Al cor gentil rempaira sempre amore PDF

Title Al cor gentil rempaira sempre amore
Author Alice Ferro
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

Parafrasi e breve analisi del "Al cor gentil rempaira sempre amore"...


Description

Al cor gentil rempaira sempre amore -Guinizzelli INQUADRAMENTO TESTO E’ la canzone-manifesto della nuova maniera poetica iniziata da Guinizzelli, poi diventata il testo modello per il canone degli Stilnovisti fiorentini: è una poesia di lode della bellezza della donna amata, ma con l’importante novità del valore religioso e spirituale dell’amore e del nesso inscindibile tra amore e cuore gentile, che diventerà anch’esso un caposaldo della poesia di Dante e Cavalcanti. Il tutto è esemplificato da una serie di paragoni tratti dal mondo naturale e dalla filosofia scolastica ( le intelligenze angeliche), fino al congedo in cui Guinizzelli immagina addirittura di dialogare con Dio per giustificare la propria poesia ai suoi occhi.

RICONOSCIMENTO METRICO E’ una canzone formata da sei stanze di 10 versi ciascuna (endecasillabi e settenari), con schema della rima ABABCDCEDE. La canzone deriva dalla “canso trobadorica”, in cui la stanza ‘la strofa’ è divisa normalmente in due parti: la fronte e la sirma, collegate fra loro dalla concatenazione (o chiave),ovvero dalla rima tra l’ultimo verso della fronte e il primo della sirma. La fronte è a sua volta divisibile in 2 piedi, mentre la sirma è spesso indivisa. L’ultima stanza assume la funzione di congedo, tradizionalmente di stampo provenzale in cui viene salutata la donna amata. Per quanto riguarda le figure retoriche, sono presenti numerosissime similitudini, presenti in quasi tutte le strofe, introdotte sempre dall'avverbio come o da termini equivalenti (per qual). Guinizelli insiste anche nell'uso del chiasmo (vv. 1-2; vv. 3-4), che confronta coppie di parole facendo però ricorso a immagini concrete.[1] La canzone, infine, è accompagnata anche da: [1]      

allitterazioni della «r»: «al cor gentil rempaira sempre amore» e della «l»: «l’ausello in selva, sole, splendore, lucente»; una metonimia: «gentilezza» (v. 8); anafore: «come ... come ... come ... com» (vv. 2-10-12-30-39); così (vv. 9-18-25-47); enjambements: «natura / recontra» (vv. 25-26); «foco / caldo» (vv 26-27); «splende / del suo gentil» (vv. 48-49); anastrofi: «né fe' amor anti che gentil core / né gentil core anti che amor, natura» (vv. 3-4); «del ferro in la miniera» (v. 30); «d'angel sembianza» (v. 58); perifrasi: «suo fattore», ovvero Dio (v. 43); regina del reame degno, cioè Maria (v. 56).

PARAFRASI La sede dell’amore è il cuore gentile come l’uccello si rifugia nel bosco tra le piante; né la natura creò il cuore gentile prima dell’amore, (POTENZA-ATTO) né l’amore prima del cuore gentile; poiché vi fu il sole, così subito la luminosità brillò,

né esistette prima del sole; e l’amore risiede nel cuore nobile così esattamente come il calore risiede nella luce del fuoco

( amore e cuore nobile sono nati contemporaneamente: come il sole e il suo splendore, come il fuoco e il calore)

Il fuoco d’amore si sviluppa nel cuore gentile come il pregio in una pietra preziosa, rispetto alla quale non riceve il suo valore dalla stella prima che il sole la renda pura; dopo che il sole ha eliminato dalla pietra ciò che è ignobile, la stella le dà valore: così allo stesso modo il cuore che è reso dalla natura nobile e puro la donna lo fa innamorare come una stella.

(la pietra preziosa è tale perché il sole la purifica e le dà la possibilità di essere preziosa, secondo la cultura enciclopedica, allo stesso modo, il cuore è reso nobile dalla natura, ma ha questa possibilità grazie all’influsso di una donna)

Amore per tale ragione sta nel cuore nobile per lo stesso motivo per cui il fuoco sta in cima al candelabro a due bracci: vi risplende a suo piacimento, puro, luminoso; (la natura dell’amore è paragonabile alla non potrebbe starci in altro modo, tanto è selvaggio. natura del fuoco sia positivamente, perchè Così una natura selvaggia il fuoco è più leggero degli elementi della respinge l’amore come fa l’acqua natura e tende, per natura, a salire verso perché è fredda di natura col fuoco (che è) caldo. l’alto, come il candelabro a due braccia, e L’amore si insedia nel cuore nobile assomiglia all’amore perché è un sentimento perché è un luogo simile a sé, elevato rispetto agli altri. Però è paragonato come il diamante nel di ferro. negativamente perché, quando è contrastato . dalla freddura, è malvagio come il cuore assalito dal male.) Il sole colpisce continuamente il fango: (il fango) rimane ignobile, e il sole non perde calore; Dice chi è supponente:” Io sono nobile per stirpe”; paragono questa persona al fango, al sole il valore della nobiltà: visto che non si deve credere che la nobiltà esista al di fuori dei sentimenti, per diritto ereditario, se non si ha un cuore nobile disposo ad accogliere la virtù, come l’acqua riflette il raggio delle stelle ma il cielo conserva le stelle e il loro splendore.

(il cuore è nobile naturalmente, non per dignità ereditaria, così come il fango non può essere impreziosito dal sole)

Dio creatore splende di fronte all’intelligenza celeste più che il sole di fronte ai nostri occhi; ella (questa intelligenza) comprende il suo creatore al di là del cielo e, nel far girare il cielo, prende a ubbidirgli; (l’intelligenza angelica che governa e realizza da subito, ognuno dei cieli, ricava dalla contemciò che il giusto Dio gli ha indicato come suo beato incarico, plazione di Dio l’impulso a muovere così in verità, il cielo a lei assegnato. Così come la bella donna (dovrebbe comunicare), nel momento in cui splende l’amante dovrebbe ubbidire davanti agli occhi del suo nobile innamorato, un desiderio talmente forte alla donna amata) da impedirgli di rinunciare a obbedirle. Donna, Dio mi dirà:” Come hai potuto essere così presuntuoso?” quando la mia anima sarà di fronte a lui. “Hai attraversato il cielo e sei arrivato fino a me (Dio rimprovera il poeta di averlo usato come e hai dato me come paragone per un amore profano: metafora di un amore profano, affermando a me sono dovute le lodi che la lode spetta a lui e alla vergine maria. Il e alla regina del nobile regno, poeta si giustifica: la donna aveva l’aspetto

che è nemica di ogni malvagità”. Potrò rispondergli:” Aveva le sembianze di un angelo che appartenesse al tuo regno; non vi fu colpa, in me, se misi l’amore in lei”.

di un angelo, dunque amarla non è stata una colpa)...


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