L\' Amore PUO\' Durare PDF

Title L\' Amore PUO\' Durare
Course Psicopatologia delle relazioni di coppia e genitoriali
Institution Sapienza - Università di Roma
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riassunto l'amore può durare per l'esame di psicopatologia delle relazioni di coppia...


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L’AMORE PUÒ DURARE? IL DESTINO DELL’AMORE ROMANTICO INTRODUZIONE Il termine “amore romantico”, nell'uso quotidiano, indica uno stato sentimentale particolare e un modo di mettersi in relazione con un'altra persona capace di generare emozioni, stimolare il gioco dell’immaginazione e nutrire il rispetto per certi ideali. L'amore romantico è più vicino all’ “innamorarsi” che all' essere innamorati; il significato associato all'amore romantico è la sensazione che la vita sia degna di essere vissuta e che in essa possano accadere eventi importanti; a causa dell'instabilità propria dell'amore romantico, spesso il tragico è il suo accompagnatore, e ciò fa sì che lo stato d'animo “malinconico”, con le sue espressioni di sofferenza e senso di colpa, sia l’aspetto essenziale della narrativa romantica. La gente cerca l'amore romantico per dare un significato alla propria vita, esso prende il sopravvento su tutto, aggiunge vivacità, profondità ed eccitazione all'essere vivi, ma con il passare del tempo si affievolisce e tende ad avere vita breve: esso degenera facilmente in qualcosa di diverso come un sobrio rispetto, un puro diversivo sessuale oppure odio, senso di colpa e autocommiserazione. Diversi autori hanno proposto delle opinioni su ciò che fa degenerare così facilmente l'amore romantico: si può affievolire perché esso si nutre di novità, mistero e pericolo, quindi la familiarità è sua “nemica”; svanisce perché alla sua base c’è la sessualità, che nella sua forma grezza è un qualcosa di primitivo e non delicato, che è difficile da conciliare con altre caratteristiche dell’amore romantico come il rispetto e l’ammirazione, in questo senso l’amore romantico può degenerare in un’amicizia senza passione incontri solo sessuali; si degrada perché è ispirato dall’idealizzazione che è per definizione illusoria e con il tempo tende alla disillusione e all’avvicinamento alla realtà, l’amore romantico tende a tramutarsi in un rispetto sobrio e privo di passione o in un’amara disillusione; svanisce perché si trasforma facilmente in odio la delicatezza dell’amore non può resistere al potere dell’aggressività innata dell’uomo; svanisce perché nulla rimane uguale a se stesso nel tempo, specialmente se ha a che fare con delle persone. In realtà l'amore romantico non ha in sé una tendenza a degradarsi, ma siamo noi a fare di tutto per degradarlo; e siamo interessati a degradarlo per ottime ragioni. Capitolo 1 – SICUREZZA E AVVENTURA Amore e desiderio Freud affermava che l’“impotenza psichica” era, dopo l’angoscia, la forma di disagio nevrotico più comune nei pazienti dei suoi tempi; con questo termine Freud si riferiva a una forma di impotenza con cause psicologiche anziché fisiche, un indebolimento che non necessariamente si manifesta in termini puramente fisici. Con il termine impotenza in senso metaforico, Freud indicava un’inibizione psicosessuale, cioè una limitazione della capacità di desiderare; l’uomo può portare a termine l’atto fisico, ma senza passione. Secondo Freud la condizione che con le maggiori probabilità impedisce una potenza completa, un’esperienza piena del desiderio, è l’amore stesso: i suoi pazienti potevano amare e desiderare, ma non riuscivano a fare esperienza di queste due cose nello stesso momento verso la stessa persona. L'amore romantico ha bisogno tanto dell'amore quanto del desiderio, perché emerge nella tensione generata dalla simultaneità di amore e desiderio: l'amore privo di desiderio può essere tenero, ma non contiene d'avventura e la tensione che alimentano la passione romantica; il desiderio senza l'amore può essere divertente e stimolante, ma non ha l'intensità che rende profonda una passione romantica. Stabilità e avventura Al giorno d'oggi è difficile ragionare sull’esistenza di caratteristiche transculturali e universali della natura umana dato che si afferma che tutto è culturalmente specifico. Però, un aspetto essenziale pre-programmato della psicologia umana potrebbe essere il senso della “casa”: una persona si orienta a partire da qualche senso di casa che rappresenta il suo posto, da dove viene e dove desidera tornare. Questo luogo permea la mente di una profonda sensazione di agio della quale non esistono sostituti: i suoni, gli odori e le immagini della nostra infanzia, i passaggi importanti della nostra vita si inscrivono nei nostri cervelli, diventano una componente centrale del nostro senso di autoriconoscimento e sono fondamentali per il nostro benessere psicologico.

Se da un lato c'è il senso di casa, esiste anche un lato oscuro che corrisponde al desiderio intenso della fuga e del viaggio: i racconti psicoanalitici sulla separazione/individuazione ci dicono che per trovare noi stessi dobbiamo lasciare la nostra casa, che si trasforma in una sorta di prigione. Questa dicotomia si riflette nei modi in cui viviamo le nostre vite: da una parte impieghiamo molto del nostro tempo a delimitare uno spazio familiare e a costruire una casa; dall'altra, desideriamo il senso di avventura e abbiamo sete di novità. Spesso le differenze di genere influenzano il modo in cui questi punti di vista sono distribuiti e negoziati nelle coppie: molto spesso la donna assume il valore della casa e l'uomo incarna quello della libertà della strada, ma è sempre stata ha rilevata la presenza di entrambi i valori in tutti e due i partner. È difficile mantenere e dare voce a entrambi questi valori in conflitto nel nostro Sé, perciò ognuno di noi è attratto dalle persone che danno voce a quello che anche noi vorremmo ma che abbiamo paura di riconoscere in noi stessi e di esprimere. Tutta l’esperienza umana è attraversata da un basilare contrasto tra la sicurezza e l’avventura, il familiare e il nuovo. I teorici dello sviluppo cognitivo come Jean Piaget sottolineano l'importanza della dialettica tra assimilazione degli stimoli nuovi negli schemi già stabiliti e accomodamento di questi schemi agli stimoli nuovi; in ambito psicoanalitico Greenberg ha proposto una teoria bipulsionale basata sui bisogni conflittuali di sicurezza ed efficacia. Tutte queste dicotomie indicano due bisogni umani fondamentali e conflittuali: da una parte il bisogno di un radicamento nel conosciuto nel prevedibile, una cornice di riferimento; dall'altra parte, un desiderio di superare i confini, di incontrare qualcosa di imprevedibile e misterioso. La passione romantica emerge dal convergere di queste due correnti. Amore e amore romantico: un matrimonio instabile Alcuni storici fanno risalire la nascita dell'amore romantico nel tardo Medioevo in cui si parla solo di amore cortese, perché il matrimonio era un contratto politico ed economico stipulato dalle famiglie ed era considerato qualcosa di utile e quindi da mantenere spiritualmente puro e libero dagli istinti più bassi; l’amore romantico, invece, era collocato al di fuori del matrimonio ed era caratterizzato da sentimenti spontanei che riflettevano la profondità della passione. Nel diciassettesimo secolo i concetti di matrimonio e amore cominciarono a sovrapporsi, infatti si pensava che con il matrimonio si potesse raggiungere l'amore romantico. Dal diciannovesimo secolo erano la passione e l’avventura che portavano all'amore coniugale; l'amore romantico era considerato la scintilla iniziale che nel tempo si sarebbe trasformata in una base stabile per il matrimonio. Dal ventesimo secolo, l'amore il matrimonio procedono insieme come cavallo e carrozza, ma per evitare che questo procedere insieme sfugga al controllo è fondamentale che la passione sia vincolata dal carico della rispettabilità. Dopo la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, l’importanza del piacere e della gratificazione sessuale diventarono un valore centrale sia per gli uomini che per le donne e spesso la possibilità di costruire una relazione veniva misurata sulla base di questo standard. La sicurezza e le sue illusioni Esplorando le relazioni stabili, Mitchell ha scoperto che il senso di sicurezza non è una cosa data ma una costruzione, che la familiarità si basa su un espediente collusivo e non su una profonda conoscenza reciproca, che la prevedibilità non è una realtà ma un’elaborazione fantastica. Es. Nelle relazioni di lunga durata che poi finiscono, succede che uno o entrambi i partner scoprano che le cose che presumevano dell’esperienza dell'altro erano invenzioni su cui spesso si stabiliva un accordo collusivo. Gli psicologi ed i filosofi hanno quasi sempre ritratto il sé come qualcosa di assolutamente conoscibile, ma nuove correnti teoriche parlano di un sé molto più inaccessibile e discontinuo; alla luce di questa nuova prospettiva, non sono più l'avventura e il pericolo che devono essere spiegati, ma la pretesa di prevedibilità e sicurezza.

Alla base delle relazioni stabili c'è il desiderio di affermare il dominio della sicurezza e della prevedibilità su ciò che è imprevedibile. → Abbiamo bisogno di certezza e di una sicurezza assoluta per proteggere il nostro amore e ciò lo ritroviamo nella formula matrimoniale “finché morte non ci separi”.

“Rendere l’altro prevedibile” è l’obiettivo di alcune forme di conoscenza, che di conseguenza uccidono la passione romantica. La prevedibilità porta all’abitudine e l’abitudine uccide il desiderio, è mortale per le relazioni. L’abitudine però non è una componente intrinseca della natura dell’amore, ma è una sua degradazione protettiva, una difesa contro la vulnerabilità dell’amore romantico; è anche una conseguenza della storia evolutiva dell’amore. Però è importante ricordare che non è il matrimonio (in cui andiamo a ricercare il senso di sicurezza e prevedibilità) in sé ad uccidere il desiderio, ma il modo in cui viene costruito. L’attaccamento e il carattere intimo dell’amore I buoni genitori offrono ai figli un'atmosfera di sicurezza parzialmente illusoria e costruita in modo attento, che consenta lo stabilirsi di un “attaccamento sicuro”, in questo modo il bambino può scoprire ed esplorare la propria mente, la propria creatività e la propria gioia di vivere. È fondamentale che il bambino non sia consapevole dell’enorme lavoro che i genitori fanno dietro le quinte, infatti i genitori non devono parlare con i figli dei propri territori, preoccupazioni e dubbi, inoltre è fondamentale che questa realtà parzialmente illusoria non si spezzi all'improvviso. Impariamo ad amare nel contesto della sicurezza intenzionalmente costruita e necessaria della prima infanzia, e l'amore cerca sempre una sicurezza che allontani tutto ciò che è sconosciuto. Una delle ragioni che spingono le persone a cercare legami monogami è sempre lo sforzo per rendere più sicure le loro relazioni. Oggi un coinvolgimento monogamico rispettabile tende ad essere reciproco, con la conseguenza che la scelta di un unico partner amoroso accresce la nostra dipendenza da questo partner, rende più pericoloso l'amore e rende anche più vincolanti i nostri sforzi per garantire la durata di questo amore. Così facciamo finta con noi stessi di avere, in qualche modo, minimizzato i rischi e di esserci garantiti una certa sicurezza; sicurezza che va a minare le precondizioni del desiderio, che ha invece bisogno di una robusta immaginazione per respirare e crescere. In questo senso l'“attaccamento sicuro” non è un modello utile per l'amore romantico, tranne che nelle sue dimensioni illusorie capaci di sostenere la sicurezza. L'amore, per la sua natura più profonda, NON è sicuro. Costruire la sicurezza e il desiderio L'amore e il desiderio generano quell’arco di tensione dal quale emerge l'amore romantico; questi due elementi nascono all'interno delle nostre vite quotidiane e noi abbiamo a che fare con la costruzione dei contesti nei quali appaiono. Anche la separazione tra amore desiderio è un prodotto delle costruzioni umane, ma ha una base che va al di là della consapevolezza. Avendo stabilito che lo spegnimento dei sentimenti è fondamentale per la sicurezza delle relazioni reali, cerchiamo una passione che sia distante. Il vero amore romantico può essere definito dalle affermazioni di Nietzsche: l'amante costruisce castelli d'amore romantico come se dovessero durare per sempre, sapendo bene che sono strutture fragili e transitorie; la scissione che Freud chiamava “impotenza psichica” è un tentativo di ridurre questo rischio separando la stabilità dall’avventura. Il vero amore romantico è tragico e non è mai stabile; la vita e l'amore sono sempre difficili e rischiosi, e per controllare questi rischi lottiamo per proteggere le fonti della sicurezza e dell’avventura. L'amore romantico è pieno di desiderio, un desiderio intenso che genera sempre un senso di privazione, infatti il presupposto della passione romantica è il desiderio di ciò che non si ha; ma l'amore romantico ci seduce con la sicurezza che sembra prometterci, così è proprio la passione romantica che cerca di superare la mancanza che essa stessa genera, per cercare una completezza che è presa in ostaggio dal desiderio. I principali aspetti della passione romantica, che sono la sessualità, l'idealizzazione e l'aggressività, possono incrinare la nostra sicurezza e la nostra identità e ciò può rendere l'amore romantico pericoloso, ma anche pieno di significato. Capitolo 2 – GLI STRANI ANELLI DELLA SESSUALITÀ Che cos’è il sesso? Da quando gli uomini si sono evoluti, il sesso è diventato molto più complesso di un semplice congiungersi di corpi volto alla riproduzione. L’intensità della fisiologia sessuale umana richiede la partecipazione delle persone, con i loro turbamenti, fantasie, paure e desideri.

Le esperienze sessuali diventano degli efficaci elementi organizzatori dei confini e delle rappresentazioni del Sé e le dialettiche dell’intimità corporea e sessuale ci espongono definendo la posizione che occupiamo nella relazione con l’altro. Per l’essere umano, il corpo e la mente sono dimensioni inseparabili dalle esperienze sessuali ed è proprio questa capacità di dare un significato emotivo e psicologico agli eventi somatici che rende la sessualità umana densa di significati e complicazioni. Molto spesso la sessualità viene sentita come indecente e per spiegare questo problema esistono due approcci: uno tradizionale teorizzato da Freud, in cui la mente umana è composta da stati; l’altro è un nuovo approccio in cui la mente è composta da anelli. L’animale uomo di Freud Per Freud la sessualità è per natura antisociale, ma noi uomini dobbiamo sottostare al processo di socializzazione, quindi siamo creature sociali e antisociali. Da sempre l’uomo è visto come una creatura composta da una natura guidata da appetiti corporei, passioni e istinti e una natura più elevata dominata dalla ragione, dagli ideali e dalle norme sociali. Lo stesso Freud definisce un modello strutturale caratterizzato da un conflitto tra biologia e cultura in cui l’Es è il nido degli istinti naturali, il Super-Io è il rappresentante interiorizzato della cultura e l’Io media tra l’uno e l’altro. Freud considerava la sessualità lo strato motivazionale più basso, cioè l’insieme degli impulsi primitivi che alimentava tutti i livelli più alti della mente. Questa visione dell’essere umano ha iniziato a scemare negli ultimi anni. L’animale uomo oggi Oggi si pensa che ciò che è biologico e ciò che è sociale siano inseparabili, infatti noi non siamo prima animali e poi sociali ma siamo profondamente e nell’intimo animali sociali. Fin da piccoli gli esseri umani cercano altre menti umane con cui interagire, non per la soddisfazione di qualche bisogno, ma perché sono programmati per cercare l'interazione con altri esseri umani attraverso la visione, l'olfatto e l'udito degli altri umani. Non iniziamo la nostra vita come creature sessuali, ma la iniziamo come creature corporee/sociali; la sessualità umana emerge in contesti relazionali e linguistici specifici, infatti i significati della sessualità derivano da strutture sociali, forme interpersonali di relazionalità e dalle categorie linguistiche. La sessualità diventa umana solo nel particolare contesto sociale e linguistico che crea i suoi significati; non esiste sessualità, aggressività o altra esperienza corporea che non sia mediata da fattori sociali e linguistici che la plasmano. Il ritratto delle due mani di Escher può essere preso come esempio per intendere l’unità della mente e del corpo (la prima mano disegna la seconda mano, che a sua volta disegna la prima mano: il corpo genera l'immaginazione che genera il corpo che genera l'immaginazione). La natura della natura Fino a poco tempo fa si pensava che la natura fosse il mondo non intaccato dall’uomo e che si trovava al di fuori della cultura umana; e la nostra sessualità fosse un pezzo della natura racchiusa in noi. Con il tempo si è capito che le nostre idee sulla “natura” sono socialmente costruite e la sua definizione dipende da chi ne sta parlando, in che momento storico, in quale contesto sociale e per quale scopo. La tradizionale dicotomia natura/cultura (secondo cui si può scoprire cosa sia la natura studiando l’equipaggiamento con cui l’essere umano inizia la vita prima che la cultura lo alteri) è stata messa discussione grazie ai progressi della neurofisiologia: si è scoperto che buona parte dell’equipaggiamento considerato “biologia” non sia presente fin dalla nascita, ma si forma nei primi anni di vita nel contesto di accudimento. → Biologia e cultura, natura e cultura non sono livelli separati, ma si pervadono a vicenda nel corso dello sviluppo precoce. Considerare la sessualità come una componente naturale e primitiva dell’uomo ci ha aiutato ad allontanare parti di noi stessi che non amiamo collocandole in un’eredità non voluta. La sessualità non è qualcosa presente nell’uomo,

essa è l’uomo, o almeno una sua versione; si è plasmata nelle interazioni e nelle dinamiche con gli altri; è una costruzione sociale. Dagli strati agli strani anelli Secondo Hofstadter, la caratteristica che definisce la mente umana è un tipo particolare di strano anello (il fenomeno dello strano anello consiste nel fatto di ritrovarsi inaspettatamente, salendo o scendendo lungo i gradini di qualche sistema gerarchico, al punto di partenza: da ciò si desume che contiene in sé il concetto di infinito), nel quale c'è “un’interazione tra livelli nella quale il livello superiore raggiunge quello inferiore e lo influenza mentre allo stesso tempo ne è influenzato”; possiamo fare esperienza di emozioni perché abbiamo l'equipaggiamento neurale che genera queste emozioni, queste emozioni generano a loro volta stati cerebrali la cui chimica influenza i percorsi e le funzioni neurali. Secondo questa visione la biologia e la cultura, il corpo e la mente si permiano a vicenda: la nostra evoluzione ha permesso lo sviluppo della cultura e del linguaggio umano, che a loro volta generano le idee e le metafore per mezzo delle quali facciamo esperienze dei nostri corpi. Questa metafora ha svolto a sua volta un ruolo importante nel plasmare i modi in cui le persone hanno vissute trattato di loro corpi e la loro sessualità. Sé/altro Noi siamo il frutto delle relazioni con gli altri, ma organizziamo la nostra esperienza nei nostri sé che comprendono zone interne dotate di confini in parte negoziabili; gran parte della complessità della dimensione sessuale e della sua relazione con l’amore romantico deriva dalla tensione tra ciò che è personale e ciò che è relazionale (tra unicità e dualità). Possiamo immaginare un anello che ci aiuti a pensare alla relazione tra unicità e dualità: all’inizio c’è la matrice relazionale nella quale scopriamo noi stessi e si formano i nostri processi interiori di cui facciamo esperienza in modo soggettivo, queste esperienze personali sono a loro volta regolate e trasformate e generano nuove forme interpersonali che alterano i pattern di interazione. Il sesso è una delle esperienze più private, ma per molte persone le forme più intense di esperienza sessuale sono accessibili solo nella relazione; nella sessualità si può fare esperienza acuta della tensione tra il personale e il sociale. L’avventura e il rischio reale della sessualità sono dovuti alla breccia che il sesso crea nei confini convenzionali tra il sé e gli altri. Il sesso è davvero una faccenda così privata? Noi pensiamo che la sessualità sia profondamente personale e privata anche perché abbiamo la sensazione che sorga da dentro; Freud pensava che noi cercassimo oggetti appaganti a causa dell’accumularsi della pulsione sessuale e aggres...


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