Italo Calvino - Riassunti sulla vita, sulle opere e sul suo pensiero poetico. PDF

Title Italo Calvino - Riassunti sulla vita, sulle opere e sul suo pensiero poetico.
Author giulovs .
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Riassunti sulla vita, sulle opere e sul suo pensiero poetico....


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CALVINO Italo Calvino è stato uno tra i maggiori scrittori del secondo Novecento. Di certo fu il più famoso: conosciuto e tradotto in tutto il mondo, Calvino ha finito per rappresentare lo scrittore italiano per antonomasia. La sua opera spazia dai romanzi e i racconti in cui racconta la guerra e la Resistenza, fino allo sperimentalismo a cui lo scrittore approda negli ultimi decenni. Autore principalmente di racconti e romanzi, Italo Calvino si interessò però anche al mondo del teatro, del cinema, della musica, del fumetto e dell’arte. Come molti altri scrittori della sua generazione, anche Calvino esordisce come autore di guerra, raccontando l’esperienza della Resistenza. Si può dunque individuare una prima fase neorealista, anche se già si notano caratteristiche originali. Ad esempio nel primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno, Calvino decide di far vedere la Resistenza attraverso gli occhi di un bambino. Ma vediamo quali sono le opere di questo periodo: 

Il sentiero dei nidi di ragno, è il romanzo di esordio di Calvino viene pubblicato nel 1946. Racconta la storia di Pin, un bambino che vive in mezzo agli adulti, che lo coinvolgono nel furto della pistola a un nazista; per questo Pin viene arrestato, salvo poi essere liberato dal partigiano Lupo Rosso. In seguito Pin entrerà in una banda di Partigiani, vivendo da vicino la guerra ma anche le contraddizioni e le debolezze di quegli uomini.



Ultimo viene il corvo, del 1949, è una raccolta di racconti già pubblicati in rivista a partire dal 1946. Il tema dominante è ancora la guerra e la Resistenza.

A partire dalla seconda metà degli anni Settanta si apre una nuova fase, quella considerata più originale, in cui Italo Calvino scrive i suoi romanzi più noti. La notorietà di queste opere è dovuta alla loro carica sperimentale, ossia nella volontà di allargare i confini della letteratura verso nuove esperienze, che rompono con gli schemi del passato. La svolta avviene in Calvino grazie alla frequentazione con gli scrittori francesi del gruppo dell’Oulipo, che intendono la letteratura come gioco combinatorio. A questo va poi aggiunta l’influenza fondamentale dello scrittore argentino Jorge Luis Borges. A partire da queste influenze Italo Calvino creerà in seguito vie più originali. Per tutta la sua carriera Italo Calvino fu, oltre a scrittore di narrativa, anche autore di saggi sulla letteratura. Tra i saggi ricordiamo del primo periodi ricordiamo: Il midollo del leone (1955), in cui esprime la sua idea di letteratura, Il mare dell’oggettività (1960), in cui parla della stagione neorealista, e La sfida al labirinto (1962). L’attività saggistica continuerà e sarà raccolta nel 1980 in Una pietra sopra. Bisogna poi segnalare che lo scrittore lavorò a lungo per la casa editrice Einaudi, occupandosi di recensione e valutare i libri in vista di una possibile pubblicazione. Questo lavoro ha lasciato una gran mole di scritti non ancora del tutto pubblicati e che spaziano in tutto il campo della letteratura contemporanea. Questa attività è molto importante, tanto che Italo Calvino dirà: «Il massimo della mia vita l’ho dedicato ai libri degli altri. E ne sono contento». Lezioni Americane. Tra i lavori di saggistica spicca poi l’ultimo libro, lasciato incompleto da Italo Calvino prima di morire. Si tratta delle Lezioni Americane, sei conferenze che Calvino avrebbe dovuto tenere nel 1985 presso l’Università di Harvard. Il sottotitolo del libro recita: «Sei proposte per il prossimo millennio». In questi saggi Calvino in effetti individua le caratteristiche che avrebbero dovuto caratterizzare la letteratura del nuovo secolo: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità. La carriera di Calvino si chiude dunque con uno sguardo al futuro, con un’attenzione verso gli sviluppi del mondo e della cultura che d’altronde aveva accompagnano lo scrittore per tutta la sua vita. Il sentiero… e i racconti di Ultimo viene il corvo sono lavori legati alla resistenza, all’impegno politico, alla stagione del neorealismo. La rappresentazione della realtà –la Liguria, durante gli anni della resistenza- avviene con facile immediatezza; Calvino traspone datiautobiografici, insieme a quell’impostazione teorica che ha elaborato dal confronto con Vittorini e Pavese. Nel sentiero è narrata la storia di Pin, un ragazzo povero e selvatico, che ha rubato la pistola ad un

soldato tedesco, la nasconde in un luogo che solo lui conosce (appunto il sentiero dei nidi di ragno), ed entra in rapporto con una banda di partigiani. Il punto di vista del ragazzo trasporta gli eventi crudi della guerra su un piano fiabesco. Il tema è quello della ricerca di una felicità perduta, di un mondo magico in un contesto di irriducibili crudeltà. IL COMICO E LA FIABA Calvino ha una grande attenzione per le forme narrative originarie, una singolare disposizione ad abbandonarsi al fiabesco, a trovare combinazioni di tipo comico o fantastico. Fiabe italiane 1956 rappresenta una raccolta di 200 fiabe delle varie tradizioni regionali, trascritte in una lingua semplice e piana, con un registro medio, per poter arrivare ad un pubblico ampio. Si tratta di un lavoro documentario importante, legato al diffondersi degli studi antropologici, alla nuova attenzione per la cultura popolare: non vi era però un atteggiamento populistico e Calvino anticipava quell'interesse per la fiaba che avrebbe poi costituito un elemento di rilievo della sua produzione. Dagli anni Cinquanta, Italo Calvino opera una svolta verso la letteratura fantastica, che si concretizza nella trilogia I Nostri Antenati. Qui Calvino mescola elementi fantastici all’ambientazione storica. I romanzi che compongono la trilogia sono:

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Il visconte dimezzato (1952) Il barone rampante (1957) Il cavaliere inesistente (1958)

I nostri antenati evidenzia delle peculiarità della scrittura di Calvino: la disponibilità all'invenzione libera unita ad un atteggiamento morale; l'elaborazione di un progetto di razionalità umana aperta e non dogmatica che si rifà ad alcuni aspetti della letteratura illuministica e della favola morale ed ironica, diffusa nel 1700. Il titolo del ciclo sottolinea che queste figure –che si muovono in epoche storiche diverse- sono legate al presente; sono modelli di comportamenti umani che agiscono anche sul mondo moderno e le loro avventure testimoniano il persistere di un'ostinata ricerca sulle forme e le difficoltà di confronto con il mondo. I protagonisti, nobili da favole, vivono rapporti inconsueti con loro stessi e la realtà; attraverso la loro stralunata leggerezza offrono allegorie della ragione, rappresentano ipotesi diverse sui contatti tra mondo e razionalità. I 3 romanzi sono parabole sulla ragione, sul legame tra ragione ed invenzione, sulla letteratura stessa. Si afferma la possibilità di un pensiero e di un impegno coscienti delle loro contraddizioni, aperti verso ipotesi di giustizia, progresso. Però è evidente che tutto resta nell’ambito dell’artificio e della finzione. Quella dei nostri antenati è una ricerca illuministica che esprime tutti i limiti e le difficoltà della ragione in un mondo articolato e labirintico, dove si può cadere nell’errore, come i cavalieri dei romanzi. Questa ricerca è sostenuta da un linguaggio narrativo lucido ed essenziale, che mette in piena luce aspetti oscuri e irrazionali dei comportamenti, e prova a ricondurre l'esperienza sotto il controllo di una ragione incline a eliminare il superfluo. Il visconte dimezzato è ambientato nel tardo 500, è la storia del visconte Medardo di Terralba letteralmente diviso in due dallo scontro con i Turchi. Da qui sorgono i suoi due poli, il Buono e il Gramo, ognuno rappresentante un aspetto parziale dell'umanità. Vivono varie avventure fino alla ricomposizione della persona di Medardo, che diventerà giusto governatore delle sue terre. Il barone rampante è invece la storia, ambientata nel 1767 in Liguria, del conte Cosimo di Rondò che abbandona la casa paterna, in segno di dissenso, e trascorre la vita sugli alberi, esprimendo partecipazione alla storia ma con ironico distacco. L’inizio del romanzo è narrativo mentre il finale è a sorpresa; ci sono dei flashback e delle anticipazioni (prolessi) all’inizio del primo capitolo, quando si anticipa la decisione di Cosimo di vivere sugli alberi. Il barone rampante è un romanzo d’avventura, genere fantastico, le cui caratteristiche principali sono: ambientazione realistica impostata secondo dei criteri di verosimiglianza; precisa descrizione dei luoghi in cui si svolgono i fatti narrati; manifestazione di una realtà sorprendente rispetto a quella

quotidianamente vissuta. La storia di Cosimo è seguita dall’infanzia fino al giorno della spirazione dalla vita, a 65 anni: il barone afferra una fune, calata da una mongolfiera, e scompare. Nel 1965 Tonio Cavilla – anagramma di Italo Calvino – curò per le scuole medie un’edizione del Barone rampante, con un riferimento alle Confessioni di un italiano di Nievo. Dopo aver chiarito il riferimento al lavoro di Nievo, Calvino evidenzia che il suo protagonista instaura un rapporto conflittuale con il reale e non vuole parteciparvi, né crede nella storia. Rompe il patto sociale tra individuo e collettività – proprio del ‘700 -, vivendo così in isolamento, assecondando un’attitudine esistenziale novecentesca. La sua formazione si svolge come una vera e propria ricerca personale, del proprio io e dei propri valori. Il cavaliere inesistente è ambientato al tempo di Carlo Magno, è narrato dalla monaca Teodora e riguarda le avventure del cavaliere Agilufo di cui esiste solo l’armatura, che fascia il vuoto. Attorno ad Agilulfo acquistano spessore altri personaggi, il givane Rambaldo che cerca l’amore di Bradamante. Il romanzo è allegorico ma è anche un’indagine sulle potenzialità della narrativa, sulla distanza tra la pagina e la vita. La giornata di uno scrutatore appare come il definitivo congedo di Calvino dal neorealismo e dalla tematica dell’impegno: è una storia in terza persona, in cui Ormea trascorre una giornata da scrutatore nel seggio istallato al Cottolengo. Di fronte alla sofferenza umana s’interroga dunque sul senso dell’azione politica, sulla necessità di un impegno unico che tenga conto del male e della sofferenza. Le cosmicomiche e Ti con zero sono pezzi narrativi che fanno pensare alle comiche cinematografiche. Calvino cerca il comico in movimento, tra soprese e scambi imprevedibili. Non è il mondo comico di Marcovaldo: qui ci troviamo in tempi e spazi cosmici. Le situazioni cosmiche riguardano il confronto di ipotesi scientifiche sull’origine, sull’evoluzione, sul destino dell’universo. Il metodo della fantascienza è usato in parte: per lo più Calvino è attento al passato che ha preceduto l’esistenza dell’uomo, con situazioni e personaggi che traducono in forma narrativa le varie ipotesi formulate. Sorprendete è l’abilità con cui Calvino riesce a trovare combinazioni narrative o incontri comici a partire dai presupposti più strani, più lontani dalle condizioni umane basate da cui le azioni narrative non possono prescindere. La sua è una continua scommessa sui limiti del narrabile, un gioco ostinato con forme della materia, del tempo, dello spazio diverse da quelle in cui l’umanità ha vissuto sempre. Il diverso presentarsi di queste forme mostra la relatività estrema di ogni posizione del mondo, dell’uomo, della società. La stessa vita dell’uomo sulla terra deriva dalla realizzazione di una tra le tante possibilità di evoluzione del cosmo. Il narratore esplora una realtà impensabile ma per dargli corpo deve servirsi di coordinate linguistiche e di riferimenti a quanto ci è noto. Il castello dei destini incrociati si basa proprio su quest’attitudine combinatoria. Vi è evidente confronto con le pratiche della semiotica e della narratologia. Dopo aver partecipato ad un seminario ad Urbino sulle strutture del racconto, Calvino ipotizza di costruire un percorso narrativo a partire dalle carte dei tarocchi. Nel corso di viaggi che si svolgono in un universo astratto e indefinito, un gruppo di viandanti giunge nel primo testo in un castello, nel secondo in una taverna. Sembrano aver perduto la parola ma, seduti intono ad un tavolo, disponendo le carte di un mazzo di tarocchi in un certo ordine e seguendo il significato delle figure, raccontano varie storie. Nel Castello si forma un quadrato magico che consente di leggere le carte da molteplici punti di vista e da costruire un ciclo ininterrotto di storie; nella Taverna si forma un quadrato meno rigoroso. Le storie che si sviluppano seguono alcuni grandi archetipi narrativi. Questo sviluppo contiene i segni inesorabili del destino: in esso sembra perdersi la storia stessa del narratore a cui resta “l’ostinazione manica a completare, chiudere, far tornare i conti”. È un universo congelato in forme eterne reversibili, in cui ogni cosa si rovescia nel suo contrario e tutta l’esistenza ruota intorno a questa infinita combinatoria....


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