Istologia- Epitelio Ghiandolare PDF

Title Istologia- Epitelio Ghiandolare
Author Ersilia Nunziata
Course Citologia ed istologia
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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le ghiandole...


Description

ISTOLOGIA EPITELI GHIANDOLARI L’epitelio ghiandolare è quel tessuto formato da cellule, alcune delle quali hanno funzione secernente cioè sono specializzate nel meccanismo di secrezione. La secrezione è il fenomeno che coinvolge il sistema delle endomembrane. Il materiale viene elaborato al livello del reticolo endoplasmatico, passa per l’apparato di golgi ed è immesso in vescicole che vengono poi esocitate all’esterno. Questa secrezione può essere:  

COSTITUTIVA: le cellule continuamente secernono il materiale elaborato, senza aspettare un messaggio da parte dell’ambiente esterno REGOLATA O RITMICA: il materiale viene preformato ed accumulato all’interno delle vescicole che si fondono per esocitosi con la membrana all’arrivo di un opportuno stimolo

All’ interno dell’epitelio ghiandolare si può fare un’ulteriore classificazione:





GHIANDOLE ESOCRINE: producono un secreto che può essere di diverse origine immesso direttamente nell’ambiente esterno (ghiandole sudoripare, lacrimali). Queste presentano una sezione secernente chiamata adenomero ed una struttura che serve a veicolare le vescicole verso l’esterno che si

chiama dotto escretore. GHIANDOLE ENDOCRINE: producono un prodotto detto ormone che viene secreto direttamente nei vasi sanguigni. Gli ormoni vengono veicolati attraverso la circolazione sanguigna e distribuiti a cellule bersaglio. Non hanno bisogno di dotto escretore.

Entrambi i tipi di ghiandole si formano durante lo sviluppo embrionale a partire dall’epitelio di rivestimento poiché questo inizia ad invaginarsi, c’è un’attività mitotica molto elevata nel punto in cui l’epitelio si invagina nel connettivo sottostante e si forma questo ammasso cellulare chiamato zaffo epiteliale. In questo punto le cellule continuano a proliferare facendo in modo che l’invaginazione vada sempre più in profondità nel connettivo sottostante. Nel caso delle ghiandole esocrine: l’invaginazione si modifica e la parte più profonda acquisisce proprietà secernenti, formando l’adenomero mentre le cellule che collegano l’adenomero con l’epitelio di rivestimento formano il dotto escretore. Le ghiandole esocrine mantengono per tutta la loro vita il collegamento diretto con l’epitelio di rivestimento da cui si sono originate attraverso la formazione del dotto escretore. Nel caso delle ghiandole endocrine la comunicazione con l’epitelio di rivestimento viene persa e la porzione secernente della ghiandola che si trovano nel connettivo sottostante produrrà l’ormone che verrà riversato nei vasi sanguigni. Gli ormoni attraversano la ghiandola con l’interposizione del connettivo. Nelle cellule endocrine sono quindi presenti dei setti connettivali in cui sono presenti capillari che ricevono l’ormone che viene poi veicolato.

GHIANDOLE ESOCRINE Le ghiandole esocrine non sono facili da riconoscere. La maggior parte sono strutture voluminose con forme particolari che in sezione non sono facili da riconoscere. Si fanno delle sezioni particolari, analizzandole e poi mettendo insieme le caratteristiche istologiche.

Criteri di classificazione  

UNICELLULARI, caratterizzate da una cellula, nell’organismo umano, un solo tipo: cellula caliciforme mucipara. PLURICELLULARI, costituite da molte cellule.

Cellula caliciforme mucipara Questa cellula si chiama così perché ha la forma di un calice e produce muco, sostanza che verrà riversata e si trova in generale tra le cellule di un epitelio. Ha una forma allungata con una parte più stretta alla base (piede) che contiene il nucleo. Al di sotto del nucleo c’è il reticolo endoplasmatico rugoso mentre al di sopra c’è un apparato di golgi particolarmente sviluppato dal quale si formeranno le vescicole contenenti granuli di secreto, una sostanza polisaccaridica di natura glicoproteica e mista a lipidi che non viene fissata con i fissativi. Quando le cellule vengono colorate appaiono particolarmente chiare rispetto alle cellule epiteliali affiancate ad esse. Il volume del calice varia a seconda dei granuli presenti in essa GHIANDOLE ESOCRINE PLURICELLULARI Quattro criteri di classificazione: 1. 2. 3. 4.

Modalità di secrezione: come viene secreta la sostanza Forma dell’adenomero Numero e comunicazione dei dotti escretori Posizione anatomica

In base alla modalità di secrezione una ghiandola può essere definita: 

Olocrina: tutta la ghiandola diventa essa stessa secreto. Forma i granuli di secreto e nel formarli degenera. Perde il nucleo e si frammenta diventando essa stessa secreto. Ciò comporta che se ci fossero solo cellule olocrine in una ghiandola questa terminerebbe. Ma ciò non avviene poiché nella porzione basale della ghiandola sono presenti delle cellule con funzione staminale e per divisione mitotica si riformano le cellule che subiscono modifica strutturale che via via subiranno questo processo di modifica strutturale che comporta la





scomparsa del nucleo nella disgregazione e accumulo dei granuli di secreto che verranno poi riformati dalle cellule staminali. Sono ghiandole in continuo rinnovamento in cui le cellule più superficiali si modificano e vengono disperse nell’ambiente (ghiandole sebacee annesse al pelo) Apocrina: la parte apicale della cellula si stacca e diventa secreto. Accumulano il loro secreto nella porzione apicale. In genere il secreto non viene rivestito da membrana ed è direttamente emesso. Tutto ciò che si stacca è la porzione di citosol della porzione apicale della cellula quindi la cellula cambia forma nella secrezione, dopo è più bassa, ma avendo ancora il nucleo funzionante la cellula ripristina le sue funzionalità e riprende il proprio ciclo di secrezione (ghiandola mammaria che produce latte) Merocrina: la ghiandola riversa il proprio secreto all’esterno mediante esocitosi. Sono le più comuni nell’organismo umano. Le ghiandole preparano i loro granuli di secreto e possono avere sia secrezione regolata che costitutiva. I granuli di secreto che si accumulano nel citoplasma vengono immessi dalla porzione apicale della cellula mediante esocitosi. Le cellule a secrezione merocrina non si modificano strutturalmente. Se la ghiandola è merocrina si può guardare se secerne prodotti di tipo lipidico, proteico o di entrambi i tipi. Se è di tipo proteico la ghiandola si definisce sierosa. Se è di tipo lipidico la ghiandola si definisce mucosa. Se produce entrambi i tipi di sostanza la ghiandola si definisce mista. C’è differenza strutturale in base al secreto: la ghiandola sierosa ha un sistema delle endomembrane è particolarmente sviluppato. C’è una cospicua quantità di reticolo endoplasmatico rugoso situato nella porzione basale della cellula. L’abbondanza del RER favorisce la colorabilità di queste cellule (si colora la porzione basale). Il RER si definisce basifilo in quanto presenta RNA ribosomiale legato ai ribosomi delle membrane. Al di sopra del reticolo si trova il nucleo e sopra di esso ancora l’apparato di golgi deputato alla formazione di granuli, che a seconda del tipo di secrezione, costitutiva o regolata, si potranno accumulare all’interno del citosol e saranno poi portati verso la superficie apicale della cellula per essere esocitati (cellule del pancreas: producono gli enzimi digestivi che vengono portati attraverso i dotti escretori all’intestino) Al microscopio elettronico si trova un’abbondanza di RER. Le cellule mucose hanno secrezione per esocitosi ma secernono una sostanza mucopolisaccaridica (proteine-gag-proteoglicani-lipidi). Queste cellule presentano una minore quantità di RER che si trova sempre nella porzione basale, ma non garantisce ipercolorabilità. Il nucleo è più schiacciato, si trova nella porzione basofila. L’apparato di golgi è situato sopra al nucleo. Queste cellule sono caratterizzati dalla presenza di granuli contenenti sostanza di natura lipoproteica. Sono generalmente poco colorabili in quanto le sostanze lipidiche non vengono fissate. Ci sono colorazioni specifiche per mettere in evidenza il contenuto lipoproteico. Le ghiandole miste presentano all’interno dell’adenomero sia cellule mucose che sierose. Spesso gli adenomeri misti sono formati da unità secernenti mucose incappucciate da cellule sierose disposte a formare una specie di semiluna: sono le semilune sierose (o semilune del Giannuzzi). Le cellule sierose della semiluna sono così separate dal lume dell’adenomero e il loro secreto, per raggiungere il lume, viene riversato nei cosiddetti capillari di secrezione scavati tra le cellule mucose. Questi capillari non hanno parete propria ma sono formati dall’affrontamento di due docce scavate sulla superficie di cellule adiacenti. Generalmente le cellule mucose sono più interne e si affacciano sul canale che sfocia sul dotto escretore, le cellule seriose riversano il loro secreto in spazi esigui che separano le

cellule. Tali spazi sono in comunicazione con il dotto intercalare che poi sfocia nel dotto escretore.

In base alla forma dell’adenomero una ghiandola può essere definita:  

Tubulare: hanno la forma di un tubo stretto e quindi non c’è differenza tra adenomero e dotto escretore che hanno la stessa forma Sferica: adenomero con forma sferica. Condivide la forma tra ghiandola acinosa ed alveolare ma bisogna sezionare l’adenomero perché nel caso della ghiandola acinosa il lume è sottile, nel caso della ghiandola alveolare il lume è più ampio

In base al numero di dotti escretori una ghiandola può essere:   

Semplice: presenta un adenomero ed un dotto escretore Ramificata: più adenomeri che convogliano in un solo dotto escretore Composta: più adenomeri ciascuno dei quali presenta un dotto escretore ciascuno dei quali convoglierà poi in un dotto escretore maggiore

In base alla posizione anatomica una ghiandola può essere: 



Intraepiteliale: si trovano all’interno dell’epitelio da cui hanno avuto origine. Restano all’interno dell’epitelio da cui si sono originati. Presentano generalmente una struttura alveolare. Extraepiteliale: si invaginano nel connettivo sottostante. Possono essere intraparietali (fanno parte della parete dell’organo e restano nella parete dove sfocia il dotto escretore) o extraparietali (non fanno parte della parete dell’organo, sono molto voluminose come il fegato o il pancreas. Il dotto escretore sfocia lontano dalla ghiandola)

In base alla forma dell’adenomero ed il numero di dotti escretori possiamo avere: 



Ghiandole esocrine pluricellulari semplici: hanno un solo adenomero ed un solo dotto escretore. All’interno di queste si guarda la forma dell’adenomero e possiamo avere 4 tipologie di ghiandole 1. Tubulari : in cui a volte è difficile distinguere adenomero e dotto escretore in quanto questi hanno la stessa forma. Quando la porzione tubulare è particolarmente lunga questa si attorciglia su se stessa formando un gomitolo (ghiandole tuboglomerulari) 2. Tubuloglomerulari: porzione tubulare lunga che si attorciglia su se stessa formando un gomitolo (ghiandole sudoripare). Hanno delle caratteristiche forme ad 8 e solitamente hanno un’estensione molto grande 3. Acinose : dall’esterno sembra un palloncino ma facendo una sezione il lume è molto ristretto perché la parete è formata da cellule più voluminose e piramidali che delimitano il lume 4. Alveolari : dall’esterno sembra un palloncino ma facendo una sezione, l’adenomero ha un lume ampio, le cellule che lo rivestono sono in genere cubiche. Più adenomeri che sfociano in un unico dotto escretore formano ghiandole ramificate Possono essere tubulari, acinose o alveolari



Più adenomeri che sfociano ciascuno in un suo dotto escretore che convogliano in un dotto escretore maggiore formano ghiandole composte. Possono essere tubulari acinose o alveolari se gli adenomeri hanno tutti la stessa forma. Possono essere tubuloacinose o tubuloalveolari....


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