Pascoli Giovanni vita opere e pensiero riassunti PDF

Title Pascoli Giovanni vita opere e pensiero riassunti
Author Luis Di Campo
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Summary

Giovanni Pascoli è stato un poeta, accademico e critico letterario italiano, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento, considerato insieme a Gabriele D'Annunzio, il maggior poeta decadente italiano, nonostante la sua formazione principalmente positivistica....


Description

Giovanni pascoli Vita e opere Nasce il 31 dicembre 1855, a San Mauro di Romagna figlio di RUGGERO, che viene ucciso per invidia il 1867. La cavalla storna torna a casa con sopra il corpo del padre in sella. Il nido è calore e protezione. Non trova mai più affetti, e cerca di riportare in vita le persone decedute. Si laurea a 27 anni a Bologna e si è fatto quattro mesi di carcere. A massa cerca di ricreare il nido famigliare. Ida e maria sono gli ultimi affetti rimasti. Avere rapporti con l’esterno significa tradire, vivono nel passato. Nel 1899 ida si sposa. Pascoli si trasferisce a Castelvecchio di Barga in provincia di Lucca. Ha vinto per ben 13 volte il Certamen di Amsterdam. L’uomo è connesso con la Natura, si può scoprire con l’intuizione. Pascoli è il contrario di D’annunzio, e lui gli scrive una lettera dicendo che anche pascoli segue lo stesso fine di lui ovvero il bello poetico. Nel 1891 pascoli pubblica Miricae (156 componimente). Componimenti brevi con paesaggi rurali, ha studiato botanica. Il simbolismo non si limita a descrivere l’oggetto in sé ma va oltre, non descrive un semplice paesaggio esteriore ma anche uno interiore. I luoghi della sua fanciullezza sono anche i luoghi della morte. Con le sue poesie vuole dare senso a qualcosa che non ce l’ha ovvero la morte. La parola svela i segreti del mondo. La visione del Mondo 1. Soggettività 2. Simbolo e Sogno 3. Corrispondenza tra io e mondo La poetica 

Il fanciullino 1897.

Il contesto storico post unitario, l’intellettuale concepisce l’amore come violento e torbido, pascoli rappresenta il borghese. Pascoli eredita dal positivismo le descrizioni minuziose degli ambienti naturali. Pascoli è convinto che in ognuno di noi esista un bambino. Il fanciullino scopre le relazioni più ingegnose. Introduce il concetto di poesia pura, la poesia non deve porsi delle finalità estrinseche o pratiche ma deve apprezzare solo ciò che lo circonda come virgilio deve cantare per cantare. 

Il poeta coincide col fanciullo che sopravvive al fondo di ogni uomo vede tutte le cose come per la prima volta con ingenuo stupore e meraviglia come dovette vedere il primo uomo all’alba della creazione.

Nel fanciullino troviamo anche come pascoli concepisce la poesia, la poesia è pura e sta nelle piccole cose. 1. Il mito del nido familiare caldo e protettivo è caratteristico di Pascoli. 2. Il ritorno dei morti, si riferisce allo scorrere del tempo e delle stagioni e l’altro alla morte che ha segnato la sua vita la morte di Ruggero Pascoli 3. Le piccole cose, P intende dire (in Myricae) che nelle cose umili come le tamerici risiede la poeticità delle cose. Le soluzioni formali   

Sintassi dove prevale la coordinazione Atmosfera visionaria Mescolanza di codici diversi

Gli aspetti fonici abbiamo delle parole che hanno un suono ma anche un significato simbolico   

Onomatopee (versi di uccelli, suoni di campane) Assonanze Allitterazioni

Metrica e figure retoriche   

Apparentemente tradizionale, metro frantumato da enjambements Analogia (relazione di somiglianza o uguaglianza) es. l’alba di perla Sinestesia (frasi che rimandano a sfere sensoriali differenti)

Myricae (un fiore e una raccolta di poesie 4 edizioni ) Virgilio nella quarta bucolica dice che non a tutti piacciono le umili tamerici, pascoli sceglie proprio queste per la sua raccolta di poesie. Le tamerici sono il simbolo delle piccole cose ovvero delle cose umili. X Agosto, Novembre I poemetti Nei poemetti emergono 4 temi: 1. Racconti in versi 3. Celebrazione della piccola proprietà

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2. Campagna e vita contadina 4. Utopia

Prima edizione 1897 Primi poemetti 1900 Nuovi poemetti 1909

Tra i poemetti troviamo la digitale purpurea ( pascoli adora la natura soprattutto le piante) Canti di Castelvecchio I canti di castel vecchio continuano la linea della prima raccolta (myricae). Vi è un disegno segreto che allude alle stagioni. Emerge il filo conduttore della tragedia che coinvolge la sua famiglia. Vuole fare pace con il passato vuole fare pace con il passato. Il ciclo delle stagioni lo consola, gli sembra di vivere nello stesso presente. Il cerchio delle stagioni si interrompe, Gelsomino notturno Pascoli è appassionato al fitomorfismo. Poesia dedicata ad un amico in procinto di sposarsi, pascoli si descrive come un’ape tardiva che non riesce a impollinare a i fiori. Può solo osservare da lontano il calore coniugale. All’imbrunire i gelsomini aprono la loro corolla, appaiono le falene e il poeta pensa ai suoi cari defunti. Le fosse vengono coperte dall’ erba. Nel cielo le stelle sembrano diventare una chioccia con i suoi pulcini. Il gelsomino viene fecondato e rappresenta la donna. Questa poesia è dedicato alle nozze di Gabriele briganti, la prima notte dove verrà concepito il figlio. L’aprirsi del gelsomino simboleggia l’invito all’amore. Pascoli contempla tutto ed è escluso ma lo celebra comunque. Temi

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La casa nunziale Il fiore e l’invito all’amore Una visione turbata del sesso Il legame con i morti Il

X Agosto In questa lirica P rievoca l’uccisione del padre e fu pubblicata nella raccolta Myricae. San Lorenzo è stato arso vivo, il poeta nell’opera si rivolge a lui dicendo che pascoli sa perché a san Lorenzo cadono le stelle; perché è un pianto del cielo per l’uccisione del padre. La rondine e l’uomo sono paragonati. La rondine simboleggia cristo, il cielo è insofferente alle vicende umane. Nel morire la vittima perdona i suoi uccisori. La terra è un luogo piccolissimo dove si concentra il male. Antitesi tra stelle luminose e cielo opaco. Il cielo appare impotente sul male e si limita a piangere Digitale purpurea La digitale purpurea è il fiore dell’abbandono della perdizione al piacere, abbiamo amiche che ricordano i tempi passati in convento quando erano giovani, si chiamano maria e rachele e l’ ultima ha odorato di nascosto il fiore maledetto. Prima strofa Maria descrive le situazioni nel dettaglio e in modo spensierato, Rachele invece è più chiusa non vuole esporsi, maria è più ingenua e invece rachele è pronta a dire mentendo che quello è il fiore della morte. Seconda strofa Vi sono sinestesie, e i ricordi olfattivi si mescolano a quelli uditivi e visivi. Nel monastero le ragazze erano isolate dal mondo e in un angolo ci sono le digitali purpuree. Il profumo delle rose contrasta con quello misterioso della digitale purpurea. Le giovani sono vestite di bianco e vestono delle rose simbolo della purezza. Terza strofa Nella terza strofa rachele confessa di aver annusato il fiore della trasgressione e comincia a piangere non ha il coraggio di guardare maria in faccia. Il fiore assomiglia a delle dita piene di sangue. I poemetti Raccontano un mondo dove le persone vivono in armonia con la natura, attraverso la coltivazione stagionale, tutto resta all’interno del nido. La figlia del proprietario terriero riesce a rimanere incinta....


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