantenere le truppe e i funzionari in Africa - crescente equilibrio militare tra europei e africani, la dissuasione delle armi nordafricane rese dura la conquista dell’entroterra - refrattarietà dei popoli a qualsiasi ingerenza straniera 1591: invasione impero marocchino ai danni dell’impero del Sudan. In Africa orientale i commercianti swahili dominavano le rotte prima dell’avvento degli europei, non riuscirono a spingersi oltre. Nelle prime fasi, la tratta atlantica non ebbe impatto sul mercato degli schiavi dell’interno, soltanto nel XVII secolo la rotta si impose su altre direttrici, raccogliendo i due terzi degli africani. Le guerre tra africani producevano grandi quantita’ di schiavi. Insieme a Congo e Angola, anche gli stati interni producevano grandi quantita’ di manodopera servile , il seicento e primo settecento rappresentavano secoli d’oro per il traffico in Senegambia. Anche il golfo di Biafra divento un’area di tratta . La colonizzazione dell’interno avvenne con successo grazie agli afro portoghesi.

Capitolo 4: l’organizzazione della tratta in Europa

La tratta atlantica fu una delle più complesse imprese economiche dell'età preindustriale. Provocò una migrazione transoceanica senza precedenti, siede impulso al passaggio di uomini e beni fra tre continenti, assorbì grandi quantità di investimenti nel commercio internazionale Si sviluppò in associazione all'espansione dell'agricoltura americana da asportazione e del commercio con l'Europa, rese necessaria la messa a punto di sistemi creditizi e finanziari in Europa . Il traffico di schiavi fu responsabile del massiccio trasferimento di forza lavoro in America. Nei primi anni della tratta, il ruolo dello stato di importante ; i mercanti inviavano schiavi dalle coste africane come supplemento delle esportazioni di oro, per lo sviluppo strutturato occorrerà aspettare secoli. Nei primi anni del 500 l'Africa rappresento’ una fonte modesta di schiavi per l'Europa, solo l'apertura dell'America alla colonizzazione europea rese la tratta un attività di rilievo. In Spagna, l'argento e oro estratti dalle miniere dagli indios servivano a finanziare la migrazione degli schiavi ( e caso asientos) . La posizione di dominio del Portogallo nel commercio africano gli assicuro’ un vantaggio nella tratta schiavistica; lo sviluppo dell'economia di piantagione brasiliana genero’ il capitale necessario per l’importazione di schiavi. Si fece ricorso anche a compagnie monopolistiche per fornire schiavi alle colonie americane che non disponevano capitale per acquistarli in Africa. Il monopolio portoghese comincio’ a essere intaccato alla fine del ‘500, prima dai francesi poi dai britannici, gli olandesi ne sfidarono seriamente il monopolio. ( compagnia indie occidentali) Le compagnie si sobbarcavano i costi di avvio della tratta, fallirono tutte per i forti costi a cui dovevano far fronte e per l'obbligo di consegnare un numero fisso di schiavi per regione, facevano fatica a raccogliere fondi. L’acquisto della nave, la messa in regola dell’equipaggiamento e assicurazione richiedevano diversi mesi , sul capitano gravavano le maggiori responsabilita’ . A bordo c'era bisogno di personale specializzato, sottufficiali, un medico di bordo, carpentiere e bottaio e molti uomini per controllare gli schiavi a terra e una volta a bordo. Gli schiavi venivano acquistati da mercanti africani singolarmente o in gruppi, poi venivano portati sulla costa con le carovane. Il capitano lasciava la nave in un punto e andava a commerciare portando con se’ il medico, che doveva valutare lo stato di salute degli schiavi. La durata della traversata durava circa un mese, a seconda della zona di provenienza. Il medico si occupava della ciurma e degli schiavi, malgrado le precauzioni la mortalità era elevata. In America, la nave doveva passare la dogana e l'attestazione sanitaria, dopo si procedeva alla vendita ai piantatori locali, sulla nave o a terra. Veniva pagato un acconto, il resto era pagato in un arco di anni. Le navi negriere quindi non avevano un ruolo nel rifornire il mercato europeo dei prodotti dell'economia schiavista, il mito del commercio triangolare pare infondato. Per rifarsi di tutte le spese occorrevano anni. La tradizione storica ha considerato la tratta un monopolio europeo, in cui gli africani traevano poco compenso è gli schivi venivano acquistati a presso bassi,ma questa teorie è stata messa in discussione. I beni per pagare gli schivi rappresentavano la voce più dispendiosa dell'organizzazione del viaggio, più dei vettovaglie e dei salari.

Capitolo 5: l’organizzazione della tratta in Africa Gli schiavi furono comprati dagli europei a loro protesto africani locali e lo scambio di merci per gli schiavi costituì un mercato vero e proprio. Gli europei, se volevano comprare gli schiavi, dovevano far fronte alle richieste degli stati africani: imposero imposte sugli acquisti. I prezzi variavano da schiavi a schiavi e salivano quando ci si

avvicinava al caricamento della nave. In Africa esisteva già un traffico degli schiavi prima della tratta, gli europei si adattarono alle consuetudini commerciali in voga. Gli stati costieri procuravano gli schiavi dall’interno,che venivano scambiati con prodotti locali e di recente importazione (mais, mandioca, caffè). Gli africani avevano acquistato dimestichezza con le economie di mercato ben prima che arrivassero i portoghesi, e non ebbero difficoltà a trattare con gli europei. Esisteva già un ampio mercato di schiavi, pratiche come il sequestro di prigionieri, la riduzione in schiavitù di criminali e debitori costituivano attività di mercato ben conosciute. Gli schiavi erano acquistati da gruppi in tutta l’Africa, venivano inviati a nord per soddisfare i mercati del medio oriente mediterraneo. Gli europei poterono sfruttare l’offerta di mercati già sviluppati. I prezzi degli schiavi variavano a seconda dell’età, del sesso e delle condizioni di salute. Il prezzo di un carico quindi variava a seconda degli schiavi acquistati. Per tutta la durata della tratta atlantica gli Africani non furono né attori passivi né soggetti ignari dell’economia di mercato e seppero lottare contro i tentativi europei di imporre limitazioni monopolistiche ai loro scambi. Tutti gli studi confermano che la riduzione in schiavitù poteva avvenire in tanti modi: oltre alla vendita dei prigionieri di guerra, c’erano razzie organizzate su grande scala per la cattura di schiavi, ma anche rapimenti più estemporanei dei singoli individui. Le guerre generavano grandi quantità di schiavi, oltre ai conflitti di natura religiosa e commerciale, tutti gli Stati principali, in ragione del loro assolutismo e dell’ampio numero di pretendenti al trono dovuto alla poligamia dei matrimoni reali, innescavano ricorrenti guerre dinastiche, che spesso degeneravano in guerre civili. Per mantenere la tratta era necessario un moderato ma costante afflusso di schiavi. Gli africani, a differenza degli emigranti europei, metà dei quali fece ritorno in patria, non conobbero quasi nessuna migrazione di ritorno. L’Africa perse così i propri giovani lavoratori,e questa perdita rese l’impatto negativo del mutamento demografico particolarmente manifesto. Un’ altra ricaduta della tratta sull’Africa fu la crescita del commercio interno di schiavi. Con il declino dei traffici internazionali i prezzi locali degli schiavi scesero e il numero degli schiavi in Africa aumentò. Adesso gli Africani usavano gli schiavi per produrre le nuove merci di esportazione, come l’olio di palma e la gomma destinati ai mercati mondiali. Gli schiavi divennero una componente fondamentale della produzione agricola locale. Insomma, la fine della tratta atlantica degli schiavi non segnò, in Africa, la fine della schiavitù.

Capitolo 6: il passaggio intermedio Una volta acquistati sulla costa, gli schiavi destinati all’America attraversavano l’Atlantico in un viaggio che divenne noto come ‘passaggio intermedio’. Le modalita’ di trasporto e i tassi di mortalità hanno costituito i temi piu’ dibattuti nello studio della tratta. La letteratura popolare ha descritto questo frangente come il piu’ crudele, cio’ e dovuto molto ai primi abolizionisti, che videro nel trasferimento transoceanico a fase del processo si schiavizzazione piu’ vulnerabile. In una serie di studi è stato dimostrato che la maggior parte dei decessi avveniva durante il trasferimento degli schiavi alla costa e nell’ adattamento alle condizioni di vita del nuovo mondo, e solo in minima parte a bordo delle navi negriere. Per restituire il passaggio intermedio al suo reale contesto bisogna ricordare che la traversata durava in media un mese dall’Africa al Brasile, due dalla costa occidentale ai Caraibi e Nordamerica. Tra la cattura e l’imbarco passavano come minimo da 6 a 12 mesi, tre dei quali da trascorrere sulla costa in attesa del trasferimento a bordo. E’ molto

diffuso nella letteratura lo stereotipo dello schiavo a basso costo, in realtà le transazioni sulle coste erano tutt’ altro che economiche, gli intermediari africani non erano spettatori passivi del processo. Piu’ cresceva la domanda di manodopera piu’ il prezzo degli schiavi saliva. Ogni schiavo perduto si traduceva in un a perdita economica. Le modalita’ di trasporto non hanno a che vedere coi tassi di mortalita’, perche il tasso cambiava nei vari viaggi e dipendeva dalla durata della navigazione, dalla stazza delle navi, la zona africana di imbarco, dalla distribuzione per sesso ed età degli schiavi trasportati. Le difformità delle percentuali sono dovute a fattori locali africani: alcuni porti erano piu’ esposti di altri alla malaria e febbre gialla. Tanti giorni di traversata potevano aumentare la mortalita’, soprattutto quando la scarsita’ di viveri e acqua accelerava il diffondersi delle malattie. Il progressivo abbassamento del tasso di mortalità è dovuto alle soluzioni africane adottate, come l’uso di navi di dimensioni minori, i dispositivi di approvvigionamento, il miglioramento dell’efficienza di scorte e viveri. I vascelli erano relativamente piccoli, il cosiddetto commercio triangolare (merci europee per l’africa, schiavi per l’America e zucchero per l’Europa) rimane un mito. Anche se la mortalita’ venne ridotta, erano tassi comunque alti considerando la giovane età degli schiavi trasportati. Cause di morte nella traversata: malattie intestinali e febbre, l’esposizione alla dissenteria aumentava i tassi di contaminazione e i decessi. La febbre gialla , malaria erano portate a bordo dagli schiavi dai loro luoghi di residenza e l condizioni del viaggio incidevano sull’evoluzione delle malattie. Arrivati in America, molti erano gli schiavi in cattive condizioni di salute e non tutti riuscivano a recuperare. Malgrado l’impegno nel ridurre la mortalità, i tassi di decessi erano alti per una popolazione sana di adulti. La morte era una presenza costante a bordo delle navi, causata anche da rivolte, suicidi, disastri naturali. Malgrado cio’, la maggioranza degli schiavi raggiunse l’America. La traversata non cancellò la cultura e la lingua africane, rafforzo’ le relazioni esistenti e ne creo’ di nuove. Gli schiavi consegnati nelle migliori condizioni di salute facevano guadagnare buoni profitti.

alle consuetudini commerciali in voga. Gli stati costieri procuravano gli schiavi dall'interno, scambiati con prodotti locali e di recente importazione (mais, mandioca, caffè) Gli africani avevano acquistato dimestichezza con le economie di mercato ben prima che arrivassero i portoghesi, e non ebbero difficoltà a trattare con gli europei. Gli schivi erano acquistati da gruppi in tutta l'Africa, venivano inviati a nord per soddisfare i mercati del medio oriente mediterraneo Ricaduta fine della tratta: perdita forza lavoro, declino demografico Aumento commercio interno schiavi , schiavitù continuo in tutta l'Africa Col declino dei traffici internazionali, i prezzi degli schiavi scesero e il numero degli schivi aumento Gli africani adesso usavak gli schiavi per produrre merci da esportazione, come olio di palma e gomma, componete produzione agricola locale alle consuetudini commerciali in voga. Gli stati costieri procuravano gli schiavi dall'interno, scambiati con prodotti locali e di recente importazione (mais, mandioca, caffè) Gli africani avevano acquistato dimestichezza con le economie di mercat...


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